Ecco
a voi una storiellina senza pretese scritta in
un momento di follia… forse non diventerò mai una
grande scrittrice, ma spero
di riuscire a strapparvi un sorriso.
Zephan
questa è dedicata a te, mia fantastica Beta
e insostituibile supporto (senza di te non saprei cosa
fare)… in fondo se hai
gli incubi pieni di mostri con migliaia di zampette è colpa
mia ^____^ ok, lo
so, mi dispiace.
(Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini-Zabini)
Vistoooo sono diventata brava… niente zampette ^____^
Buona
lettura
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Lo
sapevo che 'sta mattina non
dovevo alzarmi!
Lucius
Malfoy si era svegliato di cattivo umore
quella mattina e questo, già di per sé, era
strano. Il nobile credeva
esistessero due tipologie di persone: coloro che erano inutili
agglomerati di
carne e ossa prima di ingerire un’ingente quantità
di caffeina e coloro che,
come lui, potevano definirsi creature pensanti dal momento in cui
aprivano gli
occhi. Generalmente amava svolgere gran parte del lavoro giornaliero
prima
delle nove, orario in cui si recava al ministero. Quella mattina
però si
sentiva stanco e uno strano nodo gli stringeva lo stomaco, rendendogli
impossibile concentrarsi.
La
sua bella moglie lo osservava. Ai suoi occhi
appariva sciupato e con delle brutte occhiaie, quasi non avesse dormito
bene, anche
se chiunque altro non lo avrebbe trovato meno che perfetto, come
sempre, non si
potevano ingannare gli occhi allenati di Lady Malfoy.
La
brutta sensazione di Lucius, si tramutò in un
cattivo presagio nel momento stesso in cui la sua tazza preferita gli
si ruppe
tra le mani, imbrattando la sua vestaglia, anch’essa la
preferita, di caffè.
La
giornata si preannunciava orribile, per lui e
per chiunque si fosse posto sul suo cammino quel giorno.
-Caro,
perché non torni a letto?- Narcissa non
vedeva accadere niente di simile dal giorno del ritorno
dell’Oscuro Signore.
Quelli non erano buoni segni.
-H.hai
visto anche tu? Sì, credo sia il caso che io
me ne torni a letto per oggi- il pallore del suo viso esprimeva a pieno
la sua
agitazione. ‘Che può accadere? Il Signore Oscuro
non c’è più, ormai è morto.
Non può tornare… di nuovo’
Continuava
a ripetersi queste parole, cercando di
suonare convincente a se stesso, quando una voce proveniente dal camino
li gelò
entrambi.
-Hem…
vogliate scusarmi signori Malfoy, mi duole
interrompervi durante la colazione, ma avrei bisogno della vostra
attenzione un
momento- il volto preoccupato, come non lo era mai stato nemmeno
durante la
guerra, di Albus Silente brillava tra le fiamme del camino nella loro
sala da
pranzo.
La
prima a parlare, alzandosi in piedi ed
avvicinandosi al camino, con grazia velata di nervosismo, fu la donna
-È
successo qualcosa a Draco?- la voce le tremava leggermente.
Suo
marito intanto tentava in tutti i modi di
reprimere un fastidioso senso di nausea e oppressione che, unito ai
brividi che
incessantemente gli scorrevano lungo la schiena, gli stavano dando la
certezza
che il ritorno di Voldemort era nulla in confronto alla sciagura che
stava per
abbattersi su di lui in quel momento; per giunta ormai non poteva
più
rintanarsi in camera e fingere che quel giorno non esistesse.
-Stia
calma signora Malfoy, suo figlio…- il Preside
si fermò un attimo. Come informarli senza spaventarli?
