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Autore: ELE106    16/01/2015    3 recensioni
[...] Immobile, attendo. Nella semioscurità della stanza da bagno, tutto mi appare perfetto. Sono pronto... Lo sono? Per pochi secondi le mie sicurezze vacillano, e non lo sopporto. Sono pronto. La tenue luce delle candele che circondano l'enorme vasca da bagno, rilassa i miei nervi e il mio spirito inquieto; io sospiro, osservando distrattamente le ombre muoversi sinuose sull’acqua e sulle pareti, in un giocoso e languido ondeggiare. I rumori che provengono dall'esterno sono un suono ipnotico e vago che sento distintamente, ma non ascolto davvero. Dall’immenso salone del Trono, dove si festeggiano la solenne vittoria in battaglia e la fine dell'ennesima guerra, Thor, futuro re di Asgard, tuona tra la folla. [...] [Thorki – pre-Thor] Buona lettura ;)
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: Lemon, Movieverse | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Capitolo 5.


 
 
 
LOKI

 
 
 
Immobile, attendo.
 
Le mie stanze sono buie, fa caldo, l’aria è umida e pesante, l’odore di chiuso mi è tollerabile soltanto grazie ai profumi esalati dagli oli e le essenze con le quali mescolo pozioni, in privato, ormai da giorni.
 
Sono trascorse solo sette albe da quell’unica volta con Thor, nelle sue stanze.  
Solo sette... ma dopo quella notte tutto tra noi è stato diverso. Io stesso sento di essere diverso. Come se avessimo crepato una diga fatta di eterne pulsioni represse, già compromessa dall’ingrossarsi di un fiume di desiderio fisico e mentale, che ora sta fluendo dentro e fuori di noi, travolgendoci.
 
Thor ha preso a guardarmi e a parlarmi con occhi nuovi, a cercarmi con lo sguardo sempre più spesso, indugiando a lungo (e alquanto spudoratamente) sulle spigolose curve del mio corpo.

Mi guardi come fossi il tuo principe, Thor. Lo sono davvero? E tu sai di essere il mio?
 
Dopo quella notte è stato come vivere un sogno perfetto. Perfetto, quanto brevissimo.
Poi, è giunta la splendente e radiosa mattina in cui Odino ci ha convocati a colloquio con lui, nella sala del trono.
 

*

“Non può accompagnarmi, Padre! È troppo pericoloso!”
 
Così ha imperato, in piedi di fronte a nostro Padre, quando ci ha annunciato di un importante viaggio a Midgard che presto avremo affrontato insieme. La fermezza con la quale si è opposto alla mia partecipazione mi ha ferito nel profondo. Mi sono sentito umiliato, svilito, inferiore.
 
Perché?
 
 
Inaspettatamente, nostro padre si è mostrato inflessibile e non ha dato seguito alle obbiezioni mosse da Thor.

“È pronto! Guiderete questa spedizione, figli miei.”

Perché non mi vuoi con te?
 
Avrei voluto urlarglielo, invece ho taciuto e, furibondo, ho lasciato la sala immediatamente dopo il congedo di Odino, non prima di aver fulminato il suo algido figlio primogenito, con occhi gelidi di rabbia.
 
Perché fai questo?
 
Come se non fossi forte abbastanza, come se non fossi in grado di combattere al suo fianco, come se, ai suoi occhi, il mio ruolo dovesse essere confinato ai piaceri delle stanze da letto (le sue), agli onori di un Dio, che sarà sempre più potente e valoroso di me.

Non esco dai miei alloggi quel mattino. Le mie giornate trascorrono esercitando il mio Seiðr ancora acerbo e ignorando crudelmente Thor, malignamente consapevole di averlo lasciato in balia del rimorso per il suo comportamento egoista, e di una passione appena scoperta, ben lontana dall’essersi estinta. Ma se poteva sopportare l'idea di mesi, forse anni, su altro mondo lontano da me, non vedo come possano turbarlo pochi giorni di privazione delle mie attenzioni.
 
E ora non mi resta che attendere sua resa. Il momento in cui entrerà da quella porta per riavermi.
 
Mi troverà pronto.
 
 
 *


“Loki?”
 
Come previsto infatti, Thor irrompe nella mia camera senza bussare, rumoroso e sgraziato come sempre, provocando un gran fracasso.
Dal portone, la luce del pomeriggio invade con ferocia ogni angolo, squarciando il buio di giorni e giorni di reclusione volontaria.
 
