Ciaao ragazzi ci
rivediamo, di questi tempi mi sento ispirata sto scrivendo alla
velocità della luce (ho scritto il cap in 3 giorni XD)
Anche se il casino che ho in testa non aiuta .-.
Vabbè buona lettura ^^”
Voiceless Jody
Arrivato il momento di andare a letto ognuno aveva ricevuto un coltello
di quelli richiudibili con circa 6cm di lama con una manubrio di legno
scuro, -giusto per sicurezza- gli aveva detto Abby quando glieli aveva
dati.
Infilatosi nei letti partirono i turni, per primo Carl e poi Abby.
Ma arrivato questo ne Jody ne Carl dormirono troppo preoccupati per farlo, anche se Jody era già sveglia da tempo.
Non riusciva a dormire per qualche motivo, sentiva qualcosa, nel
profondo del suo cuore, cercava di uscire uno strano misto di
sentimenti tra cui riusciva a distinguere solo la rabbia, anche se non
era la prima volta che succedeva, questa volta era tutto più
forte.
Stette però zitta e si alzò solo quando l’amica la svegliò, allora mettendosi a sedere sul letto disse lei di andare a dormire. Quando sentì il suo respiro farsi più regolare realizzò che stesse dormendo non come il ragazzo biondo che, sicuro di non essere notato stava, osservando ogni suo movimento.
Guardò un’ultima volta al letto dell’amica per poi
alzarsi, sospirò come al suo solito e si avvicinò alla
finestra scoprendo il cielo blu scuro della notte senza nuvole ma anche
senza stelle.
Allora fece per aprire la finestra
< Che vuoi fare? > disse Carl con voce scura mentre si alzava a
sedere sul letto per poterle lanciare l’ennesimo sguardo cattivo.
Lei si limitò a sospirare ed aprire la finestra, ma lo degnò di una risposta < Mi manca il respiro > disse e questo fu tutto; già la gola le faceva male per colpa di quegli idioti dei poliziotti e non aveva intenzione di sprecare altre parole per un altro idiota.
Lo sentì alzarsi e prendere una sedia per poi sedervisi e assumere la faccia da –ti tengo d’occhio-
“Cretino” pensò Jody tra se e se respirando
l’aria inquinata ma fresca della città; poteva ancora
sentire qualche macchina che si muoveva e qualche ubriaco che parlava
per la strada.
Presa un’ultima boccata d’aria richiuse la finestra, fece qualche passo verso il suo comodino per prendere, il suo telefono e le cuffie, che erano nel cassetto, se le infilò nelle orecchie e accese la musica a volume basso così che il rumore non si sarebbe sentito fuori e non avrebbe potuto infastidire Abby che stava dormendo tranquillamente.
Passò mezzora e nessuno dei due si era mosso di un millimetro
lei distesa sul letto a ascoltare la musica e lui seduto sulla sedia
nel disperato tentativo di rimanere sveglio, ma gli occhi gli si
chiudevano, così, anche se riluttante, si alzò dalla
sedia e si incamminò in cucina per prendere un po’ di
caffè
< T-tu non ti muovere > disse prima di uscire dalla camera
ricevendo una piccola scrollata di spalle dalla ragazza che intanto
ascoltava la musica e che ne abbassò il volume per sicurezza.
Dopo un po’ sentì un botto relativamente forte provenire dalla cucina.
Si alzò svogliatamente e si incamminò verso di essa,
“Speriamo che non abbia fatto un casino” si disse
infastidita, ma quando si affacciò alla porta aperta della
cucina non trovò solo una persona ma ne trovò nche
un’altra che lei ben ricordava.
Carl era disteso a terra aveva vari tagli in faccia e uno
particolarmente profondo sul braccio destro; era bloccato dalla
presa dell’uomo dai capelli nero carbone che non notò
subito la presenza silenziosa di Jody, anzi il primo a notarla fu Carl
e con gli occhi la pregò di aiutarlo ma lei non si mosse.
Rimase là a guardarlo, i suoi occhi gialli erano ancora
più freddi del solito e questa loro freddezza stupì Carl
e lo spaventò ancora di più di quanto non era già.
A quel punto il killer si girò e incrociò per la
seconda volta gli occhi della ragazza ma questa volta fu diverso, lei
non aveva paura.
All’inizio si preparò a difendersi da qualunque mossa lei
avrebbe potuto fare ma dopo poco si accorse che lei non si era mossa di
un millimetro e non aveva intenzione di farlo
< Non vuoi salare il tuo amico? > chiese allora lui un poco spiazzato dalla cosa
Lei non rispose subito, lo guardava con lo stesso sguardo per poi
aprire bocca parlando nel solito tono di voce basso ma questa volta
suonò un poco più scuro del solito
< Non siamo amici > disse, ma non era detto con tono cattivo, quella era la verità
Carl le lanciò un’occhiata preoccupata
< C-cosa dici Jody aiuta-m > tentò di dire ma il ragazzo
dal grande sorriso gli chiuse la bocca con una mano facendogli segno di
far silenzio, il che gli procurò vari brividi in tutto il corpo.
