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Autore: GeaRose Malfoy    17/01/2015    4 recensioni
Una storia vera, veri personaggi, descritti come nella realtà.
Una piccola flashfic, una cosa successa davvero.
Esattamente ieri.
Spero che vi piaccia!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Certi dettagli, certe piccole cose, le colgono soltanto alcune persone.
Gli sguardi casuali, i tocchi fugaci, gli abbracci amichevoli.
Devi essere attento, ogni istante, tenere occhi e orecchie aperti.
Quelle persone sono particolari. A volte celano, altre volte invece non riescono fare a meno di parlare di ogni cosa.
Personalmente sono una ragazza che viene ritenuta abbastanza stupida.
Probabilmente perchè spesso non parlo e se lo faccio, dico cose che non dovrei dire.
Ma se non apro bocca non è perchè non ho una mia opinione o perchè sono troppo stupida per pensare, io mi limito ad ascoltare, ad osservare. 
E non è vero che non penso. Non è vero che non comprendo, che non capisco.
Non è vero che le immagini mi scorrono davanti senza farmi alcun effetto.
Nei film non riesco mai a piangere, non perchè le scene non mi commuovano, ma semplicemente perchè non sono emotiva. E questo non significa che io sia fredda e insensibile. Non è vero niente di ciò che dice la gente.
Eppure, capita, che ci siano quelle volte in cui parlo troppo. Attacco una parlantina altamente petulante e, me ne rendo conto, irritante.
è come se non potessi smettere di produrre suoni, come se non dire ciò che penso fosse una lenta e dolorosa tortura.
E quella mattina, oltre ad osservare e capire, avevo una parlantina piuttosto fastidiosa.
Che poteva esserci di peggio?
Il 16 Gennaio 2015 Simone compiva 14 anni.
Bella tappa, per una normalissima ragazzina di 13 anni che voleva solo crescere.
Una ragazzina di 13 anni che tendeva a shippare slash ovunque. 
Forse perchè ogni volta che vedevo due ragazzi insieme non poteva far altro che immaginare una loro possibile relazione nascosta. Che solo alla parola "omofobia" mi viene da vomitare.
Una ragazzina di 13 anni, tanto ossessionata dagli omosessuali che era arrivata a mettere due ciondoli di omini maschi in una catenina, fingendo fossero una coppia. 
Ed era per questo che ero l'unica ad essersi accorta di alcuni, importanti, particolari.
Simone non mi era mai andato a genio, già dal primo giorno di scuola.
Era un ragazzetto molto basso, dalla pelle color caramello, gli occhi e i capelli scurissimi, i denti storti e di origine calabrese.
Non facevo discriminazioni perchè era del Sud, semplicemente non mi piacevano le persone che si scaccolavano senza ritegno davanti a tutti, che si infilavano la mano nei pantaloni per grattarsi i così detti. Non mi andavano a genio neppure le persone che appena si toglievano la felpa ti uccidevano con il dolce profumo delle loro ascelle. E neppure quelli che erano maschilisti, che aspiravano a diventare mafiosi e che giravano per la scuola con un cutter.
Quindi Simone era tutto ciò che non mi piaceva.
Simone però sapeva essere perfino simpatico.
Si, quando non mi squarciava la copertina del diario con il cutter, staccandola completamente e non mi tagliuzzava tutte le sottili copertine pastificate dei libri.
Simone nel complesso, faceva abbastanza schifo.
Eppure era il pagliaccio della classe.
Ogni cosa che diceva faceva ridere, ed'era per questo che era amato da tutti, nonostante tutto il resto.
Davide invece era diverso.
Un ragazzo di media altezza, la pelle chiara, i capelli castani chiaro, gli occhi verdi screziati di marrone e sopprattutto igienico.
Davide non puzzava, non girava con un cutter per la scuola, non sputava in giro, non distruggeva diari e copertine e non mi lanciava fuori dalla finestra i miei preziosissimi elastici per capelli.
Era un normale ragazzo ligure che faceva comunella con Simone sin dalla materna.
Avevo sempre pensato che insieme avrebbero avuto un futuro come ottimi comici. Quando ci si mettevano erano davvero una cosa epica, ti faceva male la pancia dal ridere.
Eppure, anche se erano migliori amici, in loro c'era qualcosa che per me non era chiaro.
I miei sospetti si erano confermati quella mattina.
Era il compleanno di Simone.
Un Davide tutto allegro era corso dentro la classe e di slancio si erano abbracciati in modo strano.
Loro non si abbracciavano mai.
Uno aveva messo un braccio sulla spalla dell'altro, e l'altro aveva fatto lo stesso, con il braccio libero si erano stretti la mano e ridendo come scemi davanti a tutti avevano cominciato a imitare dei movimenti del bacino.
Non era la prima volta che alludevano a qualcosa di simile.
Sui pavimenti, sui banchi, mentre tutti avevamo riso fino a cadere.
Eppure quell'abbraccio sembrava così vero.
Un attimo dopo Simone aveva detto ad Alessandro:
"Davide è stato il primo a farmi gli auguri! Mi ha scritto alle 00:01!" Ridendo.
In quel momento il mio cuore è semplicemente collassato.
Per una shipper accanita come me quello era semplicemente il massimo. Semplicemente una cosa unica.
Fu inevitabile creare la "Savide".
E con un urletto, guardando la scena non potei non commentare, probabilmente mi avevano preso per pazza. Ovvio, già sapevano che lo ero, ma dettagli.
"Oddio! Non posso non shipparvi! Voi siete così... Così... Ah! Vi adoro! Sclero!" Avevo esultato saltellando per l'aula sotto gli sguardi straniti e gli sbuffi dei miei compagni abituati alle mie reazioni.
E così, mentre io urlavo e saltellavo e i miei compagni si allontanavano, nessuno aveva notato gli sguardi di Davide e Simone incrociarsi, le mani sfiorarsi impercettibilmente e un leggero sorriso sfuggire dai loro visi.







  
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