“Vieni avan-”
 
Non faccio in tempo ad invitarlo ad entrare che mi è addosso e mi afferra con forza per le spalle, obbligandomi a guardarlo. Io non sfuggo al suo sguardo, non ho paura di affrontarlo.
 
“Non è come credi, Loki!”
 
“Non so a cosa tu ti riferisca.”
 
Lui mi strattona leggermente, come se con quel gesto volesse scuotermi e liberarmi da quella maschera di bugie e cattiveria, che nasconde il mio volto e il mio animo.
 
“Credi che non sappia ancora riconoscere quando menti?”
 
Risponde a un soffio dal mio viso. È arrabbiato, impaziente come sempre.
 
“È per punirmi che mi eviti? Che ti neghi persino alla mia vista?”
 
Sembra quasi ringhiare, ma non è la sua forza a spaventarmi, quanto la sincerità dei suoi occhi e il fuoco delle sue mani.
 
“Temo per la tua incolumità! Solo per questo ho chiesto a nostro padre di non coinvolgerti. Se ti accadesse qualcosa su Midgard, io non potrei mai perdonarmelo. Preferirei trascorrere eterni inverni di solitudine lontano da te, piuttosto che saperti in pericolo! Piuttosto che...”

Piuttosto che perdermi per sempre.
 
Resto in silenzio abbassando lo sguardo. Lo capisco. Capisco perfettamente, ma non ho il coraggio di confessarglielo.
 
Avrei paura anch’io. Perché perderti è il mostro che temo più di ogni altro.
 
Ho l’impressione di tornare a respirare di nuovo dopo giorni in cui sentivo il petto muoversi a rilento e i battiti del cuore soffocati. Ma non sono pronto per la resa.
 
“Menzogne!”
 
Sibilo crudele, avvicinando le labbra alle sue e mostrandogli i denti.
 
“Oh Loki, smettila!”
 
Urla lui, spazientito. So che può vedere la verità. Sa di essere onesto e sa che gli credo. Sa che sto solo fingendo di non capire per non ammettere la portata dei suoi sentimenti per me, perché essi mi donerebbero una felicità che mi spaventa. Lui sa, lui può leggermi dentro come nessun altro. E una sorta di stupido pudore mi vieta di mettermi a nudo, anche con le parole.
 
“Smettila tu! E dimmi piuttosto: perché sei venuto?”
 
Lo allontano di poco facendo pressione sul suo petto, ma gli sorrido voltandomi; capirà che la mia rabbia si è già dissolta.
Mi scosto i capelli dalle spalle, accaldato. Li ho raccolti dietro la nuca, ma scendono in ciocche scomposte che m’infastidiscono. Fa troppo caldo. Il tessuto leggero e fresco della tunica che indosso, non compensa l’insopportabile frizione degli stretti pantaloni che mi fasciano le gambe.
Thor mi osserva, gli occhi liquidi, accesi, vivi. Indugia sulle mie braccia nude, sulle morbide pieghe della camicia che mi cade leggera sulle anche.
 
Nessun altro mi guarda così, Thor.
 
Mi offro a lui lasciando che veda tutto quello che vuole vedere.
 
“Volevo parlarti, Loki, per dirti che ho sbagliato e che sono felice di averti accanto a me. Per dirti che, insieme, renderemo fiero nostro padre.”
 
Non mi sfugge il suo lieve rossore. Il nervoso tendersi dei suoi muscoli a ogni movimento e ogni parola. Anch’io lo studio, appagandomi della perfezione del suo corpo, coperto solo dai pochi abiti che necessita d'indossare, nel caldo di questo pomeriggio eccezionalmente assolato.
Più le sue parole mi infondono sicurezza, più sento crescere dentro me il desiderio di non cedervi. Di fare quello per cui mi sono preparato in questi giorni.
 
“Oh, quindi sei qui solo per parlarmi?”
 
Lo osservo malizioso, riavvicinandomi e sfiorandogli una guancia con il polpastrello del dito indice.
 
“Sicuro?”
 
Dopo un attimo di sorpresa, Thor intuisce le mie intenzioni e sta al gioco, nonostante le mie risposte non lo abbiano soddisfatto. Nonostante tema che io sia ancora arrabbiato con lui. O forse proprio per questo. Frustrato dal veleno e dal distacco delle mie parole, ricerca consolazione nel contatto fisico. Cerca di carpire da esso ciò che io non sono pronto a pronunciare. Quei sentimenti che non riesco a svelare.
 
