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Autore: ValyDeleNian    14/01/2015    3 recensioni
Elena ha 20 anni. Scappa da un grande perdita, tanta delusione e solitudine. Vuole darsi un'opportunità, provare a vivere, magari ad innamorarsi come mai è riuscita a fare. Vuole solo una vita di cui essere orgogliosa..per non crollare, per non rompersi.
Damon ha 25 anni. Famiglia agiata, equilibrata. Suo padre è uomo attivo nella politica di NYC. Damon ha una vita quasi perfetta...perchè quasi? Perchè a Damon manca l'amore, la passione...come anche ad Elena.
Potranno incontrarsi due mondi cosi distanti e diversi..potranno entrare in contatto e riuscire viversi? Damon si innamorerà?...e cosa piu importante, ad Elena basterà lui per sconfiggere i suoi mali?
AU. Tutti umani.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 11

 

Elena's POV

Sono nella mia camera; dopo aver servito la cena, mi sono ritirata qui da sola con la musica alle orecchie. Sono passati due giorni dalla "bomba" da me lanciata a Damon, che non mi parla esattamente dal quel momento. Quando mi incontra cambia direzione, abbassa lo sguardo, neanche davanti i suoi genitori si sforza di avere un comportamento civile con me. Esce tutte le sere, e io lo aspetto. Aspetto, e non so nemmeno cosa. Se lui, se una sua parola, un suo sguardo. Non lo so, forse un semplice accenno per farmi capire che ci sono ancora perché inizio a sospettare di essere diventata invisibile.
Come al solito, anche stasera non ho toccato cibo, e so cosa state pensando.."nelle sue condizioni?". Beh, sì. Non sono incinta o altro, ho un tumore e il cibo non mi guarirà. Magari fosse così facile.
All'età di sette anni feci delle normali analisi del sangue, dopodiché mi dissero che i livelli di globuli rossi nel mio corpo erano un po' più bassi del normale. Feci degli accertamenti, tra tutti gli ospedali della costa orientale degli Stati Uniti, e poi...eccola lì:
leucemia linfoblastica acuta.
Nome terribile, vero?
Feci due cicli di chemioterapia che mi distrussero; avevo solo sette anni e ne uscii a pezzi. La terapia era giornaliera, durava all'incirca un'ora, ma a me sembrava un secolo. Era stancante, mi riduceva al letto per la maggior parte del giorno. Avevo attaccati di vomito, tachicardia e perdita di capelli. Li rasai tutti, ricordo. Papà mi diceva che ero comunque la più bella di tutte, e io ci credevo. Oltre le chemioterapie, avevo anche dei medicinali: compresse, più che altro; una marea. Alcune le prendo ancora adesso.
Cosa è successo in tutti questi anni passati? Quanto tempo avete?
Per farla breve, le terapie hanno funzionato. Il tumore era sparito ed ero in fase di guarigione. Mi diedero dei farmaci per precauzione, ma a quanto pare..non sono serviti. E' un terno al lotto: molti sconfiggono la malattia..per altri, è un vittoria temporanea.
Provo a chiamare Damon, è mezzanotte e sono preoccupata. Non risponde. Ce l'ha con me? Con il mondo? O forse non gli importa? Ha detto di amarmi, però..qualcosa vorrà pur dire. Scendo giù in salotto, mi metto sul divano e accendo la TV; aspetterò finché non sarà rientrato. Basta scappare. Repliche di "Grey's Anatomy"...mitico!

Vengo svegliata da dei rumori alla porta; diavolo, mi sono addormentata. Riesco a malapena ad aprire gli occhi e vedo Damon che entra in casa; fa un freddo bestiale, e non ho nemmeno una coperta. Sono ghiacciata. Mi tiro su e lui mi vede. Si blocca. Per la prima volta, dopo quel giorno, non solo mi guarda...mi vede.

"Ciao" provo un semplice approccio

Sbatte le palpebre, e cammina verso di me

"Perché sei ancora sveglia? E' tardi.."

Guardo l'ora. Cavolo! Le 3.35.

"Già..tu dove sei stato fino ad ora?"

