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Autore: HellWill    14/01/2015    0 recensioni
(Ho visto questa challenge (goo.gl/XBoRTK) e non potevo non farla.)
"«Non sono un bambino» disse lui, con voce profonda, e chiuse gli occhi: quando li riaprì, era un giovane Sayn, che si chinò appena al cospetto della sovrana. Will non ricambiò il cenno: si era irrigidita ed era profondamente ostile verso il ragazzo, ora.
«Cosa vuoi?» chiese, dura, e il ragazzo spalancò gli occhi per mostrarsi stupito.
«Non ho mentito sul mio scopo, mia sovrana.. Ho solo pensato che sarebbe stato più semplice ottenere un colloquio con voi, se mi fossi presentato come un bambino bisognoso».
«Fai leva sul buon cuore delle persone per arrivare ai tuoi scopi, dunque?» Will socchiuse gli occhi e Grim arretrò di un passo, scuotendo il capo."
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '365 DAYS WRITING CHALLENGE'
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14 gennaio 2015
Gratitude

«Ma mi avevano detto che la Regina non rifiuta mai di vedere qualcuno del suo popolo!» protestò il bambino, con la sua vocina malferma. «Ho fatto un lungo viaggio, per vederla!» si lamentò, ma il Sayn incrociò le braccia.
«Non può vederti ora, mi dispiace: è molto occupata con la principessa Jaime a far lezione. Puoi tornare più tardi, se vuoi».
«Ma non ho dove andare..» mormorò il piccolo Sayn, guardandosi intorno sconfortato.
La guardia si guardò per qualche istante con il suo compagno di turno, che sorrise appena ed annuì.
«E va bene, vado a chiamarla. Resta qui, non ti muovere» gli ordinò, e il bambino si irrigidì, senza sapere come sentirsi: vittorioso, perché era riuscito nel suo intento? Nervoso, perché stava per incontrare la Regina Madre dei Sayn? Si morse le labbra e attese, calciando qualche sassolino qui e lì.
La guardia fu di ritorno in poco tempo, e lo guardò con poca convinzione.
«Ha accettato di vederti. Prendi la scala e poi entra nel primo corridoio a destra: nella prima stanza ti aspetta la Regina».
Grim batté le palpebre, incredulo, poi sorrise e ringraziò, correndo nella direzione indicata; aveva il batticuore mentre prendeva le scale e le percorreva saltando i gradini, ma il suo battito si calmò quando fu davanti la porta della stanza in cui era chiuso il suo destino. Si calmò, restando a respirare calmo e concentrato con la mano sul pomello, dopodiché entrò: il suo viso non tradiva alcuna espressione, mentre studiava l’ambiente: era molto illuminato, ed il sole penetrava da ampi porticati andando ad avvolgere in una luce morbida anche i panneggi che si dipanavano sulle gambe della Regina, che era vestita sontuosamente con un abito di fattura elica.
«Cosa posso fare per te, dunque?» disse la donna, sondandolo con i profondi occhi verdi; parvero scorgere qualcosa, nel suo animo, che non le piacque, perché una minuscola ruga si disegnò fra le sue sopracciglia quando le corrucciò.
Grim batté le palpebre e il sorriso che fece dovette confermare le impressioni avute dalla sovrana, perché la donna affilò lo sguardo.
«Sono venuto a chiedervi asilo» disse lui, senza una particolare inflessione di voce. Will si alzò dalla poltrona e prese a girargli intorno, studiandolo.
«Asilo? E perché mai?» chiese, sorridendo. «Sei un bambino, avrai sicuramente una famiglia che ti desidera e alla quale tornare. Sei forse scappato di casa?».
Grim sorrise in modo inquietante e Will si fermò, tentata di arretrare; ma non lo fece, restando a fissarlo negli occhi neri come la pece.
