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Autore: Lachiaretta    16/01/2015    18 recensioni
Amelia River, dopo quattro lunghi anni torna a New York per frequentare la Columbia University. Era scappata da un passato che non riusciva ad affrontare, ma soprattutto dimenticare. Nonostante tutti i suoi sforzi però questo passato tornerà a bussare alla sua porta, inghiottendola completamente.
Cattivi ragazzi, corse illegali, auto illegali, scommesse, sesso, droga e alcol.. ma soprattutto lui, Jake Haiden.
QUESTA STORIA PRENDE SPUNTO DALLA TRAMA DI GOSSIP GIRL, IN PARTICOLARE I PRIMI EPISODI, E DA FAST AND FURIOS. LEGGETE L'AVVISO IN APPENDICE AL PRIMO CAPITOLO PER TUTTE LE INFORMAZIONI AL RIGUARDO.
PRIMI CAPITOLI IN REVISIONE.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciaooooo....

Eccomi con il nuovo capitolo.. spero vi piaccia.. ringrazio ancora tutte per le bellissime recensione che mi lasciate e per aver aggiunto la mia storia alle preferite/seguite/da ricordare. Ma anche tutte voi che continuate a leggere la mia storia... vi adoro.









 
 
CAPITOLO 20
 
 
I giorni seguenti li trascorro per lo più in camera con Spencer la quale si rifiuta anche solo a mettere il naso fuori dalla porta, il telefono spento per non sentire o parlare con nessuno fatta eccezione per me e Megan, che si è in pratica trasferita da noi.
Micheal si è presentato un paio di volte alla Eaton House ma lei mi ha proibito di aprirgli la porta, non vuole vederlo e, anche se a malincuore, sono stata costretta ad impedirgli di entrare.
Fortunatamente anche Ryan è stato comprensivo ed ha accettato il poco tempo che gli ho concesso, concentrandosi sul lavoro e sulle gare di Mr. Crab che ormai sono ricominciate a pieno regime.
Per me invece si avvicina inesorabile la prima sessione d’esami e sul mio calendario se ne presentano ben tre: economia politica il 16 gennaio, procedura penale il 22 e biologia il 2 febbraio.
 
 
 
«Ciao.» La voce di Josh mi costringe a riemergere dal libro che sto leggendo. «Ho girato quattro biblioteche prima di trovarti.»
 
«Avevo bisogno di un po’ di tranquillità e non ho detto a nessuno dove sarei andata.» Sbuffo sgranchendo i muscoli indolenziti del collo per le troppe ore china a studiare.
 
«Come procede?»
 
«Mmm, non lo so.. Economia non mi preoccupa, ma procedura è molto più impegnativa… per non parlare di Biologia.. Non ci capisco niente.» Accavallo le gambe dondolandomi sullo schienale della sedia.
 
«Idem…» Biascica accasciandosi sul posto libero al mio fianco. «Ero partito bene, ma diciamo che negli ultimi giorni sono stato piuttosto distratto.»
 
«Una distrazione di nome Greta?» Rido colpendogli il fianco con il gomito e il suo volto diventa paonazzo.
 
«Mi piace molto quella ragazza.» Ammette scuotendo la testa a destra e sinistra. «E devo dire che stiamo molto bene insieme, almeno per ora.»
 
«Sono contenta per te, te lo meriti.» Sorrido smagliante al mio amico, vederlo finalmente felice con una ragazza mi riempie il cuore, ero stanca di vederlo solo. «Ma non mi hai ancora detto perché sei qui.» Gli domando chiudendo finalmente il libro e concentrandomi su di lui.
 
Josh inspira sonoramente fissando gli occhi nei miei. «Non ho la minima idea di come siano gli esami orali del Professor Collins.»
 
«Nemmeno io… sono solo al primo anno, non ho mai avuto occasione di assistere.» Rido guadagnandomi un’occhiataccia da parte del mio interlocutore.
 
«Lo so… ma Ryan c’è passato molto prima di noi e collabora con lui… e l’ultimo dell’anno si era offerto di darci una mano a studiare.» Continua, il tono di voce serio e teso. Deve preoccuparlo veramente molto questa prova.
 