Meglio che ci pensassero
i ragazzi a dire loro la verità, non voleva incorrere nelle
ire della bella
dama di fronte a lui: in fondo se era stata una Mangiamorte
qualche motivo doveva pur esserci -Suo figlio sta…
bene, ma credo che sia comunque opportuno che lei e suo marito veniate
ad
Hogwarts. Credo che abbia delle cose da comunicarvi- un sorriso teso
increspò
le labbra del vecchio preside che, prima di essere sommerso da domande
alle
quali non voleva assolutamente rispondere, proseguì
–Bene, allora vi aspetto nel
mio ufficio per le 8.00. Grazie della vostra attenzione e a
più tardi-
Non
finì quasi la frase che era già sparito tra le
fiamme del camino, lasciando esterrefatti e sempre più
preoccupati i due
coniugi. Non sapendo che pensare, né tanto meno cosa dire
per tranquillizzare
l’altro, finirono il più velocemente possibile la
colazione e si diressero in
un silenzio teso nella loro camera per prepararsi alla partenza.
Non
potevano immaginare che una scena analoga si
stesse svolgendo in altre due case.
A
casa Weasley Arthur cercava di calmare sua
moglie, che non aveva smesso di parlare e torturarsi le mani dal
momento che
Silente li aveva convocati chiedendo di informare anche gli altri
membri della
famiglia. Ora stavano aspettando Fred e George, avevano pensato di
avvisare
anche Charley e Bill, ma il primo era andato a studiare un branco di
draghi
bianchi in Norvegia, mentre il secondo dopo la fine della guerra era
finalmente
partito con la sua giovane sposa per la luna di miele. Inutile dire che
erano
irraggiungibili. Percy non era nemmeno stato preso in considerazione.
A
Grimmauld Place un Remus Lupin cui rimaneva molta
poca pazienza, stava provando per la millesima volta di rassicurare un
imprecante Sirius Black che si aggirava per il salotto come una bestia
in
gabbia.
-Sir,
vedrai che non è successo niente… sarà
una
delle sue solite bravate-
Un’occhiata
di fuoco dell’amante lo fece desistere
dal continuare -Remus ma l’hai visto Silente o no? Era
preoccupato, quasi
spaventato direi! E ci ha chiesto di presentarci entrambi,
per non
parlare di com’è letteralmente scappato! Eh
sì, quella era una fuga in piena
regola, quindi non dirmi di calmarmi-
Il
licantropo non riuscì a trattenersi dallo
sbuffare. Sì, il comportamento del vecchio preside era stato
strano, ma lui
aveva una mezza idea di quale fosse il problema. Aveva paura che la
giornata
non sarebbe finita tanto presto e sperò che Silente avesse
un piano perché se
no, tenendo conto di chi fossero le altre persone che sicuramente
erano
state convocate oltre a loro, sarebbe finita in un bagno di sangue.
[…]
Un
buon quarto d’ora prima dell’orario stabilito,
lo strano gruppo si trovò di fronte alla statua del gargoyle
dove li raggiunse
dopo pochi minuti una Ginny piuttosto agitata.
-Ginny
cos’è successo? Tu sai qualcosa?- chiese
Molly apprensiva.
La
giovane scosse la testa –Mi ha mandata a
chiamare la professoressa McGranitt. So solo che questa mattina Harry,
Ron e
Hermione non erano alla torre e non si sono visti a colazione
e…e…-
-Maledizione,
vuoi dire che sono scomparsi?- Sirius
cominciò a misurare a grandi passi il corridoio, teneva le
braccia incrociate e
la testa bassa, come aveva fatto a casa per tutta la mattina. Malfoy
senior era
stato colto da un’irrazonale paura che non gli permise
nemmeno di sfoggiare un
ghigno derisorio a quel comportamento.
-E
Draco? Sai niente di Draco?- Nessuno di loro si
sarebbe mai aspettato di vedere e sentire una Narcissa Malfoy tanto
preoccupata
e umana. Subito dopo aver posto quella domanda riportò lo
sguardo sul marito
pallido e teso che non risciva più a mascherare
perfettamente il nervosismo.
-Se
tuo figlio ha fatto qualcosa a Harry…- Sirius
sembrava pronto a ingaggiare duello ed il biondo non aspettava altro
che una
scusa per scaricare un po’ la tensione. Fortunatamente i
rispettivi compagni li
trattennero ed un secondo dopo la giovane di casa Weasley, che non
aveva smesso
un secondo di scuotere la testa, aveva ripreso a parlare.
