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Autore: didi_95    15/01/2015    7 recensioni
" I suoi occhi così scuri e profondi si immersero nei miei e quella fu la prima volta che mi sentii davvero completo "
Questa storia parla del profondo legame tra due fratelli, Fili e Kili, del loro coraggio e della loro determinazione durante il difficile viaggio verso la Montagna Solitaria. Condizionati dai nobili ideali e dalle rigide opinioni dello zio Thorin Scudodiquercia scopriranno a loro spese che non tutto è bianco o nero, ma che la vita ha molteplici sfaccettature.
-Recensite se vi va :) Urgono incoraggiamenti!-
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dìs, Fili, Kili, Tauriel
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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#Capitolo 20#


L'oscurità ci avvolge e la paura penetra nei nostri cuori.
L'unica cosa che riesco a scorgere è la fioca luce blu proveniente dalla spada di Bilbo che è sempre al mio fianco; sento anche la sua voce stridula chiedermi:
< Come faremo ad arrivare lassù con questo buio? I pipistrelli hanno oscurato il cielo per favorire l'arrivo degli orchi di Gundabad..sono orchi abituati alle nere profondità della terra e non amano la luce del sole! >
< Hai perfettamente ragione caro signor Baggins! E' per questo che ci sono io! -risponde lo stregone- Forse non te ne sei ancora accorto, ma non sono bravo solo a fare fuochi d'artificio, come pensa tutta la tua gente!
Ed ora andate e buona fortuna! Spero di rivedervi a battaglia conclusa! >
Non faccio nemmeno in tempo a chiedermi che cosa abbia voluto dire Gandalf, che, dal suo bastone, si sprigiona una bianchissima luce accecante.
I pipistrelli, lanciando acutissime strida, cominciano a diradarsi ed i raggi del sole fanno di nuovo capolino oltre il terribile stormo nero.
< Avrà un bel da fare Gandalf a tenerli a bada... > mormora Bilbo.
< Già.. > rispondo distrattamente.
Il mio sguardo è fisso sulla cima di Collecorvo, ancora immersa nel silenzio.
< Forza Bilbo! Andiamo.. > gli sussurro.

Il più velocemente possibile cominciamo ad inerpicarci sulla ripida salita che porta al Colle, cercando di non essere notati.
La scalata non è facile..più in alto si va, più il terreno è coperto di ghiaccio;
mi accorgo che sto battendo i denti, nonostante i deboli raggi del sole, la temperatura sta scendendo velocemente.
< E' m-maledettamete f-freddo quassù... > sussurra Bilbo battendo i denti.
Lo guardo attentamente, è molto cambiato da quella notte nella Contea e non tutti i cambiamenti sono positivi; con la coda dell'occhio mi accorgo che la sua mano destra è nella tasca del panciotto e sembra che stia giocherellando con qualcosa di molto piccolo, mi rendo conto che non è la prima volta che lo fa..
"Che si tenga i suoi segreti finché può" penso sempre osservandolo.
Ad un certo punto lo hobbit si ferma alzando una mano per zittirmi..
< Lo senti? >
< Cosa? > gli chiedo, ma, proprio mentre lo dico, capisco a che cosa si riferisce.
C'è un brontolio, un brontolio sordo, quasi una vibrazione, che proviene da sotto i nostri piedi, come se qualcuno stesse risalendo il sentiero..
Mi volto precipitosamente indietro ed il sangue mi si gela nelle vene.
< Bilbo corri! > gli urlo ed insieme cominciamo faticosamente una corsa disperata verso la cima.
Alle nostre spalle un centinaio di goblin, troppi per un nano ed uno hobbit. 
Siamo circa a tre quarti della salita, il terreno trema sotto i nostri piedi e si fa sempre più scivoloso, adesso posso sentire chiaramente le urla orrende del piccolo esercito che ci sta alle costole...stanno guadagnando terreno velocemente.
I miei polpacci bruciano ed il mio respiro è affannoso, non resisteremo ancora a lungo.
< FILI! > Un urlo alle mie spalle.
Mi volto di scatto: Bilbo è a terra e sta faticosamente cercando di rialzarsi, deve essere scivolato.
Guardo i suoi pelosi piedi hobbit, le piante saranno anche come suole, ma nulla può eguagliare la solida presa degli scarponi chiodati dei nani sul ghiaccio.
Prendo in fretta una decisione: adesso basta scappare!
Torno indietro correndo, afferro Bilbo per le spalle e lo tiro in piedi.
< Va'!! Io cercherò di trattenerli per quanto posso... >
Bilbo mi guarda inorridito. < Ma... >
< Vai ho detto! Non c'è tempo! >
Lo hobbit si volta e ricomincia a correre barcollando.
Lo guardo allontanarsi per qualche secondo e poi, con un respiro profondo, gli volto le spalle fronteggiando il mio nemico.
Non so se ne uscirò vivo e, ad essere sincero non ci ho nemmeno pensato.
L'adrenalina mi attraversa di nuovo e mi getto nella mischia urlando e mulinando le mie spade.