«Certo… posso chiedergli di aiutarci a ripetere nei prossimi giorni. Lo chiamo subito.»
 
Mi alzo e con il telefono in mano mi dirigo verso l’esterno della biblioteca in modo da poter conversare tranquillamente senza disturbare nessuno. Dopo meno di cinque minuti ritorno dal mio amico e sorridendogli allegramente gli comunico che Ryan ha accettato di aiutarci e che si è reso disponibile già dal giorno seguente. Josh sospira sollevato, si alza dalla sedia e mi lascia sola, e io anche se controvoglia riapro il libro e torno a ripetere il capitolo sul Prodotto Interno Lordo.
 
 
Il giorno dopo ci presentiamo nell’appartamento del mio ragazzo subito dopo la fine del suo turno di lavoro, alla mano due cartoni di pizza e sei lattine di birra.
 
Ryan ci apre la porta in pantaloni di tuta neri e polo blu a maniche corte. «Bene, direi di non perdere tempo e di cominciare subito.» Esordisce con espressione estremamente seria.
 
«Ciao amore. Sono anch’io contenta di vederti.» Lo saluto ironica avvicinandomi a lui per baciarlo.
 
«Certo che lo sono tesoro.» Sussurra facendo aderire le nostre labbra. «Ma non siamo qui per divertirci.» Quindi mi indica il bancone dell’angolo cottura sul quale giacciono decine e decine di voluminosi manuali. Credo di essermi già pentita di aver chiesto il suo aiuto.
 
«Josh quante forme di impugnazioni conosci?» Domanda portando alla bocca una fumante fetta di pizza.
 
Il castano risponde spiazzato, Ryan Bass è entrato in modalità professore senza nemmeno darci il tempo di occupare i nostri sgabelli o di aprire una lattina di birra.
Da quel preciso istante il vice procuratore comincia a sparare a raffica domande per tre lunghe ore senza concederci nemmeno un minuto di pausa, utilizzando come metodo per la formulazione del quesito lo stesso che, secondo lui, viene utilizzato dal Professor Collins, vale a dire aprire totalmente a caso il codice e scegliere sempre senza alcun preciso criterio informazioni su uno degli istituti ivi indicati. Molto professionale!
Nello stesso modo trascorriamo anche l’intero week end, concedendoci solo delle piccole pause per i pasti principali, e così anche il mercoledì successivo e la settimana dopo, sena concederci un aperitivo o una serata libera la Victrola. Poco male perché non ci sarei comunque andata per rimanere vicina a Spencer dato che ultimamente Micheal sembra aver rinunciato a chiarire con lei, cosa che la fa soffrire anche di più. Lo stesso tuttavia non vale per Josh che avrebbe voluto vedere Greta e sembra preoccupato di saperla tutta sola nel locale. In compenso sembra aver legato ancora di più con Ryan con il quale ormai parla praticamente di tutto. Determinante è stata la sera in cui tra un raviolo al vapore e un involtino primavera, mi sono lasciata sfuggire dell’amicizia che lega il mio ragazzo a Mr Crab.
Stiamo cenando tranquillamente nonostante l’ora piuttosto tarda, non avendo voglia di cucinare abbiamo chiamato il nostro ristorante cinese preferito, quando Ryan riceve una telefonata a cui non risponde. Capisco che si tratta di Mr. Crab quando sia io che Josh riceviamo un messaggio da Jake che ci avvisa dell’imminente corsa. Noto subito l’espressione contrariata del mio ragazzo quando legge il nome del mittente sul telefono abbandonato tra il mio e il suo piatto.
 
«Ci sta solo avvisando dell’inizio del The Racer.» Gli dico per tranquillizzarlo facendo andare di traverso a Josh il vino che sta bevendo.
 
«Mia, che cavolo stai dicendo.» Mi rimprovera fissando i suoi occhi preoccupati nei miei.
 
«Ops.» Mi copro la mano con la bocca non sapendo più che cosa dire. Non so se sia peggio fingere di aver rivelato di essere a conoscenza delle corse a l viceprocuratore o tranquillizzare Josh confessando il ruolo determinante di Ryan. Il mio amico intanto si solleva dalla sedia e inizia a muoversi avanti e indietro scuotendo la testa.
 
