Distesa al suo fianco,ripensavo agli ultimi mesi. A quando Scott,col suo ululato da Alpha mi aveva fatto trasformare da coyote in umana. A quando, ancora spaesata, avevo riabbracciato mio padre. A quando, per troppo senso di colpa, ero scappata di casa lasciando una lettera all'uomo che più mi amava e che per otto anni mi aveva creduta morta. Morta, sbranata da un coyote. Sbranata da me stessa. Così ero andava ad Eichen house, la casa dell'Eco, un manicomio dove avevo incontrato tanti matti. Ma nessuno batteva Stiles. Si, Stiles, il mio Stiles. Il ragazzo che ora russava a fianco a me,con la mano poggiata sul lieve rigonfiamento della mia pancia. E intanto, io ripensavo a come l'avevo aiutato a trovare informazioni sul Nogitsune, alla cantina, al divano; lì era scoccata la scintilla. Il nostro primo bacio, la nostra prima volta. Da li era nato tutto. I miei più bei ricordi erano racchiusi in quegli ultimi mesi. I nuovi amici che mi ero fatta entrando nel branco di Scott (Lydia la banscee, Kira la Kitzune, Liam il Beta, Derek il mio "cugino", se così si può definire, Diton il druidoveterinariopapà) Insomma, di gente ne avevo conosciuta tanta. Ma soprattutto,avevo scoperto di non essere una Tate, bensì una Hale. E mio padre, quello squilibrato di Peter, l'aveva scoperto poco prima di me. Ma soprattutto, negli ultimi mesi era nata la mia storia con Stiles. Dio, quanto amo questo scemo. Se prima anche solo l'idea di diventare madre a 17 anni mi spaventava,ora sembra la cosa più bella del mondo. Era passato quasi un anno dall'inizio di tutto, e ora mi sentivo finalmente a mio agio con me stessa.
Stiles dorme ancora. Non è mai stato un suo talento alzarzi presto la mattina. Certo, è anche colpa mia che lo stuzzico ogni sera, costringendolo ad andare a dormire sempre più tardi. Sarò incinta, ma sono sempre una donna. E non credo che a lui dispiaccia. Rido a questo pensiero, ricordando quando un giorno, arrivata a scuola con un top e una mini gonna, mi aveva preso sotto braccio, portato nell'aula di chimica e sussurrato "quanti pantaloni vuoi fare esplodere oggi oltre ai miei?"
Stiles ricomincia a russare. Sembra quasi un chinghiale sgozzato, per questo ci sono abituata. Un tempo ero io la cacciatrice che uccideva per vivere, ora sono la piccola principessina che deve essere protetta. Anche se quello che proteggono tutti è il bambino che porto in grembo. Io me la caverei benissimo da sola. Ma quel bambino (o bambina che sia) deve crescere con una famiglia la quale darebbe la vita per salvare la sua. Sono settimane che con Stiles discutiamo sul nome. Lui ne ha in mente un centinaio, anche se alcuni sono decisamente scartabili. Non gliel'ho ancora detto, ma se sarà femmina voglio chiamarla Claudia, come sua madre. Mi sembra una cosa carina,infondo lui ha il nome del nonno materno. Sua figlia avrà quello della nonna paterna. E mentre sono immersa in tutti questi pensieri, sento un naso che affonda nei miei capelli spettinati, e una bocca che sussurra al mio orecchio "Buongiorno piccola".
Mi giro sul fianco destro, trovandomi la sua bocca a due centimetri. Ho sempre amato la sua bocca: l'ha presa dalla madre da quel che dice lo sceriffo. Gli metto un braccio sul petto, mi avvicino e gli stampo un tenero bacio. Che poi mi dimentico che è mattina, e so la mattina cosa porta un bacio.
"Ehi, per te è proprio diventata un'abitudine baciarmi prima che mi sia lavato i denti?!"
"Su tesoro, mangiavo carcasse fino a un anno fa. Il tuo alito non sarà peggio. Ahhahahahaha"
"Ah si?! Vieni qui allora"
Stiles mi afferra i fianchi con entrambe le mani e prima che me ne accorga, è sopra di me. Come ogni santa mattina quando mi sveglio nel suo letto, facciamo l'amore. "Devo farmi la ciccia per l'inverno" mi ha detto una mattina mentre andavamo a scuola. In effetti, non credo che sarebbe comodo farlo col pancione ingombrante che avrò fra qualche settimana. Sono quasi al quinto mese, tutto di guadagnato.

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"Su vestiti, mamma coyote. Diton c'aspetta fra 10 minuti alla clinica per la prima ecografia e poi siamo a pranzo da Scott e Melissa"
Già, da quando eravamo ufficialmente una coppia, e sopratutto, da quando in giro per Beacon Hils non c'erano più Alpha assassini, Kanima, Darach, lupi gemelli, Ioni, Nogitzune e quant'altro, andavamo spesso da Scott e sua madre. Il che a me faceva molto piacere. Scott era si il mio alpha, ma era anche un grande amico e un fratello per Stiles. Mi alzo svoiatamente e mi infilo un paio di pantaloncini di spugna blu, una canottiera bianca (è di Stiles, mi sta larga) e un paio di Nike azzurre. Sono un regalo di Peter, mi piacciono molto.
"Su amore andiamo o faremo tardi per la prima ecografia! Ho preparato due panini, mangieremo per strada. Scaldo la jeep, cerca di arrivare entro domani"
"Signor si signor capitano"
Quando si tratta del bambino è sempre molto preso. Buon segno

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Allora bellezze, torniamo ancora una volta con la Stalia e il loro bambinoa. Questo, come anticipato nel titolo, è il secondo "libro" della saga che sto scrivendo. Sicuramente ce ne sarà un terzo e forse chi lo sa, anche un quarto. Comunque volevo ringraziarvi visto che la prima storia non è rimasta nascosta, anzi, è stata seguita da molti. Se volete sapere qualcosa sul prossimo capitolo, che pubblicherò massimo mercoledì 21, ecco quello che posso dire per non spoilerare troppo.
A parlare è Stiles, con continui flashback e conversazioni avute con Scott. Centra il prologo, fate voi due calcoli.
Al prossimo capitolo "L'anello."
Un bacione.