|Note della scrittrice|:
Carissimi lettori e
lettrici, o semplici viandanti del web!.. mi presento sono Core(alias
Cristina).
Sono una ragazza 19enne molto determinata e appassionata di
classici della letteratura (soprattutto quella europea).
I miei interessi
sono piuttosto vaghi, mi piace leggere dal fantasy alle novelle, dal romantico
al bestseller.
I miei scrittori/scrittrici preferiti/e sono: Italo Calvino,
Luigi Pirandello, Dan Brown,Dacia Maraini, J.K.Rowling,
Stephenie Meyer e
come dimenticare il meraviglioso e squisito romanzo dello scrittore
Evans…?L’uomo che sussurrava ai cavalli?..
Sono una di quelle persone che adora la vita e la filosofia
del cosiddetto“Carpe diem” (
lett.
"Cogli il giorno",
normalmente tradotta in "Cogli l'attimo", anche se la
traduzione più appropriata sarebbe "Vivi il presente") (non pensando al futuro).
Mi piacerebbe diventare
traduttrice, perciò studio al fin di prepararmi per tale mestiere presso
l’università di Palermo.
Comunque oltre la lettura e la scrittura,
naturalmente, ho molti altri hobby: la cucina orientale, il disegno,la
pittura…
Onde evitare monologhi inutili mi accingo ad introdurvi la mia prima
fan fiction di avventura con alcune tendenze verso l’horror.
Tendo a precisare che questa fanfiction può essere letta da
persone che possiedono la maggiore età (18+)!!!
Dunque...bisogna rammentare ed esplicitare dei importanti dettgali prima della lettura.
1.Ogni
capitolo sarà introdotto da una frase all’apice(che interessa varie tematiche
che potrebbero coinvolgere il capitolo in esame).
2.I
dialoghi sono introdotti da un trattino - ed alcuni puntini ….[la funzione
dei puntini è di rilevante importanza, in quanto stanno ad indicare le pause tra
i vari turni dei parlanti..migliorando la veridicità
dell'azione]
3.I pensieri sono
espressi in corsivo(per la maggior parte sono esplicitati tramite i verfi finali
esempio
Odore di guerra...pensai
=riflessione, giustamente in corsivo(Odore di guerra)+pausa indica dalla sospensione dei puntini(...) + verbo che dichiara l'azione(pensai)
Inoltre, vari corpi del capitolo sono specificati dal luogo d’azione e personaggio prospettico(cioè colui che osserva dalla sua prospettiva il tutto).Spero non vi siano fraintendimenti. Quando non viene specificato il luogo allora significa che l'azione o il personaggio agente rientra dello stesso campo d'azione dell'evento precedente.In altre parole, il luogo non è cambiato dall'ultima esplicitazione.
E' tutto!
Sono aperta a
qualsiasi forma di critica, anzi le pretendo al fin di
migliorare e forse convertirme en traductora.
Questa è la mia prima
fan fiction,
spero sia stata di vostro gradimento!
Mi raccomando lasciate
dei commentini,cosicché possa migliorarmi sempre piu’.
Baci e grazie
;)
Core
Capitolo 1.Le lacrime di una fenice
La chiave del nostro
futuro è la piena conoscenza del nostro passato…accettandolo, avremo accettato
il nostro destino […..]
[ salmo 2-3 La Creazione,
biblioteca Menesis]
La luce lunare stava rischiarando le mura dei sotterranei e
con essa stava donando un raggio di speranza a coloro che vi regnavano silenziosamente(non per loro
volontà).
E a coloro che vi erano martoriati, dimenticati dal resto del
mondo.
Questa era la Terra dell’ Ombra, per molti noto come il Regno del
Crepuscolo.
Una terra dimenticata, ma, per chi non lo era, rappresentava un
luogo o, per meglio dire, una fonte di disperazione.
Il fiume Arcas, (dall’
elfo antico «nero,portatore di morte» ), attraversava tutto quel
continente.
Saliva.
Scendeva per le montagne.
Si rituffava nei laghi e
in quel mare di desolazione, tingendosi non soltanto dei vari detriti che
portava con se ma anche di profonda solitudine.
