Salve a tutti! Oggi vi presento una nuova fanfiction che sto scrivendo all'incirca da questa estate. Dopo aver letto gli ultimi capitoli del manga di Fairy Tail sull'apparizione dei draghi non ho saputo resistere ed ho deciso di pubblicarla anche se è ancora incompleta. L'idea mi è venuta mentre lavoravo a Crime Sorcière e ogni volta che sento il bisogno di staccare da quei temi forti e cupi mi trasferisco qui e scrivo qualche pagina. Questa storia ha un genere completamente diverso, è piena di fluff e romanticismo, per scriverla ho ascoltato moltissime canzoni con un ritmo allegro, come on top of the world oppure i Clean Bandit. Se avete voglia di qualcosa di leggero ve la consiglio! Ma ve la consiglio anche per un altro motivo: come per Crime Sorcière non credo di aver mai letto niente del genere.
Figli di drago si divide in quattro parti diverse: Le stagioni - I signori della foresta - Fairy Tail - Il drago d'acciaio.
Fairy Tail non mi appartiene e tutti i diritti vanno a Hiro Mashima.
Figli di drago
Libro primo - Le stagioni
Inizio estate
‘Cause I’m on top of the world, ‘ay
I’m on top of the world, ‘ay
Waiting on this for a while now
Paying my dues to the dirt
I’ve been waiting to smile, ‘ay
Been holding it in for a while, ‘ay
Take you with me if I can
Been dreaming of this since a child
I’m on top of the world
(On top of the world - Imagine Dragons)
Nell’estrema
periferia del Regno di Fiore c’è una grande ed impenetrabile foresta. Occupa
una superficie molto vasta e costeggia sia le montagne che le dune di sabbia
dorata che la separano dal mare. La gente la chiama la Foresta dell’Est ma in
realtà non ha un vero e proprio nome, perché nessuno è mai stato abbastanza
coraggioso da esplorarla tutta e darle un nome di battesimo. La leggenda vuole
infatti che l’intera foresta sia popolata da mostri e creature feroci. In pochi
si sono azzardati a mettervi piede e quelli che sono stati abbastanza fortunati
da fare ritorno hanno contribuito alla fama del luogo con racconti terribili e
spaventosi. Ma se quel giorno d’inizio estate un esploratore coraggioso fosse
entrato nella Foresta dell’Est, avrebbe trovato una natura incantevole pronta ad
accoglierlo. Grandi alberi secolari fitti di foglie verdi, ruscelli e laghi
incontaminati, fiori gialli e profumati ed il dolce canto degli uccelli.
Se
l’esploratore avesse continuato il proprio viaggio, dopo essere entrato nel
fitto degli alberi, ad un certo punto sarebbe incappato sicuramente in uno
spettacolo molto singolare, meno idilliaco dei colori della natura ma
altrettanto affascinante. D’un tratto infatti la foresta davanti a lui si
sarebbe aperta per lasciar posto ad una grande radura coperta di erba fitta e
rigogliosa ed in questa radura l’esploratore avrebbe trovato un immenso drago
rosso, disteso al sole mentre ondeggiava pigramente la coda. L’esploratore
sarebbe rimasto sicuramente senza fiato osservando la sua mole imponente e le
sue scaglie, di un color rubino scurissimo, che riflettevano il sole come una
gemma. Sarebbe rimasto colpito anche dai i suoi grandi occhi gialli che
ricordavano quasi delle pozze di oro fuso e dalle grandi spine nere come
ossidiana che ne decoravano la schiena. L’esploratore avrebbe guardato con
meraviglia e terrore le corna acuminate del drago, gli artigli e le zanne taglienti.
Avrebbe pensato di certo che una bestia del genere fosse terrificante eppure
sarebbe stato costretto ad ammettere che in quel momento il drago non sembrava
affatto una minaccia, tant’è vero che seduto a qualche centimetro dal suo muso,
l’esploratore avrebbe trovato un bambino: un piccolo che non doveva avere più
di otto anni ma nonostante tutto non sembrava affatto intimorito dal mostro che
gli stava di fronte. Un bambino con i capelli rosa, gli occhi neri, un sorriso
goffo ed i vestiti stracciati ma allegro ed in perfetta salute.
