2.
Crescendo
Gli anni passavano.
Ayumi, aiutata da Yuri e dalla propria forza di volontà, superava tutte le
difficoltà e cresceva sana e bella ma... spietata. La timida Ayumi di cinque
anni, così spaesata all'inizio, era sparita, lasciando spazio ad una fredda e
spietata ragazza di quindici anni, per niente rassomigliante alla bambina
dell'infanzia.
Aveva sviluppato una capacità di mantenere il sangue freddo ma nel frattempo
tanta allegria che ogni ragazzo del monastero aveva un debole per lei. Ma quando
cominciarono a conoscerla meglio, videro in lei una rivale per conquistarsi la
libertà dal Monastero. Così brava nel beyblade e così affascinante con la sua
aria misteriosa poteva essere una dei pochi che avrebbero partecipato ai
Campionati del Mondo e così... andarsene per sempre da quel luogo di
sofferenza.
Anche
Yuri e i suoi compagni erano cresciuti.
Yuri era diventato un ragazzo bello e silenzioso, ma forse più
"cattivo" di Ayumi. Aveva covato dentro di se il rancore di essere
stato abbandonato in quello squallido monastero, da solo e senza amici,
sottoposto a massacranti allenamenti e deriso.
Tutta la rabbia si manifestava nelle battaglie a beyblade, dove non aveva
rivali; tuttavia, restava dolce e tenero con Ayumi, come quando erano bambini.
La sua maschera cinica cadeva in compagnia della ragazza, l'aveva presa come se
fosse sua sorella ma... il sentimento nei suoi confronti stava mutando: l'amore
per una sorellina più piccola stava diventando qualcosa di più audace e
passionale e il ragazzo se ne stava rendendo sempre più conto.
Per
quanto riguarda Kei...
se ne era andato dal Monastero e Yuri... non glielo aveva mai perdonato.
Diciamo che Kei non gli era mai andato tanto a genio, con la sua aria sicura ma
solitaria. Però l'aveva da sempre visto come un possibile amico, un po' strano
forse, ma un amico; ma quando lui aveva potuto andarsene da tutte le fatiche e
sofferenze del luogo e lo lasciava li con quell'aguzzino di Vorkof, aveva
toccato il fondo.
Da quel giorno aveva giurato di vendicarsi dell'offesa, di far patire al ragazzo
tutte le sofferenze che lui ha dovuto sopportare restando in quel luogo di
tortura.
Invece, Ayumi non si ricordava di Kei. Aveva solo un vago ricordo di un bimbo
piuttosto arrogante, ma solo visto di sfuggita, per un'ora soltanto. Ma da come
ne parlava Yuri non c'era da fidarsi.
A
due mesi dalla finale del Campionato del Mondo, i preparativi al Monastero
fervevano.
A tutti i blader presenti fu ordinato di intensificare gli allenamenti.
Ayumi tornava a pezzi dai sotteranei tutte le notti. Un giorno venne addirittura
punita con una frustata perchè aveva osato ribattere ad un ordine.
Ma lei aveva incassato la frustata in silenzio, guardando con sfida il
fustigatore
-Devi calcare di più quando lo fai, incapace...- aveva sibilato ridacchiando.
Ora stava scontando la sua punizione, legata al muro con catene ai polsi e alle
caviglie, in una cella del sotterraneo.
Era in quei momenti che le veniva più in mente suo padre, alle sue parole prima
di lasciarla a soffrire in quel posto, invece di ribellarsi al volere di quella
donne che prima chiamava madre.
-Hai visto? Guarda come si sta riducendo tua figlia, figlio di puttana! Ti
odio!!- urlò rivolta al soffitto, tirando le catene e graffiandosi i polsi e le
caviglie.
Abbassò la testa, rassegnata alla verità che suo padre l'aveva abbandonata per
sempre.
Poco
dopo sentì Yuri entrare nella cella ma non alzò la testa.
-Ehi...
come stai Ayu?-
-Secondo te come dovrebbe stare Yuri?- chiese scetticamente Ivan entrando dietro
di lui insieme a Boris e Sergej.
Yuri li fulminò con lo sguardo.
