Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: cenere41    16/01/2015    1 recensioni
Granducato di Toscana, XVIII secolo. Un amore inatteso, forte, passionale tra due mondi contrapposti, seppur uniti dal potere economico. Una passione che sfida le regole e le convenzioni dell'epoca creando intrighi, gelosie prima dell'atteso finale tra il marchese Alessandro e Lucilla, figlia di un ricco commerciante di seta.
Genere: Avventura, Fluff, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Storico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 7

Dopo la partenza del marchese e Lucilla, la giovane coppia rimase da sola nel patio della casa grande ed il conte, vedendo la moglie sovrappensiero, chiese:- Cosa c'è mia cara? A cosa stai pensando?-
-Mi chiedevo il motivo dello strano comportamento di quei due...Mia cugina era molto agitata dopo il suo arrivo, per non parlare del momento in cui si è congedata...sembrava quasi volesse rinviare la partenza.-
-Può darsi che davvero non volesse cambiare i piani di Alessandro. Anche se lui ha insistito per accompagnarla personalmente...anzi mi è sembrato molto contento di farle da scorta.-
-Sarà...! Ma continuo a pensare che deve essere accaduto qualcosa tra loro, durante il loro breve incontro di questa mattina, mentre ci attendevano...! E' la prima volta che vedo Lucilla tanto strana in presenza di qualcuno-
-Forse hai ragione, se pensiamo al breve scontro avvenuto a colazione poi, la cosa diventa davvero strana.-
-Spero solo che non entrino in reciproca antipatia. Alessandro è il tuo migliore amico e lei è la mia, oltre che cugina: mi dispiacerebbe se non andassero d'accordo. Lucilla è adorabile, sincera e lui, è un uomo che ho imparato a stimare molto in questi mesi. Vorrei che potessero conoscersi meglio...sono certa che potrebbero arrivare ad interdersi e ad essere buoni amici.- Concluse abbracciando il marito.
-Non fartene un cruccio, amore mio. Forse è proprio quello che accadrà ed allora le tue ansie saranno state inutili, non credi?. Rispose lui, abbracciandola a sua volta.
-Speriamo sia così, caro.- Terminò lei poco convinta. Il motivo del proprio scetticismo era dovuto al fatto che Lucilla aveva dimostrato un aperto disprezzo per il marchese, ma per non irritare il marito preferì non dirgli nulla, non voleva peggiorare la situazione attirando la sua antipatia verso la cugina, visto che già non impazziva per i suoi invadenti parenti.

Mentre la carrozza si avvicinava a Pistoia, l'umore di Lucilla non accennava a migliorare:tra non molto avrebbe dovuto affrontare le ire paterne, che di sicuro aveva intuito la destinazione della sua fuga, ma la cosa non la impensieriva più di tanto: già altre volte aveva dovuto subire le sfuriate del genitore, per aver voluto fare di testa sua ed era riuscita sempre a cavarsela egregiamente. Ciò che l'aveva fatta davvero infuriare, era stata l'insistenza del marchese Bentivoglio nel volerla accompagnare a casa. Liberando un sospiro nervoso, ripensò a quanto le aveva detto a colazione:quell'uomo era veramente insopportabile ed insolente: le aveva imposto le proprie decisioni e basta, sordo a qualsiasi tipo di protesta da parte sua. E poi...che cosa intendeva, nell'affermare che in futuro sarebbero andati d'accordo, se si fosse limitata ad accettare ciò che lui decideva? Davvero non riusciva a comprendere il motivo di tanta insistenza, ma di una cosa era certa: Alessandro Bentivoglio non le piaceva e ancor meno il suo modo di fare.
Nel tardo pomeriggio la carrozza varcò i cancelli della grande casa paterna. Il marchese l'aiuto a scendere a terra tenendola per una mano, dicendo:-Venite, signorina...vi accompagno da vostro padre-Ma la ragazza si liberò immediatamente:-Vi ringrazio, marchese, ma non è necessario. Vi sono grata per avermi scortata durante il viaggio, ma credo di poter proseguire da sola, adesso- Rispose con una punta d'impercettibile ironia.
-Non ne dubito, signorina...ma vedete, ritengo sia mio dovere rassicurare la vostra famiglia. Sicuramente si saranno preoccupati, sapendovi da sola...desidererei poterli tranquillizzare.-
-Vedermi di ritorno e perfettamente illesa, sarà la migliore delle rassicurazioni, non credete?- Ribadì la giovane.
-Ne sono certo...tuttavia mi permetto d'insistere. Non ho l'abitudine di lasciare donzelle indifese ad affrontare le ire paterne dettate dalla disubbidienza.- Concluse con un sorriso ironico.
-Oh...ma allora non dovete preoccuparvi. Io non sono certo indifesa. Vi garantisco che posso benissimo spiegare da sola, le ragioni del mio gesto a mio padre. Non sarebbe certo la prima volta, del resto.- Rispose contenendo a stento la rabbia.
-Chissà perchè la cosa non mi sorprende!?- Disse Alessandro, sempre più colpito dal temperamento della giovane.
-Ne sono lieta, credetemi. Come avrete certamente compreso, potete rispiarmiare le vostre difese e conservarle per altre donzelle di sicuro più deboli e bisognose di protezione. Buona serata e grazie ancora marchese- Concluse con un inchino, dopo il quale si voltò per accingersi ad entrare in casa, ma il giovane l'afferrò per un braccio e con uno scatto la fece voltare verso di sè: la distanza che li separava era davvero breve:-Io non ne sarei tanto sicuro se fossi in voi! Avete una lingua talmente affilata, che prima o poi vi procurerà dei guai seri ed allora un esercito non basterà a proteggervi, Lucilla.-Esclamò con voce bassa, calma, ma capace ugualmente di suscitare rispetto, timore...o qualcos'altro d'indefinito, un tremito allo stomaco, che s'irradiava in tutto il corpo e al tempo stesso le trasmetteva calore, lo stesso che avvertiva nel punto dove lui la stringeva:-Lasciatemi subito!- Sussurrò lei, imponendosi un tono deciso, reagendo così all'effetto della sua voce.Ma lui pareva non udirla:-Ho cercato solo di essere gentile con voi. Proteggervi...ma in cambio ho ottenuto solo insulti...e non proprio velati. Sinceramente non comprendo il motivo di tanto disprezzo e non penso di aver fatto nulla per meritarlo, anzi tutt'altro. Ma se le mie attenzioni vi hanno urtato, vi chiedo scusa. Vi libero immediatamente della mia fastidiosa presenza.-S'interruppe attendendo che lei negasse, ma ella non disse nulla, si limitava a fissarlo con espressione sorpresa:-Buona serata a voi, signorina.-Concluse allora lui,liberandole il braccio;poi si voltò, montò a cavallo e se ne andò, lasciandola confusa e mortificata.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: cenere41