Guardando
quella scena allora, l’esploratore sarebbe rimasto meravigliato e si sarebbe
ritrovato a fissare i due in silenzio e senza fiato. L’esploratore sarebbe
stato costretto a farsi molte domande e a ricredersi sulle tante leggende messe
in piedi sulla foresta. Alla fine si sarebbe convinto che forse la Foresta
dell’Est non era un posto così orribile come gli avevano insegnato a credere,
se in un luogo del genere perfino un drago ed un bambino potevano stare così
pacificamente l’uno accanto all’altro. Sì, l’esploratore si sarebbe senza alcun
dubbio convinto ma dopo aver visto il bambino balzare in piedi, coprirsi di
fuoco e scagliare una fiammata nell’alto dei cieli, sarebbe sicuramente
scappato via, gridando anch’egli che nella Foresta dell’Est non c’erano altro
che mostri.
-
Basta così Natsu! - Ruggì il drago intrappolando il piccolo ribelle sotto una
delle sue grandi zampe, ma il bambino non ne voleva proprio sapere di star
buono e continuava a strillare e a dimenarsi cercando di liberarsi dalla sua
prigione di artigli. - Ma Igneel io voglio allenarmi ancora! Insegnami qualche
altro incantesimo! Solo uno, dai! -
-
Abbiamo già fatto abbastanza allenamento per oggi. - Sospirò il drago - Se ti
stanchi troppo domani non sarai nemmeno in grado di muoverti. È già successo
figlio mio. -
-
Sì, ma adesso sono più forte di allora! -
-
Era una settimana fa. -
-
Sette giorni sono tanti! -
A
quel punto il grande drago di nome Igneel lanciò un altro sbuffo, esalando una
nuvola di fumo grigio dalle narici e turò il suo prigioniero più vicino per
poterlo guardare meglio attraverso gli artigli. - Ascoltami bene, Natsu, tu sei
mio figlio ed io ti voglio bene per questo devi fidarti dei miei consigli. Se
ti dico che per oggi il tuo allenamento è sufficiente, vuol dire che è così.
Riprenderemo domani e adesso non ti resta che riposare. -
-
Ma io non voglio riposare! - Frignò ancora il piccolo Natsu cercando di aprire
invano gli artigli del padre con tutta la forza che aveva - Io voglio allenarmi
di più e diventare più forte! Voglio batterti in combattimento ed un giorno
voglio viaggiare per il mondo e combattere anche contro tutti gli altri. Voglio
diventare il più forte in assoluto! -
A
quelle parole Igneel si lasciò sfuggire un risolino, un verso strano, cupo ma
divertito - Non illuderti Natsu una cosa come “il più forte” non esiste. Ci
sarà sempre qualcuno al mondo più bravo e più potente di te e poi io non ti sto
insegnando la magia dei draghi per questo scopo. Mi capisci? - Natsu si fermò per
seguire meglio ciò che diceva il padre e per un attimo si dimenticò di
continuare a colpire i suoi artigli a suon di pugni.
-
Io ti sto insegnando la magia dei draghi perché voglio che tu la usi per
difenderti, per procurarti da vivere e per difendere un giorno anche la tua
famiglia e quelli che ami. - Continuò Igneel - Quando diventerai abbastanza
grande sarai un Dragon Slayer del fuoco e sarai abbastanza forte da uccidere
anche un drago. Ma non voglio che un giorno tu te ne vada in giro per il mondo seminando
distruzione e morte. -
-
Ma io volevo combattere ... -
Vedendo
l’espressione triste e perplessa del bambino Igneel non riuscì a trattenere
un’altra risatina - Se un avversario accetta di sfidarti ed il vostro è un
incontro amichevole come quelli tra me e te, allora non c’è niente di male. -
Provò a rassicurarlo il drago - E per quanto riguarda quella storia di battermi
... - Igneel ghignò un po’ in più, scoprendo le grosse zanne - Non hai alcuna
speranza di farcela. Potrai battere anche tutti i draghi del mondo ma non
riuscirai mai a sconfiggere tuo padre! -
-
E questo è colpa tua! - Igneel non doveva dire altro per riaccendere l’animo
del figlio - Se non riesco a batterti è perché non mi alleni abbastanza!
