Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: AlessiaDettaAlex    14/01/2015    5 recensioni
Che i trentaquattresimi Hunger Games abbiano inizio!
Alyss Knight si è offerta volontaria alla mietitura per proteggere Laree Amberdeen, la ragazza che ama. Ma, oltre a sopravvivere all'arena, ha un altro obiettivo importante da adempiere: nascondere alle telecamere di Capitol City la sua relazione omosessuale con la giovane Laree, che potrebbe costare loro la vita a causa delle ferree leggi di Panem a riguardo.
[Capitolo 1]
«No!» grido con rabbia, «non lei!» tremo di terrore e di fatica, quando la raggiungo davanti al palco. «Mi offro volontaria come tributo al suo posto!». Non posso credere di averlo fatto sul serio. Un brivido mi corre lungo la schiena, di paura ed eccitazione insieme, nella consapevolezza che sto per morire. Sto per morire per lei.
---
[Capitolo 4]
"Noi tributi siamo solo questo: gli agnelli più belli, giovani e forti del gregge, strappati dai propri compagni per attendere al sacrificio da tributare a dèi oscuri. E il nostro sangue bagnerà l’altare dei potenti, tra grida di giubilo e l’eco lontana del lamento degli ultimi, che piangeranno per lunghi secoli i loro figli."
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 5

Sgattaiolo fuori dal mio cubicolo di rottami e cammino a passo svelto e a testa bassa – per non farmi notare dai Pacificatori – verso casa di Laree. Tengo stretto tra le mani il dono che stamattina il vecchio Sirius mi ha fatto: un panino col formaggio che ieri sera ha avanzato apposta per me. Me l’ha regalato perché sa che oggi è una giornata importante: Laree mi porterà a fare un’escursione in un posto bellissimo, in onore del primo anniversario del nostro incontro. Quando arrivo mi tiro su il cappuccio della felpa e mi guardo bene intorno per assicurarmi di non dare nell’occhio. Solo quando sono sicura al cento per cento che non ci siano Pacificatori o il comandante Basil stesso in giro, busso. Ovviamente anche il tocco che uso è speciale: così tutti in casa sanno che sono io e che cerco Laree.
«Ehi!» mi saluta lei, aprendomi.
«Sono pronta!» esclamo io non riuscendo a contenere l’emozione. È la prima volta che faccio una gita in un posto nuovo del distretto. Lei mi sorride e saluta con un urlo i suoi genitori e suo fratello maggiore.
Dopo mezzora di cammino raggiungiamo la cresta di una collina che sovrasta il villaggio. È cosparsa di botole metalliche che conducono alle fabbriche sotterranee dove costruiscono gli hovercraft, mi spiega lei.
«E’ bellissimo quassù!» non posso fare a meno di esclamare.
Lei ride e poi mi picchietta sulla spalla per attirare la mia attenzione.
«Guarda qui, Alyss!» raggiunge con una corsa il punto più alto della collina e, rivolgendosi verso il villaggio sotto di sé, spalanca le braccia e prende più fiato che può:
«SONO LA REGINA DI PANEM!!» e le sue parole rimangono sospese nell’aria. Per un attimo sembra che tutti i distretti si siano fermati ad ascoltarla, come se lei ne fosse davvero la regina.
«Sei sempre la solita chiassosa, Laree!» una voce sconosciuta arriva alle nostre spalle.
Lei si gira immediatamente e il suo volto si allarga in un sorriso enorme.
«Dinah! Rik!» esclama per poi gettarsi addosso ai due ragazzini appena arrivati. «Alyss, questi sono due miei compagni di classe! E sono noiosi, al contrario di me»
«Sentila, come si vanta!» dice il ragazzo, Rik, e si prende un pugno amichevole sul petto da parte di Laree. Io sfoggio il mio miglior sorriso e colgo l’occasione per presentarmi:
«Io sono Alyss!»
«Tanto piacere Alyss!» interviene subito Dinah.
«Quanti anni hai?» aggiunge Rik.
«Dodici»
Si levano grida di stupore.
«Eh? Ma allora sei nostra coetanea! Perché non ti abbiamo mai visto a scuola?»
«No, sei troppo alta per avere solo dodici anni… dicci la verità!»
«Se una di quelle persone che saltano la scuola di proposito?! Perché sai, mia mamma dice che…»
«Basta!» irrompe Laree, accorgendosi appena in tempo che tutte queste attenzioni mi stanno mettendo a disagio.
«Sì, ha dodici anni, e non l’avete mai vista a scuola perché lei in realtà è la bambina fantasma! Ed è anche la mia migliore amica» sottolinea quest’ultimo pezzo con fierezza. Le sorrido per ringraziarla di avermi risparmiato tutta la spiegazione.