-No-
disse leggermente titubante –Non credo che
loro gli abbiano fatto niente-
-Loro?-
chiesero in coro i gemelli.
-Hem…
sta mattina mancavano anche Malfoy, Parkinson
e Zabini a colazione. Erano un paio di settimane che si comportavano in
modo
strano- quell’ultima frase le era uscita mentre rifletteva
tra sé e sé, ma alla
vista del lampo omicida che era passato negli occhi di Black si
affrettò a
rettificare –No, non fraintendete, si comportavano
diversamente tutti e sei. A
dire il vero è dall’inizio
dell’anno… solo che nell’ultimo periodo
la cosa era
sempre più evidente. Harry Ron e ‘Mione
confabulavano di continuo e ho perso il
conto di quante volte hanno litigato, ma appena qualcuno si avvicinava
o si
zittivano o cambiavano argomento-
I
gemelli lanciarono un fischio d’ammirazione in
direzione della porta che li divideva dalla presidenza e alle
espressioni
sbigottite dei presenti risposero con un ghigno –Ho
l’impressione che sia una
cosa grossa- iniziò Fred
-Già,
non erano così riservati neanche quando si
preparavano per affrontare Voldemort- concluse George.
La
più piccola annuì –E sta mattina Theo
mi ha
confermato che la cosa stava succedendo anche ai tre Serpeverde. Era
preoccupato, deve essere successo qualcosa d'importante-
Quando
ebbe concluso tutti si presero un attimo per
assorbire tali informazioni.
Fred
con un ghigno gigantesco osservava sua sorella
-Theo? Vuoi dire quel Theo? Theodore Nott?-
La
sorellina sussultò. Maledetta la sua boccaccia e
quella dei fratelli che non si facevano mai gli affari loro.
Imperterrito
George continuò, ignorando lo sguardo
supplichevole della giovane –E perche mai Theodor Nott,
purosangue, Serpeverde
fino al midollo dovrebbe confidare certe cose ad una Grifondoro?-
Ginny
rossa come un peperone, guardò di sottecchi i
suoi genitori come a studiarne la possibile reazione poi, confidando
che le
loro energie sarebbero state spese a sgridare il fratello, a testa alta
confessò -Perché è il mio ragazzo da
più di otto mesi-
Di
nuovo silenzio, stavolta era un silenzio
attonito, nemmeno i gemelli osarono fiatare, tutto si sarebbero
aspettati ma
non questo…
-Oddio,
povero Alexander*- era stato Lucius a
parlare. L’ultimo scambio di battute lo aveva riportato
almeno apparentemente
alla normalità -Suo figlio con una Grifondoro, una Weasley-
ed il
disgusto trasparì chiaramente dalla sua espressione -Se mio
figlio uscisse con
una Grifondoro credo che sarebbe dura… ma una Weasley. Cosa
c’e’ di peggio?
Beh, forse peggio di voi c’è solo Potter-
Piton
fermo dietro il gargoyle non riuscì a
trattenere un ghigno, forse il più sadico che gli si fosse
mai dipinto sul
viso. Eh già, lui sapeva, il preside lo aveva mandato a
chiamare le famiglie
dei ragazzi e scendendo aveva inavvertitamente sentito il monologo del
vecchio
amico. In quel momento realizzò che non si sarebbe voluto
perdere quello che
sarebbe successo di lì a poco per nulla al mondo. Certo,
forse sarebbe stato
meglio far mandare giù a tutti una dose di pozione calmante
come aveva
suggerito il vecchio… a Malfoy magari due per evitargli
l’infarto. Il suo
ghigno si allargò ancora un po’ mentre si
pregustava la scena. Oh sì, Potter
avrebbe ricevuto uno splendido regalo da lui come ringraziamento per
tutto
questo.