«Non sono un bambino» disse lui, con voce profonda, e chiuse gli occhi: quando li riaprì, era un giovane Sayn, che si chinò appena al cospetto della sovrana. Will non ricambiò il cenno: si era irrigidita ed era profondamente ostile verso il ragazzo, ora.
«Cosa vuoi?» chiese, dura, e il ragazzo spalancò gli occhi per mostrarsi stupito.
«Non ho mentito sul mio scopo, mia sovrana.. Ho solo pensato che sarebbe stato più semplice ottenere un colloquio con voi, se mi fossi presentato come un bambino bisognoso».
«Fai leva sul buon cuore delle persone per arrivare ai tuoi scopi, dunque?» Will socchiuse gli occhi e Grim arretrò di un passo, scuotendo il capo.
«No. No, mai. Avevo solo urgenza di chiedervi aiuto».
«Per cosa?».
«Io.. io ho un Eyw particolare. So che voi siete sospettosa nei miei confronti, ed è per via della natura opposta dei nostri poteri.. voi avete il potere della luce, questo lo so bene. Ebbene, io ho quella del buio» si decise a dire il ragazzo, a disagio. Will rimase immobile e dalle sue mani uscirono delle scintille dorate, espressione della sua anima; le mandò verso Grim, che lentamente, con gesti misurati, si tolse i guanti bianchi dalle mani e mostrò la pelle nera delle dita e dei palmi, da cui scaturirono piccole sagome poco raffinate e un po’ bitorzolute, che tuttavia andarono ad inghiottire con piacere le piccole scintille che avevano preso a girare attorno al loro padrone. Will rimase immobile, pietrificata, impassibile, dopodiché gli volse le spalle e si incamminò verso l’esterno del porticato, che si apriva su un florido giardino ricolmo di fiori e frutti. Grim mosse un passo, ma lei lo bloccò puntandogli un dito contro, senza nemmeno voltarsi.
«Resta lì, immobile. Devo consultarmi con mio figlio».
«Sì, signora» sibilò Grimm fra i denti, infilandosi nuovamente i guanti con scatti rabbiosi.
Dopo poco, la Regina tornò con un giovane al suo fianco: indossava una semplice tunica bianca e delle braghe, girando a piedi nudi. I suoi capelli erano ricci e li portava lunghi, e aveva gli stessi occhi della Regina.
«Lui è mio figlio William. William, lui è..» la frase restò in sospeso, e Grim fece un sorrisetto di circostanza mentre chinava il capo in segno di rispetto.
«Grimsan, mia signora. Principe» disse, chinando i capo anche in sua direzione. William non perse tempo: incrociò le braccia e gli fece un cenno.
«Mia madre mi ha narrato. Fammi vedere cosa sai fare».
Grim restò immobile e strinse i pugni, dopodiché con calma si tolse i guanti e cercò di raffinare il più possibile l’oscurità che si sentiva ribollire dentro, modellandola e costruendola in modo da farla assomigliare ad un’ombra d’animale.
«C’è troppa luce» mormorò, mentre l’ombra di una pantera nera scivolava silenziosa per la stanza, gli artigli e le zanne d’ombra sguainate. William, tuttavia, sembrava impressionato ugualmente.
«Non importa, è comunque notevole. Dimmi, Grimsan, hai mai sentito parlare dell’Ordine dei Cavalieri?» William sembrava incapace di stare fermo, cosa che non aveva evidentemente preso da sua madre, che stava immobile come una statua, fredda ed ostile a guardare Grim.
«Chiamatemi Grim. No, non ho mai sentito parlare dell’Ordine dei Cavalieri.. credevo che i Sayn fossero un popolo pacifico».
