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Autore: LeChatDuM    17/01/2015    3 recensioni
Quel che un vero inglese deve inventarsi per poter bere del buon tè alle cinque in punto del pomeriggio
#present per thetommotomate✔️
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Guida semplice e veloce per rubare il tè

Quel che un vero inglese deve inventarsi per poter bere del buon tè alle cinque in punto del pomeriggio





Punto Uno: Assicurati un buon complice, che non potrà mai tradirti



Casa di Niall era un po' casa di tutti.

Era la Casa Sorella Maggiore, la Casa Madre, la Casa Mamma, cosa che Louis trovava piuttosto irritante visto che era lui ad essere considerato la Mamma del gruppo.

Nel senso: non che fosse felice di essere chiamato Mami da Harry, che spesso piagnucolava dopo esser caduto dalla bicicletta, o da Zayn che, tutte le volte che lo andava a trovare a casa -spesso per risvergliarlo dalle sue maratone da potterhead, che lo portavano a rimanere sotto le coperte, con la barba incolta e la puzza sotto le ascelle -, gli gridava di preparargli un panino e, quando il castano gli diceva di alzare il sederino -che sarebbe diventato piatto a forza di starsene seduto-, Zayn gridava che la sua vera Mami gli avrebbe preparato un panino, scomparendo sotto i piumoni, mentre Harry Potter ricordava a tutti loro che la vera magia, quella più potente, era l'Amore; non era divertente e voleva avere qualche credito, ogni tanto.

Tutte le cose più fastidiose, più odiose, più irritanti, venivano scaricate su di lui dai membri di tutto il gruppo -o su Liam, che però era più bravo a fischiettare casualmente ed uscire di scena senza nessuna responsabilità addosso-.

Esempio ne era il tandem su cui si trovava in quel momento -Zayn, per convincerlo a comprarlo, aveva abbassato il mento verso il petto, aveva alzato i suoi occhioni nocciola verso di lui ed aveva arricciato le labbra in un leggero broncio: "Per favore" aveva sussurrato piano piano. Louis aveva guardato gli altri ragazzi alzare gli occhi al cielo, improvvisamente più interessati al volo di alcune farfalle, di un uccellino, alle punte delle loro scarpe, piuttosto che al viso di Zayn. Gente furba. Gli occhi supplicanti di Zayn lo costrinsero a pagare metà del tandem e a pedalare per quasi tutta Londra insieme al ragazzo, che fischiettava felicemente, cantando Daisy ad alta voce. Dopo i primi tempi, però, il moro aveva perso interesse nell'oggetto, che era stato destinato al garage del castano- ed anche il ragazzino biondo che lo seguiva sul tandem.

Non avrete pensato che Louis se ne stesse andando in giro da solo su una bicicletta per due!

"Che ci facciamo qui?" chiese il detto ragazzino, guardando confuso la casetta dell'irlandese sotto la perenne pioggia londinese.

Louis lo guardò per qualche secondo, poi decise che la sua domanda non aveva alcuna importanza per lui e che, quindi, non meritava risposta. Prese a camminare verso il portone, con una forcina in mano e con l'impermeabile che svolazzava davanti alla sua testa, a causa del forte vento.

Luke era, insieme ai suoi altri tre amichetti -cielo!, come dirlo in modo garbato?- il suo cagnolino.

Louis aveva studiato questo processo in biologia, o, come l'avrebbe chiamata Zayn, in Cura delle Creature Magiche, e Harry e Liam avevano riconosciuto la parola a causa di Twilight.

Imprinting.

Il piccolo Luke, con i suoi enormi occhioni azzurri da cerbiatto, aprendo gli occhi verso il mondo, aveva pensato bene che Louis poteva essere il suo Grande Maestro, il suo Fratellone. In pratica la sua Mami.

Nonostante questo, non era stato un processo veloce, quello tra Luke e Louis. O meglio, non era capitato che il biondo aprisse gli occhi, vedesse la luce nel castano ed iniziasse a seguirlo ciecamente. Difatti, se non fosse stato perché Niall aveva deciso di far amicizia con i suoi vicini di casa -chi, ai giorni nostri, socializza con i propri vicini? Soprattutto a Londra! Il povero Niall era irlandese e pensava che tutti in questo mondo fossero brave persone che gli avrebbero mostrato la via per raggiungere il folletto con la pentola piena di patate d'oro. Dio, gli irlandesi e la loro ingenuità! Non lo sanno che le statistiche ci mostrano quanto sia probabile che, come vicino di casa, abbiamo uno stalker, un serial killer, o, Louis rabbrividiva alla sola idea, un australiano?-, Louis non si sarebbe trovato alle costole un biondino, che cercava di far fare amicizia al suo cane, Ketchup, con Kevin.

