All'inizio avevo pensato ad un incontro diverso per Natsu. Avevo pensato ad una bambina piccola e graziosa, con i capelli biondi e un vestitino rosa, scappata da casa e da un padre crudele con la sola compagnia delle sue chiavi e dei suoi spiriti. E poi ho pensato che l'idea sembrava troppo classica e che per tenere testa al giovane dragon slayer serviva qualcosa di più ...
Il drago del cielo
Occorsero
soltanto pochi minuti perché Igneel raggiungesse la catena montuosa che
costeggiava la foresta ed in particolare la montagna a cui aveva sempre
proibito a Natsu di avvicinarsi. Si trattava di un imponente colosso di roccia
che correva a perdifiato verso il cielo, perforando le nuvole con la sua candida
cima. Ma Igneel non si andò a posare così in alto, limitandosi ad atterrare
alla base della montagna davanti ad una caverna dall’ampia bocca. L’apertura
era in parte coperta da una cortina di liane e piante rampicanti ma non appena
il drago rosso toccò terra, Natsu scorse immediatamente lo sfavillio di due
grandi occhi azzurri nel buio. Qualunque cosa ci fosse lì dentro, il bambino
intuì subito che doveva trattarsi di una creatura enorme e terrificante.
-
Vai via dal mio territorio! - Sibilò una voce dall’interno. Era profonda, ma un
po’ meno di quella del grande drago rosso.
- Grandeeney ... - Chiamò invece Igneel - Ti prego,
c’è bisogno del tuo aiuto ... -
- E cosa ti fa credere che io voglia aiutarti? -
Tornò a replicare acidamente la voce dall’interno. Di sicuro doveva trattarsi
di una creatura terribile, ma adesso Natsu stava iniziando a perdere la
pazienza. Chi credeva di essere per rispondere in quel modo a suo padre e per
costringerlo a pregare tanto?
- Grandeeney ... - Continuò tuttavia Igneel - Non
devi aiutare né me né mio figlio, sono venuto qui per un altro motivo. Natsu,
scendi e falle vedere chi abbiamo portato: è lei quella che ha bisogno d’aiuto
e la nostra magia non può fare niente a riguardo. Solo tu puoi salvarla! -
A quel punto Natsu non esitò oltre, saltando giù
dalla groppa del padre ed adagiando a terra la bambina che trasportava, per
permettere alla misteriosa creatura che abitava nella caverna di vederla
meglio. Bastò quel gesto perché finalmente qualcosa si mettesse in moto ed un
gigantesco essere alato emergesse dalla cortina di liane. Natsu fece
istintivamente un passo indietro, intimorito da quella nuova figura. Era tanto
grande quanto Igneel con delle squame bianche e lucide, ma attorno alla testa aveva
un soffice strato di pelliccia e le sue immense ali erano coperte di piume come
quelle degli uccelli. Natsu non aveva mai visto un essere simile, nonostante
avesse incontrato molti mostri nella foresta.
- Forza Grandeeney! - Continuò ad incitare Igneel -
Tu sei un’esperta di magia! Sei il drago del cielo! Di sicuro conosci qualcosa
che fa al caso nostro! -
Drago? Un drago femmina? Adesso Natsu era davvero stupito.
Aveva sempre pensato che tutti i draghi del mondo fossero uguali ad Igneel ma
la nuova arrivata era molto diversa e non solo nell’aspetto fisico. La
draghessa aveva un odore simile all’inverno, un misto di
freddo e vento del nord, un’essenza completamente differente da quella di fuoco
e zolfo che Igneel si portava dietro.
-
Questo è un altro dei motivi per cui odio gli umani ... - Sospirò Grandeeney, abbassando il muso sulla
figura della bambina svenuta - Sono così deboli e fragili che ti fanno dubitare
del buon senso della natura. -
Quando
la draghessa spalancò la bocca, rivelando una lunga fila di denti affilati come
rasoi, Natsu trasalì pensando che volesse divorare la sua piccola paziente, ma
invece Grandeeney lo sorprese soffiando
dolcemente tutta la magia che aveva in corpo. Parte di quel respiro sfiorò
anche lui e Natsu rimase stupito dal fatto che non fosse né freddo né
invernale, ma caldo e primaverile.
C’era così tanto potere concentrato in quel respiro
che non appena sfiorò la bambina, le ferite che aveva sulle braccia e sul volto
smisero subito di sanguinare ed anche se la piccola non riuscì lo stesso a recuperare
conoscenza, la sua espressione si fece più distesa.
