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Autore: Kveykva    16/01/2015    1 recensioni

A quel punto scattai indietro.
Ma cosa stavo facendo?
Cosa diavolo stavo per fare?
Scesi dal divano, presi la mia borsa e mi diressi verso la porta.
-Em. Em!- mi chiamó Dave.
Aprii la porta ma lui mi prese per un braccio e mi costrinse a girarmi.
-Cosa stai facendo?-
-Me ne sto andando.- gli risposi.
-E perchè te ne stai andando, maledizione!?- mi chiese lui sconvolto.
Non avevo una vera risposta da dargli. Sapevo solo che quello che era quasi successo non sarebbe dovuto succedere mai più.
Lui mi fissó, e mi sorpresi ancora una volta di quanto fosse bello, anche da arrabbiato com'era.
Era dannatamente bello.
-Non sei tu, Dave, ma...-
-Vuoi sapere una cosa, Emma Bennet? - mi interruppe. -Sei una maledetta stronza.-
Aprii la bocca e rimasi così, scioccata.
L'aveva detto davvero?
-Tu hai bisogno di me.- mi disse.
Riuscii solo a fissarlo.
-Sai che è vero.-
Non seppi dire nulla, mi limitai a stringere i pugni tanto che si sbiancarono le nocche.
Se c'era una cosa che mi mandava in bestia era dare ragione a Dave.
E purtroppo, anche se non ero ancora completamente consapevole, aveva ragione.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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-Sei un figlio di puttana. Sei un figlio di puttana, cazzo!- cominció a urlare Andrea.
Aveva gli occhi pieni di lacrime: dovetti trattenerla perchè sarebbe andata sicuramente a prendere per i capelli sia lui che lei.
Non l'avevo mai vista così fuori di se', e dire che la conosceva da quando eravamo piccolissime. 
I capelli rossastri le fluttuavano attorno al viso come impazziti, il suo viso era una smorfia di dolore e rabbia.
-Sei un coglione!! Vaffanculo!- 
-Andrea calmati, mio Dio.- cercavo di dirle, anche se in verità aveva tutte le ragione per essere così incazzata.
Chase era ancora pietrificato: la ragazza era così spaventata, che si defiló riuscendo ad aggirare le braccia della mia migliore amica.
Dave non diceva una parola: stava fermo, a metà strada tra Andrea e Chase.
-Perchè l'hai fatto, stronzo! Io mi fidavo di te, io pensavo...pensavo..- cominció a singhiozzare, e le lacrime le uscirono copiose dagli occhi.
A quel punto sentii una stretta al cuore così forte da farmi male: nessuna doveva e poteva trattare così Andrea. 
Chase era uno stronzo, della peggiore specie: se solo pensavo a tutti i momenti che avevamo passato assieme io Andrea e lui con Dave mi veniva da vomitare.
L'avevo anche descritto 'un bravo ragazzo'.
-Amore...io non..- cominció a balbettare Chase ma ormai poteva anche pregare tutti i Santi del paradiso che un aiuto non sarebbe arrivato in nessun caso.
Intanto, girando la testa verso l'uscita, vidi la gente che era presente prima nel museo che guardava curiosa e intimorita la scena.
Merda. Proprio quando stavo per gridare di tornarsene a farsi gli affari loro vidi la testa bionda di Lindsday spuntare.
La chiamai a gran voce e poi mi girai, visto che trattenere Andrea era già di per se' un'impresa abbastanza ardua.
-Prendila e portala il più lontano possibile.- ordinai secca sapendo che  lei avrebbe capito. 
Annuì impercettibilmente e non disse una parola: riuscì a condurla fuori, fra le sue grida.
Presi un respiro: invece che calmarmi la rabbia mi montó dentro come mai.
Feci un passo verso Chase e vidi Dave irrigidirsi leggermente, come se ancora potesse proteggere il suo amico.
-Spostati da lì Dave, o giuro che non mi vedrai mai più.- 
Mi fissó negli occhi, ancora immobile, con il viso impassibile, ma stavolta non ero lì per cedere.
-Ora.- parlai con voce ferma.
Lui abbassó gli occhi e mi guardó un'ultima volta prima di andarmettersi in un angolo del bagno.