Ancora
deliziato aprì il passaggio e si rivolse
agli ospiti -Non vorrei disturbare, mi sembra un discorso interessante,
ma se
volete salire di sopra ci sono i vostri figli che vi aspettano-
Chiunque
avesse conosciuto Severus come Mangiamorte
avrebbe riconosciuto quell’espressione che prometteva
terribili torture ed il
biondo si scoprì per l’ennesima volta quel giorno
a provare un brivido di
gelido terrore. Tutto questo non gli piaceva, non gli piaceva per
niente.
Il
pozionista li precedette al piano superiore ed
appena giunto nello studio scambiò uno sguardo complice col
preside,
ritirandosi poi in una saletta privata per preparare del tè
a tutti.
Silente aveva capito al volo che la situazione era piuttosto precaria e
che il
professore si sarebbe premurato di correggere la bevanda per evitare
inutili
spargimenti di sangue. Sospirò guardando i suoi studenti e
si preparò ad
affrontare il peggio.
[…]
Il
gruppetto aveva raggiunto il piano superiore
guardandosi in cagnesco ma di nuovo, appena arrivati
nell’ufficio ingombro di
oggetti assurdi, si trovarono davanti una strana scena: i ragazzi erano
in
piedi accanto alla cattedra e appena li avevano visti si erano
avvicinati l’uno
all’altro come per proteggersi dai rispettivi parenti.
Draco
vedendo suo padre si era fatto piccolo
piccolo e si era rintanato dietro a Potter espirando un flebile e
disperato
-Oddio-
Harry
aveva inconsciamente fatto un passo indietro,
pensando che avrebbe molto più volentieri visto Voldemort
sull’uscio di quella
porta, almeno da lui sapeva già che cosa aspettarsi e per
quanto potente era
uno solo. Sicuramente morire per mano dell’Oscuro sarebbe
stato meno doloroso.
Poteva solo immaginare le torture che gli avrebbero riservato i coniugi
Malfoy
una volta saputa la verità.
Ron
e gli altri tre si erano stretti attorno a
loro, consci che per averli aiutati in quella follia non
l’avrebbero passata
liscia, ma il rosso adocchiando l’espressione della madre
iniziò a piagnucolare
qualcosa che sembrava molto un –Miseriaccia come pensavamo di
scamparla? Ci
ucciderà… sono sicuro questa volta è
la fine-
I
nuovi arrivati erano rimasti bloccati sulla
porta. Alla fine Sirius non ce la fece più a star zitto -Ma
si può sapere che
sta succedendo? Eravamo spaventati a morte… pensavamo vi
avessero rapiti,
uccisi o chissà cos’altro-
In
un sussurro la voce di Ron giunse fino a loro
–Oh sì, tra poco penserete che sarebbe stato
meglio se ci avessero rapiti… e a
ucciderci o farci ricoverare d’urgenza nel reparto malattie
mentali del San
Mungo, ci penserete voi stessi- prima che Pansy gli tirasse uno
scappellotto
per farlo tacere.
A
Lucius ricominciarono a scendere brividi giù per
tutta la schiena e senza accorgersene strinse la mano della moglie, che
si
spaventò a morte per questo, più che per lo
strano comportamento del figlio: si
aspettava che il marito sibilasse seccato la solita, trita litania,
ovvero che
dimostrare paura, affetto o qualunque altro sentimento in pubblico era
indegno
di un vero Malfoy, non certo che desse il cattivo esempio.
Silente
abbassò la testa e la scosse leggermente
-Forse è meglio se ci sediamo tutti e beviamo una tazza di
tè, prima di
affrontare il discorso- così dicendo fece apparire tre
spaziosi e comodi
divani.
I
sei ragazzi si strinsero in uno, un altro venne
occupato dagli Weasley e l’ultimo fu occupato dai coniugi
Malfoy, dai restanti
malandrini e da Piton che, dopo aver dato ad ognuno senza
possibilità di
rifiutare la sua tazza si tè corretto, si
accomodò tra Lucius e Sirius. Al
preside quasi scappò un sorrisetto divertito, Severus era
per i suoi standard
all’apice della felicità. Si trovava tra le due
persone che avrebbero reagito
peggio e non voleva perdersi nemmeno una smorfia di terrore.