Grandeeney richiuse la bocca e rimase qualche altro
istante a fissarla prima di ricominciare a parlare - Che cosa fortunata, se
l’avessi trovata soltanto qualche minuto più tardi nemmeno io sarei stata in
grado di rianimarla. Sono stupita che un bestione come te sia di tanto in tanto
capace di fare qualcosa che non includa “distruggere” nella lista. -
Per quanto il tono della draghessa fosse tagliente,
Igneel prese il tutto come un complimento, sfoderando le zanne in un maldestro
tentativo di sorridere - Ed io sono lieto del fatto che tu abbia deciso di
occupartene, Grandeeney! Per un attimo ho temuto che il tuo odio per gli umani
fosse così grande che l’avresti abbandonata al suo destino. -
- Assurdità! - Replicò l’altra ringhiando - Io odio
uomini e draghi indifferentemente ma questo non fa di me un essere spregevole!
E adesso prendi questo cucciolo che ti porti dietro e sparisci dalla mia tana!
- Grandeeney non esitò oltre a far seguire alle sue minacce uno schiocco di
coda abbastanza forte da spingere Natsu tra le zampe del padre col solo
spostamento d’aria. - Questa creatura ha ancora bisogno di cure e voi due mi
siete solo d’impiccio! -
- Io non! - Natsu provò a protestare che non stavano
facendo niente di male, ma Igneel gli impedì di aggiungere altro afferrandolo
con una zampa e portandoselo sulla schiena. - Sta buono e facciamo come ci
dice. - Ma il bambino si sporse lo stesso dal collo del padre - Si sveglierà è
vero? Perché se le fai qualcosa di male giuro che tornerò qui e te la farò
pagare! - Natsu aveva visto quella bambina soltanto per pochi minuti ma già
sentiva una certa simpatia nei suoi riguardi e non voleva che le accadesse
niente di male sotto la custodia di una draghessa dispotica ed antipatica come
quella. Era serissimo e rimase a fissare Grandeeney negli occhi per un lungo
istante prima che la creatura lanciasse un sospiro - Il degno figlio di un
idiota. -
- CHE COSA? - Questa volta per metterlo a tacere
Igneel fu costretto a premergli una zampa addosso. Nonostante tutto Natsu
scorse ugualmente il corpo di Grandeeney che iniziava a brillare e quando si
fece largo tra gli artigli per guardare fuori scoprì che al posto della
draghessa, davanti alla caverna, adesso c’era un’anziana signora, con l’aria
severa ed i capelli rosa raccolti dietro la testa. Indossava un lungo mantello
rosso ed un abito verde scuro. Sembrava a tutti gli effetti un essere umano ma
era evidente che quella era soltanto una delle tante forme che la creatura
poteva assumere.
- Nessuno al mondo conosce le arti mediche e le erbe
meglio di me, Grandeeney il Drago del Cielo. - Annunciò la draghessa - Se dico
che la mia paziente si riprenderà allora non puoi dubitare! E adesso fila via
moscerino, prima che la mia pazienza tocchi il limite e decida per davvero di mangiarti!
-
- Grazie Grandeeney. - Igneel si limitò ad un ultimo
cenno prima di spiccare il volo e puntare di nuovo in direzione della foresta.
Dall’alto Natsu fece giusto in tempo a scorgere la draghessa che prendeva in
braccio la bambina e tornava nella caverna.
- Non temere. - Lo rassicurò Igneel - Grandeeney può
sembrare aggressiva ma la conosco da secoli e so che non farebbe mai del male a
nessuno. Sono certo che farà del suo meglio per guarire quella piccolina,
soprattutto se ha preso così sul serio la cosa da cambiare forma! Sai per un
drago non è facile interagire con un umano, ma con un paio di mani e senza
paura di schiacciare chi ti sta intorno è tutto più semplice! -
- Uhmm ... - E Natsu si limitò ad annuire sperando
che suo padre avesse come sempre ragione.
Quella sera trovò il bambino e Igneel di nuovo nel
cuore della radura dove vivevano, distesi sotto un cielo sereno e pieno di
stelle. Come ogni giorno il drago aveva portato una preda al nido, un grosso
cervo, e Natsu aveva mangiato più che a sazietà ma nonostante tutto non
riusciva a dormire. Continuava a pensare e a ripensare a quello che era
accaduto durante il giorno.
- Igneel ... -
- Che c’è? - Sospirò il grande drago, già mezzo
addormento.
- Stavo pensando una cosa ... -
E a quella frase il rettile tornò a spalancare gli
occhi per ritrovarsi col figlio appoggiato sulla punta del muso.
- Quello che abbiamo trovato oggi pomeriggio cos’è
esattamente? -
- Non farmi spiegare di nuovo tutto dal principio. -
Sospirò il drago - È un essere umano come te. Non l’hai capito? -
- Sì, che lo so! Mica sono stupido! - Natsu si
staccò dal padre con aria indignata - E lo so che sono un umano! So tutta la
storia e il fatto che mi hai trovato abbandonato nella foresta ma ... quello di
oggi non mi assomigliava molto ... -
- È perché si tratta di un umano femmina. - Provò a
spiegargli meglio Igneel, intuendo finalmente qual’era il problema che turbava
suo figlio - Maschi e femmine sono sempre diversi. Come i cervi: i maschi hanno
le corna e le femmine no. E anche come i merli: i maschi sono neri e le femmine
grigie. -
- Come te e Grandeeney? - Continuò Natsu.
