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Autore: kajitsu    15/01/2015    3 recensioni
[Takuran (?)]
Dopo tanti via vai da Tokyo alla mia città e viceversa, mi son messa nei guai con una bugia detta a fin di bene.
Kirino, in questa storia è una ragazza.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirino Ranmaru, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Ragazzo o ragazza ... Questo è il problema

« Ciao sono Kirino, mi sono trasferita da poco in questa città e spero che riusciremo a diventare buoni amici ».

Questo è tutto quello che sono riuscita a dire quando il mio maestro mi ha detto di presentarmi. Come avrete capito sono una bambina, mi sono appena trasferita a Tokyo. Ho 6 anni e frequento la prima elementare. Sono di media statura, ho occhi azzurri come il cielo e dei capelli rosa che porto in due codini.

Appena sono arrivata ho pensato di poter trovare molti amici con cui giocare a calcio, si avete capito bene, sono una bambina alla quale piace il calcio, spero non ci sia alcun tipo di problema, quindi sono direttamente andata al parco più vicino, ma con la grande fortuna che ho, non ho trovato nessuno, così ho deciso di giocare per conto mio com'è mio solito fare. Ho aspettato circa due ore o forse di più, ma era ancora deserto, ci sono rimasta male, “Non pensavo che hai bambini di città non piacessero i parchi!” ho pensato e poi me ne sono tornata a casa sconsolata.

Il mattino seguente sono stata ammessa alla scuola ed è qui che adesso mi sono presentata. « Visto che non conosci nessuno e loro non ti conoscono, che ne dite se oggi, invece che svolgere ciò che avevamo in programma, ci presentiamo e le spieghiamo quello che stiamo facendo e anche ciò che vi piace fare? »

Guardo il mio maestro, del quale non so ancora il nome ma mi ispira fiducia. Sento un si generale ed io non essendo abituata a questo urlare mi tappo le orecchie. « Bene allora ci presentiamo anche noi. Io sarò il tuo maestro e mi chiamo Netero. Bambini ora tocca a voi ».

Detto ciò cominciano anche loro a presentarsi, ma essendo in tanti gli unici nomi che ricordo sono: Misaki, Shiro e Kurumi e questo è tutto. Finite le presentazioni il nostro insegnante ci dice che si deve assentare per un po', quindi siamo rimasti soli in classe, da dove vengo io appena l'insegnante esce dall'aula partono urla e schiamazzi ed è quello che mi aspetto adesso. Ma rimango stupita poiché nessuno fiata e tutti hanno gli occhi puntati addosso a me, non mi piace essere al centro dell'attenzione.

Aspetto interminabili minuti ed io mi sento sempre più in imbarazzo, non so che fare è tutto diverso, non sono abituata a questi modi così signorili.

« BALDORIA » mh!! Che cos'ha detto??

Dopo quest'unica parola tutti si alzano in piedi e fanno ciò che vogliono, ora riconosco la normalità!

Mi avvicino ad una bambina, mi sembra sia lei Misaki, « Ehi sei tu Misaki? »

« Si. Piacere di conoscerti, mi sembri molto simpatica, diventeremo amiche con facilità. Comunque...perché non ci hai detto anche il tuo nome? E, a proposito di questo, qual'è? »

Mi aspettavo questa domanda, non mi piace il mio nome ed anche i miei genitori lo sanno, ma per cambiarmelo devono aspettare che abbia compiuto i 14 anni, chissà il perché? In ogni modo non voglio che nessuno lo venga a sapere, mi farò sempre chiamare Kirino, anche se la persona con cui sto parlando è, o non è, un mio parente.

« C'è stato un piccolo errore quando hanno scritto il mio nome e così...tutti mi chiamano Kirino » Non so che altro dire, in questo momento non mi viene in mente nessun'altra scusa plausibile che non sia 'il mio nome non mi piace!

« Ah ok. Allora...ti piacerebbe venire a giocare da me oggi? » Sono sbalordita già il primo giorno sono stata invitata da qualcuno a casa sua...sono felice e per questo mi compare un enorme sorriso che parte da un orecchio e finisce dall'altra parte. Rispondo un si con enfasi, dopo di che comincio anch'io a far baldoria.

Non so come ma il tempo è volato e il maestro a quanto pare si è dimenticato di tornare, così abbiamo passato l'intera giornata a giocare liberamente. E anche quel pomeriggio a casa della mia nuova amica stava trascorrendo tra giochi e risate, ma in tutta sincerità un po' mi stavo annoiando, non mi è mai piaciuto giocare con le bambole e tanto meno servirgli il tea.

Approfittando di un piccolo momento di silenzio ho ripensato a tutta la mattinata e c'era ancora un particolare che mi lasciava perplessa, così decido di chiederle perché non avevano cominciato subito a far chiasso quando il maestro era uscito. Lei ci pensa un po' sopra poi mi risponde: « Abbiamo aspettato che si fosse allontanato abbastanza da non farlo tornare indietro. Non so se te ne sei accorta ma c'era sempre qualcuno alla porta che controllava se per caso qualche altro maestro era nei paraggi. »

Però non pensavo di essere capitata in una classe così intelligente! Me lo devo annotare, così se per caso dovessi cambiare scuola un'altra volta, e questa tattica non è in uso, la posso proporre.