Una
volta che tutti ebbero finito di bere e gli
effetti bella pozione avevano iniziato a farsi sentire, il preside
prese la
parola.
-Bene,
ora che siamo tutti più calmi vorrei
spiegarvi che nonostante non approvi il loro comportamento, capisco le
circostanze
che hanno condotto questi giovani ad una scelta estrema di tale
portata- mentre
parlava lanciò uno sguardo penetrante ed ammonitore a tutti
i presenti -Sono
certo che i ragazzi vorranno spiegarvi di persona cosa ci ha portati
tutti qui
oggi- ed il suo tono non ammetteva repliche -Ma prima vorrei
rassicurarvi che
nessuno di loro rischia l’espulsione, riceveranno una
punizione, ma non mi
sento di espellerli appena prima degli esami MAGO-
Dopo
un lungo sospiro si rivolse alla sua destra -Signori Weasley, voi siete
qui
solo perché Harry ha richiesto la vostra presenza. Comunque
vi devo informare
che Ronald Weasley, Hermione Granger, Pansy Parkinson e Blaise Zabini,
sono
stati i complici di Harry Potter e Draco Malfoy nel piano che li ha
portati ad
uscire di nascosto dalla scuola la notte scorsa ed a creare
illegalmente una
passaporta per Las Vegas-
-COSAAA???-
Il
coro si era istantaneamente alzato da tutti i
divani. E la bufera era ancora solo all’orizzonte. I ragazzi
si strinsero
ancora di più l’uno all’altro con
espressioni terrorizzate.
-Draco,
ma cosa ti è saltato in testa?- sbottò
adirato e glaciale il Lord, mentre la moglie osservava ancora stupita
il
comportamento dei giovani. Qualcosa le diceva che non era questo il
nocciolo
della questione.
-Harry,
è stata una cosa molto avventata- replicò
Sirius, ma il suo passato di malandrino non gli permetteva di dire di
più… in
fondo si sentiva orgoglioso che il suo figlioccio fosse riuscito a fare
una
bravata del genere, anche se con l’aiuto dei serpeverde.
Sicuramente era colpa
loro se li avevano scoperti, decise fra sé. Remus era
rimasto pietrificato. No,
non era questo che si aspettava, ma come gli era saltato in mente di
fare una
cosa tanto stupida?
Molly
stava ribollendo come una teiera: era
completamente rossa mentre suo marito cercava di trattenerla in qualche
modo ed
i gemelli osservavano gli ex compagni con negli occhi un misto di
stupore e
rispetto per la loro opera. Cavolo, nemmeno loro erano mai arrivati a
tanto.
-Ronald
Billius Weasley. Spero per te che tu abbia
una più che valida spiegazione per questo…-
attaccò la donna, ma fu bruscamente
interrotta dal figlio.
-Sì,
ho un’ottima spiegazione- sbottò il ragazzo
scattando in piedi -Harry aveva assolutamente bisogno di andare
laggiù ed io
l’ho aiutato e accompagnato. L’avrebbe fatto anche
senza di me, ma io non
potevo non essere al suo fianco in un momento tanto
importante…- concluse in un
sussurro abbassando il volto in fiamme prima di volgere lo sguardo sul
suo
migliore amico, che gli regalò un sorriso riconoscente.
-Sì?
E doveva andare negli Stati Uniti? A Las
Vegas? Cosa poteva esserci di tanto importante laggiù che
qui non poteva…-
Fu
di nuovo interrotta e questa volta dal preside
–Harry, Draco credo sia il momento delle spiegazioni. Non
abbiate timore…- e
ammiccando lasciò loro la parola.
I
due si guardarono dopo essersi alzati in piedi e
maledicendo la natura coraggiosa dei Grifondoro, Harry
iniziò a spiegare.