Si poteva udire raramente il
sibilo del vento, che cullava con sé non soltanto frammenti di quella terra ma
anche i ricordi.
I ricordi di essa e delle persone che in un passato,
molto ..molto lontano vi risiedeva spensierata.
Era l’anno 1208 e la terra
del Crepuscolo era gremita di villaggi, celeberrimi per la loro produzione di
metalli.
Le risate dei bambini, il viavai delle donne nei mercati quotidiani,
le piazze sempre affollate erano soltanto dei bellissimi ricordi,ormai pochi ma
essenziali.
Successe tutto nell’ombra del Crepuscolo, in una giornata
d’autunno.
Sembrava quasi che Madre Natura si fosse ribellata al
genere umano, quasi come quest’ultimo l’avesse «offesa», conservando quel grigiore
e quella fitta ma spessa massa di nuvole e di tristezza.
La ricca
vegetazione,presto, si sostituì a massicce rocce calcaree ed arbusti snelli e
secchi.
In quella lande desolate si stagliava un bastione. Alto
un centinaio di metri e lucente a quel raggio lunare che lo tagliava trasversalmente in tutta la sua maestosità.
Regnava silente,
fiero e incontrastato.
Diviso in varie sezioni e costantemente sorvegliato,
dall’alto e dal basso.
Dall’alto vi erano gli uccelli di fuoco rannicchiati fra le
torri più alte con i loro occhi e il loro stridio che lacerava quel silenzio “mortale”.
Creature nate dal vulcano che si ergeva
in lontananza.
FERAM (dall’elfo antico “ventre di fuoco”).
Dal basso il bastione era sorvegliato dai
goraht, feroci cerberi dal pelo rossiccio, vigilavano con i loro occhirosso sangue e con le loro zanne colme di quel
liquido vischioso e rossastro.
Il bastione era gremito di sale, corridoi,
sotterranei, armerie, tutte illuminate da un bagliore argenteo.
La maggior
parte erano arredate con qualche quadro che ricordava delle battaglie e qualche
armamento appeso al muro
con la rispettiva etichetta che ne designava
il possessore.
Alla sala del trono si accedeva dalla terza torre, dopo
i laboratori laddove delle statue di cristallo la attorniavano.
Esse
risplendevano al chiarore lunare.
Una in particolare emanava una certa luce. Cristallina.
Dall’interno.
L’essere che vi era “cristallizzato” sorrideva e
stringeva a sé qualche cosa, la fonte di quella luce flebile.
Un
ornamento,forse?!!
In fondo alla sala si distingueva difficilmente una sagoma
, probabilmente una donna.
Lei. Stava fuggendo.
Inseguita da goraht
affamati.
Stava cercando di fare ciò che nessuno aveva mai
osato.
Stava cambiando il suo destino.
(Campi del nord-
Athnak)
Un araldo era appena sceso dalla groppa di un drago e avanzava a
passo veloce per il territorio alleato.
Il drago dalla squame olivastre, che
aveva appena domato con destrezza il giovane messaggero era
particolarmente irrequieto.
Servirono circa una ventina di uomini per
condurlo alle stalle.
-…messaggio urgente dalla truppa dell’ovest…da riferire
personalmente al Sacro Consilio…- riferì lo strano ragazzo dalle orecchie a
punta.
Il soldato che l’aveva prontamente ascoltato, lo scortò senza esitare
per un buon tratto. L’accampamento ospitava migliaia di soldati.Uomini, elfi,
custodi, cenis, imeut, aronius…
Tutti, (per la prima volta,anche se sarebbe
meglio asserire per laseconda!)stavano combattendo per la loro libertà.
Per
la vittoria!
In effetti, non si poteva rischiare la sconfitta; avrebbe
significato l’eterna sudditanza, la vittoria del male e del suo sovrano.
Il
suo nome era Sarnek.
L’accampamento era stato progettato contro ogni
eventuale forma di attacco nemico.
La sua struttura circolare non le aveva
mai provocato gravi danni.