Combatti vecchio! - E detto questo il bambino non esitò oltre a soffiare una
nuvola di fiamme fuori dalla bocca investendo in pieno il genitore. Un colpo
del genere avrebbe carbonizzato qualsiasi cosa, ma quando le fiamme si spensero
il muso di Igneel era ancora intatto al suo posto con un’aria annoiata - Natsu,
quante volte ti devo spiegare che il fuoco non può danneggiare un drago di
fuoco? -
-
Ma hai chiuso lo stesso gli occhi! -
Igneel
si sforzò di ignorare il dito che il bambino gli aveva teso contro e di
rimetterlo a tacere, ruggendo che stava facendo un discorso serio sulla magia.
-
Gli umani credono che al mondo esistano solo due tipi di magie: quelle bianche
e quelle nere. Insomma, quelle buone e quelle cattive. - Ricominciò il colosso - Ma noi draghi
sappiamo più cose degli umani e sappiamo che la magia bianca e la magia nera in
realtà non esistono. Ogni incantesimo ha i suoi lati positivi e quelli
negativi, ciò che li rende buoni o malvagi è il modo in cui vengono usati. La
nostra magia del fuoco ad esempio è molto pericolosa e può causare molti danni
se usata con disattenzione. -
-
Come quando ho distrutto tutti gli alberi che c’erano qui? - Azzardò il piccolo
Natsu, ora completamente preso dal discorso. Igneel annuì con serietà - Sì,
proprio come allora. Se non ci fossi stato io a spegnere quel disastro, forse
adesso l’intera foresta sarebbe irriconoscibile. Ma la nostra magia, Natsu, non
è cattiva, non è nera, perché possiamo usarla per fare molte cose buone. -
-
Come cucinare? -
-
Beh ... Anche come cucinare. - Borbottò Igneel che conosceva bene la golosità
del figlio ed anche la sua vivacità ed il suo esser lento di comprendonio. Era
già fin troppo strano il fatto che fosse stato tanto tempo fermo sotto la sua
zampa ad ascoltarlo. - E quindi siccome io so molte più cose di te sulla magia
e sono io che insegno, tu devi fare come ti dico. - Concluse il drago - Per
oggi i nostri allenamenti sono finiti. Trovati un posto comodo e dormi! -
-
Ma io non voglio dormire! -
“Ci
risiamo d’accapo.” Pensò Igneel, sforzandosi di trovare qualche compromesso con
il figlio - Andiamo Natsu è un così bel giorno d’inizio estate, possibile che
non ci sia null’altro che vuoi fare se non allenarti? Non vuoi andare a giocare
da qualche parte, girare un po’ per la foresta, dare la caccia ai lupi ...
Niente? -
Quando
il piccolo Natsu si fermò a riflettere tenendosi il mento, per un attimo Igneel
pensò di sognare. I momenti in cui era possibile ammirare suo figlio pensare
erano così rari che poteva contare quelli a cui aveva assistito sugli artigli
di una zampa.
-
In realtà ... forse c’è un'altra cosa che voglio fare. -
Il
drago si illuminò, alzando la testa.
-
Facciamo una corsa fino alla spiaggia! - Natsu fu velocissimo a cogliere quel
momento di disattenzione per sgattaiolare finalmente fuori dalla presa del padre
e precipitarsi di corsa in mezzo agli alberi.
-
L’ultimo che arriva paga pegno! -
Igneel
restò ancora per qualche istante fermo al suo posto a fissare quel piccolo
proiettile rosa che sfrecciava via come impazzito. In tutta la sua lunghissima
vita, quella non era la prima volta che aveva a che fare con degli umani e
specie con dei bambini, ma più osservava Natsu più Igneel era certo di non aver
mai incontrato qualcuno del genere.