Passiamo interminabili minuti in silenzio, non so più che cosa dire...poi « Posso sapere cosa fai nel tempo libero? Insomma fai qualche sport? » Provo ad azzardare, tanto ho già capito che qui le bambine sono bambine punto e stop, e come sospettavo ricevo la risposta a cui stavo pensando. « E tu? »

« Bhe io....io giocavo a calcio con i miei amici ». Appena dico il nome dello sport: calcio, gli cade la tazzina dalla mano e mi guarda stupita. Insomma qui le bambine non hanno mai giocato a calcio? È uno sport divertentissimo. Cerco di dire altro ma mi vido buttar fuori di casa e sento quella bambina dire che eravamo bambine e come tali dovevamo rimanere senza alcun difetto. E detto questo chiude la porta ed io alzando le spalle e pensando che tanto era l'unica a pensarla in quel modo torno a casa.

Ma non sapevo ciò che l'indomani sarebbe successo.

Quando arrivai a casa sono le 17:00, i miei genitori di sicuro non si aspettano il mio ritorno, neppure io pensavo di tornare così presto, se non ricordo male c'eravamo messi d'accordo per dopo cena! Ma chi si aspettava che quella tipa mi cacciasse fuori da casa sua, che c'è di male se a me piace giocare a calcio? C'è qualcosa di sbagliato in me?...ma a che cosa vado a pensare, è solo una bambinetta che crede di essere chissà chi...per fortuna che aveva detto che gli stavo simpatica e che saremo diventate amiche!

Basta! Non ci devo più pensare...in quel momento suono al citofono di casa e aspetto che qualcuno venga a rispondere. Aspetto per un bel po' di tempo, poi decido di suonare un'altra volta, ma il risultato è lo stesso, così per far passare un po' di tempo, decido di andare al parco dietro casa.

A differenza di due giorni fa il parco è gremito di bambini che giocavano, mi sento felice, forse tra di loro ci sarà qualcuno che voglia giocare un po' con me. Mi avvicino al primo gruppo e chiedo se potevo giocare con loro, questi mi guardano per un po', poi una alza le spalle ed annuendo dice che toccava a me contare, dato che ero arrivata per ultima.

« Ok va bene ». Almeno riesco a far passare il tempo, sperando che per l'ora di cena i miei genitori siano a casa, altrimenti la salterò.

Comincio a contare e quando finisco comincio a cercarli. Si sono nascosti davvero bene, non riesco a trovare nessuno. Ci metto 10 minuti buoni a trovarne uno, almeno non devo contare per due volte, siccome in quell'asso di tempo tutti gli altri si sono tanti. Giochiamo per circa un ora e mezza, poi pian piano se ne vanno tutti e quando rimango sola torno a casa e riprovo a suonare ma, ho lo stesso risultato di prima, non sono ancora tornati! E ora che faccio!? Non posso stare in strada fino a quando tornano...se quella Misaki non mi avesse buttato fuori da casa sua, forse a quest'ora starei mangiando. Ma poi...che le avrò fatto di male...assolutamente nulla!

Sbuffo e mi gonfio le guance, chissà a che ora tornano i miei, ho fame!

A quanto pare i miei mi hanno letto nel pensiero...vedo la loro macchina avvicinarsi, sono felice...posso entrare in casa e stare al calduccio. Aspetto finché non scendono dalla macchina e poi mi avvicino « Ciao mamma, papà. Sono tornata prima! »

Nel sentire una voce alle loro spalle, si prendono entrambi un colpo. Ridacchio senza farmi sentire. « Tu non dovresti essere da....quella bambina....non ricordo il nome, non l'ho ancora imparato ».

Ok dovete sapere che mia mamma si dimentica, anzi no sbaglia spesso i nomi. « Si è vero però....appena le ho detto che giocavo a calcio....mi ha sbattuto fuori. » Dovreste vedere le loro facce...hanno gli occhi fuori dalle orbite, ho quasi paura che tra un po' qualcuno di loro ne perda uno.

« Da quanto? Da che ora sei qui ad aspettarci? Lo sapevo io che non dovevamo allontanarci da casa entrambi, era meglio se andavi solo tu....non ti hanno fatto nulla vero? ».

Mamma si preoccupa sempre di quello che mi può succedermi se rimango sola, anche solo per un attimo. È tranquilla solo se sono in casa in compagnia di qualcuno. Scommetto che quando dovrà andare da qualsiasi parte o mi porta con lei o cercherà qualche zio disposto a restare chiuso in casa fino a quando non torna. Non mi piace restare chiusa in casa!! Forse, siccome il parco è proprio qui dietro casa, mi darà la possibilità di andarci. « No tranquilla mamma, non mi è successo niente e comunque vi sto aspettando da poco ».

« Per fortuna non ti è successo nulla, se ti fosse accaduto qualcosa....non me lo sarei mai perdonato. » Si sono spaventati....non volevo, se scoprissero che è da un paio d'ore che sono fuori da quella casa.... Non devo pensarci, finché rimane un segreto tutto può andare bene. Almeno spero.

Faccio un sorriso per rassicurarli e poi entriamo, mangio qualcosa velocemente e poi mi dirigo subito nel letto. Ho sonno! Dopo essermi cambiata ed aver pensato che la doccia l'avrei fatta l'indomani, mi sono addormentata.


 


 


 


 


 

Angolo dell'autore:

Ciao sono nuova ed è la prima storia che scrivo...

??: Non propriamente...

Io: sì, vero l'hai scritta tu, ma non è colpa mia se te la devo pubblicare io ^.^.

??: -.-”

Io: Ok sorvoliamo. Speriamo vi piaccia e che non ci siano errori...

Ciao, e se qualcuno la segue, alla prossima.

   
 
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