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Autore: Mary Serpeverde    17/01/2015    1 recensioni
Un'attimo di felicità a volte ci fa credere a tantissime minchiate, come se i nostri sogni si potessero avverare.
Ed io, Allyson Walker, ero la bambina undicenne che non avrebbe mai pensato di diventare depressa, ma che invece lo stava diventando rapidamente.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 Gennaio 2015:
Quello è stato il giorno più brutto del mondo. Talmente brutto che a pensarci mi vorrei strappare i capelli. Ho perso la mia migliore amica, o almeno quella che credevo fosse la mia migliore amica. Ha messo in gioco la nostra amicizia per una pezzo intero di pane che mio padre aveva comprato dopo tanti anni di lavoro, e che conservavamo da quasi tre mesi... e bè, da noi che siamo poveri il pane non è una cosa di tutti i giorni; chi ne aveva più di due pezzi interi, era considerato un ricco, davvero. E quella botta di fortuna ha messo in gioco la nostra amicizia. Anzi, è stata Jocelyn a metterla in gioco.
E quella stupida "domanda". «Dammi quella dannata fettina di pane, che ti costa?» Io ho risposto con un semplice e sonoro no, dal presupposto che ero dannatamente affamata e debole. Ovviamente non ho avuto il sostegno di sua madre, si è incazzata anche lei.
Per me era una vera amica, ma semplicemente non lo ero per Jocelyn. Un'attimo di felicità a volte ci fa credere a tantissime minchiate, come se i nostri sogni si potessero avverare.
Mi sono sentita un peso dentro il cuore e ho lasciato perdere ogni speranza che mi desse la forza di continuare a vivere.

2 Gennaio 2015: Mamma s'era accorta che ero triste e delusa dalla vita. Pensava che fossi depressa, ma io SAPEVO di essere depressa.
Inoltre, tutti dicono che la vita è un dono, ma per me è una punizione per noi stessi, e ce ne dobbiamo ancora rendercene conto.
Io la penso così, sia vero o no, non cambierò idea. E poi mio padre era morto, come diavolo facevo ancora a credere che la vita fosse un dono, che a sua volta donasse forza, amore e affetto? La forza.
La forza, cos'era in quel momento in cui ero fragile e debole? Non era un dono della vita. La forza non esisteva per me, la depressione cominciava un sovrastarmi la mente, ogni pensiero e il cuore. E mi cominciavo anche a chiedere cosa significasse la vita, e la morte, Perché si doveva vivere per poi morire, e di gran lunga far soffrire le persone. Aveva un significato la vita?
Era da solo segno di sofferenza e di punizione, Forse. Sicuramente. Era così, in fondo lo sapevo. Me lo diceva il cuore. Ma non volevo ancora abbandonarmi alla tristezza, ma non era una mia scelta. Alla malinconia e alla depressione. Io, Allyson Walker, ero la bambina che non avrebbe mai Pensato di diventare depressa, ma che invece lo stava diventando rapidamente.


 
ANGOLO DI QUELLA PAZZA DELL'AUTRICE :')
 Ehy Ehy Ehy! So che è molto corta e che è una grande cazzata, ma avevo questa idea che mi frullava in testa e... che dire? L'ho scritta. L'ho scritta e non mi importerà se nessuno recensirà... Da come mi conosco, non continuerò la storia fino alla fine, e se farò al massimo il prossimo capitolo, vuol dire che qualche altra pazza idea mi è passata per quella testa vuota che ho c: Allora, vi saluto!
   
 
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