-Hem…
beh, è che… dopo la sconfitta di
Voldemort…-
s’interruppe un attimo vedendo l’espressione dei
signori Malfoy indurirsi, ma
riprese subito –Ecco, noi abbiamo iniziato a diventare amici-
Lucius
sbuffò -E di grazia si può sapere come sia
potuta accadere una disgrazia del genere? Draco, mi sembrava di averti
insegnato a sceglierti meglio le compagnie-
Hermione
non riuscì a trattenersi e sbottò acida
–Beh, signor Malfoy visto a cosa l’hanno portata le
sue compagnie, anche se a
quanto pare è rinsavito in tempo, dovrebbe apprezzare il
modo che ha Draco di
scegliersi gli amici. Comunque, per rispondere alla
sua domanda, è
successo quando io e Blaise ci siamo fidanzati-
Lo
stupore era palese in tutti i presenti ed alla
fine fu il biondo a continuare -Sì, così abbiamo
iniziato a uscire tutti
insieme. Poi quando anche…- si voltò verso il
rosso e l’amica in attesa del
loro cenno affermativo che giunse immediatamente -Quando anche Pansy e
Ron si
sono fidanzati…- un verso strozzato arrivò dal
gruppo degli Weasley,
sicuramente dalla signora anche se tutti sembravano stupiti, tutti
tranne Ginny
che sapeva più o meno tutto anche se non capiva cosa
c’entrasse Las Vegas, o
meglio un’idea se la stava facendo, ma non ci voleva credere:
non potevano aver
fatto una cosa del genere, neanche loro erano tanto folli o almeno ci
sperava.
-A
quel punto io e Harry avevamo già parlato di un
possibile piano ma fino a Natale erano solo parole. Dopo essere stati a
casa
per le vacanze, entrambi eravamo piuttosto abbattuti per via di alcune
cose che
ci sono state dette da voi ed abbiamo messo giù un progetto
serio calcolato nei
minimi dettagli. Due mesi fa abbiamo rivelato tutto agli altri e loro,
nonostante non fossero troppo convinti, ci hanno aiutati a
realizzarlo…-
-Si
può sapere di cosa state blaterando?- chiese
Narcissa, piuttosto scocciata da quel discorso senza capo né
coda.
Il
moro riprese la parola -Ecco, voi non avreste
capito io e Draco ci siamo molto avvicinati in quest’ultimo
anno… Ora non
sbuffare, che c’è?-
-Scelta
di parole esemplare, Harry- replicò acido
il biondo nervoso per via della situazone.
-Uff,
mi vuoi lasciar parlare? Bene… ecco, ci siamo
avvicinati ma sapevamo benissimo che voi, le nostre famiglie, non ne
sareste
stati affatto contenti e plausibilmente avreste fatto di tutto per
impedirci di
vederci, una volta finita la scuola. Volenti o nolenti ci avreste
allontanati-
il giovane e coraggioso Grifone sentiva che non c’era
possibilità che riuscisse
a finire la frase ed il compagno intuendolo gli andò in
aiuto.
Ormai
si capivano talmente bene che avrebbero
potuto far concorrenza ai gemelli nei discorsi a incastro
-Così abbiamo giocato
d’anticipo e…-
-HAAAAAAAAAA-
Era
stata Ginny ad urlare e lo aveva fatto con
tanta forza che la sua voce era risuonata in tutta la torre. Mentre gli
altri
ancora cercavano di capire cosa i ragazzi stessero dicendo loro, forse
grazie
al siero calmante, lei aveva già tratto le sue conclusioni.
Anche se era
avvantaggiata: che Harry e Draco stavano assieme da un po’,
questo lei lo
sapeva, mentre il resto degli studenti e soprattutto i loro famigliari
ne erano
all’oscuro. Poi mentre il biondino parlava Harry
l’aveva fatto… si era portato
la mano alla cicatrice in un gesto inconscio e lei l’aveva
vista.
-Oddio
l’avete fatto davvero… finora pensavo ci
fosse un’altra spiegazione- si voltò verso la
saletta dove i Malfoy, Sirius,
Remus e i suoi genitori la osservavano senza capire assolutamente. I
gemelli
erano gli unici a non guardarla, ora stavano sondando
l’aspetto dei due ragazzi
poi i loro occhi come al rallentatore si allargarono e dopo essersi
guardati
tra loro, saltarono in piedi indicandoli -OH MIO DIO!!!-
E
si lanciarono festanti ad abbracciare il loro
amico e Draco.