Mi vuoi così tanto, Thor? Mi ami?
 
Mi cinge la vita con un braccio e la sua stretta si fa subito possessiva. Il suo bacino entra in contatto con il mio, le sue mani iniziano a muoversi su di me, le sue labbra tremano avvicinandosi al mio collo. Sfuggo di nuovo al suo abbraccio, ma solo di pochi passi; senza smettere di guardarlo arrivo al grande tavolo da lavoro, invaso da libri, ibridi di piante magiche e pozioni.
 
“Ho creato un olio pensando a te.”
 
Gli dico, osservando distrattamente il liquido ambrato che riempie per metà un'ampolla trasparente.
 
“Credevo studiassi la magia...”
 
“Infatti...”
 
Con un fluido gesto della mano, lo invito a raggiungere le morbide pelli stese a terra, davanti al focolare spento.
 
“Spogliati.”
 
Lui mi guarda ancora con quegli occhi puri e azzurri, come se fossi l’essere più bello e prezioso dell’universo.
 
Mi guarderai sempre così? Promettimelo Thor! Morirò, sei mai mi dovessi accorgermi che il tuo sguardo è cambiato.
 
Non si fa pregare e inizia a spogliarsi lentamente. Io mi avvicino e lo aiuto, sfiorando con le dita la sua pelle calda, man mano che le vesti scivolano via dal suo corpo. Le nostre mani si toccano spesso, mentre sono impegnate su di lui. E ogni volta i brividi che sento sono più piacevoli.
La malizia del mio sguardo deve suggerirgli che quello che farò, probabilmente gli piacerà.
 
“Sdraiati a pancia sotto.”
 
Nudo, obbedisce. Io mi siedo a cavalcioni su di lui, all'altezza delle sue natiche; mi muovo, ondeggiando leggermente con il bacino per trovare la posizione giusta e fare in modo che il mio peso sia per lui quanto più piacevole possibile. Lo sento sospirare leggermente. Sono incantato e lascio il mio sguardo libero di vagabondare sul suo corpo, sui movimenti dei muscoli sotto la pelle, sulle spalle forti e scottate dal sole.
Scaldo l’olio ambrato tra le mie mani, quindi le appoggio sulla sua ampia schiena. Un sorriso compiaciuto compare sul suo volto, i suoi occhi si chiudono ed un inconfondibile verso di apprezzamento scivola morbido e sensuale dalle sue labbra socchiuse.
 
“Sei pronto?”
 
“Uhm... un massaggio è l’ultima cosa avrei pensato facessi per me, Loki.”
 
Mormora con voce roca. Io sorrido, eccitato dalla mia stessa fantasia.
 
“Voglio solo farmi perdonare per essere stato così distante. E mostrarti quanto io possa essere... generoso, con te.”
 
“C-cos...io...”
 
Thor farfuglia qualcosa d’incomprensibile, intontito. Il mio unguento sta incominciando a fare effetto e presto la sua mente sarà in mio potere.
 
Da ora, tutto ciò che io penserò prenderà vita nella tua mente, mio Thor.

Lo invito a voltarsi e stendersi sulla schiena. Prontamente obbedisce, io mi accomodo di nuovo a cavalcioni su di lui e inizio a massaggiargli il torace e le spalle, fino a quando non percepisco più alcuna tensione.
Piano, scivola infatti nel dolce abbraccio del mio sortilegio e chiude gli occhi.
  
 *
 
È sabbia quella su cui Thor è disteso, quando apre gli occhi. È calda e asciutta e si affaccia su un mare chiaro e luminoso, niente di nemmeno simile ai nostri mari cupi e tempestosi.
Sulla riva, due ragazze dalle splendide e generose forme, emergono dall’acqua e camminano verso di lui, completamente nude. Una cascata di morbide chiome ricoprono i loro seni; corvini i capelli di una, grano quelli dell’altra.
La mora accarezza il viso di Thor con la piccola mano delicata, prima di sedersi su di lui. La bionda rimane in piedi, poco distante. Nel sogno, Thor arrossisce e si ritrae d’istinto, provando debolmente a ribellarsi.
 
Nella realtà, io riprendo ad accarezzare il suo corpo privo di sensi, con gli stessi identici movimenti della donna, finché si arrende alle carezze audaci che crede di ricevere da loro.
 