«Ryan ti prego non ascoltarla, non sa quello che dice.. Sono solo voci che girano. Noi in realtà sono anni che cerchiamo di capire, scoprire…» Le parole escono a raffica e forse anche totalmente prive di senso.
 
«Tranquillo Josh.» Ryan lo interrompe invitandolo a prendere nuovamente posto. «è tutto apposto, conosco anch’io il The Racer, vi ho partecipato anch’io qualche anno fa, anche contro la stessa Amelia.» prosegue sorridendomi.
 
«E io ti ho sempre battuto!» Intervengo orgogliosa.
 
«Fammi capire bene. Tu correvi?» Domanda Josh guardando entrambi totalmente spiazzato dalla nuova scoperta.
 
Ryan annuisce serio, era stato abbastanza chiaro, ma il castano continua ad osservarlo rimuginando sulla notizia appena acquisita.
 
«E lavori in procura.» Prosegue, quest’ultima più un’affermazione che una domanda. «Dovevo immaginarlo, gli altri erano troppo inetti.»
 
«A cosa ti riferisci?» Gli domanda il mio ragazzo, questa volta lui completamente spiazzato dalle sue affermazioni.
 
«L’infiltrato in procura.» Annuncia Josh puntandogli l’indice contro.
 
Sia io che Ryan avvampiamo e in contemporanea scuotiamo violentemente la testa cercando di negare.
 
«Non serve che mi diciate di si, ho capito tutto. Oddio Ryan, ti rendi conto che sei il mio mito? Io voglio diventare esattamente come te. Ti ho sempre avuto davanti e non sapevo chi fossi.»
 
Josh sembra incontenibile, esulta non prestandoci più alcuna attenzione. Io e il mio ragazzo ci guardiamo desolati e io sussurro le mie scuse con un filo di voce. Lui scrolla le spalle e mi dice di non preoccuparmi, si fida di Josh e sa che non direbbe nulla a nessuno.
 
Mi viene concessa una pausa dalle nostre giornate di studio solo i giorni precedenti l’esame di Economia politica che tuttavia non mi preoccupa affatto avendo già studiato la materia l’ultimo anno di collegio insieme a diritto pubblico. Ed infatti quella mattina supero brillantemente il primo esame guadagnandomi uno dei voti più altri dell’intera classe.
Tuttavia non mi permetto di festeggiare il mio successo mancando solo pochi giorni alla data prescelta per procedura penale.
Per i cinque giorni successivi Ryan ci costringe a studiare tutti i giorni ospitandoci nel suo appartamento per non farci perdere tempo in trasferimenti. Quando lui è di turno in procura io e Josh ripassiamo più volte l’intero programma e al suo ritorno lui ci tempesta di domande preparandoci a rispondere a qualunque quesito in maniera ineccepibile e con celerità. Di notte invece io condivido il letto con il mio ragazzo mentre il nostro amico riposa sul grande divano del salone.
Io e Ryan non abbiamo più ripreso il discorso rimasto in sospeso la notte di capodanno, ma non perchè lui non abbia tentato. Io non permetto più di superare il limite dei vestiti, principalmente a causa della presenza di Josh nella stanza affianco, in secondo luogo perché sono stanca dopo tante ore di studio, ma la realtà è che quella passione che mi aveva colto dopo la festa è evaporata dal mio corpo insieme a tutto l’alcool che avevo bevuto.
 
Il 21 gennaio alle sei di sera io e Josh torniamo nei rispettivi dormitori, abbiamo bisogno di una lunga notte di riposo per affrontare al meglio la lunga giornata che ci aspetta. La mattina seguente infatti mi alzo alle sette in punto, mi faccio una velocissima doccia per attivare tutte le mie funzioni nervose quindi rientro nella mia stanza indossando gli abiti che ho selezionato: Jeans scuri, camicia bianca a cui allaccio tutti i bottoni per non dare un ulteriore motivo al professor Collins di dubitare della mia moralità e giacca elegante verde scuro. Mi osservo nello specchio sistemando sulle spalle i capelli leggermente ondulati a causa del vapore e felice del risultato ottenuto prendo la borsa e mi dirigo al pian terreno del dormitorio.
Fuori dalla porta trovo Josh che come promesso mi aspetta per andare insieme al Padiglione A e dagli aloni scuri che cerchiano i suoi occhi capisco immediatamente che non deve aver dormito molto.
 
