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Autore: Mama Holy    15/01/2015    2 recensioni
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"«Comunque Jody, questa sera facciamo un pigiama party a casa mia, quando torniamo da questa uscita, vuoi venire anche tu?» chiese Abby mentre le stringenva le mani fredde, Jody la guardò per un po' e stava per dire di no, quando il pensiero lampante della presenza di quell'entità nominata da Abby "fidanzato" le fece cambiare idea
«Ok» era pronta a tutto pur di salvaguardare la purezza dell'amica......"
Questa decisione, questo piccolo -ok- cambierà la vita di Jody per sempre...
(che frase seria non è da me .-. XD)
se siete curiosi di sapere come andrà a finire che ci fate ancora qui?
Non vi dirò nient'altro se vi va di sapere leggete! ;)
Genere: Generale, Thriller, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeff the Killer, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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VJ 4.Nuove emozioni

Ciaao ragazzi ci rivediamo, di questi tempi mi sento ispirata sto scrivendo alla velocità della luce (ho scritto il cap in 3 giorni XD)
Anche se il casino che ho in testa non aiuta  .-.

Vabbè buona lettura ^^”
 

Voiceless Jody

4. Nuove emozioni


 
Arrivato il momento di andare a letto ognuno aveva ricevuto un coltello di quelli richiudibili con circa 6cm di lama con una manubrio di legno scuro, -giusto per sicurezza- gli aveva detto Abby quando glieli aveva dati.

Infilatosi nei letti partirono i turni, per primo Carl e poi Abby.
Ma arrivato questo ne Jody ne Carl dormirono troppo preoccupati per farlo, anche se Jody era già sveglia da tempo.


Non riusciva a dormire per qualche motivo, sentiva qualcosa, nel profondo del suo cuore, cercava di uscire uno strano misto di sentimenti tra cui riusciva a distinguere solo la rabbia, anche se non era la prima volta che succedeva, questa volta era tutto più forte.

Stette però zitta e si alzò solo quando l’amica la svegliò, allora mettendosi a sedere sul letto disse lei di andare a dormire. Quando sentì il suo respiro farsi più regolare realizzò che stesse dormendo non come il ragazzo biondo che, sicuro di non essere notato stava, osservando ogni suo movimento.


Guardò un’ultima volta al letto dell’amica per poi alzarsi, sospirò come al suo solito e si avvicinò alla finestra scoprendo il cielo blu scuro della notte senza nuvole ma anche senza stelle.
Allora fece per aprire la finestra
< Che vuoi fare? > disse Carl con voce scura mentre si alzava a sedere sul letto per poterle lanciare l’ennesimo sguardo cattivo.

Lei si limitò a sospirare ed aprire la finestra, ma lo degnò di una risposta < Mi manca il respiro > disse e questo fu tutto; già la gola le faceva male per colpa di quegli idioti dei poliziotti e non aveva intenzione di sprecare altre parole per un altro idiota.


Lo sentì alzarsi e prendere una sedia per poi sedervisi e assumere la faccia da –ti tengo d’occhio-
“Cretino” pensò Jody tra se e se respirando l’aria inquinata ma fresca della città; poteva ancora sentire qualche macchina che si muoveva e qualche ubriaco che parlava per la strada.

Presa un’ultima boccata d’aria richiuse la finestra, fece qualche passo verso il suo comodino per prendere, il suo telefono e le cuffie, che erano nel cassetto, se le infilò nelle orecchie e accese la musica a volume basso così che il rumore non si sarebbe sentito fuori e non avrebbe potuto infastidire Abby che stava dormendo tranquillamente.



Passò mezzora e nessuno dei due si era mosso di un millimetro lei distesa sul letto a ascoltare la musica e lui seduto sulla sedia nel disperato tentativo di rimanere sveglio, ma gli occhi gli si chiudevano, così, anche se riluttante, si alzò dalla sedia e si incamminò in cucina per prendere un po’ di caffè
< T-tu non ti muovere > disse prima di uscire dalla camera ricevendo una piccola scrollata di spalle dalla ragazza che intanto ascoltava la musica e che ne abbassò il volume per sicurezza.


Dopo un po’ sentì un botto relativamente forte provenire dalla cucina.
Si alzò svogliatamente e si incamminò verso di essa, “Speriamo che non abbia fatto un casino” si disse infastidita, ma quando si affacciò alla porta aperta della cucina non trovò solo una persona ma ne trovò nche un’altra che lei ben ricordava.



Carl era disteso a terra aveva vari tagli in faccia e uno particolarmente profondo sul braccio destro; era bloccato dalla presa dell’uomo dai capelli nero carbone che non notò subito la presenza silenziosa di Jody, anzi il primo a notarla fu Carl e con gli occhi la pregò di aiutarlo ma lei non si mosse.
Rimase là a guardarlo, i suoi occhi gialli erano ancora più freddi del solito e questa loro freddezza stupì Carl e lo spaventò ancora di più di quanto non era già.