I
genitori erano piuttosto innervositi, loro non
capivano affatto che cosa stesse succedendo. Severus Piton
già assaporava la
vittoria e non sapeva bene quale dei due uomini seduti accanto a lui
guardare.
Quando
tornò il silenzio i due giovani, accettando
il loro destino come dei condannati a morte, si risolsero a dare
l’ultima vera
spiegazione.
-Siano
andati a Las Vegas per sposarci in modo che
voi non possiate separarci-
-E
i nostri amici sono venuti con noi per farci da
testimoni-
Così
dicendo levarono entrambi la mano sinistra per
mostrare ciò che già Ginny ed i gemelli avevano
notato, due semplici ed
eleganti fedi in oro bianco.
Non
una mosca volò per interminabili momenti, poi
Sirius Black svenne tra le braccia di un Severus Piton
all’apice della gioia
che aspettava da anni un momento come questo 'che buon sapore
ha la
vendetta' mentre il suo compagno licantropo nemmeno se ne
accorgeva, troppo
impegnato a fissare a bocca aperta la coppia. Che ci fosse qualcosa tra
i due
lo aveva sospettato, ma questo era troppo anche per lui. Molly e Artur
si erano
aggrappati l’una all’altro come unica ancora di
salvezza. Uno dei gemelli era
corso a sostenere Lady Malfoy che aveva tentato di alzarsi, ma le gambe
non
l’avevano retta e Lucius sembrava una statua tanto era
perfettamente immobile e
inespressivo.
Solo
una frase si levò nell’aria prima che
l’ex
Mangiamorte, prendendo esempio da Black, si abbandonasse
all’incoscienza.
-Lo
sapevo che 'sta mattina non dovevo alzarmi-
FINE
-----
*
È il nome che ho scelto per Nott senior in questa fic.
------
Io
mi sono divertita un mondo a scriverla e spero che lo
stesso sia accaduto a voi, se è così (ma anche se
non lo fosse… come già detto:
accetto anche le minacce di morte) fatemi sapere che ne pensate ^____^
-No
commento, no party-
Importante:
Sto
cercando disperatamente una fic… credo sia stata la seconda
che ho letto appena
approdata in questo fantastico mondo e non mi ricordo assolutamente ne
il
titolo ne l’autrice (me tapina). So che è una
Draco/Harry e che è una AU. Non
sarebbe importante se non fosse che non me la riesco a togliere dalla
testa, ho
passato una intera notte a ricontrollare tutte le fic con Harry e Draco
come
personaggi inutilmente (a un certo punto credo di non essere
più stata molto
lucida… verso le 5.00 del mattino, dopo 76 pagine di titoli
vorrei anche
vedere). Nella storia Draco metteva su di se e sul moro due
braccialetti (uno
rosso e uno verde) che le coppie sposate nel mondo magico usano come
terapia
per superare i momenti di crisi, visto che fanno sentire
all’altro quello che
si prova… naturalmente i due iniziano a conoscersi, si
innamorano, ma (il “MA”
non poteva mancare ^__^) c’è un problemino Lucius
(in libertà, non so per quale
motivo) vuole far marchiare il figlio e gli da appuntamento durante
un’uscita a
Hogesmeade. Draco ha tradito e avvisato Silente. L’Ordine
riesce a catturare i
Mangiamorte presenti, ma non prima che Lucius lanci l’Avada a
Draco e… e quì mi
fermo perchè: se qualcuno la conosce, a questo punto ne sa
abbastanza e gli
altri poi magari se la vorranno leggere ^____^. Magari non è
nemmeno bella come
la ricordo o è stata cancellata (no, per favor no), ma se
qualcuno ha qualche
indizio mi farebbe mooooolto felice.
La
storia
finisce qui, ma aggiungerò un altro capitolo per rispondere
ai commenti.
Grazie
a tutte.
Baci,
Sathia
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