 
Cinque ore più tardi oltrepassiamo le porte della mensa e l’odore di omelette al formaggio ci investe come un treno in corsa, il piatto peggiore nell’intero menù. Ci dirigiamo verso il bancone dove Josh prende la sua poltiglia giallastra dall’odore di piedi e io mi accontento di una semplice mela e una lattina di coca cola.
 
«Raggiungiamo gli altri?» Mi domanda indicandomi con il dito indice il tavolo a cui siedono Robert e Jake. Il mio cuore salta un battito quando i nostri occhi si incontrano dopo tanti, troppi giorni di lontananza, esattamente ventuno. Lascio vagare gli occhi per l’intera mensa alla ricerca della sua fastidiosa ragazza ma non sembra esservi traccia quindi, decisamente sollevata, mi avvicino a loro prendendo posto nella sedia vuota di fronte alla sua.
 
«Ciao.» Saluto sorridendogli appena e spostando immediatamente lo sguardo su Robert.
 
Entrambi i ragazzi fissano i nostri volti facendomi imbarazzare più di quando io già sia.
 
«Non era oggi procedura? Com’è andata?» Ci domanda infine titubante il moro.
 
Sorrido smagliante intuendo la loro preoccupazione per l’esito della prova di oggi e un po’ seccata per aver messo in dubbia la nostra riuscita. «Bene. Abbiamo preso entrambi il massimo.»
 
«Collins ha provato a metterla in crisi con tutte quelle domande, ma è stata bravissima.» Sottolinea Josh colpendomi con il gomito il fianco.
In effetti il professore non sembra avermi mai apprezzata, fin dal giorno in cui ero arrivata in ritardo alla prima lezione, per non parlare di quando ha sentito tutte quelle voci su me, Ryan e Jake. Credo sia per questo motivo che ha voluto interrogarmi per prima e durante l’intero esame sembrava essersi accanito alla ricerca di un argomento al quale non avrei saputo rispondere correttamente, fortunatamente dopo oltre un’ora e mezza ha alzato bandiera bianca e seppur con espressione sofferente mi ha assegnato il voto più alto dell’intero corso.
Per solidarietà sono rimasta in aula fino al turno di Josh, tuttavia, pur avendo ottenuto anche lui il voto massimo nella prova orale, l’esito finale risultava inferiore di unico centesimo al mio avendo fatto un errore nel secondo scritto.
 
«Ma allora dobbiamo festeggiare.» Continua Jake sorridendomi felice. «Ma tu pensi di mangiare solo quella?»
 
Faccio rotolare la mia mela verde da una mano all’altra guardandola perplessa, quindi annuisco portandola alla bocca e staccandone un generoso morso. Da quando gli interessa cosa mangio? «Ho mangiato un muffin a colazione.»
 
«Oh beh, e allora puoi non mangiare per una settimana.» Borbotta lanciando l’ennesima occhiataccia al mio misero pasto.
 
«Cosa devo dirti? Non ho voglia di mangiare quella sbobba che ci rifilano oggi!» Sbuffo alzando gli occhi al cielo. «A proposito, cosa ci fai qui?»
 
«Ti do forse fastidio?» Risponde lui seccato, i suoi occhi fissi nei miei cercano una risposta, imbarazzandomi terribilmente.
 
«Assolutamente.» Scuoto la testa sperando che non si accorga dell’improvviso rossore che deve aver dipinto le mie guancie. «Domandavo…»
 
«Ho accompagnato Micheal, vuole provare a parlare con Spencer.»
 
«Ah..» Non riesco a trattenere un sorriso, nell’ultima settimana il ragazzo aveva addirittura smesso di chiamarla e Spencer, troppo orgogliosa per essere lei a fare il primo passo, si era convinta di averlo perso per sempre, per di più, a causa degli esami, non sono nemmeno riuscita a starle vicina come avrei dovuto o voluto. «Speriamo risolvano, non riesco più a vederla così triste.»
 
