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Autore: Weleo    14/01/2015    0 recensioni
Ellie Jackson si trasferisce al 221b si Backer Street, ma la sua precedente vita e i segreti da mantenere la metteranno in conflitto con Sherlock, ma essi dovranno collaborare per poter incastrare un nemico comune
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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------Piccola nota dell'autrice.

Grazie Haruki Nekoko per la nuova copertina ❤️ e un grazie speciale anche a _candor  ❤️.
Eccoci qui al finale, sinceramente non ci posso credere che sia finita davvero, ma comunque sto già facendo progetti per prossime storie: 1(forse 2) storie originali, poi un cross-over dove voglio inserire di nuovo Sherlock e Ellie e forse un'altra fan-fiction.

Comunque fatemi sapere se il finale della fan-fiction vi è piaciuto in un commento che mi fa piacere leggerli e rispondervi.

P.S. alla fine del capitolo viene nominata una canzone che sarebbe la versione al piano di Lullaby dei Nickelback( https://www.youtube.com/watch?v=1Yq_fHkAF3g ).

------Buona lettura

Una parola conteneva tutto ciò che lo agitava interiormente,e chiariva la ragione per cui in seguito sarebbe tornato con insistenza su quel momento. Libertà. Nella vita e nel corpo.

-Ian McEwan, Espiazione.

Mi svegliai nel mio letto dopo un incubo, era sempre lo stesso, il sogno misto al ricordo di una bambina spaventata. L'orologio segnava le 7,30, di sicuro non sarei più riuscita a dormire, quindi mi alzai e mi vestii. Mi avevano dimesso dall'ospedale da una settimana ormai, ovviamente mi dovevo comunque imbottire di farmaci e antidolorifici,che oltre a darmi una sonnolenza perenne, mi stordivano.
E a come rimedio a esso i dottori mi dicevano di pensare e fare collegamenti ad alta voce.
Inoltre con i farmaci mi stancavo molto in fretta e anche soltanto a fare le scale o a camminare velocemente mi veniva il fiatone. Finito di cambiarmi rimasi qualche secondo a guardare quelle rose che avevo appoggiato sulla scrivania. Il blu intenso era come una calamita, come se non si potesse fare a meno di guardarli.
"Sai cosa farci."
-Tranquillo Mycroft, non me ne dimentico.- dissi uscendo. Ma erano ormai giorni che quelle parole mi rimbalzavano in testa. Si sapevo cosa farci, sapevo il motivo per cui erano blu o perchè erano quel tipo di fiori. E forse Mycroft sapeva meglio di me che avevo bisogno di un incoraggiamento a farlo, così mi fermai sull'uscio della porta, la mano ferma sulla maniglia. Odiavo gli Holmes alcune volte, specialmente quando hanno ragione . Prima di scendere presi il vaso con me e lo portai in cucina. Lo appoggiai con fatica e notai allora che Sherlock era seduto a fare colazione. Mi lasciai cadere sulla sedia senza fiato.
-Ti ho fatto il the, ho sentito che fa bene per gli incubi.- mi disse.
-Come facevi a sapere che ero sveglia? O che ho avuto gli incubi?-
-Semplicemente la tua camera è esattamente qui sopra, quindi ho sentito i tuoi passi. Per gli incubi solo semplici deduzioni, è molto presto per i tuoi standard sebbene tu abbia le occhiaie e evidentemente sonno quindi non vuoi o non riesci a dormire, gli antidolorifici ti dovrebbero indurre il sonno, perciò hai appena vissuto un'esperienza traumatica come un incubo.- disse semplicemente.
-Non ho le occhiaie e non ho una faccia assonnata sono gli antidolorifici a farmi sembrare così.- dissi accentando la tazza che mi stava offrendo.
-È evidente che non ti sei ancora vista allo specchio, comunque cosa hai sognato di così terrificante? E soprattutto cosa ci fanno questi dannati fiori sul tavolo?-
Sherlock odiava quei fiori, anche se cercava di non darlo a vedere o non lo aveva mai detto esplicitamente, ogni volta che li guardava sembrava che li volesse strappare.
-Cosa ti hanno fatto di male i fiori?-
-Niente è solo la stupida tradizione di regalarli ai malati. Se stai morendo i fiori non ti fanno sentire meglio, non ti guariscono miracolosamente quindi non ne vedo il punto. Allora il sogno?-chiese di nuovo.
-Tranquillo per i fiori li sto portando via.-dissi cercando di cambiare argomento.
-Dove?-
-Dove dovrebbero essere.-
Sbuffò:- Per una volta puoi parlare chiaramente?!-
-I fiori non sono per me, cioè si sono per me ma non dovrebbero essere qui.-
-Allora ti accompagno, così mi racconterai anche di questo sogno di cui non vuoi parlare.-
-Te lo racconterei comunque. Ti dirò tutto, te lo prometto, ma c'è un modo per non farti venire?-
-No.- disse vestendosi e prendendo i fiori per andare giù dalle scale.
-Almeno aspettami!- gli gridai dietro.
-Chiamo un taxi. Dove andiamo?-
-Charing Cross.-