-
L’ultimo paga pegno? Forse è l’occasione giusta per costringerlo a stare fermo
qualche ora. - Il grande drago non perse altro tempo e si tirò sulle zampe,
spalancando le sue immense ali di membrana. Le agitò un paio di volte e poi con
un colpo più potente degli altri si staccò da terra, facendo vibrare tutta
l’erba della radura e tutti gli alberi sotto di lui.
Nel
frattempo Natsu stava già correndo a più non posso tra gli alberi, ignorando i
cespugli che lo graffiavano e saltando tra le radici scoperte. Il desiderio di
battere suo padre era così forte da mettergli letteralmente le ali ai piedi e
se qualcuno lo avesse visto correre così, avrebbe sicuramente pensato che
quello non era un essere umano, proprio come l’esploratore di poco prima. Ma
Natsu era cresciuto in mezzo alla foresta con il grande drago e gli allenamenti
che aveva seguito con lui lo avevano reso molto più forte e veloce di tutti i
suoi coetanei ed anche di molti altri adulti. A rendere Natsu ancor più
temibile c’era poi tutta la sua determinazione e la sua ostinazione, che gli
permettevano di vincere ogni ostacolo. Era sorprendente come tanta grinta e
tanta velocità fossero concentrate in un esserino così piccolo: gli bastarono
pochi i minuti per correre da un capo all’altro della foresta.
-
Eccomi! - Quando alla fine Natsu arrivò in vista della spiaggia e non trovò
nessuno ad attenderlo, pensò subito di aver vinto, ma ancor prima che potesse
mettere piede fuori dagli alberi suo padre atterrò proprio davanti a lui,
sbalzandolo a terra con il vento prodotto dalle sue ali. Natsu si ritrovò
praticamente seduto sull’erba, annaspando per liberarsi dalla sabbia che gli
era volta in bocca e negli occhi.
-
Allora? - Ridacchiò Igneel - Chi paga pegno adesso? Io ne ho uno perfetto in
mente! -
Ma
il piccolo Natsu non poteva accettare una sconfitta così umiliante e si
affrettò a ripulirsi rapidamente dalla polvere per balzare in piedi - Non vale!
Hai barato! -
-
Barato? - Si domandò il drago con sincerità, ma suo figlio non gli diede
nemmeno il tempo di capire a cosa si riferisse, prima di saltargli
letteralmente addosso e piantargli i denti su un orecchio. Le scaglie di Igneel
erano troppo dure per subire danni e Natsu sapeva che se c’era un unico punto
debole da colpire era quello. Le zanne che la magia dei dragon slayer gli
avevano regalato, erano altrettanto forti quanto quelle di un lupo.
-
SCENDI SUBITO! - Igneel si ritrovò a ruggire, scuotendo la testa da tutte le
parti per liberarsi di quel piccolo aggressore. Quando alla fine ci riuscì
Natsu capitolò di nuovo tra la sabbia protestando che aveva barato come sempre
- Sei arrivato per primo ma hai aspettato me per atterrare! -
-
Non vedo come questo sia barare ... -
Ma
Natsu non voleva accettare ragioni e gli rispose con una linguaccia, prima di
girare la testa dall’altra parte in direzione dell’oceano. Sulla spiaggia c’era
una leggera brezza ma il mare si infrangeva sulla battigia con delle onde
grosse e gonfie di schiuma, segno che la notte precedente doveva esserci stata
una tempesta a largo. Natsu amava le giornate come quelle perché a volte
capitava che le onde portassero qualcosa di interessante su quell’angolo di
costa così dimenticato. A volte gli era capitato di trovare qualche mostro
marino arenato sulla spiaggia, strani oggetti di vetro e legno ed era perfino
così che si era procurato quegli abiti stracciati che indossava da anni. Ma
Natsu non immaginava di certo quali sorprese gli avrebbe portato il mare quel
giorno e che la sua decisione di fare una corsa fino alla spiaggia gli avrebbe
cambiato la vita per sempre.
-
Igneel, c’è uno strano odore. - Cominciò il bambino tornando a sollevare la
testa. I suoi allenamenti col padre adottivo non solo lo avevano reso più forte
e padrone della magia, ma avevano anche reso i suoi sensi molto più sviluppati.