"In giro"

"Con chi?"

"Affari miei.."

Mi vengono le lacrime gli occhi. Da quando i miei condotti lacrimali hanno ripreso a funzionare, non c'è n'è per nessuno. Sono un fiume.
Se ne accorge, e i suoi tratti facciali si addolciscono un po'

"Perché mi parli così?"

Sbuffa. "Così come, Elena?"

"Come se non fosse niente! Come se io, o noi, non fossimo niente!"

"Non l'ho mai detto"

"Lo stai dimostrando, che è anche peggio. Sono stata tutta la notte qui, su questo divano, a congelarmi, aspettando che tu tornassi. Sono giorni che non mi parli, che mi eviti. Che ti ho fatto? E' per quello che ti ho raccontato?"

Si irrigidisce, ma rimane in silenzio

"Damon? E' perché sto morendo?"

"Non. Dirlo."

Freddo. Duro. Arrabbiato.

"Perché?"

"Non dire così, Elena..ti prego"

"Ma è così, Damon. Non lo capisci? Ci sono già passata, so cosa vuol dire."

Mi alzo e gli prendo la mano. Poggio la mia fronte sulla sua, alzandomi leggermente in punta di piedi.

"Amore mio..non ho paura della morte. Ho solo paura di perdere chi amo. Di perdere te. Non posso. Ho bisogno di te."

"Ci...ci sono delle cure, però..giusto? Non so cosa di preciso.. e poi mi devi spiegare bene, cioè io.."

E' nel panico. Lo capisco.

"Ehi, guardami. Ti spiegherò ogni cosa. Domani pomeriggio ho un appuntamento con un oncologo. Ti va di venire? Di accompagnarmi? Capirò se non vuoi.."

"No, no..ok, verrò"

"Davvero? E' che tu sei l'unico che lo sa e io ho bisogni di un sostegno.."

"Elena, verrò. Promesso"

"Grazie"

Ci dirigiamo al piano di sopra, e Damon mi fa entrare in camera sua. Ci mettiamo sotto le coperte, e lì inizia il mio racconto. Tutto. Quando è successo, come ne sono uscita, quanto ci è voluto, quanto ha fatto male a me e a chi mi era vicino. Non glielo dico, ma la mia più grande paura è proprio questa: farlo soffrire. Far soffrire la sua famiglia, che ha il diritto di sapere. Non voglio stiano male. Ecco perché ho taciuto. Ma non poteva essere per sempre.

"Dopo che mi dissero che ero guarita, tutto è ripreso alla normalità. Andavo a scuola, uscivo, facevo sport..normale. I miei amici non hanno mai fatto più riferimento a quella storia, però Matt vedeva ogni mio affaticamento come un presagio. E io cercavo di tranquillizzarlo."

Damon mi ascolta in silenzio. Non cerca di interrompermi nemmeno una volta, e questo mi da sicurezza. So che è attento.

"In tutti questi anni ho comunque dovuto fare dei controlli periodici, e andava tutto bene..fino.."

"Fino ad ora"

Annuisco.

"Sei deluso?"

"Da cosa?" ha un'aria confusa e sbigottita

"Dalla situazione, da me.."

"Ok, ascoltami. Tu non mi hai deluso, non potresti mai farlo. E credimi, delusione non è quello che sto provando ora"

"E cosa provi?"

"Sono incazzato. Perché vorrei poter fare qualcosa, salvarti..curarti"

"Non puoi.."

"Lo so"

"Stammi vicino, capiscimi, appoggiami. Mi basta questo"

Si avvicina e mi bacia, dolcemente. Ma voglio di più. Lo afferro dietro la nuca e lo spingo maggiormente verso di me. Si stupisce, ma non mi respinge. Inclino la testa di lato per rafforzare il nostro incontro di labbra. E' desiderio puro, è amore. Gli sbottono la camicia lentamente, e lui mi guarda negli occhi.

"Mi sei mancata da morire.."

"Non per colpa mia. Vieni qua e fatti perdonare"

"Ah si?" ride ed anche io.