- Anche come noi, ma i draghi sono tutti diversi gli
uni dagli altri a prescindere dal genere. -
Per un attimo Natsu rimase in silenzio riflettendo
che la cosa aveva senso. La nuova arrivata non gli assomigliava affatto: era
più piccola di lui, con i capelli più lunghi e meno muscoli. Di sicuro doveva
essere come diceva Igneel, ma c’erano altre cose che non riusciva a capire.
- Com’è arrivata qui? -
- Credo che fosse a bordo di una nave che è
naufragata la scorsa notte. Deve aver colpito gli scogli ed è andata a fondo
come un sasso. - Cominciò a spiegargli Igneel ma solo per sentirsi ribattere -
Che cos’è una nave? -
Oh, questa era un po’ più difficile da spiegare.
- È un grosso pezzo di legno che galleggia e che gli
umani usano per spostarsi da un posto all’altro via mare. Ce ne sono di molte
forme e dimensioni. -
-
Perché gli umani usano le navi per spostarsi? Non stanno bene dove stanno? -
-
Beh, mio caro Natsu ci sono molti motivi per cui gli umani si spostano. Per
procurarsi da vivere ad esempio e per cercare una casa migliore. E poi ci sono
umani che si spostano per avventura, come te, che da grande vuoi viaggiare per
il mondo. -
-
Migrano come gli uccelli allora? -
-
Più o meno come gli uccelli, ma a differenza delle rondini non tornano sempre
indietro. - Continuò il drago. - Vedi Natsu, in questo universo solo una cosa
ha le radici e non può spostarsi dal luogo in cui nasce: gli alberi. Tutto il
resto è in movimento. -
Natsu
annuì anche se continuando a domandarsi come fosse fatta davvero una nave - E
che cos’erano quelle cose che aveva ai polsi? -
-
Sembravano proprio pezzi di catena. - Continuò Igneel riflettendo anche lui
sulla scena - Forse quella piccolina era a bordo della nave perché la stavano
portando via come una schiava. Ho sentito che gli umani fanno spesso degli
schiavi. -
-
Che sono gli schiavi? -
Igneel
tornò alla realtà solo quando si accorse che Natsu non sapeva ancora di cosa
stesse parlando e lo stava fissando con aria confusa. - Gli schiavi - gli
spiegò il drago - sono umani che altri umani costringono a fare delle cose per
loro. -
-
E perché gli umani hanno bisogno di schiavi? Non sanno fare le cose da soli? E
se hanno bisogno di aiuto non hanno degli amici a cui chiedere? Come quando io
chiedo a te? -
Piccolo,
innocente e con un gran cuore. Igneel non poté far a meno di sorridere davanti
alla semplicità di suo figlio, appoggiandogli un artiglio sul petto - Hai
ragione Natsu: è una pratica molto crudele che nessun altro compie in natura,
non di certo i draghi. -
-
Tu continui a ripetere che sono umano. - Continuò il bambino mettendosi a
sedere sull’erba - Ma io gli umani non li capisco, fanno molte cose strane. -
-
Questo è vero! Sono più strani delle più strane scimmie che stanno in questa
foresta, ma forse un giorno quando comincerai a viaggiare per il mondo e li
vedrai più da vicino, li capirai meglio. - A quel punto Igneel distese una
delle sue grandi ali per coprire Natsu dalla brezza e dall’umidità notturna ed
invitarlo a dormire. Era stata una giornata intensa ed era meglio che andasse
finalmente a riposare. In realtà il piccolo Natsu, essendo imbevuto di magia
del fuoco non poteva sentire né il freddo né l’umido, ma al drago piaceva
tenerlo più vicino per custodirlo meglio.
-
Igneel? - Lo chiamò ancora Natsu, ma questa volta con uno sbadiglio - Sei
sicuro che l’umano femmina stia bene? -
-
Chiamala bambina, non umano femmina. È una bambina come tu sei un bambino. -
-
Sei sicuro che la bambina stia bene? - Riformulò Natsu.
-
Fidati di Grandeeney, ne sono certo. -
- Uhmm ... - Ci fu un attimo di silenzio - Quando
posso vederla di nuovo secondo te? - E Igneel si ritrovò ancora a ridacchiare.
In fondo quella era la prima volta che Natsu incontrava un suo simile e non
c’era da stupirsi che fosse così curioso. - Lascia passare un paio di giorni,
poi ti accompagnerò io stesso alla montagna. - Lo rassicurò il drago e Natsu si
stese finalmente sotto l’ala, vicino al suo fianco caldo e squamoso.
- Come si dice, adesso? -
- Buonanotte Igneel. -