Ogni pensiero razionale svanisce dalla mia mente nella quale dominano la sete di sangue e la rabbia.
Per mia fortuna, il sentiero è molto stretto e mi permette di affrontare pochi nemici per volta, molti riesco a spingerli nel vuoto, ma sono destinato a fallire, sono troppi.
Proprio quando sto perdendo le speranze, mentre i miei muscoli urlano e la mia pelle, riempita di piccoli tagli, brucia, sento alle mie spalle un grido di battaglia.

Mi volto, senza abbandonare le spade e senza smettere di infilzare goblin e spalanco gli occhi.
Dietro di me c'è Dwalin in sella ad un gigantesco ariete.
Il nano impugna un'ascia ed una spada e, mentre urla insulti in nanico, è davvero una visione spaventosa.
< A TERRA! > mi urla.
Faccio appena in tempo a stendemi al suolo che, con un salto, l'ariete mi sorpassa investendo l'orda di goblin. Senza rendermene conto sto ridendo.
Questa è proprio un'entrata degna di Dwalin! E grazie a lui sono ancora vivo.
Guardando in basso lo vedo sbaragliare tutto lo stuolo di orchi e gettarsi nella mischia sottostante, la battaglia vera e propria è arrivata anche ai piedi del Colle.
Con un ultimo sguardo vedo il nano che mi ha insegnato tutto quello che so di combattimento, unirsi ad alcuni nani corazzati e guidare impavido un nuovo attacco.
Poi, con sgomento, mi accorgo che non ho pututo chiedergli nulla su Thorin e Kili.
E adesso sono solo, non ho nemmeno idea di dove sia finito Bilbo.

Con lo sguardo fisso sulla cima, continuo a salire.
Quando infine arrivo a destinazione mi gira un po' la testa, sono davvero stanco.
Il silenzio è totale, l'unica cosa che riesco a sentire sono le urla attutite della battaglia molto più in basso. Comincio ad aggirarmi sul Colle, totalmente ricoperto di neve.
La tentazione di mettermi ad urlare i nomi dello zio e di mio fratello è forte, ma il silenzio mi blocca..è tutto troppo tranquillo per i miei gusti.
Sembra quasi...
< E' UNA TRAPPOLA! >  l'urlo arriva dalla mia destra, proprio dall'imboccatura nera di un tunnel che porta nelle profondità del Colle.
Mi volto di scatto riconoscendo la voce di mio fratello che viene prontamente soffocata.
Cerco di parlare ma è come se mi si fossero congelate le corde vocali, provo l'improvviso ed impellente desiderio di vedere Kili, solo per assicurarmi che stia bene.
All'improvviso mi accorgo di essere nel centro esatto dello spiazzo, intorno a me, in ogni direzione, si aprono parecchie imboccature di tunnel.
Sono circondato.
Da ognuna di esse cominciano ad uscire orchi, gli orchi giganteschi di Gundabad.
La mia mente cerca febbrilmente una via d'uscita, ma non ce ne sono.
Sono in trappola. Siamo in trappola.
Quando volto nuovamente lo sguardo davanti a me, ogni pensiero razionale abbandona la mia mente.
Dai tunnel a me più vicini escono i due orchi più grandi e più spaventosi che abbia mai visto: sono Azog e suo figlio, l'orribile Bolg.