La sua mano, inizia ad accarezzarmi il collo, poi più giù..fino al seno. Il fianco, la coscia. E dove ho più bisogno di lui, internamente.. gemo.

"Damon.."

"Dimmi, amore.." pronuncia sulle mia labbra

"Fa l'amore con me. Per favore"

Mi toglie i vestiti, e il suo sguardo su di me è devozione, venerazione.
Si poggia nuovamente su di me, tra le mie gambe.

"Ti scongiuro, è passato così tanto tempo.."

"Non dobbiamo farci sentire. Faremo piano.."

E dopo queste parole, si fonde a me. Con lentezza.

"Ti amo.." mi sussurra contemporaneamente in un orecchio

"Ah..Dam.."

"Cosa, piccola?"

"Anche io ti amo, tanto.."

"Sì, Virginia..da impazzire"

Le mie mani risalgono sulla sua schiena, bagnata già da un velo di sudore.
Damon continua la sua danza in me, che diventa anche la mia; porta il viso sul mio collo, ed ad ogni spinta corrisponde un suo bacio sensuale in quella zona così sensibile per me.
Una notte fantastica, vera, piena di amore e passione. Scoperta da tutti i nostri segreti.

 

La mattina successiva mi sveglio in camera mia. Credo che damon mi ci abbia portato, forse per non far destare sospetti agli altri. Ho preso la giornata libera, oggi pomeriggio farò la visita oncologica e vedremo come mi diranno ti affrontare la cosa. Ho paura. Non lo ammetto facilmente, ma sì. Ce l'ho. Ho deciso che il resto della famiglia saprà della mia malattia dopo questa visita, in modo che io possa dare tutti i dettagli su cosa fare.

Siamo nella sala d'attesa dell'ambulatorio del Dottor Cooper. Damon tiene un braccio attorno alle mie spalle, la sua gamba batte insistentemente sul pavimento da almeno mezzo'ora. Mi irrita.

"Damon! Basta!"

"Cosa?"

"La gamba!"

"Oh, scusa. Non me ne ero accorto. Sono agitato"

"Forse era meglio se restavi a casa"

"No, no. Voglio esserci, non voglio tu stia sola"

Perché il suo mi sembra più un dovere nei miei confronti?
Sto per parlare, quando la porta dello studio si apre.

"Elena Gilbert?"

"Eccomi" alzo una mano, come a scuola

"Prego, il dottore l'aspetta"

"Bene. Faccio presto" dico a Damon

"Ehi! Dove pensi di andare, io vengo con te!"

"Damon, non serve..dai.."

"Io entro. Stop. Andiamo." Mi prende per mano.

Ok. Posso farcela.

"Salve!"

"Buongiorno, signorina..Gilbert"

"Elena va benissimo"

Il Dr. Cooper mi sorride. Sembra il nonno di Heidi.

"E lui chi è? Il tuo fidanzato?"

"Ehm.."

"Sì, tanto piacere. Damon."

"Piacere mio. Dunque..vediamo un po'. Ho qui i risultati della TAC che ha fatto tre giorni fa, Elena..e le devo dire che le prospettive sono peggiori di ciò che credevo."

Damon sbianca. Io annuisco e basta.

"In che modo?"

"Beh, i farmaci hanno tamponato per tutti questi anni, ma non hanno impedito la ricrescita in forma eccessiva di globuli bianchi, oscurando così i rossi. Come ben sa, in questi casi si interviene con cicli di chemio o radioterapia, che possono portare alla totale distruzione del cellule tumorali. Ma non in questo caso.."

"Che vuol dire?? Che non si può fare niente??" alza la voce Damon

"Ehi, calmati..." gli stringo una mano

"Il modo essenziale per curare una leucemia è un trapianto di midollo osseo, Damon. Ed Elena lo sa bene. Viene però presa quasi sempre come ultima spiaggia, in quanto la compatibilità tra i midolli umani è difficile da trovare, ma non impossibile. Mi sento però, Elena, di dirle questo: non è più una bambina, posso parlarle apertamente e con sincerità?"

"Deve, dottore"

Mi sorride, e io ricambio.