Il corpo di mio fratello, baciato dal sole, risponde meravigliosamente a quelle femminili attenzioni. Mentre lei si muove su di lui, io sento ogni cosa, quasi godendo dalla mia stessa gelosia.
La ragazza bionda dalle labbra morbide e carnose, si china su Thor e lo bacia.
Io posso sentire quello che sente lei. Io sono lei, io sono entrambe.
Thor risponde al bacio, la afferra per i capelli e ansima quando la mano della mora si occupa della sua erezione.
Quasi lo odio, mentre lo guardo godere. Odio e amo quel viso bellissimo, rosso ed eccitato, il modo in cui le sue mani si aprono e si chiudono intorno ai loro seni, come sembrino ancora più grandi e forti.
Lui le bacia entrambe, le tocca nei punti in cui sono più sensibili, e logo gemono più forte. Mi basta concentrarmi per sentire quello provano, per godere insieme a loro.
 
Riapro per un attimo gli occhi, nella stanza tutto tace. Il volto di Thor è estasiato e mi provoca una fitta di deliziosa sofferenza. È duro sotto di me, dolorosamente duro.
 
Quando la mora si cala sopra il sesso Thor, la bionda le si siede di fronte e ora lui è sdraiato sotto ad entrambe.
La danza ha inizio ed è fatta di movimenti e sfregamenti osceni, ma in qualche modo ipnotici.
Il canto invece, è fatto di lamenti rochi e richieste alquanto volgari.
 
Sento quello che provano e chiudo gli occhi anche nella realtà. Sospiro, mi sdraio completamente su Thor e lo bacio con desiderio e foga.
 
I corpi delle due donne sono completamente in balia di quello di mio fratello. Lo cavalcano estatiche, frenetiche.
Thor è vicino, si muove più veloce, più veloce ancora e ancora.
I sento.
Avverto l’istante esatto in cui avviene. Lo avverto con l’intensità di tutti. Sento il liquido caldo che si riversa nella ragazza mora aumentando la potenza del suo lungo piacere, facendola a sua volta urlare e ansimare. Sento il piacere di lei. Sento quello di lui, dell’altra.

E tutto finisce, appagato e bagnato. Tutto è bruciore, languore e piacere.
 
 
*
  
Quando entrambi ci svegliamo siamo abbracciati, sudati, sporchi e comodamente sdraiati sul tappeto. Thor apre debolmente gli occhi e mi guarda, ancora confuso e imbarazzato. Mi sorride.
 
Ti senti felice, Thor? O colpevole? Io non so come mi sento...
 
“Perché... perché hai voluto questo, mio meraviglioso principe stregone?”
 
Chiede, accarezzandomi i capelli dolcemente.
Sorrido anche io prima di rispondergli, ancora turbato dal piacere che mi ha travolto.
 
“Sperimento. Ti metto alla prova, Thor.”
 
Mormoro, ironico.
 
“E come sono andato? L’ho superata?”
 
Domanda ancora, curioso.
 
Vorrei dirgli che sì, supererebbe ogni mio più malvagio e oscuro tranello, ma la mia lingua ha esaurito le parole.
 
Ora sono felice, Thor. Felice di essere qui con te e di affiancarti in questo viaggio, lontano da casa e dai nostri ruoli. Soldati e amanti. Insieme, alla pari.
 
Eppure, negli angoli più nascosti del mio cuore, sento allargarsi quella piccola macchia d’inchiostro nero, che so esserci sempre stata. Essa pulsa al di là di ogni mia volontà, dolorosa ma inesorabile, fatta di paura, fatta di consapevolezza. Perché un giorno quella che ora è solo una provocante e innocua fantasia, diventerà realtà: Thor desidererà ancora il corpo di una donna. E questo posso accettarlo. Ma il suo cuore? Anche il suo cuore apparterrà a una di loro? Questo mai! Mai riuscirei a sopravvivere a una tale ferita.
 
Ciò che sta avvenendo tra noi è impossibile, inaccettabile e destinato alla fine. Io lo so! La razionale freddezza della mia mente ne è ferocemente consapevole. Mi urla di smettere, di fuggire da lui, di reprimere ogni cosa. Perché perderlo, mi distruggerà. E quella macchia silenziosa diventerà un mare oscuro e terrificante che annegherà il mio cuore, nel tentativo di cancellare ogni traccia la sofferenza.
 
