Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: DodoLamb    16/01/2015    0 recensioni
L'amore è cieco secondo Cupido, ma per alcuni si trasmette proprio visivamente. Non si sa bene cosa sia l'amore, ed è per questo che scrivo. Scrivo per raccontare di me, di Luca (nome di fantasia) e per raccontare della nostra storia. Una storia tormentata, che vive costantemente colpi di scena tortuosi e dirompenti.
Genere: Malinconico, Romantico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ore 7.35. Appena alzato, mezzo addormentato. Quella mattina arrivai persino in anticipo al capolinea e l'autobus doveva ancora arrivare. Vicino ad un lampione, quasi come se ci si fosse attaccato a mo' di medusa, c'era lui. Lui, il mio Luca. Sciarpa elegante, una giacca casual, occhi penetranti, visibili anche se ancora distante qualche metro. Ad illuminarlo era quella leggera luce, altrimenti il buio del mattino lo avrebbe avvolto nelle sue tenebre. Camminando, mi sentivo sicuro. Sicuro di averlo visto, di essermi fatto i soliti filmini mentali, soddisfatto di esser riuscito ancora una mattina a pensare che fosse esistente, che tutto fosse vero, che nulla fosse negativo. Che fosse vero, che fosse carne ed ossa. Una presunzione che quella giornata sarebbe iniziata bene, e così fu. Forse un po' più di ossa, che di carne. Il capolinea era molto movimentato. L'autobus, che sarebbe dovuto partire alle 7.40, non si era ancora fatto vivo. Stranissimo. Molti i lavoratori, molti gli anziani. Tutti ansioni e frementi che l'autobus arrivasse e partisse. Mi toccò attraversare quella folla come se fossi Hulk in un deserto, con l'unico intento di andare da lui. Non parlargli, sì, ma almeno stargli accanto. Il discorso si sarebbe avviato automaticamente nella mia testa, almeno avrei potuto chiudere la pagina della realtà ed aprirne, la solita, quella dell'immaginazione. Una volta arrivato, mi avvicinai anch'io al palo e mi appoggiai, pochi centimetri di differenza da lui, alla ringhiera. Si girò verso di me e mi fece un cenno con lo sguardo, quasi come se volesse dire «Ehilà, ciao! Ci conosciamo, vero? Sì, sì. Ciao». Ed, oltretutto, mi guardò. I suoi tenebrosi, dolci, occhi mi guardarono. Un gesto involontario, il suo, quanto il mio a continuarlo a fissare. Ma forse era l'ennesima delle mie fissazioni, dei miei strampalati pensieri. E nel frattempo tremavo ed ero super emozionato. Diavolo, aveva scosso il capo! Chissà, poi forse ha allentato leggermente la testa solo per evitare di grattarsi il collo in pubblico. Ma ciò non è rilevante. Ero emozionato, gli occhi mi luccivano. Feci un timido sorriso ed iniziai furiosamente ad utilizzare il cellulare. Inviavo messaggi di “Buongiorno”, chattavo con alcune persone, cercavo di distrarmi affinché lui non notasse che fossi rosso e desideroso di salutarlo, sì, almeno salutarlo ed iniziare a parlargli. Una delle mie più grandi potenzialità era osservare con la coda dell'occhio. Ed in quella circostanza riconobbi sicuramente che mi stesse spiando la chat. Anche lui in maniera fuggitiva, quasi estemporanea, affinché io non me ne accorgessi. Ma così, povero lui, non è stato. Mi sono accorto di tutto, dall'inizio alla fine. Mi dirai, il tutto sarà durato al massimo qualche secondo, così il nostro esserci visti faccia a faccia, un qualcosa che non dimenticherò mai, almeno spero. «Giovanotto, sa mica dirmi che ore sono?» disse una vecchia, probabilmente strabica, guardando sia me, sia Luca, a qualche centimetro di distanza. Rispondemmo nella stessa maniera, forse anche con lo stesso tono, entrambi. Tutti e due insieme appassionatamente, quasi fossimo sincronizzati per questo. «Le sette e trentanove». Ci voltammo di scatto e lui accennò un sorriso. Anche io risposi sorridendo, ma nulla. Nessuno di noi sembrava voler parlare con l'altro. Era timido, come del resto ero timido anch'io. E questo binomio creava un rapporto insostenibile, un rapporto che probabilmente non sarebbe nemmeno iniziato. Probabilmente saranno stati i minuti più lunghi della mia vita, ricchi di emozioni e perplessità, quelli.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: DodoLamb