"Negli anni passati il tumore si è riformato piano, lento, da non fartene accorgere. Neanche i controlli lo hanno rilevato. Ecco cosa faremo: cicli di chemio e radio, alternati. Le daranno tempo, non so dirle quanto..ma glielo daranno. Si cercherà un donatore nel frattempo, e lei starà bene"

"Una corsa contro il tempo, contro il destino...la morte"

"E' la sua ancora di salvezza"

"E quanto mi costerà quest'ancora?"

"Beh.."

"Glielo dico io: molto. Tutti i miei risparmi, e non sono neanche certa che bastino. Quindi mi dica lei il finale di questa storia"

Resta in silenzio. Sto impazzendo. Stavolta è davvero finita.

"Senta, io la ringrazio. Mi farò sentire..e..beh, nulla. Arrivederci"

Scappo fuori. Arrivo alla macchina e cerco di aprire la portiera ma ricordo che le chiavi le ha Damon. Arriva. Apre la macchina ed entriamo dentro.
Non parte però.

"Che aspetti?"

"Non devi preoccuparti dei soldi"

"Damon, ma che dici? Certo che devo. Peggiorerò, ok? Fisicamente. Non riuscirò a lavorare. Come mi pagherò le cure?"

"Ci sono io. Ci siamo noi"

Cosa?

"Che vuoi dire?"

"Che adesso andiamo a casa, tu dici tutto ai miei, e dei soldi ci occupiamo noi"

"Non esiste. No. Non è un problema vostro!"

"Sì che lo è. Lo è da quando fai parte della famiglia. E non voglio nemmeno iniziare questo discorso"

"Damon, io non voglio i tuoi soldi. Non sto con te per quelli, e non ti amo perché sei ricco"

"Lo so. E visto che ti ho già capita, sappi che la mia non è pietà, ok? Voglio salvare te, perché te lo meriti. Perché salvare te significa salvare noi due, una vita insieme, e io voglio la nostra vita! Perché ti amo, e se vuoi lo urlo.."

Esce dalla macchina

"Damon, che diavolo.."

"Ascoltate tutti, e voglio che sia chiaro. IO AMO QUESTA RAGAZZA! CON TUTTO ME STESSO! LA AMO ALLA FOLLIA! LA SALVERO', E POI LA SPOSERO', E.."

"Damon!" gli tappo la bocca ma sorrido

"Cosa?"

"Basta, ti prego"

"Ancora non mi credi? Posso urlarlo più forte"

"No dai!" rido.

Anche lui.

"Ti credo!"

"Come? Non ho sentito?" si porta una mano all'orecchio

"Io ti credo!"

"Potresti parlare più forte?!"

"Dio...IO TI CREDOOOO!"

Scoppia in una risata di pancia, e mi avvicino.

"Ora basta urlare" lo bacio

"Meno male, mi stavo vergognando troppo. Davvero mi credi?"

Annuisco.

"Lascia che ti aiuti, ti prego"

Sbuffo. "Ok"

"Quando diremo alla mia famiglia tutto quanto, ti prometto che faremo tutti la donazione per il midollo. Magari qualcuno di noi è compatibile."

Lo guardo con sguardo perso ed innamorato

"Non morirai. Io non lo permetterò. Te lo giuro"

"Ti credo"

"Io ti amo"

"Io di più"

"Naaaah, difficile...." ridiamo.

Mi abbraccia per lungo tempo, mi accarezza i capelli, mi stringe, mi bacia....mi salva, come solo un uomo innamorato della sua donna può fare.
Però mi chiedo....voglio essere salvata?
.....................

 

Damon's POV

Ti salverò, amore mio. Fosse l'ultima cosa che faccio.



Ciao! Mi scuso per il ritardo, ma avevo dei problemi con il computer. Dunque questo capitolo non mi piace molto, ma è più di passaggio. Scopriamo di più sulla malattia di Elena, e la cura. Ringrazio le recensioni e chi legge in silenzio! Leggere le vostre parole fa molto piacere, veramente. Grazie a tutti! A presto :*

  
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