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Autore: biancoceano    16/01/2015    5 recensioni
E ti vedo, ti vedo mentre tieni lo sguardo fisso a terra cercando una risposta in un mare infinito di domande.
Stai per annegarci, ma non posso tenderti la mano.
Perché non vuoi.
Perché non esisto.
Perché sono in alto mare anche io.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                 -Sotto un cielo grigio ferro.

 
                                                                           

Agli occhi che non riesco mai ad incontrare.



Io odio gli inizi. 
Li ho sempre odiati. Sembra di camminare sulle uova e ad ogni passo si deve fare attenzione a non romperne nessuna. 
Gli inizi sono strani, come una nevicata in pieno agosto, come cadere in un sogno. 
Come me e te.
Siamo strani, perché non siamo come gli altri. 
Ed io lo trovo così dannatamente meraviglioso.
Siamo due universi che non hanno nulla in comune con nessun altro, ma siamo così simili tra di noi. 
Hai mai pensato al triste destino delle rette parallele? Ci hanno insegnato sin dalle elementari che due rette parallele sono destinate a non incontrarsi mai. Non importa quanti tentativi possano fare, quanto possano spingersi l'una nella direzione dell'altra; sono destinate a rimanere separate. Destinate a guardarsi da lontano e desiderare di poter sentire il calore dell'altra.
Ma ci hai mai pensato? 
Noi siamo come loro.
Segni lontani, parole sussurrate e mai urlate, sguardi fugaci che non permettono all'altro di scavarci l'anima.
Cosa ci tiene così lontani? Cosa ci impedisce di essere come gli altri?
Io e la mia timidezza.
Tu e la tua incapacità di amare veramente.
Cosa ti trattiene? Cosa non ti permette di lasciarti ascoltare, di lasciarti capire?
E ti vedo, ti vedo mentre tieni lo sguardo fisso a terra cercando una risposta in un mare infinito di domande. 
Stai per annegarci, ma non posso tenderti la mano. 
Perché non vuoi.
Perché non esisto.
Perché sono in alto mare anche io.
Allora, cosa ne dici di affogare insieme? Magari sul fondo di questo mare che ci sta tirando giù riusciamo a trovare qualcosa. Tra colori, bollicine e blu infinito, sono sicura che una risposta sta aspettando anche noi.
Tornando al discorso delle rette, ti sei mai chiesto perché chiamano due rette che si incontrano "incidenti"? Ci ho riflettuto in uno dei miei momenti di vuoto, e forse ho trovato una soluzione.
Perché ogni incontro è un incidente. Non nel senso brutto del termine, ma nel senso di avvenimento casuale. E' successo esattemente così con noi. 
E' stato un incidente volgere lo sguardo verso di te quel giorno assolato di settembre.
E' stato un incidente trovare qualcosa di più in quel tuo viso sempre spento.
E' stato un incidente incontrare i tuoi occhi dietro quelle lenti spesse.
E da quel momento ho iniziato ad aspettarti. 
Sto aspettando qualcosa che non accadrà mai? E chi lo sa, il futuro è nel futuro.
Sai cosa diceva Epicuro? Che il futuro non è tutto già scritto ma nemmeno totalmente oscuro. C'è sempre qualcosa da poter fare, anche se il destino non puoi mai ingannarlo. Si deve avere quindi la capacità di comprendere ciò che si può cambiare e di lasciar andare ciò che è destinato ad essere così.
E quindi io e te cosa siamo? Una via di mezzo. Qualcosa a metà tra l'essere ancora indietro e l'essere già arrivati.
Ma io sono già alla fine ad aspettarti.
Ho un libro in mano e le cuffie con la musica altissimo volume. 
Ti sto aspettando.
Sotto un cielo grigio ferro.



Angolo autrice: Taaa daaa. Eccomi tornata!
Questa è la mia prima "originale" e anche il mio primo titolo in italiano, e sono abbastanza fiera di ciò che ho scritto.
Tra queste righe prende vita la me di questi mesi: timida, impacciata, che ha paura di tutto e che sta provando qualcosa di davvero forte dopo un anno e mezzo.
Spero che il mini-viaggio nei miei pensieri sconnesssi vi sia piaciuto.
Alla prossima, 
Emy.
  
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