Ma i due ragazzi di fronte a me sembrano più eccitati di prima.
«Davvero?! Tu sei proprio quella bambina?»
«Wow forte! Ma è vero che vivi in un treno?»
«Rik, Dinah! Venite immediatamente qui!» è una donna adulta, dai capelli lunghi e neri, che parla. Sarà la madre di uno dei due. Loro si voltano allarmati:
«Mamma, lei è…» inizia Dinah.
«Lo so chi è» e mi lancia un’occhiataccia, «e voi non ci dovete avere niente a che fare!»
«Come scusi?» chiede Laree alzando un sopracciglio.
«Quella ragazzina porta solo guai!» quelle parole mi si conficcano nell’anima come mille chiodi. Perdo definitivamente l’uso della parola. «Non dovete più starci insieme. Ci farà ammazzare tutti se la scoprono viva!»
«Ma signora…» prova a replicare Rik.
«Niente ma! A meno che non vuoi che io chiami tua madre…» e il ragazzino si zittisce subito.
La donna li porta via per mano, assicurandosi prima di aver guardato con astio me e Laree. Ma le sue parole continuano a rimbombarmi nella testa.
Quella ragazzina porta solo guai!
Ci farà ammazzare tutti!
Non ci dovete avere niente a che fare!
 
***
Esco dalla doccia.
Sopra il letto c’è già preparato un completo di tuta blu scura, con delle strisce rosse sulle spalle e il numero del mio distretto stampato sul davanti e sul retro.
Oggi è il primo dei tre giorni che ci concedono per l’addestramento in preparazione degli Hunger Games. Mi ripeto mentalmente gli ordini che Layla ci ha rivolto a colazione:
Usate il primo giorno per le tecniche di sopravvivenza.
Guardatevi intorno e cercate di conoscere gli altri tributi.
Siate socievoli e disponibili, ne va della vostra sopravvivenza.
Mi passo una mano tra i capelli umidi. Questa sarà una lunga giornata.
Quando io, Layla e Roy usciamo dall’ascensore, lei mette una mano sulla spalla ad entrambi:
«Mi raccomando. Prima la sopravvivenza. Altrimenti morirete prima di aver avuto la possibilità di combattere» ci dà una pacca sulla schiena e ci spinge nella palestra.
Appena arriviamo tutti e ventiquattro ci fanno sedere a terra intorno a un istruttore: lui ci spiega passo dopo passo tutte le postazioni presenti in palestra, la loro utilità e la necessità di seguire più corsi possibili nei prossimi tre giorni. Io registro subito qualche corso interessante: quello di caccia e delle piante commestibili. Non mi sono mai procacciata del cibo da sola in vita mia, e credo che quella sia la prima cosa che devo imparare.
«Posso stare con te?» mi sussurra Roy. Esito.
«…va bene»
Ci troviamo insieme di fronte all’istruttore addetto alla caccia. Siamo io, Roy e i due ragazzi del 3. Lui passa subito a spiegarci come creare delle perfette trappole in grado di catturare piccoli animali. Poi dilunga nelle singole tecniche da usare per ogni tipo di ambiente naturale e, all’interno di questo, per ogni specie di preda commestibile. La ragazza del 3 lo interrompe regolarmente per fare osservazioni che non capisco fino in fondo: ha tutta l’aria di una che cerca soltanto di mettersi in mostra per sentirsi dire che è brava.
«Complimenti! Sei molto brava… com’è che ti chiami?» e infatti.
«Coreen!» pigola lei.
«Bene, Coreen. Tu puoi passare direttamente alla parte pratica: dietro di me ci sono delle serre contenenti vari tipi di biomi. Esercitati con la costruzione di trappole!»
Coreen si scosta con una mano i riccioli castani dal volto, si sistema gli occhiali da vista e finalmente se ne va, lasciandoci seguire in pace il resto del corso teorico. Era ora. Lei è esclusa a priori da una mia ipotetica rosa delle alleanze: è furba, intelligente e decisamente antipatica. Il mix perfetto per trovarsi con la gola tagliata nel sonno. Il suo compagno di distretto ha uno sguardo acuto, ma sembra riflettere più sulla sua imminente morte che sul modo di creare una trappola perfetta. Neanche lui mi sembra un possibile alleato.
Alla fine la mattinata scivola via tutta col corso di caccia, anche se avrei voluto fare di più. Affianco a me, nella serra che contiene il bioma di una giungla, Roy si è attorcigliato da solo con la corda che doveva servirgli per preparare una rete per uccelli, e sta lottando nel fango per liberarsi: è una scena buffissima e non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
«Vuoi una mano, piccoletto?» lui, per tutta risposta, starnutisce.
«Credo di essere allergico a questa pianta qui» mi informa indicando le foglie di un arbusto vicino al suo naso.