Sento le mani di Thor accarezzarmi la nuca, mentre l’onda dei miei pensieri m’inquieta e m’impedisce di lasciarmi andare alle dolci e pigre effusioni, che ci stiamo scambiando.
Un istante... un istante solo e tutto ciò che vorrei fare è alzami e cacciarlo via urlando. Ferirlo a morte con parole brutali e cattive. Strappargli il cuore che mi ha donato e ridere del suo dolore.
Un istante solo... poi alzo il capo e incrocio i suoi occhi.
 
“Ho superato la prova, Loki?”
 
Chiede di nuovo in un sussurro, sporgendosi verso le mie labbra.
Un istante solo, smarrito nel suo azzurro nitido e innamorato, e tutto ciò che voglio, invece, è andare via con lui e non tornare mai più.
 
“Te lo dirò quando l’esperimento sarà concluso.”
 
Rispondo sorridendogli e baciandolo.
 
Portami via, mio Thor.
 
 






 
THOR




Midgard è già vecchia, quando il popolo che la abita si adatta a stento alle meravigliose evoluzioni di questo ricco e florido pianeta. Essi ricordano ancora la feroce battaglia e la gloriosa vittoria di Odino.
È qui che mio padre ha combattuto l’ultima grande guerra contro i giganti di ghiaccio. Nelle regioni a settentrione del globo; coste frastagliate e impervie, rotte da enormi fiordi e migliaia di isole che si estendono per molti chilometri. 
Le Norne sanno quanto avrei voluto combattere anch’io quella guerra. Le Norne sanno quanto io attenda il giorno in cui, come mio padre, combatterò la battaglia di una vita.

Odino ci ha mandati qui insieme a un piccolo drappello di soldati, per scongiurare possibili nuovi attacchi, dopo che io stesso ho provveduto a metterlo in allarme.
Su Jötunheimr, io e il mio esercito sediamo piccoli focolai di rivolta da quando Padre mi ha donato Mjöllnir. E l’ultimo Jotun che ho sgozzato grondava sangue da occhi, orecchie e denti, mentre sputava minacce e vaneggiava di grandi piani di vendetta, che comprendevano Midgard.

Io e Loki siamo qui da tre inverni ormai, e mi sembra già strano il saper quantificare il tempo.

Tempo.

Un qualcosa che non si impara finché non si assaggia la mortalità dell'uomo. Per un Dio, per me, per Asgard, il concetto di tempo è astratto e puramente decorativo. Il tempo esalta la nostra grandezza, enumera le nostre stirpi, crea e spezza alleanze, paci susseguono a guerre e vice versa.
Su Midgard, il tempo è morte, tanto quanto vita. Il tempo colora e stinge. Il tempo muta stagioni insieme a cuori, pensieri insieme ad azioni. Il tempo è tutto. E te ne rendi conto quando cade la prima foglia, macchiando di rosso i verdi campi di queste terre. Finisce un tempo e ne inizia un'altro e così in eterno. Quell'eterno che invece io e Loki conosciamo bene.

Con il cadere dell'ultima foglia, io e Loki faremo ritorno ad Asgard.

A casa.

Qui è stato casa per la durata di un battito di ciglia, in rapporto al resto delle nostre vite. Eppure, forse sarà l'unica vera casa che mai esisterà per noi due.
Su Midgard abbiamo mutato le regole. Lontano da tutto e da tutti, io e Loki siamo ciò che vogliamo. Siamo liberi di fingere, liberi di sperare, liberi di esternare, liberi di parlare e di pianificare un futuro che è solo parole, sogni, fantasie.
 
*

Il passo accelera man mano che mi avvicino al luogo dei nostri incontri. 
Inspiro a pieni polmoni. L’aria è fredda e pungente, limpidissima, l’inverno è alle porte. Vesti pesanti, armatura e mantello proteggono il mio corpo e pesano ogni giorno di più, come se stare qui mi rendesse sempre più uomo e sempre meno Dio.
Lui sa degli ordini di Padre, sa che dobbiamo tornare. Non mi rivolge la parola da quando la prima foglia è caduta e, poco fa, mi ha fatto chiamare da un soldato per avvisarmi di raggiungerlo al solito posto.