Era stata sempre una perfetta sentinella, anche
quando una “ ipotetica” imboscata avesse sorpreso la prima formazione, quella
più esterna ( formata da 4 uomini)non avrebbe potuto sconfiggere la seconda(
formata dal doppio della precedente)
ne la terza ne la quarta che
erano state già avvisate dell’attacco.
Al centro di questa formazione “a
scudo” vi era la tenda del Sacro Consilio o 7 saggi, gli esseri più
potenti di tutto il reame.
(sotterranei-?)
Avanzavo
a passo veloce verso quel labirinto di corridoi.
Non c’era più
tempo.
“Loro” mi stavano raggiungendo.
La gemma cristallina che stringevo
emanava della luce a tratti e ciò fortunatamente mi aiutava moltissimo giacchè
non vi era luce.
Il corridoio in cui avanzavo si snodava in 4 altre parti,
scelsi la seconda e percorsi sempre il mio cammino a passo spedito.
Esso si
snodava a sua volta in altre 2 direzioni. Scelsi la
prima.
-grr……-
..Oh...no...pensai
Mi misi a correre.
Ormai
erano giunti.
Un paio di demoni mi stavano inseguendo.Cercai di aumentare
l'andatura e caddi rumorosamente a terra.
Pochi secondi e le zanne delle due
bestie mi sfioravano il viso.
Bastavano una manciata di
centimetrie...e...
Esse erano “sporche” e desiderose di altra
carne…
(Campi del Nord-
Athnak)
Il giovane messaggero era appena uscito dal capannone del Sacro
Consilio e si era diretto verso le stalle, senza dar conto
alla piccola
folla che
lo osservava già da parecchio tempo.
Seguirono diverse ore di
snervante attesa. Tra i soldati stavano girando vari pettegolezzi su un presunto
tradimento del Primo Comandante.
-è solo una sporca menzogna…..!!!-ringhiò un
imeut. La sua mascella si era contratta tutto ad un tratto facendo sobbalzare
chi gli stava
di spalle.
-Soren non ci tradirebbe mai………-disse un altro,
alzandosi di scatto.
In effetti, il Primo Comandante, giunto nella Terra del
Fuoco da quasi un anno e mezzo non aveva procurato assai
problemi.
Il suo passato era quasi un mistero.
Correva voce che fosse
stato Consigliere Ufficiale del Sovrano oscuro,o Sarnek, e che in seguito ad un
suo pentimento si
fosse arruolato di sua volontà al campo
nemico.
Soren,questo era il suo nome.
Dotato in particolar modo nell’uso
delle armi; era sempre stato un prezioso elemento per le truppe del Nord tanto
che un dì fu nominato Primo Comandante dallo stesso Sacro Consilio.
Aveva
sempre elaborato strategie efficienti e invincibili.
Permise così una serie
di vittorie e ammirazione ma tale "successo" procurò a sua volta profonda
gelosia e profondo odio da molti altri ufficiali e dai suoi stessi
soldati.
(Soren)
La sala che fino
ad all’ora era stata luogo di discussioni, ora era silenziosa.
Un silenzio
che poteva essere interpretato come mille parole. La casacca che portavo con me
conteneva una boraccia,
un pugnale e una spada, un ricordo di tanto…tanto
tempo fa.
-..Ofus….-
Un uomo dalla statura meno robusta della mia e con
una lunga barba blu si avvicinò.
- ..Comandante?-
Presi la spada che era
supina alla mia destra.
La estrassi dal suo fodero. Sulla lama c’erano incisi
strani simboli.
Una promessa….
La riposi e me la legai alla
cintura.
- ..PREPARA L’ESERCITO….-
Il giorno della resa dei conti si
avvicina ….sempre di più
Il soldato uscì dal salone.
Io
restai.
Nell’aria si respirava una nuova essenza.
Odore di
guerra……pensai
(tempio- Menesis)
Un
tempo si chiamava "la dimora celeste", adesso era un cumulo di rovine.
Da
lontano, il rumore di un pianto irrompeva il “sacro silenzio” del luogo
marmoreo.
Erano le lacrime di una fenice.