- Forse la tempesta ha buttato qualcosa riva, ma non capisco cos’è ... -
Anche
Igneel sollevò la testa sforzandosi di discernere meglio qual’era l’odore di
cui parlava il figlio in mezzo a tutto il profumo del mare, della salsedine e
dei pini che crescevano accanto alle dune. E sì, effettivamente c’era qualcosa
di insolito nell’aria: odore di legno soprattutto, ma anche di metallo, stoffa,
sangue, umani ...
Ancor
prima però che Igneel potesse comprendere la direzione giusta da prendere, Natsu
era già scattato in piedi correndo via. Il drago fu costretto a fidarsi del suo
intuito e a trottare dietro di lui, senza nemmeno pensare a spalancare le ali.
Non gli occorse molto per capire cos’era successo: poco più avanti, dietro le
dune, l’intera spiaggia era coperta dei resti di un naufragio. Assi di legno,
pezzi di vela, barili e quant’altro coprivano per molti metri lo spazio davanti
a loro e molti altri detriti ancora galleggiavano sballottati dalle onde.
Igneel sapeva che la costa intorno alla Foresta dell’Est era molto pericolosa e
che per questo i marinai più esperti la evitavano sempre. Sorvolando il mare
dall’alto, perfino il vecchio drago aveva notato la presenza di molti scogli a
pelo d’acqua, ma gli umani che la notte precedente dovevano essere stati colti
dalla tempesta, non erano stati capaci di scorgere il pericolo.
“Veramente
un peccato.” Pensò Igneel osservando la scena “ Non deve essersi salvato
nessuno. Gli umani purtroppo non sono creature fatte per l’acqua.”
-
Igneel! - A riportarlo alla realtà fu la voce del figlio che gridava. Per un
attimo aveva perso Natsu di vista, mentre il bambino correva tra i detriti
esplorando la zona.
-
Guarda cos’ho trovato! Che cos’è? -
“Cos’è?”
Quando finalmente il drago capì che cos’era che aveva attirato tanto
l’attenzione del figlio, la voce gli si mozzò in gola. In mezzo a tutta quella
devastazione, trascinata a riva dalle onde, c’era una bambina. Doveva avere la
stessa età di Natsu, ma era molto più piccola ed esile con dei meravigliosi
capelli rossi. Aveva a stento uno straccio bianco e logoro addosso, dei pezzi
di catena ai polsi e alle caviglie e non solo era completamente zuppa d’acqua
di mare ma aveva anche i segni di numerose ferite sul corpo. Igneel fu
costretto ad avvicinare meglio il muso per capire se fosse ancora viva o meno,
ma non appena colse il debole suono del suo respiro, capì che c’era ancora
speranza.
-
Presto! Prendila Natsu! - Ordinò il drago accucciandosi sulla sabbia - E sali
sulla mia schiena! -
-
Subito! - Il bambino non aveva idea di cosa stesse accadendo, ma dal tono del
padre intuì che non poteva perdere tempo. Raccolse la sua coetanea tra le
braccia e la issò in fretta sulla groppa di Igneel, tuttavia non fece nemmeno
in tempo ad afferrare le scaglie del padre per tenersi meglio, che il drago si
era già issato in volo.
Per
qualche istante Natsu si ritrovò la bocca così piena di vento da non riuscire
nemmeno a parlare - Dove stiamo andando??? -
-
Ti ricordi quando ti ho detto di non salire mai sulla montagna? Bene, Natsu è
arrivato il momento di andarci. -
La
montagna? Igneel era stato davvero spaventoso quando gli aveva proibito di
farlo ed adesso dovevano andare lì, con questa cosina piccola e strana che
avevano appena trovato? Natsu chinò per un attimo in più lo sguardo sulla
bambina che stava stringendo per evitare che cadessero dalla schiena del drago.
Pensò che era davvero fragile ed indifesa e si ritrovò a sperare che, qualunque
cosa ci fosse sulla montagna, non avesse intenzione di farle ancora del male.