«Noi lo siamo, ma quelli intorno a noi non hanno mai tenuto in gran considerazione la nostra inesistente volontà di conflitti… per cui ci si deve difendere in qualche modo» sorrise William, tristemente, e con un gesto delle mani creò delle immagini in aria: c’erano tre Sayn in armatura, ed ognuno di essi aveva un’arma diversa. «L’Ordine dei Cavalieri, un tempo, godeva di enorme prestigio ed accoglieva solo sette tipi di Sayn: i primi due erano i Cavalieri di Aria ed Acqua» la prima figura si animò e il Sayn incoccò un arco e scoccò una freccia, lanciando un grido di vittoria. «i secondi erano i Cavalieri di Fuoco e Terra» la seconda figura brandì una spada e si lanciò contro un nemico immaginario, affondando la spada nel terreno. «e gli ultimi tre erano i Cavalieri delle Energie… i Sayn con il potere di controllare la luce, l’oscurità o l’energia pura erano accolti in quest’ultima categoria».
Grim si mostrò interessato, al sentir nominare l’ultima categoria, ed osservò l’ultimo Sayn in armatura lanciare delle forme indefinite dalla mano per creare una grande esplosione.
«Io.. rientrerei nell’ultima categoria?».
«Sì, come me. I Sayn con il potere di manipolare la luce sono rari, perché è una capacità che deriva dalla nostra natura angelica… senza di essa, con la sua decadenza, i Sayn sono destinati a poteri molto più comuni e semplici, come quello dei fiori o della forma degli oggetti» ridacchiò, e Will gli diede un colpo sul fianco.
«Attento a come parli dei domini dei tuoi fratelli» lo avvertì, e si rivolse a Grim mentre Will faceva una smorfia. «Potresti arruolati, ed imparare a controllare il tuo potere» gli suggerì, e Grim percepì un luccichio negli occhi verdi della Regina che non gli piacque: forse sperava di controllarlo, ma lui non era disposto a fare il suo gioco.
«Hai accennato che anche tu rientri nei Cavalieri dell’Energia» Grim inarcò un sopracciglio e modellò un’ombra attorno alla propria mano, gli occhi neri che brillavano famelici. «Esattamente qual è il tuo controllo?».
«La luce» sorrise William, mandando una scia di luce pura a spegnere l’ombra di Grim come una candela. «Hai ancora molto da imparare, se speri di controllare il tuo Eyw» ridacchiò, facendo esaurire la luce con un gesto della mano. Grim rimase immobile, stupito dalla rapidità con cui l’aveva sconfitto.
«Ti ho messo alla prova e non mi piace il modo in cui ti comporti, sospetto tu abbia dei secondi fini» mormorò Will, avvicinandosi a lui, e William li ignorò nonostante desse occhiate apprensive alla madre. «Ciò nonostante, sei parte del mio popolo e il mio popolo va curato, ragion per cui ti accoglierò a Palazzo e imparerai a controllare il tuo potere… se nel frattempo il tuo comportamento migliorerà, tanto meglio. Altrimenti, sarai soltanto tu a patirne le conseguenze».
Grim si sentì riscaldare dall’interno da un filo di speranza e gratitudine: che avesse trovato l’avversario degno di questo nome con il quale aveva sempre sperato di misurarsi? L’episodio delle scintille non poteva essere indicativo della forza della Regina, dopotutto non si era scomposta più di tanto ma anzi, era diventata sospettosa.. qualcosa gli diceva che avrebbe fatto meglio a rigare dritto, almeno con lei. Ragion per cui, si inginocchiò dinanzi a lei.
«Ti ringrazio infinitamente, mia regina. Migliorerò, lo prometto».
Will lo guardò, sospettosa ma piacevolmente stupita, e gli voltò le spalle.
«Alloggerai nell’ala in cui alloggiano i ragazzi presenti a Palazzo, e seguirai gli addestramenti con mio figlio. Mi occuperò personalmente della tua educazione per quanto concerne il resto… William, caro, fagli vedere il palazzo».
Grim sorrise, profondamente grato per quell’occasione, e gettò un ultimo intenso sguardo alla Regina, prima di sorridere in modo inquietante e seguire il Principe nei meandri dell’Albero.
   
 
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