Ayumi alzò lo sguardo, carico di rabbia
-Già Yu... Non mi sembra una domanda intelligente...- sussurrò velenosa.
Ivan sogghignò: gli piaceva piantar zizzania tra i due amici. Era geloso di
Yuri per le attenzioni che raccoglieva da Ayumi, fin dalla prima volta che
l'aveva vista.
-Ok,
non ti arrabbiare... ma se devo dirla tutta te lo sei meritato! Come ti è
venuto in mente di ribattere al signor Vlad...-
-Quello che faccio sono affari miei, capito?- ribattè Ayumi tirando verso Yuri
ma ferendosi ulteriormente i polsi e le caviglie.
Yuri la scrutò impassibile.
La ragazza sapeva che l'amico non si arrabbiava solo perchè era lei e in quei
momenti la considerava come una bambina capricciosa, proprio come un tempo. Se
fosse stato qualc'un altro a parlargli con quel tono, di sicuro Yuri non si
sarebbe limitato a guardarlo con occhi penetranti.
-Va
bene Ayu... Me ne vado, a dopo- e uscì con gli altri dalla cella, mentre Ivan
la guardava sogghignando.
-Stupida
Ayumi, stupida!!- pensò dandosi della scema da sola.
Yuri era venuto per farle compagnia, ora che stava diventando pure notte e
cominciava a far freddo e lei... lo cacciava in malo modo! Che idiota... E
pensare che tra solo una settimana ci sarebbero state le finali. Doveva
prepararsi, non questionare con Vlad!
Ma non erano mai riusciti a spegnere il suo spirito ribelle, come invece
accadeva agli altri, Vorkof lo diceva sempre... La sua più grande riuscita era
stato Kei, che in solo un anno era diventato freddo e spietato come nessun
altro.
Era
notte fonda ma la ragazza non riusciva a dormire (Eh te credo! Incatenata!!
n.d.Ayu).
Tremava come una foglia, vestita solo con un vestito a maniche corte nero, lungo
fino a metà coscia e dei pantaloncini neri. Stringeva convulsamente
le catene con i guanti neri senza dita, mordendosi il labbro nervosamente
in preda ai brividi. Stava anche diventando più pallida del solito.
Sentì dei passi fuori dalla cella ma nel buio non vedeva niente.
Pensò che fosse Vlad
-Ok Vl... signore! Ho meditato, mi sono calmata ma ora mi liberi oppure non mi
avrà più per i suoi rimproveri, morirò assiderata...- urlò Ayumi verso il
buio.
Una chiave girò nella toppa e vide una figura avvicinarsi e liberarla
-Grazie sign...- ma si bloccò, annusando il fresco odore di bucato che solo
Yuri possedeva
-Pare che sta volta non morirai assiderata...- ridacchiò il ragazzo.
Ayumi non resistette e lo abbracciò con gratitudine, stringendosi al suo petto.
Yuri giocherellò con la lunga treccia della ragazza, abbracciandola stretta
-Grazie Yu e... scusami per prima ma...- un dito del ragazzo bloccò la
parlantina dell'altra.
Nell'ombra era ancora più bella, con i capelli che uscivano dalla lunga treccia
rossiccia, con la pelle diafana e il naso piccolo con tante lentiggini, con il
suo sguardo vivace, con quella scintilla sibillina che brillava negli occhi
scuri. Yuri sentì l'impulso di baciarla, di accarezzarle i capelli non come un
fratello ma come un ragazzo...
Ma non poteva farlo, non adesso.
-Vieni
Ayu, usciamo di qua...-
Salirono silenziosamente le scale e Yuri l'accompagnò fino alla sua porta.
Ayumi si girò, si alzò sulle punte dei piedi e diede al ragazzo un dolce bacio
sulla guancia
-Grazie Yu e scusa ancora... Notte!-
-Notte...- e chiuse piano la porta di ferro.
In
camera, il ragazzo si gettò sul letto, pensando alla finale imminente, alla
tensione che avvertiva in corpo e... alla piccola Ayumi.
Voleva averla ma non sapeva come fare, considerando poi il caratterino che si
ritrovava la ragazza.
-Come posso fare... come...- e con questi pensieri si addormentò, in boxer
incurante del freddo della camera.