Ma non è stata la loro vista a sconvolgermi.
Bolg tiene mio fratello, mentre Azog stringe trionfante Thorin.
Il mio sguardo vaga veloce dall'uno all'altro, valutando il loro stato di salute;
Kili ha una ferita alla testa, sembra solo un po' stordito e la stretta che ho al cuore diminuisce un po'; Thorin invece sembra stare relativamente bene, Azog lo trattiene saldamente per le spalle tenendogli alla gola l'orribile lama rossa di sangue che ha al posto di una mano.
Tutte le mie osservazioni sono avvenute nell'arco di qualche secondo e, dentro di me, sento montare la rabbia.
< LASCIATELI! > urlo facendo un passo avanti e sguainando le mie spade.
Una risata. Azog sta ridendo e tutti gli orchi con lui.
Spero con tutte le mie forze di non sentire mai più un suono così orrendo.
< E perché mai dovremmo farlo, Feccia?
Sapevamo che saresti venuto!
Adesso potremo finalmente spezzare tutta la stirpe di Durin!
Nessuno di voi sarà mai Re sotto la Montagna! >
La voce di Azog risuona orribile sul Colle, per farsi capire sta parlando la lingua corrente.
Non appena finisce di pronunciare queste parole, Thorin sembra infuriarsi e comincia a dimenarsi ferocemente.
Ma basta un'occhiata di Azog a Bolg per farlo smettere, l'orco ha in mano Kili e mio fratello è un ottimo strumento di persuasione.
Bolg avvicina alla schiena di Kili una delle sue gigantesche spade e la affonda lentamente nella pelle del nano, la ferita è superficiale ma mi basta l'espressone di dolore di mio fratello per farmi perdere del tutto la razionalità.
Mi faccio di nuovo avanti: < Ho detto: LASCIATELI! >
Questa volta Azog mi viene vicino, così vicino che il mio cervello comincia irrazionalmente a contare le orride cicatrici ornamentali che l'orco ha sul volto,
e mi sussurra: < Tu sei solo. >
 
< NO INVECE! > sento urlare alle mie spalle.
Mentre un'onda di sollievo mi invade il corpo, l'ormai noto balenio azzurrino appare alla mia destra e Pungolo viene profondamente conficcata in una delle possenti cosce dell'orco pallido. Azog, colto di sorpresa, comincia ad urlare mentre un fiotto di sangue nero si riversa a terra macchiando la neve ai suoi piedi.
Thorin coglie l'occasione e riesce a liberarsi. Scoppia il caos.
Noto Bolg alzare in alto la spada pronto a decapitare Kili, ma mio fratello è riuscito a riprendersi e si butta come un fulmine sotto le gambe dell'orco evitando il fendente. Passato il momento iniziale di sorpresa, gli orchi intorno a noi si riscuotono e la vera battaglia ha inizio.
Inutile dire che siamo numericamente inferiori.
Kili mi si avvicina ansimando e ci abbracciamo stretti.
< Tutto bene? > gli sussurro.
< Si fratello, ora che ci sei. >
Sorrido e sciolgo l'abbraccio cercando dentro di me nuova forza per combattere,
ma poi mi accorgo che non è lì che la troverò:
la mia forza è davanti a me, la mia forza è Kili.
Io e mio fratello ricominciamo a combattere schiena contro schiena e, insieme a Thorin, diventiamo una vera e propria macchina da guerra.
Non posso fare a meno di notare, mentre continuo ad infilzare orchi su orchi, che da direzioni sempre diverse, volano pietre che non mancano mai il bersaglio.
"Che Mahal ti benedica, caro Bilbo" penso tra me e me.
Il nostro hobbit è con noi, anche se non posso vederlo.
Sembra davvero che possa rendersi invisibile.
Benedico ancora una volta il giorno in cui Gandalf ci ha messi sulla sua strada.

