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Autore: _Alien_    16/01/2015    6 recensioni
Sul polso, sono stampati dei numeri neri, un orologio che fa il conto alla rovescia, segnando quanto tempo manca al mio incontro con questa fantomatica persona. [...]Non è raro che i timer smettano di funzionare. Succede quando l’anima gemella muore o sceglie, per un motivo o per l’altro, di rinunciare all’amore. In quel caso, l’orologio si ferma e basta. Il mio invece non ha mai smesso di ticchettare. E io, in fondo, so di non aver mai smesso di sperare.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Vieni alla festa, dicevano. Sarà divertente, dicevano. Solo che si sono dimenticati di aggiungere che sarebbero stati solo loro, a divertirsi. Ma in fondo, di che mi stupisco? Finisce sempre così. I miei fratelli mi trascinano sempre con loro e le loro anime gemelle, per poi finire con l’escludermi totalmente. Nonostante siano più piccoli di me di un anno, il loro timer è scattato prima rispetto al mio. Guardo di sottecchi il braccio che non regge il bicchiere, quello sinistro. Sul polso, sono stampati dei numeri neri, un orologio che fa il conto alla rovescia, segnando quanto tempo manca al mio incontro con questa fantomatica persona. C’è stato un periodo, fino a qualche mese fa, in cui fissavo il mio polso tutto il giorno, sperando che il mio sguardo facesse scorrere il tempo più velocemente. Successe subito dopo che il timer di Jace e Isabelle scattò quando incontrarono Clary e Simon. Nell’istante in cui i loro occhi si posarono su di loro, riuscirono finalmente a distinguere qualcosa che ci era sempre stato precluso: i colori. Avevo chiesto loro di spiegarmi come fosse il mondo a colori, cosa provassero nel poter finalmente percepire la realtà per come era davvero, ma nessuno dei due sapeva dirmi molto. Però mi accorgevo degli occhi continuamente spalancati di entrambi, come a voler divorare quel mondo rinnovato con la persone che amavano. I numeri sui loro polsi erano scomparsi, lasciando il posto a delle parole, scritte in elegante corsivo. Sul polso di Jace era comparso l’epiteto “Red-Head Painter”, su quello di Isabelle “Nerdy Geek”. E poi… non aveva mai visto nessuno dei due così felice come quando erano con le loro anime gemelle. Sorridevano, scherzavano, parlavano di tutto, certe volte litigavano anche, ma poi tutto tornava come prima, perché si amavano. E io me ne stavo lì a guardare, come un ragazzo da parete – se non una parete stessa. Così guardavo continuamente il mio polso, sperando di notare finalmente che il timer stava raggiungendo lo zero. Ma non accadeva mai, mancava sempre troppo tempo. Quanto altro ancora devo aspettare per essere felice? Me lo  chiedevo ogni giorno. Poi, all’improvviso, la mia ossessione si placò. Era inutile aspettare qualcosa che forse non sarebbe mai arrivato. Non è raro che i timer smettano di funzionare. Succede quando l’anima gemella muore o sceglie, per un motivo o per l’altro, di rinunciare all’amore. In quel caso, l’orologio si ferma e basta. Il mio invece non ha mai smesso di ticchettare. E io, in fondo, so di non aver mai smesso di sperare. Così stasera torno a guardare quell’orologio che non guardo ormai da tempo, come quando si sfoglia con nostalgia un album di vecchie fotografie di speranze perdute. E i numeri che compaiono mi spiazzano. Mancano appena tre minuti. Tre fottutissimi minuti. Il momento che ho tanto atteso per tutto questo tempo è arrivato. Ma ora sono davvero, davvero spaventato. Izzy e Jace mi hanno trascinato in un immenso loft al centro di Brooklyn, perché sono stati invitati ad una mega festa per i vent’anni di un loro amico… Magnus qualcosa, se non ricordo male. Io mi sono rintanato nell’angolino più isolato della stanza, con la musica che mi invade prepotentemente le orecchie e le bollicine del drink mi solleticano i vasi sanguigni. C’è una marea di gente, chi sarà la mia anima gemella? Vado nel panico più totale. Mi faccio strada tra la marea di corpi che ballano seguendo il ritmo della musica e perdo di vista i miei fratelli. Non so nemmeno dove sto andando, sempre se mi sto muovendo. Perdo la presa sul bicchiere e lo vedo cadere, frantumarsi sul pavimento con un sonoro crash! che nessuno nota, causa casino generale nella stanza. Continuo ad arrancare senza meta, finché la mia schiena non colpisce il muro della parete opposta rispetto a quella da cui ero partito.
- Cavolo. – sento sussurrare accanto a me. Mi giro e... un’esplosione di luce mi invade gli occhi. Sbatto le palpebre e vedo i colori. È qualcosa di indescrivibile: non so perché, ma riconosco subito il giallo delle tende, il porpora del tappeto, il rosa delle pareti, il verde-oro dei suoi occhi. Lui mi guarda e mi sorride. Lo guardo a mia volta, incuriosito. È molto alto, qualche centimetro più di me, e molto bello, decisamente più di qualsiasi altra persona abbia mai conosciuto. La sua pelle scura e liscia sa di sandalo, i suoi capelli neri sono ricoperti di glitter e i suoi vestiti sono impossibili, ma i suoi occhi, i suoi straordinari occhi dal taglio orientale, sono qualcosa di magnifico, indescrivibile più dei colori. Lo vedo abbassare lo sguardo sul suo polso e ghignare nel leggere la scritta in elegante corsivo.
- Blue-Eyed Lightwood. – legge a voce alta. Anch’io sollevo il mio polso e leggo:
- Great Destruction.
- Ah! – ridacchia lui – Questa è proprio bella.
- Perché? – chiedo incuriosito. Lui alza un sopracciglio e mi sorride e io sento le guancia andarmi in fiamme.
- Perché, Occhiblu, il mio nome significa proprio questo. Magnus Bane. Grande distruzione.
 
Somewhere in time, we don’t know where we are…
Qui urgono spiegazioni. Decisamente. Allora, stavo girando un po’ per la rete, quando mi sono imbattuta in una serie di storie AU di questo genere: orologi che indicano l’ora del fatidico incontro con l’anima gemella, la vista dei colori etc. Quindi l’idea non è proprio mia, però mi è piaciuta molto e ho deciso di cimentarmi. Dato che “The Angel Rune” non è andata benissimo, ho deciso di lasciar perdere il progetto, anche se niente esclude che potrei riprenderlo più avanti. Piuttosto mi è venuta qualche idea per scrivere un seguito di “The future in our past”, che però prevede dei sostanziali spoiler di TAR. Quindi ora consigliatemi: continuo con TAR oppure mi concentro sul sequel di TFIOP (non mi va di scrivere tutto il nome, sono pigra)? Fatemi sapere, ho davvero bisogno del vostro parere.
A presto,
_Alien_
  
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