Ero seduta sul sedile del treno ormai da alcuni minuti cercando di riprendere fiato:-Non c'era bisogno di correre, potevamo prendere quello dopo.- dissi a Sherlock, che aveva insistito a prendere questo treno sebbene fossimo riusciti a prenderlo al pelo.
Se ne uscì con una semplice alzata di spalle per poi dire:-Allora cosa facciamo prima? Fiori o chiavi?-
-Quali chiavi?-dissi corrugando la fronte in un'espressione confusa
Tiro fuori dalla tasca un mazzo di chiavi con un portachiavi a forma di stella.
-Dove le hai prese?- gli chiesi perchè riconoscevo quelle chiavi.
-Erano dentro il vaso il giorno che sono venuto a trovarti e che sono comparsi i fiori. Mi sono preso la libertà di prenderle e provare ad aprire alcune serrature, ma siccome non apre nessuna di queste mi sono fatto una teoria. La vuoi sentire?-
-Hai preso le chiavi e non mi hai detto niente?! È certo che prima o poi ti ucciderò.-
-La vuoi sentire questa teoria o no?-
-Si si,vai avanti.- gli dissi con poca convinzione,sapendo che tanto me la avrebbe detta lo stesso.-
-Sei diventata orfana di entrambi i genitori quando avevi più o meno 10 anni, solitamente i genitori con figli piccoli hanno una casa stabile, non in affitto. Sei originaria di Southsea che è esattamente dove stiamo andando.Mi hai detto di essere figlia unica quindi a meno che i tuoi genitori cambiato qualcosa, sei l'ereditiera di tutto, perciò credo che queste siano le chiavi di casa tua.-
-Eccellente deduzione Mr.Holmes.-
-Quindi prima le chiavi o i fiori?-
-Fiori.-

Ci eravamo seduti su una panchina in mezzo al parco.
-Non possiamo semplicemente andare?- mi chiese Sherlock.
-Mi hai fatto correre tutto il tempo, ora sono io che comando e ci fermiamo un attimo… venivo sempre qui da piccola.-
L’erba era ormai secca e in alcuni punti c’era la neve, alcuni bambini giocavano nel tiepido sole della mattinata e poco lontano si scorgeva la strada che portava alla scogliera e poi alla spiaggia.
Mi alzai quasi di scatto e imboccai la strada cercando di percorrerla il più velocemente possibile mentre Sherlock mi seguiva silenziosamente.
Arrivati in cima alla scogliera dissi:-Ho sempre voluto rivedere il mare.-
-Non so se ti ricordi,ma ci hai fatto un salto qualche settimana fa, ci hai fatto letteralmente un salto dentro.- disse mentre lo guardavo con aria torva.
-Si,sai mi ricordo. Ma quello che volevo dire è che volevo rivedere il mio mare.-
-Tecnicamente...-
-Ohhh sta zitto e non rovinarmi tutto, Holmes.-
Rimanemmo qualche minuti fermi a sentire le onde infrangersi sotto di noi.
-Sul biglietto dei fiori c'è scritto 77/12, cosa significa?- mi chiese.
-Hai sempre una teoria per tutto,no? Beh tientela per te perchè tra poco ti spiegherò tutto.-
Detto questo lo condussi in uno dei pochi posti in cui non ero mai stata in quella cittadina.