Sulla cima della nostra collina, si estende un bellissimo giardino verde e lussureggiante, cresciuto con la sua magia, che esercita e perfeziona da quando siamo qui. Fiori e piante uniche, create da lui. Le studia, dice. Servono al suo Seiðr. Non ci capisco nulla, ma qui si trova un enorme platano, simile agli alberi sacri di Asgard, all'ombra del quale sembra di trovarsi in una bolla di pace e silenzio. Un’isola di foglie, solo per noi, custode dei nostri segreti, spettatrice dei nostri sogni, generoso giaciglio per i nostri peccati.

Quando lo raggiungo, finalmente, lui mi aspetta. L'espressione tanto malinconica e pensierosa, quanto eterea e profonda, addolcita dai caldi colori del tramonto, che giocano a tingergli le guance di rosa, le iridi di arancio, la bocca di porpora e le vesti di aria e vento.
I capelli di Loki ondeggiano ipnotici, mossi da correnti indecise che li agitano da una parte e dall’altra. Completamente avvolto nel suo manto di bianca pelle d’orso, tiene in mano una foglia, forse raccolta da terra, e ne accarezza i ruvidi contorni.

Tieni in mano il nostro tempo, Loki.

“Mi hai fatto chiamare?”
 
Mi annuncio piano, perdendomi nella contemplazione della sua bellezza così unica, che in questi lunghi mesi ho scoperto ed esplorato in ogni più intimo e morbido dettaglio.
Ho baciato ed accarezzato ogni angolo del suo corpo. Conosco ogni più impercettibile reazione della sua pelle al calore delle mie mani. Mi ha offerto ogni cosa e ha preso da me altrettanto.
Su questo pianeta abbiamo abbandonato noi stessi e i nostri ruoli, esponendoci l’uno all’altro fino alle ossa. Concedendoci di vedere al di là della carne e del sangue, penetrando uno il cuore dell’altro, senza legami o doveri ad imbrigliare quel qualcosa che è nato tra noi.

Amore.

Odia quella parola. Ma si lascia stringere e baciare e accarezzare fino all’alba, quando gliela sussurro ogni sera, sdraiati tra le pelli, nella tenda che ormai è casa nostra.

“È tempo di tornare ad Asgard, fratello!”
 
Afferma distante, faticando a pronunciare quell’ultima parola, evitando i miei occhi e porgendomi la foglia con lentezza. Seguo i suoi movimenti, sentendomi raggiungere dagli stessi pensieri inquieti.

“Non cambierà niente! Noi...”

“Non dirlo!”
 
Mi zittisce lui, alzando finalmente lo sguardo su di me. Gli occhi umidi e gonfi, come quelli di chi vorrebbe piangere ma si trattiene, inspirando acqua ed espirando neve.
Mi avvicino e poso dolcemente una mano sulla sua guancia, che mi porge stancamente baciandone i palmi a fior di labbra.

“Non dirlo, te ne prego. Sai che non sarà così.”
 
Sussurra appena, chiudendo di nuovo gli occhi.
Reprimo una protesta perché so che lo farei arrabbiare. Loki tollera le menzogne solo quando è lui a raccontarle. E la mia non è nemmeno una menzogna vera, perché una parte di me vuole davvero credere che, una volta tornati ad Asgard, il sogno che abbiamo vissuto qui possa proseguire.
Lascio cadere la foglia (il nostro tempo) sull’erba e lo stringo forte a me, coprendo entrambi col pesante mantello, avvolgendoci mentre lo sento nascondere il volto contro il mio petto e sospirare.

“Vieni via, Loki. Inizia a far freddo anche per te che sembri non soffrirlo affatto.”

“Tra le tue braccia, Thor, non ne ho mai sentito.”

Sorrido. È così raro ricevere un suo complimento.

“Farà più caldo a casa.”
 
Gli dico con le labbra perse tra i suoi capelli.

È così stanco, lo siamo entrambi. Vani e Asi si sono riuniti qui su Midgard oggi, in consiglio. Insieme, abbiamo stabilito e rinnovato una nuova era di pace, che durerà finché questo pianeta avrà vita. In pochi mortali hanno assistito al consiglio degli Dei. Quei pochi dovranno tramandare e trasmettere il loro volere ai figli e ai figli dei loro figli, perché nulla di ciò che Odino ha preservato, possa essere distrutto.
 
 
*
 
 
Nella nostra tenda, questa notte, il freddo non riesce a penetrare, non può. Il calore la invade e sembra voler aumentare ad ogni respiro. Mio. Suo. Nostro.

Questa notte sarà l’ultima.

Penso.
 