A questo punto Jody si avvicinò di un passo ma non fece comunque null’altro
< Cos’è hai pura? O non ti importa solo nulla di questo
tizio > continuò il ragazzo riportando la sua attenzione su
di lei.
< Nessuno dei due > disse facendo un altro passo.
Era vero non aveva paura, no, non aveva paura ma non poteva nemmeno non importargli, infondo nella sua mente le rimaneva fisso il pensiero di Abby; lei sarebbe di sicuro stata triste se quel tizio fosse morto, ma c’era qualcos’altro che non le permetteva di andare ad aiutarlo, non aveva alcuna voglia di farlo e non era perché si fosse offesa o arrabbiata per quello che gli aveva detto o come si fosse comportato con lei, anche se non ne era sicura.
In poche parole voleva solo… solo cosa?
Cosa voleva? Infondo non lo sapeva neanche lei, adesso stava facendo
quello che il suo istinto gli diceva, cosa rara, facendo crescere
dentro di lei il sentimento di prima.
Il Killer allora decise di continuare quel che era venuto a fare,
infondo era venuto lì a finire il lavoro che aveva iniziato, di
certo non aveva tempo per star ad ascoltare una ragazza strana.
Riportò la sua attenzione a Carl che intanto aveva perso molto sangue e sentiva le energie abbandonare il suo corpo; l’assassino ridacchiò assaporando il divertimento, pian piano iniziò ad incidere le guance del biondo che mugugnava e si contorceva per il dolore.
Gli occhi di quest’ultimo erano pieni di terrore e rabbia, ai
lati iniziavano a formarsi delle piccole lacrime dovute al dolore; fu
proprio con quegli occhi che incontrò quelli di Jody.
Questi
erano fissi su di lui spalancati e freddi, era più vicina e si
era piegata un poco per vedere meglio il tutto.
La sua assoluta freddezza era terrificante; sembrava una bambola, una
bambola di porcellana dagli occhi gialli e i capelli neri che le
coprivano gran parte del viso e per un minuto a Carl sembrò di
vedere un accenno di sorriso sulle labbra pallide dei quella.
Jody provò di nuovo la sensazione di quella mattina, quando si sentì ipnotizzata alla vista del corpo di Mattew disteso sul suo letto, ma ora era più inteso; ogni parte del suo corpo era in estasi, i suoi occhi continuavano ad osservare felici l’espressione fantastica sulla faccia di Carl, ogni suo lamento soffocato era come musica e l’odore del sangue era delizioso.
Non si accorse nemmeno che l’assassino aveva finito il suo
lavoretto e si era girato verso di lei ghignando, se ne accorse solo
quando questo si alzò e spostatosi di lato al corpo morente di
Carl le porse il coltello rosso
< Sembri interessata o sbaglio, vuoi provare? > disse sorridendo
maligno, gli era sembrata un’idea allettante, giusto per cambiare
un po’ la sua solita rutine e rendere il tutto più
eccitante.
Lei lo guardò e prese il coltello con calma, il sangue caldo le sporcò le mani il che le fece scendere un brivido di piacere per la spina dorsale; piano si posizionò sopra Carl; lo guardò e si leccò le labbra alzando il coltello
< J-Jody t-ti prego n-non... > con il poco fiato
che gli era rimasto chiese pietà, Jody si bloccò e
sentì qualcosa aprirsi dentro di lei; adesso aveva capito, quel
che voleva era solo la paura, il terrore, il dolore e tutto quello era
inciso nella faccia del suo amico.
Ora aveva quasi aperto quel cassetto dentro di lei che conteneva il suo vero io, il quale era chiuso da vari lucchetti, ormai quasi tutti aperti, questo però non era l’ultimo ne rimaneva uno che le lasciava solo sbirciare quel che c’era all’interno, solo uno per poter essere finalmente quel che era veramente, ma cos’era quell’ultimo lucchetto?
Forse per aprirlo doveva solo uccidere, provare non costava nulla infondo.
Si riprese dai suoi pensieri e si preparò a conficcare il coltello nel petto del ragazzo…
< J-Jody? > …
Ed eccoci alla fine del 4 capitolo ne mancano solo tre!
E io si vi lascio così un po’ perché sono crudele e
un po’ perché sennò viene troppo lungo ^^”
(intendo per la regolare lunghezza dei cap di VJ)
Bè per l’ennesima volta non so che pensare del mio cap
è venuto il solito casino di idee messe a cacchio in un testo,
scusate :(
Spero non sia così male come lo vedo io *sigh*
Ci vediamo :)
Holy ^w^