«Speriamo allora che l’arena non sia una giungla!» sorrido io, aiutandolo a districarsi. In quel momento gli strateghi, dall’alto della loro postazione, annunciano la pausa pranzo.
«Va’ in bagno a sciacquarti e vieni a mangiare» gli dico dolcemente. Dio, sembro sua madre!
A un lato della palestra, proprio sotto il palco degli strateghi, è allestito un banchetto self-service. Ottimo, avevo una discreta fame. Mi riempio un piatto con tartine di funghi e salsa rosa – così recita il cartellino sotto il vassoio – e mi siedo lungo la tavolata, affianco al ragazzo del 12. Dopo qualche secondo arriva anche Roy, che si posiziona alla mia sinistra. Davanti a noi ci sono il tributo del 7, quello dagli occhi dorati e l’aria spavalda, Coreen e la ragazza del 10. Mangiamo in silenzio.
Dalla parte opposta della tavolata si sente la confusione del gruppo dei favoriti che pranzano insieme. Getto un’occhiata nella loro direzione: tutti, tranne il biondo del 4, partecipano alla conversazione. Lui semplicemente li osserva, con un sorrisetto sghembo stampato in volto. L’ultimo dei favoriti a rimanere in piedi nell’arena sarà lui, ci scommetto.
«Spettacolo raccapricciante, vero?» è il tributo del 7 che mi sta parlando.
«Diciamo che non sono molto socievoli con chi non è dei primi distretti» mi limito a replicare io, mettendo in bocca una tartina. Lui scambia un’occhiata d’intesa con Coreen, poi mi tende la mano.
«Io sono Gilbert, Distretto 7» io lo osservo con un sopracciglio alzato, per capire se sta facendo sul serio. Richiamo alla mente le immagini di lui che ho registrato dalla replica della sua mietitura: sogghignava, mentre saliva sul palco, accanto all’accompagnatrice.
«Sono Alyss, del 6» dico, ma non rispondo alla sua stretta.
«Siamo un po’ scontrosi, eh?» ridacchia Coreen. Prima che possa risponderle male Roy si mette in mezzo.
«Io sono Roy, invece! Molto piacere!» gli sguardi di tutti, compresi quelli timidi del tipo del 12 e del tributo femmina del 10, si puntano su di lui.
«Il tuo compagno di distretto mi è molto più simpatico» sorride Gilbert. Posa gli occhi su di lui e poi torna da me. «Voglio fare una grande alleanza contro i tributi favoriti, e volevo chiedervi se vi va di unirvi a noi».
«Voi due, noi e chi altri?» chiedo.
«Ho intenzione di chiedere ai due del 5 e alla ragazza del 9, quella dagli occhi azzurri, perché ha la faccia di una che non si fa scrupoli ad uccidere»
Involontariamente mi volto verso il tributo al mio fianco, che non è stato nominato. I suoi occhi grigi sono puntati sul piatto e un lieve sospiro esce dalle sue labbra. Lui e la ragazza del 10 hanno appena ricevuto un rifiuto pubblico e non certo velato da questo pallone gonfiato.
«Quindi? Pensi di unirti alla Gilda?» ah, beh, ha addirittura battezzato la sua alleanza. E magari aveva anche data per scontata la mia partecipazione. Ne faccio una questione di orgoglio rifiutare.
«No» e torno a concentrarmi sul pranzo.
Forse avrei dovuto accettare. Questo pensiero mi coglie all’improvviso, senza chiedermi il permesso, mentre io e Roy stiamo seguendo il corso di piante commestibili. Il pensiero continua a tormentarmi per tutto il pomeriggio, finché la sera, a cena, Layla spezza il silenzio creatosi.
«Ti vedo silenziosa, Knight. Qualcosa non va?» non c’è preoccupazione nella sua voce. Solo rimprovero. Sa già che cosa ho fatto.
«E’ stata una giornata stancante» taglio corto.
«Dai, raccontateci qualcosa!» sorride Julius, avuto l’appoggio anche del gemelli Rikter. È Roy a cominciare, e poco dopo è già lì che tenta di spiegare a Sesimòs come costruire un trappola per scoiattoli. Sembra davvero entusiasta di quello che ha imparato, almeno lui.
Dopo la cena Layla mi prende per un braccio e mi trascina in camera mia. Mi inchioda al muro con aggressività e ringhia:
«Come ti è venuto in mente di rifiutare un’offerta d’alleanza così propizia?»
«Non mi fido di Gilbert… e nemmeno di Coreen» mormoro con lo sguardo basso.
«I loro mentori sono venuti nel pomeriggio a pregarmi di farti accettare l’alleanza. Sanno che hai delle possibilità e che sei un miniera di sponsor per via del tuo passato. Dovrei forse dir loro che sei decisa a rifiutare perché hai voglia di suicidarti?»