«Chissà che gli apra almeno la porta stavolta. Dai vieni.» Jake si alza dalla sedia e si ferma al mio fianco poggiando entrambe le mani sullo schienale. «Ti porto a mangiare qualcosa di commestibile.» I suoi occhi incontrano ancora una volta i miei e il mio cuore salta un battito.
 
«E perché?» Domando, non può avermi sul serio chiesto di uscire di fronte a Josh e Robert, i quali fingono di non aver sentito nemmeno una parola.
 
«Non vorrai disturbarli? Se va come credo staranno facendo “pace”… » Mima con le dita le virgolette soffermandosi sulla parola pace e immediatamente capisco a cosa si riferisce.
 
«In effetti…» gli rispondo sforzandomi di non arrossire. «Ma non credo sia il caso…» Ammetto titubante.
Nelle ultime tre settimane non ho passato giorno senza chiedermi dov’era, cosa faceva, come stava, e ora che ho finalmente l’occasione di trascorrere del tempo con lui rifiuto?
 
«E perché no? Il tuo ragazzo non ti permette di uscire insieme agli amici? Mi pare che non ti faccia problemi quando esci con Josh.» Sbotta allungandosi verso di me e avvicinando il suo viso al mio.
 
«Non sarebbe di certo d’accordo se sapesse che l’ho baciato.» Gli rispondo atona facendo voltare Jake verso il nostro amico il quale inizia a tossire facendosi andare di traverso l’acqua che sta bevendo. «Scherzavo.» Rido sonoramente mentre Josh alza le mani in segno di difesa e ripete più volte di non avermi mai toccata nemmeno con un dito.
 
«Allora andiamo?» Insiste lui riportando la sua attenzione su di me e ignorando Josh che ne approfitta per alzarsi e cambiare tavolo insieme a Robert.
 
«Mi spiace ma Jake non ho tempo. Tra dieci giorni ho l’esame di biologia e sono tremendamente indietro. Mi fermerò in biblioteca a studiare.» Piagnucolo desolata ricordando di aver letto solamente due dei ventotto capitoli programma di esame. «Proprio non mi entra in testa questa materia.»
 
«Allora posso aiutarti a studiare.» Continua il ragazzo guadagnando una sonora risata da parte mia.
 
«Pensi di potermi aiutare?» Dico tra una risata e l’altra, non lo vedo nei panni dell’insegnante.
 
«Sei seria??» Risponde piccato assottigliando gli occhi in una fessura. «Io studio medicina. Chi meglio di me può aiutarti in materie scientifiche?»
 
Non ha tutti i torti, non ci avevo pensato, potrebbe essere la mia salvezza. «In effetti…»
 
«Dai.. quando ti ricapitano delle ripetizioni gratis? Mangiamo qualcosa e ti spiego l’intero programma.»
 
Lo osservo in silenzio per qualche istante riflettendo attentamente sulle sue parole. «E va bene, ma non oggi. Ho bisogno di riposare un po’ anche, mi farò ospitare da Megan nella sua stanza.»
 
«Facciamo domani allora?»
 
Annuisco incapace di trattenere un sorriso di fronte alla sua espressione soddisfatta.
 
«Facciamo da me all’NYU? Jessica ultimamente è un po’ troppo gelosa e decisamente opprimente, non diamole un motivo per rompere.»
 
«Beh, ma se dobbiamo studiare…» Lo provoco maligna.
 
«Perché tu ovviamente dirai a Ryan che ci vediamo?»
 
La sua domanda mi zittisce all’istante e lui scoppia a ridere divertito. «Sarà il nostro piccolo segreto!» Mi sussurra toccandomi il naso con la punta del dito indice.
 
«Jake..» Abbasso lo sguardo non riuscendo ad affrontare oltre i suoi occhi fissi nei miei. «… studiamo e basta.»
 
«Certo! Che idee ti vengono in mente?» Ghigna divertito voltandomi le spalle e allontanandosi da me senza darmi il tempo di rispondergli.
 
 
 
Che idee mi vengono in mente?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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