Il mio corpo chiede pietà, stiamo ancora combattendo e siamo allo stremo delle forze.
Siamo pochi e gli orchi sono troppi. Adesso anche qualche pipistrello sembra interessarsi alla cima di Collecorvo. Ogni tanto una di quelle bestie plana verso di noi, cercando di ghermirci. Io e Kili stiamo lottando contro Bolg, quest'orco sembra invincibile. Ogni nostro attacco viene neutralizzato e mentre noi, costretti a compensare la notevole differenza di dimensioni con l'agilità e la velocità, ci stanchiamo velocemente; Bolg sembra via via rinforzarsi ed i suoi attacchi sono sempre più potenti.
Con la coda dell'occhio cerco di non perdere di vista Thorin che, non so come, sta tenendo testa da solo all'orco pallido. Fino a poco fa sembrava che Bilbo lo stesse aiutando, ma ora il continuo lancio di pietre è cessato e temo per ciò che può essere capitato allo hobbit.
< FEE! >
L'avvertimento arriva troppo tardi e una delle lame di Bolg mi attraversa il fianco fulminea. L'armatura ha in parte deviato il colpo, originariamente destinato al mio stomaco, tuttavia sento una lama di dolore percorrermi il fianco e, subito dopo, il calore del sangue che mi scende a rivoli sulla gamba destra.
Perdo l'equilibrio e cado al suolo, la neve gelata mi morde la pelle del viso.
L'orco, compiaciuto, estrae la sua lama con lentezza ed il dolore mi colpisce di nuovo lasciandomi senza fiato. Nella mia mente c'è un solo pensiero:
"Kili sta combattendo da solo.. DEVO rialzarmi."
Con la mano destra, che mi sembra al momento pesantissima, riesco ad arrivare alla mia ferita, è profonda ma non troppo pericolosa; con il palmo della mano la comprimo forte, trattenendo un urlo, tra le mie dita il sangue scivola forse un po' meno abbondantemente di prima.
Riesco a girarmi, Kili mi lancia occhiate piene di ansia mentre cerca di parare i colpi sempre più forti dell'orco;
quando mi vede muovere sembra rinfrancarsi e si concentra di più sull'avversario.

Con amarezza mi rendo conto che non resisterà per molto..ci vuole un aiuto...
All'istante vedo uno degli orchi accorgersi della mia presenza e dirigersi ghignando verso di me.
Velocemente cerco di alzarmi e ci riesco al primo tentativo, il problema tuttavia è restare in piedi, ho perso molto sangue, lo vedo brillare rosso sulla neve.
Mi dirigo barcollando verso la morte, quando una freccia trapassa il petto dell'orco davanti a me che mi guarda stupito prima di crollare a terra.
Un lampo di capelli rossi come il fuoco attraversa la mia visuale e sento la voce di Tauriel rivolgersi a me: < Fili! Stai bene? >
Sono talmente sconvolto che non riesco a risponderle.
L'elfa allora nota la mia ferita e scosta con dolcezza la mia mano che ormai è dello stesso colore dei suoi capelli.
All'improvviso il mio cervello ritorna a connettere ed urlo: < KILI! >
Tauriel, improvvisamente preoccupata, si volta e vede mio fratello alle prese con Bolg.
Come da me previsto, l'orco sta avendo la meglio e Kili sta cedendo.
L'elfa dai capelli di fuoco comincia a correre verso di lui quando il cielo viene per un attimo oscurato ed un'ombra si proietta su di noi: un pipistrello!

Tuttavia, saldamente ancorato agli artigli della bestia, c'è un elfo: Legolas.
Appena sopra di noi, l'elfo pianta una freccia nel collo del volatile e si lascia cadere a terra con eleganza, poco prima di toccare il suolo scaglia un'altra freccia che si conficca nel polpaccio possente di Bolg.
L'orco, lasciando perdere mio fratello, si volta e non appena vede l'elfo, si getta verso di lui, devono avere qualche conto in sospeso.
Kili scorge Tauriel e le corre incontro; mentre li guardo il mio pensiero corre di nuovo a Sigrid...
Approfittando del momento di calma, mi siedo a terra e prendo fiato, sto ancora sanguinando.. Kili in un attimo è vicino a me.
< Stai sanguinando..devo trovare qualcosa per fasciarti! >
Tauriel strappa velocemente un lembo verde scuro del suo mantello, mette un po' di neve sulla ferita e me la fascia stretta.
< Così dovrebbe andare.. non è una ferita mortale. > sussurra.
Il sollievo è immediato, la neve fa effetto e il mio fianco smette di sanguinare.
Anche il dolore si attutisce, sento solo un lieve e sordo pulsare.
< Grazie.. > dico all'elfa sorridendo.
< Bevi questo.. ti restituirà un po' di forze! > dice Tauriel porgendomi una fiala.
Obbedisco: la bevanda elfica mi scende nella gola e sento una nuova energia invadere le mie stanche membra; poi la passo a mio fratello che ne beve due sorsi.
< Ce la fai ad alzarti? > mi chiede Kili.
< Credo di sì > dico, mettendomi in piedi.

All'improvviso un urlo terribile si diffonde nell'aria fredda: proviene da sopra di noi..
Io e mio fratello ci guardiamo inorriditi e sussurriamo ad una sola voce:
< Thorin! >
   
 
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