A dirla tutta non vorrei proprio avere nessun tipo di alleati. Non c’entra niente la fiducia: voglio solo stare da sola.
«Non voglio allearmi con loro!» sibilo, alzando finalmente gli occhi su di lei.
«Ah sì? E dimmi, con chi ti vorresti alleare? Magari quei poveracci del 12? Dell’11?» mi schernisce lei.
«Non voglio nessuno. Voglio che mi vedano tutti da subito come una nemica! Non voglio dover colpire alle spalle dei compagni!»
Layla mi stringe le spalle e mi sbatte di nuovo contro il muro, più adirata che mai. Un gemito di dolore mi esce dalla gola.
«Non devi diventarci amica, devi usarli
«Io non voglio usare nessuno!» sbotto, «preferisco che mi odino tutti piuttosto che tradire qualcuno!». Le alleanze non sono altro che l’ennesimo strumento di tortura psicologica dei Giochi. Che senso ha condividere la sopravvivenza con qualcuno che poi dovrai uccidere? Magari le possibilità di arrivare alla fine aumentano, ma a che prezzo? Pugnalare alle spalle qualcuno che te le ha coperte fino al giorno prima, le spalle.
«Sveglia! Sono gli Hunger Games, non un pic-nic in campagna! Non c’entra niente la lealtà! Niente! Come pensi che abbia vinto, io? Quante persone pensi che abbia dovuto usare per sopravvivere? Eh? Spara un numero, e saranno comunque troppo poche!» la guardo sconvolta: ha gli occhi lucidi.
«Credi che sia semplice vincere gli Hunger Games? Credi che basti sfondare la testa a chi ti odia? No: devi sfondarla anche chi si affeziona a te, se ci tieni a portare a casa la pelle!» sta urlando, adesso. Nel suo sguardo leggo tutto l’orrore che prova nel ricordare i suoi Giochi. Chiudo gli occhi e mi sforzo di ricordare la sua edizione: i ventinovesimi Hunger Games. Ma le immagini non riescono a focalizzarsi. Non li ricordo, e forse è perché non li avrò nemmeno seguiti bene. Layla intanto fa un profondo respiro e si calma. Sento che allenta la presa intorno alle mie braccia.
«Posso provare a riportare indietro da quell’arena solo te. E sto già facendo un torto alla memoria di mia cugina non scegliendo il ragazzino. Quindi, per favore, vedi di uscirne viva»
Mi lascia definitivamente ed esce a passi lenti dalla stanza.
Io rimango immobile con le spalle al muro e lo sguardo puntato sul nulla. Ripercorro più volte tutta la conversazione, in una spirale di pazzia che non mi lascia tranquilla un attimo. Usare gli altri tributi. Uccidere indifferentemente amici e nemici. Uscire viva dall’arena. No, mi rifiuto. Devo vincere solo con le mie forze, non importa cosa dice Layla. Anche se è la mia mentore… questo non posso farlo. Non posso proprio farlo.
Mi accascio a terra con le ginocchia strette al petto, finché la stanchezza non prende il soppravvento.
 
***
Laree mi guarda scocciata.
«Non darle retta, quella brutta strega dà solo aria alla bocca»
Io la guardo sorpresa.
«Però è vero. Se mi scoprissero tutti quelli che hanno dato segno di conoscermi sarebbero nei guai. Tu per prima» osservo io. Lei fa un’alzata di spalle e si stende sul prato, invitandomi a fare lo stesso.
«Mio fratello mi dice sempre che nessuno merita di stare da solo. Neanche il più pericoloso degli assassini. E comunque tu non mi sembri proprio un’assassina, no?» ride.
«Io ti provocherò solo una sfilza di problemi. Come fai a non avere paura di me?» insisto io. Ma lei mi sorride.
«Sei la mia migliore amica! Ogni problema sarà solo un’avventura, insieme te!».
 
Note di me
Un dubbio atroce di assale: è se... questo capitolo è troppo sentimentaloide? D: Intendo, la parte dei ricordi con con Laree.... ma... ma... *muore* *risorge* basta, meglio non farsi troppi problemi.
Comunque. Primo giorno di allenamento! Sono contenta di aver finalmente presentato alcuni dei personaggi che saranno fondamentali nell'arena. E nel prossimo capitolo (dedicato agli ultimi due giorni di allenamento con tanto di sessione privata), conosceremo tutti gli altri.
D'ora in poi, nei capitoli, ci sarà uno spazio dedicato a dei ricordi significativi di vita vissuta con Laree, in modo da farla conoscere meglio.
Passo la parola a voi!
P.s. prossimo aggiornamento 19/20 gennaio.
Alex
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: AlessiaDettaAlex