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Autore: PersephoneAm    15/01/2015    1 recensioni
La luce dell'astro notturno illuminava il cortile del palazzo, mentre Nitocris vi passeggiava. Un rumore sinistro catturò la sua attenzione, ma non riuscì a chiamare le guardie ché una mano le si posò sulla bocca, impedendole di urlare. Il ladro la fece voltare e ciò che Nitocris vide le riempì il cuore di gioia: quegli occhi neri, così scuri e misteriosi appartenevano a una sola persona nel regno.
La mano abbandonò le sue labbra e con l'oscurità che la nascondeva sorrise. Era finalmente tornato. Ora poteva finalmente deliziarsi nel vederlo cavalcare con sicurezza il suo stallone nero dalla terrazza del palazzo, poteva vederlo allenarsi nel cortile insieme ai soldati, mentre le goccioline di sudore scivolavano sulla sua schiena scoperta e abbronzata dall'astro di Ra.
-Ramses?-chiese lei, per cercare conferma dei suoi sospetti.
-Si, sono io Nitocris!-rispose lui.
Il cuore prese a batterle furiosamente nel petto: il principe era finalmente tornato!
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
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Nitocris era appena entrata nelle sue stanze e iniziò a buttare a terra tutte le cose che trovava a lei vicine. Era... Arrabbiata. Arrabbiata e delusa da Ramses. Lei aveva sognato qualcosa che non sarebbe mai potuto accadere: lei e il principe non avrebbero mai potuto sposarsi, perché Ramses non provava altro che dei sentimenti d'amicizia per lei. Le sue speranze erano cadute a terra, distrutte proprio dalla persona che amava.

Le lacrime presero a rigarle il volto e lei scivolò a terra, singhiozzando. Qualcuno stava dirigendosi verso le sue stanze, ma lei non se ne curò, presa dal suo dolore.

-Nitocris!-la chiamò Akhenator, andandole incontro ed evitando tutti gli oggetti a terra,-Che succede?-.

Le braccia del principe la avvolsero in un abbraccio protettivo e lei ci si abbandonò fiduciosamente. Akhenator la sollevò e la posò sul letto con dolcezza, poi le si sedette accanto, mentre Nitocris si portava le ginocchia al petto e le cingeva con le braccia, posandovi la testa.

-Nitocris, cosa ti è accaduto?-mi chiese,-Hai per avuto qualche brutto sogno?-.

-No...-mormorò lei,-No, credo piuttosto che Hathor mi odi...-.

-Perché mai la grande dea ti odia? Non c'è alcuna ragione per cui debba farlo!-.

-L'unica persona che vorrei come mio sposo e mio compagno mi ha chiaramente detto che tra noi non potrà mai esserci nulla, se non della semplice amicizia!-.

-Chi è quest' uomo ignorante?-chiese Akhenator, accarezzandole la guancia con dolcezza.

-Fratello!-.

I due sussultarono, mentre Ramses avanzava nella stanza, seguito da due guardie con gli spadoni sguainati. Nitocris smise di piangere e guardò il principe ereditario come se fosse stato uno schiavo che aveva appena interrotto qualcosa.

-Che cosa le hai fatto?-chiese Ramses, avvicinandosi al letto e facendo alzare suo fratello.

-Nulla!-rispose Akhenator, scostando il maggiore,-Stava piangendo e sono venuto a chiederle cosa avesse!-.

-Nobile Ramses!-lo chiamò Nitocris,-Non c'è bisogno di preoccuparsi! Vostro fratello stava semplicemente accertandosi che stessi bene!-.

Ramses mandò via le due guardie e si guardò attorno. Ogni cosa in quella camera era stata buttata all'aria, come se un vento vendicativo fosse entrato all'interno delle stanze.

-Ora puoi dirmi chi ti ha rifiutata, facendoti adirare e intristire?-le chiese Akhenator,-Perché se fossi stato al posto di quell'uomo così sciocco, mi sarei pugnalato al cuore, invece di lasciarti andare!-.

-Sei gentile, Akhenator!-sorrise la ragazza,-Ma purtroppo tu non sei lui!-.