Forse è per questo che, stesi vicini sotto coltri di coperte e pelli pesanti, arresi ad un sonno che non vuole sopraggiungere, ci siamo ritrovati a guardare l’uno gli occhi dell’altro. E in essi abbiamo letto la medesima muta conferma.

Questa notte sarà l’unica.

Forse è per questo che Loki mi bacia lento e delicato, come non mi ricordo lui abbia mai fatto prima. Che mi spoglia piano, come solitamente faccio io con lui. Che mi accarezza incerto, come non ha mai fatto con nessuno.

Questa notte sarai mio davvero, per la prima volta.

Forse è per questo che mi concede il permesso di averlo.
Non me lo dice a parole, non me lo chiede, non serve. Loki mi parla col corpo e con esso mi guida a rincorrere il suo piacere. Io gli obbedisco soltanto.

Questa notte sarà la più bella, non può essere l’ultima, non voglio.

Lo desidero con tutto me stesso, mentre lui si muove con timore sopra di me e io inizio a toccarlo tra le gambe.

Questa notte, Loki, sarò tutto ciò di cui avrai bisogno.

E non mi importa quando capisco che non sa bene cosa fare e come farlo. Perché il suo corpo è fatto per accogliere il mio.  E il mio piacere è la curva perfetta della sua schiena, quando lui si inarca e concede alle mie dita il permesso di esplorarlo.
Così bello, così caldo... le sue mani invece così fredde, che a me vengono i brividi ovunque quando le appoggia al mio petto per sostenersi e aiutarsi nei movimenti.
Le sue labbra si schiudono quando geme il mio nome.
E il mio piacere è il suono stesso di quel richiamo, di quel bisogno.
 
Mentre lui è perso, irretito da sensazioni nuove, io posso baciarlo come e dove voglio. Loki si offre ai miei baci, arreso e morbido, completamente abbandonato sopra di me. La sua pelle è bollente ed è buona come nient’altro al mondo.
Lo sento che mi accoglie dentro di sé, vedo l’espressione del suo volto mutare e so di aver trovato il punto giusto.
Trema, quando alle dita sostituisco me stesso, è teso nel ricevermi, mentre io prego le Norne che non mi respinga, quando finalmente mi spingo completamente dentro di lui.
 
Siamo perfetti ora. Siamo una cosa sola.
 
E non mi importa nemmeno se lui si è fermato all’improvviso, anche se c’ero vicino –oh, così vicino- che non muovermi fa quasi male. Perché Loki mi si rannicchia contro e singhiozza qualcosa che non capisco. E il mio piacere è guardarlo negli occhi e capire che si arrende. Che lo farà solo per me.
 
“Thor... i-io non...”
 
“Non fa niente.”
 
Gli confesso sulle labbra, neanche fosse un segreto. E forse lo è... ogni cosa, in questo istante, sa di segreto. Di quelli preziosi, da custodire per sempre. Di quelli per cui struggersi una vita.
Lui mi guarda, gli occhi liquidi e luminosi; io gli scosto i capelli dal suo bel viso velato di tristezza, segnato dalla struggente consapevolezza che questa notte rimarrà la vetta estrema di un sogno irrealizzabile, finito ancor prima di cominciare.

Lo so, Loki...

Vorrei dirglielo e vorrei che fosse abbastanza da farlo stare bene.
 
“Posso fare io?”

Gli chiedo invece; lui annuisce e si sdraia sotto di me.
 
E non mi importa più di nient’altro che questa notte. Perché è nostra, esistiamo solo noi due. E il mio piacere è lui che si lascia prendere. Lui che mi lascia fare. Lui che asseconda le spinte del mio bacino e infine risponde al mio ondeggiare. Lui che si scioglie lentamente, languido e accogliente, man mano che, dentro, mi sente arrivare dappertutto. Lui che gode e stringe le gambe intorno ai miei fianchi con così tanta forza da spezzarmi il fiato.
 
Lui che viene.

E non mi importa davvero, Norne, se questa sarà la nostra prima, unica e ultima volta insieme.
 
Perché la mia vita sarai Tu, Loki, che sussurri un ‘Ti amo’ al mio orecchio, prima di venire.

 
*


Abbracciati, prendiamo sonno all’alba. Da solo, mi risveglio quando il sole è già alto e filtra accecante dalla tenda.

Dove sei?