Chase era una statua: la faccina innocente di chi pensa di poterla ancora scampare.
Col cazzo.
-Prima che tu incominci elencarmi le tue scuse di merda, ti dico che sinceramente non me ne frega un cazzo di quello che hai da dire. Niente: quindi fossi in te risparmierei il fiato. 
Mai, mai lei riuscirà a perdonarti e figurati se lo faró io.-
Mi avvicinai ancora un passo, lentamente, fino a trovarmelo ad un metro da me.
La mia voce era così calma da sembrare innaturale.
-Mi fai schifo, Chase: e io non ho mai detto ad una persona una cosa del genere. Ma tu mi fai schifo come nessun altro. Andare avanti a tradirla, perché sono sicura che la scenetta con quella puttanella non fosse la prima, e far finta di niente è la cosa più brutta che si possa fare. 
Spero di non doverti mai più parlare Chase, e spero con tutto il cuore che tu non trovi mai più una come lei, perchè non la meritavi prima, non la meriti di certo adesso, e non la meriterai in futuro.
Addio Chase, e vaffanculo.- 
Uscii come una fuori: non ero di sicuro stata la finezza in persona a dire quelle cose, ma sai quanto potesse fregarmene. La furia ceca che aveva in corpo si era attenuata dopo il mio discorso, ma la sentivo ancora scorrere nelle vene. Non riuscivo quasi ad immaginare come potesse sentirsi invece Andrea.
Scossi la testa: brutta storia.
Non ci voleva, cavolo, non in gita!
La trovai con un braccio di Lind attorno alle spalle, che erano curve e tremavano: piangeva.
L'unica che cosa che riuscii a fare fu abbracciarla a lungo, così a lungo da non sapere nemmeno più che ore fossero e da quanto fossimo lì così.
Quando ci staccamo aveva gli occhi asciutti, e di un colore così opaco che mi diede i brividi.
-Io vado in albergo.- annunció, tentando di raddrizzare la voce tremante. 
-Andrea mancano un paio di ore e ce ne andiamo tutti.- le ricordai, dopo aver dato una breve occhiata al cellulare.
Scosse il capo.
-Non ce la faccio.- 
-Vuoi che venga anche io?- 
-No. Penso di dover stare un po' da sola, per ora.- mi rispose con fermezza.
-Va bene.- acconsentii, ancora riluttante.
-Prometti di chiamarmi per qualsiasi cosa? Qualsiasi, Andrea, ti prego.- 
Lei annuì, quasi impercettibilmente e scomparve in pochi secondi.
Già avevo voglia anche io di volatizzarmi da lì in quell'istante ma dovetti rimanere ancora quei trenta minuti scarsi con gli altri per sentire il continuo della spiegazione.
-È andata?- mi chiese Lindsday a bassa voce, mentre osservavamo non so che specie di pesce.
Annuii e lei scosse la testa: imprecó.
-Signorina Bennet, come mai non vedo la sua compagna?- 
Dio, ora gli tiro un pugno a White.
Fermami Signore, perchè non so se mi trattengo.
-La mia 'compagna'- dissi enfatizzando la parola -si è sentita male ed è tornata in albergo.- 
Lui mi guardó con aria di sufficienza e annuì.
-Mah, va bene.- e si giró.
Pericolo scampato (per lui.) 
-D'accordo ragazzi, per oggi finiamo qui, anzi abbiamo anche sforato con l'orario. Sono già le cinque e mezza. Non fatemi pazzie stasera.- 
Tirai un sospiro enorme, attirando l'attenzione dei ragazzi.
-Tutto bene, Emma?- mi chiese Jay.
Annuii.
-Si, non sono io il problema ma Andrea...quel pezzo di merda è riuscito a rovinare tutto.- concluso a denti stretti.
-Giuro che stasera, se fa un passo verso di lei lo prendo a pugni.- 
Lo guardai.
-Io non ti fermerei, di certo.-
Seguì un silenzio triste, pieno di cose da dire che non si potevano e non si volevano dire.
-Noi andiamo, ragazzi. Voi che fate?- chiese Robin mentre cercava la mano della sua ragazza.