A quel punto il killer si girò e incrociò per la seconda volta gli occhi della ragazza ma questa volta fu diverso, lei non aveva paura.
All’inizio si preparò a difendersi da qualunque mossa lei avrebbe potuto fare ma dopo poco si accorse che lei non si era mossa di un millimetro e non aveva intenzione di farlo


< Non vuoi salare il tuo amico? > chiese allora lui un poco spiazzato dalla cosa
Lei non rispose subito, lo guardava con lo stesso sguardo per poi aprire bocca parlando nel solito tono di voce basso ma questa volta suonò un poco più scuro del solito
< Non siamo amici > disse, ma non era detto con tono cattivo, quella era la verità
Carl le lanciò un’occhiata preoccupata
< C-cosa dici Jody aiuta-m > tentò di dire ma il ragazzo dal grande sorriso gli chiuse la bocca con una mano facendogli segno di far silenzio, il che gli procurò vari brividi in tutto il corpo.


A questo punto Jody si avvicinò di un passo ma non fece comunque null’altro 
< Cos’è hai pura? O non ti importa solo nulla di questo tizio > continuò il ragazzo riportando la sua attenzione su di lei.
< Nessuno dei due > disse facendo un altro passo.

Era vero non aveva paura, no, non aveva paura ma non poteva nemmeno non importargli, infondo nella sua mente le rimaneva fisso il pensiero di Abby; lei sarebbe di sicuro stata triste se quel tizio fosse morto, ma c’era qualcos’altro che non le permetteva di andare ad aiutarlo, non aveva alcuna voglia di farlo e non era perché si fosse offesa o arrabbiata per quello che gli aveva detto o come si fosse comportato con lei, anche se non ne era sicura.

In poche parole voleva solo… solo cosa?
Cosa voleva? Infondo non lo sapeva neanche lei, adesso stava facendo quello che il suo istinto gli diceva, cosa rara, facendo crescere dentro di lei il sentimento di prima.


Il Killer allora decise di continuare quel che era venuto a fare, infondo era venuto lì a finire il lavoro che aveva iniziato, di certo non aveva tempo per star ad ascoltare una ragazza strana.

Riportò la sua attenzione a Carl che intanto aveva perso molto sangue e sentiva le energie abbandonare il suo corpo; l’assassino ridacchiò assaporando il divertimento, pian piano iniziò ad incidere le guance del biondo che mugugnava e si contorceva per il dolore.


Gli occhi di quest’ultimo erano pieni di terrore e rabbia, ai lati iniziavano a formarsi delle piccole lacrime dovute al dolore; fu proprio con quegli occhi che incontrò quelli di Jody.

Questi erano fissi su di lui spalancati e freddi, era più vicina e si era piegata un poco per vedere meglio il tutto.
La sua assoluta freddezza era terrificante; sembrava una bambola, una bambola di porcellana dagli occhi gialli e i capelli neri che le coprivano gran parte del viso e per un minuto a Carl sembrò di vedere un accenno di sorriso sulle labbra pallide dei quella.

Jody provò di nuovo la sensazione di quella mattina, quando si sentì ipnotizzata alla vista del corpo di Mattew disteso sul suo letto, ma ora era più inteso; ogni parte del suo corpo era in estasi, i suoi occhi continuavano ad osservare felici l’espressione fantastica sulla faccia di Carl, ogni suo lamento soffocato era come musica e l’odore del sangue era delizioso.


Non si accorse nemmeno che l’assassino aveva finito il suo lavoretto e si era girato verso di lei ghignando, se ne accorse solo quando questo si alzò e spostatosi di lato al corpo morente di Carl le porse il coltello rosso
< Sembri interessata o sbaglio, vuoi provare? > disse sorridendo maligno, gli era sembrata un’idea allettante, giusto per cambiare un po’ la sua solita rutine e rendere il tutto più eccitante.

Lei lo guardò e prese il coltello con calma, il sangue caldo le sporcò le mani il che le fece scendere un brivido di piacere per la spina dorsale; piano si posizionò sopra Carl; lo guardò e si leccò le labbra alzando il coltello


< J-Jody t-ti prego n-non...  > con il poco fiato che gli era rimasto chiese pietà, Jody si bloccò e sentì qualcosa aprirsi dentro di lei; adesso aveva capito, quel che voleva era solo la paura, il terrore, il dolore e tutto quello era inciso nella faccia del suo amico.

Ora aveva quasi aperto quel cassetto dentro di lei che conteneva il suo vero io, il quale era chiuso da vari lucchetti, ormai quasi tutti aperti, questo però non era l’ultimo ne rimaneva uno che le lasciava solo sbirciare quel che c’era all’interno, solo uno per poter essere finalmente quel che era veramente, ma cos’era quell’ultimo lucchetto?


Forse per aprirlo doveva solo uccidere, provare non costava nulla infondo.
Si riprese dai suoi pensieri e si preparò a conficcare il coltello nel petto del ragazzo…

 



< J-Jody? >

Ed eccoci alla fine del 4 capitolo ne mancano solo tre!
E io si vi lascio così un po’ perché sono crudele e un po’ perché sennò viene troppo lungo ^^”
(intendo per la regolare lunghezza dei cap di VJ)
Bè per l’ennesima volta non so che pensare del mio cap è venuto il solito casino di idee messe a cacchio in un testo, scusate :(
Spero non sia così male come lo vedo io *sigh*
Ci vediamo :)
Holy ^w^

   
 
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