Sono sempre inquieto quando non lo trovo accanto a me, ma dura solo un istante, poi lo vedo entrare sbuffando aria gelida. Si stringe nella pelle d’orso con la quale si è coperto. I piedi scalzi, le gambe nude.

“Ha piovuto questa notte.”
 
Dice, avvicinandosi al nostro giaciglio e inginocchiandosi sorridente, prima di posarmi un bacio sulle labbra. Io lo tiro per un braccio e me lo faccio cadere addosso, ascoltando le deboli proteste, accompagnate dalle nostre risa.

“Devo essermi lasciato un po’ andare...”
 
Gli rispondo, riferendomi al temporale di questa notte e a noi due che riscaldavamo la tenda. Faccio scivolare una mano sotto la sua pelliccia e gli accarezzo la linea dei fianchi. Risalgo, rimanendo sempre senza fiato per quanto è fresca e morbida la sua pelle. Lo vedo chiudere gli occhi e lo sento sospirare contro il mio collo.

“Thor?”
 
Mi chiama debolmente.

“Dimmi, mio principe.”
 
Si rialza guardandomi negli occhi. Uno sguardo intenso, uno sguardo che brucia, mi osserva e sembra in attesa.

“Resteresti qui?”
 
Chiede, esitante.

“Resteresti qui per sempre... se io te lo chiedessi?”

So cosa intende. Se decidessimo questo, lui ed io perderemmo tutto, immortalità compresa. Umani, il tempo sarebbe vita anche per noi. Ma insieme sarebbe come il dolce cadere delle foglie del nostro platano.

“Sì!”
 
Rispondo, sicuro.
 
“Tutto per te.”
 
Continuo, sporgendomi per baciarlo. Lui si ritrae, osservandomi ancora dubbioso.

“Sai che non te lo chiederei mai... per questo mi assecondi.”
 
Afferma infastidito, scacciandomi debolmente con una mano.

“Sono serio, Loki!”
 
La afferro e lo riporto a sedersi accanto a me.
 
“Io farei tutto, per te... morirei, per te.”
 
Il cuore pompa veloce, agitato. Una parte di me lo vorrebbe davvero, l’altra ha paura, e l’altra ancora ambisce al trono di Asgard e alle infinite glorie della battaglia.
 
“Vuoi rimanere qui?”
 
Sorride, Loki. Sorride quasi crudele, mentre mi circonda il viso con le mani gelide e mi bacia a lungo, accostandosi a me con tutto il suo corpo. Io lo stringo più forte e rispondo al suo desiderio di possesso.

“L’immortalità ci rende perfetti, Thor…” Mi soffia sulle labbra. “Ed io voglio regnare sui Nove Regni, un giorno.” Un altro bacio. “Con te...” E ancora uno. “O contro di te..” E un’altro, appassionato, fatto di lingue e denti.



“Per sempre... fratello.”



Fratello... mai prima d’ora, questa parola è parsa starmi tanto stretta.










 
 
 
 
 
Fine.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nda: ed eccoci qui, siamo giunti alla fine. Lo so che la storia originale era composta da 6 capitoli, ma avendo dovuto adoperare parecchi tagli sulle scene, ehm, spinte, ho deciso di raggruppare gli ultimi due in uno unico. E così, siamo ai saluti! :’(
Grazie mille a tutti coloro che mi hanno fatto compagnia durante il viaggio di ripubblicazione di questa storia, che vi ricordo essere stata scritta, in origine, a quattro mani con Ohmygod, che non è più presente su EFP.  
Censurare è stato più arduo del previsto e alla fine ho preso la decisione di riprendere in mano praticamente tutto e riscrivere molte parti. Chi ha avuto la possibilità di leggere la prima pubblicazione, di sicuro se ne sarà accorto. Credo e mi auguro di essere rimasta saldamente nei confini ‘autorizzati’, ma mi scuso con chiunque si sia sentito turbato dal SOTTOTESTO erotico (molto SOTTO, eh! Cioè dai, non si notava proprio, suvvia!! Mi spiego?) che comunque è rimasto alla base della faccenda.
Mi era mancato scribacchiare su Thor e Loki, non escludo di farlo in futuro e mi farà piacere, come sempre, se vorrete seguirmi ancora. ;)
Non mi resta davvero altro da fare che dire CIAO, aggiungere un AVE AL SANTO THORKI (che ci sta sempre) e sbaciucchiarvi tutti!
GRAZIE!
Ele (@orsettobiondo)

 
   
 
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