Appoggiai i fiori sul marmo della tomba e mi rizzai di nuovo in piedi. La foto raffigurava una famiglia felice intorno a un vaso di rose blu, sembravano felici, la bambina sorrideva largamente con gli occhi blu intenso messi in risalto dai capelli neri. La data di morte era il 23 dicembre, esattamente 9 anni fa.
-Eccoci quindi, la tomba degli Elienton.-
-La vedi quella bambina? Sono io, questa è anche la mia tomba.-
-Lo sospettavo.-mi disse poi aspettò in silenzio in attesa che continuassi.
-Io sono la figlia di Ben Elienton e di Eleanor Elienton,loro mi chiamarono Robin Elienton. I primi 10 anni furono perfetti, assolutamente bellissimi, poi il 21 dicembre di 9 anni fa partimmo per Londra, dovevamo stare lì solo qualche giorno. Una sera mentre eravamo fuori, un furgone nero si fermò vicino a noi e li presero. Loro erano armati, e non c’era niente che io potessi veramente fare, ma ancora adesso ho gli incubi e risento le urla quando sogno.è questo il sogno che ho fatto stanotte- Mi fermo un attimo e mi copro la faccia con le mani perchè se non mi prendo un attimo di pausa potrei crollare. Sento che Sherlock mi mette un braccio intorno alle spalle e mi viene quasi da ridere perchè sebbene stia provando a darmi conforto, non essendo abituato a farlo il movimento risulta macchinoso e impacciato. Feci semplicemente un respiro profondo, mi passai le mani tra i capelli e continuai: -Mi lasciarono li da sola seduta sul marciapiede a piangere. Mi ritrovò la signora Hudson, e mi portò a casa sua cercando di capire chi fossi o come trovare i miei, ma ero troppo spaventata per dire anche solo una parola. La mattina dopo arrivarono dei tipi del governo che mi dissero di scegliere un nuovo nome, che lo dovevo cambiare per sicurezza e che sarei stata portata in una casa famiglia. Così presi il nome di mia madre e diventai Eleanor Webb. All’inizio ero troppo spaventata e facevo ogni cosa che mi veniva detta, ma dopo che mi dissero che i miei genitori erano morti divenni intrattabile, non facevo altro che arrabbiarmi con tutti, ma mi ci vedi in una casa famiglia? Quando ebbi compiuto 16 anni mi diplomai in anticipo perchè avevo deciso che avrei trovato il bastardo che aveva ucciso i miei genitori, così andai in giro cercando notizie e tuo fratello mi trovò,cercò di farmi ragionare, ma non ci riuscì. Dopo qualche settimana che stavo da lui mi mandò ad addestrarmi a Leadworth, rimasi lì un anno, di certo non mi diedero la licenza di uccidere, ma almeno potevo cavarmela da sola. Riuscii a prendere Tenross nella primavera dei miei 18 anni e decisi che avevo chiuso non volevo il tipo di vita qual tipo di vita, ma semplicemente una vita normale.Scelsi di nuovo uno nuovo nome: Ellie Jackson, Ellie è sia l’abbreviazione di Eleanor che di Elienton.- Volsi un ultimo sguardo alla tomba e poi mi voltai per andare.
-Cosa successe poi?- mi chiese Sherlock.
Mi sfuggì una risatina:- Mi sono iscritta all’università e mi sono trasferita al 221b di Backer street.-


Sono trascorse alcune ore da quando abbiamo lasciato il cimitero e ora mi ritrovo davanti a casa mia con un grande nodo alla gola. è stato impossibile non ripensare agli ultimi mesi mentre ero qui davanti con Sherlock. Alzo lo sguardo da terra e guardo la casa, che ha visibilmente un aspetto abbandonato.
-Da quant’è che nessuno viene?- mi chiede Sherlock.
-Da 9 anni e due giorni. Non sono più tornata da quando sono partita con i miei.-
-Non dobbiamo entrare per forza.-
-No, voglio farlo. Puoi aspettare però 10 minuti a entrare?-
-Certo.-
Mi faccio avanti attraverso il vialetto e apro la porta ormai arrugginita. Nella casa c’è un forte odore di polvere che mi fa tossire un po’, ma è tutto esattamente come lo ricordavo. Dall’ingresso si può andare in salotto,in sala da pranzo o su per le scale. Mi metto a fare le scale e quando arrivo in cima entro nella camera dei miei genitori. Sul letto c’è una pila di vestiti e sul comò una fila di foto. Prendo un po’ di entrambi ripromettendomi di tornare a prendere altra roba. Passando per il corridoio vedo che sul davanzale della finestra di quella che era camera mia c'è ancora un vaso con dentro i resti di quello che una volta era un mazzo di rose blu, me le aveva regalate mia madre dicendo che avevano lo stesso colore dei miei occhi. Arrivo in salotto dove vicino a un pianoforte c’è ancora addobbato un albero di natale con sotto i regali. Ad un tratto mi inizia a girare la testa, il che mi costringe ad appoggiarmi allo stipite della porta.
-Tornerai a vivere qui?-mi chiede Sherlock, non mi ero neanche accorta che fosse entrato.
-Forse tra qualche anno.-dico mentre mi avvicino all’albero e infilo i regali in borsa.
-Hai mai raccontato a qualcuno tutta la storia?-
-No, ho avuto alcuni amici mentre giravo, ma tu sei il primo a cui racconto tutto. Avevo degli amici, ma sono tutti scomparsi.Poi c'è Mycroft che sa tutto per forza.-
-Cosa intendi per tutti scomparsi?-
-Non ho avuto più loro notizie, nè da Rose o da Amy o Melody… Sono tutti scomparsi.-
-Come ti devo chiamare quindi ora?-disse cambiando argomento.
-Chiamami Ellie.-
-Suoni per me, Ellie?- mi chiede, non so perchè lo faccia, forse perchè lui capisce che ho bisogno di calmarmi. Mi siedo al piano e mi metto a suonare la prima canzone che mi viene in mente: lenta, veloce e poi di nuovo lenta, ma sempre coinvolgente. E mentre suono mi calmo e la mia mente inizia a vagare.
Si, sono stata molte persone, ma tutte mi hanno portata a essere quella che sono adesso.
Mi chiamo Ellie Jackson e questa è la mia storia. Ma adesso è ora di voltare pagina e ricominciare da capo. Mi lascio tutto il dolore e il tormento alle spalle, perchè per me ora ha inizio un altro capitolo.

   
 
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