Nel frattempo Ramses si era voltato a guardarli attentamente e, ascoltando le parole del fratello, la sua mascella si era contratta, mostrando il suo fastidio nell'udire ciò che era una vera e propria dichiarazione. Suo fratello era sempre stato più legato a Nitocris e questo gli dava fastidio, perché la voleva per sé, voleva la ragazza come sposa e sua futura regina. Proprio per questo voleva discutere del suo matrimonio con suo padre e Tutmosi la mattina, dopo i cortei d'omaggio che avrebbe ricevuto dai sudditi. 

-Già...-sospirò Akhenator, voltandosi e dirigendosi verso l'uscita,-Vadoa chiedere del latte per te. Torno subito!-.

Appena il principe fu uscito, nella stanza calò un pesante silenzio. Nitocris era voltata di spalle e Ramses ne stava fissando la formosa figura: Tutmosi l'aveva allevata davvero bene, non le aveva fatto mancare nulla, a Nitocris tutto era dovuto fin da bambina, giocattoli, gioielli e vestiti.

E così era successo ad Akhenator.

Mentre lui ogni giorno doveva addestrarsi alla guerra, imparare a cavalcare e allenare il suo fisico a ogni difficoltà di origine naturale, come bere poca acqua se già ne aveva poca, stare sotto il sole cocente del deserto e procacciarsi il cibo da solo. Un allenamento voluto e tenuto sotto controllo da suo padre e usato anche a tutti i suoi fratelli, ma in misura minore.

Proprio lui che era il principe d'Egitto era stato privato di ogni divertimento, al contrario di tutti i figli dei cortigiani e dei suoi fratelli minori.

Nitocris era comunque diversa dalle altre ragazze, non solo fisicamente, ma anche caratterialmente: tra tutte le sue amiche, spiccava di bellezza e bontà. Era una fanciulla di bassa statura e dalla carnagione chiara, che le impediva di esporsi alla luce solare per troppo tempo, ma che non la sminuiva, anzi! Le sue guance erano rosee naturalmente e le sue labbra rosse e carnose e ancora mancava la sua più bella particolarità: Nitocris possedeva una rarità negli occhi, di colore marroncino chiaro l'uno, quasi colore del miele, e l'altro verde come le foglie delle palme sulla riva del Nilo. Ogni qualvolta usciva da palazzo, andava per i campi, coperta dal sole con dei baldacchini e portava del pane ai contadini, che la ringraziavano felici e riconoscenti. Incantava tutti con la sua voce e le sue dita accarezzavano le corde dell'arpa con così tanto amore, da incantare chiunque, anche i più duri di cuore.

-Voi... Amate qulcuno, bela fanciulla?-le chiese Ramses, spezzando il silenzio.

Nitocris si voltò, con le braccia coperte sul petto formoso.-Vi interessa forse, mio principe?-.

Aveva pronunciato le parole "mio principe" con disprezzo e Ramses se ne accorse.-Posso sapere per quale motivo usate un simile disprezzo nei miei confronti? Capisco che siete adirata, ma non dovreste prendervela con chi non c'entra nulla!-.

Nitocris rise.-Voi amate qualcuno, principe?-.

Si, amo la tua grazia, la tua eleganza, la tua belezza.-No!-rispose lui,-Non ho ancora avuto il privilegio di trovare la persona che amo!-.

-Allora non potete capire!-sbottò la fanciulla, dopo una piccola pausa di silenzio, uscendo sulla terrazza e sedendosi su una panchetta di legno.

Akhenator entrò in quel preciso momento.-Dov'è Nitocris?-chiese con una coppa di latte tra le mani.

-Sulla terrazza!-rispose Ramses, camminando verso la pirta,-Io mi ritiro, fratello!-.

-Spero che l'uomo per il quale Nitocris prova amore rinsavisca, altrimenti lei potrebbe rivolgere le sue attenzioni verso qualcun altro che la merita di più!-.

-Cosa vorresti dire? Che tu la meriti?-lo schernì Ramses.

-Se lei mi riservasse almeno la metà delle emozioni che prova per quest'uomo sarei la persona più facile a questo mondo!-disse Akhenator,-Ma purtroppo non lo sono...-.

-Già...-mormorò Ramses.

-È benedetta dagli dèi!-continuò l'altro,-Speriamo lo sia anche dall'amore!-.

Ramses lasciò la stanza, deciso a strappare a quell'uomo l'amore di Nitocris. La voleva per sé, nolente o volente doveva essere sua.

Ma non aveva ancora capito che il cuore della fanciulla era già suo...
   
 
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