-Veniamo.- disse Jay.
Poi guardarono tutti me.
-Io arrivo fra un attimo, ormai so la strada.- 
Decisero di non farmi troppe domande e dopo un saluto frettoloso se ne andarono tutti.
Mi girai. Era lì che mi fissava, appoggiato al muro: sentivo i sui occhi verdi scavarmi dentro.
Non pensai nemmeno a cosa era appena successo, non pensai a nulla, e la prima cosa che riuscii a fare fu abbracciarlo.
Mi buttai letteralmente nelle sue braccia.
Nonostante fosse Andrea la persona più distrutta, io ero la sua migliore amica: il suo dolore era il mio, sempre.
All'inizio rimase irrigidito, tanto che pensai di aver commesso uno sbaglio, ma poi il suo corpo tonico aderì al mio. 
Scoprii che ormai sapevo come si allacciavano perfettamente i nostri due corpi.
-Vieni.- mi sussurró nell'orecchio.
Mi portó in una stanzina che doveva essere quella dei fumatori, ma visto che quel giorno il museo chiudeva entro mezz'ora, era deserta.
Ci buttammo sul divanetto presente, e ritornammo come eravamo prima: sentivo la sua mano accarezzarmi i capelli.
-È incredibile. Io non so spiegarmelo. Pensavo fosse quello giusto per Andrea.-
Lui non disse niente. Mi staccai sale sue braccia per poterlo guardare in viso.
-So che è il tuo migliore amico, Dave. E mi dispiace che...anzi a me non dispiace proprio un cazzo, l'unica cosa che mi disturba è che tu abbia quel pezzo di merda come amico.- 
Lui tentó di dire qualcosa, magari di difenderlo, perchè, alla fine, era pur sempre un suo caro amico.
-Ti prego non difenderlo. Stavolta non puoi.-
-Lo so che ti puó sembrare un coglione...e in questo caso lo è stato, senza se e senza ma. Peró te lo posso giurare, lui è davvero un bravo ragazzo. Quello che è successo...non è nel suo stile.-
-Vuoi sapere quanto me ne frega cosa è nel suo stile o meno?- ribattei, piuttosto acida.
-Possiamo almeno non scannarci io e te visto che Andrea e Chase l'hanno fatto abbastanza per dieci anni?- 
I suoi occhi mi incatenarono. Annuii.
Dovevo fargli una domanda: la domanda che mi ponevo da quando tutta quella storia era cominciata.
-Tu non sapevi niente, vero?- 
Mi fissó abbastanza a lungo per sapere che non stava mentendo.
-No.- rispose con voce ferma.
Mi sciolsi di nuovo nel suo abbraccio.
-Dobbiamo andare in albergo,Emma.- 
-Mmm...- mugolai contro la sua scapola, visto che non avevo la minima intenzione di spostarmi.
-Emma!- ridacchió lui.
-E va bene!- esclamai, alzandomi di malavoglia.
Feci un passo verso la porta e mi stiracchiai.
-Meglio muoversi che qui fra poco chiudono.- aggiunse.
Presi la maniglia e la tirai. Non successe niente. 
No. No no no. NO.
Riprovai. Nulla. Quella maledetta porta rimaneva esattamente com'era. Chiusa.
-Ehm..- dissi mentre mi giravo verso di lui.
-Penso l'abbiano già fatto.- 
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Angolo:
Ciao a tuttiii!
Ecco il nuovo capitolo, ovviamente un po' più 'sad' degli altri, perchè non potevano di certo fare i salti di gioia.
Che ne pensate? Di certo Andrea non ha reagito troppo bene, ma ho provato a vedermi in lei, col carattere forte che ha, e l'unica reazione che mi veniva in mente è stata proprio quella.
C'è un po' di tenerezza fra Dave ed Emma, e...colpo di scena!
Avrete capito che sono rimasti chiusi dentro, eh eh..
Nel prossimo capitolo ci sarà anche il punto di vista di Dave, tanto per alternare un po'.
Volevo dirvi, se vi va, di passare a leggere questa mia nuova storia, se vi interessa.
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2985142&i=1
 
Aspetto le vostre recensioni, un bacio.
  
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