La cosa peggiore di tutta la faccenda era che Kevin avesse fatto amicizia con Ketchup, per davvero, e che fossero entrambi scomparsi.

Ashton chiedeva sempre che logica avesse il pensiero che un piccione ed un cane impagliati fossero scomparsi, ma Michael gli tappava sempre la bocca, minacciandolo di tingergli i capelli di verde.

Luke era, di fatto, un cagnolino. Aveva le sue necessità. Doveva essere portato fuori ogni tanto, essere coccolato, ci dovevi addirittura parlare -cosa irritante, dovuto al suo stupidissimo accento- ed era stato addestrato a saltare come un canguro, se Louis non gli avesse fatto mangiare il suo piccione arrosto.

Uno dei pochi aspetti positivi di avere Luke al proprio fianco, oltre al fatto che il castano poteva tirare bastoni e guardare il ragazzino correre dietro quello e riportarglielo, era che il biondino era leale. Lealissimo. Non avrebbe detto mai niente contro Louis, o Niall, o Ashton, o Michael, o Calum, o Liam, o Zayn, o Harry, né avrebbe lasciato che qualcun altro gettasse fango su di loro. Non era stato raro vederlo arrivare a casa di Niall con un occhio nero od il labbro sanguinante.

Era la persona perfetta da portare con sé, se si voleva infrangere la legge.





Punto Due: Avere sempre un piano per poter entrare nella casa in cui vuoi rubare il tè



Per quanto potesse essere lento, quando Luke arrivò accanto a Louis, dopo aver sistemato il tandem contro un palo, assicurandolo con un lucchetto e prendendo un ombrello per poter coprire meglio il ragazzo, Louis sarebbe dovuto essere già entrato in casa di Niall.

Invece il ragazzo, con le goccioline che gli cadevano sugli occhi e le sopracciglia aggrottate, litigava con la serratura ed una forcina, rubata anche questa da sua sorella minore, e non riusciva proprio ad aprire quel portone, che solitamente era sempre aperto per tutti.

"Non penso che Niall sia in casa" commentò stupidamente Luke, osservando le finestre chiuse e portando l'ombrello -con sopra disegnate le Tartarughe Ninja- sopra la testa del castano, che continuava ad ignorarlo, litigando furiosamente con la porta.

"Dev'esserci una finestra aperta. Parliamo di Niall. Deve aver lasciato una finestra aperta" Louis prese ad osservare la facciata della casa, inginocchiato davanti al portone, mentre alcune ciocche castane iniziavano a cadergli sulla fronte ed a bagnargli le guance.

"Non saremmo dovuti andare da Harry? Lui avrebbe avuto anche i biscotti per il tè, no? O da Liam. Sono sicuro che, se avessi chiesto a qualcuno d'invitarti per un tazza di tè, lo avrebbe fatto" riprese a parlare il ragazzino biondo, rigirando tra le mani l'ombrello, di modo che alcune gocce volassero verso l'esterno, andando a finire sul portone, ancora chiuso, della casa.

"No, tu non capisci" scosse la testa il maggiore, alzandosi in piedi per parlare faccia a faccia col ragazzino, che, da sotto il giubotto, stava iniziando a tremare per il freddo -Louis si stupiva sempre di più di quanto gli autraliani avessero poca resistenza al freddo- "Ho regalato ad un infedele mangia-patate e bevitore di birra un tesoro, un tesoro! Ed io, cultore del buon tè, sono rimasto senza niente! Niente! Devo riprendermi ciò che è mio!" e di nuovo, prese a guardarsi intorno, cercando di trovare un modo per poter entrare in quella casa.

"Il principio di un regalo, sarebbe la condivisione, l'affetto per l'altro, il cercare di migliorarsi a vicenda..." Luke osservò il viso irritato di Louis e sospirò "Roba di cui non te ne frega niente"

"Non usare il gergo autraliano. Sai bene che non ti capisco quando parli con quel volgare inglese-non-inglese" sventolò la mano in aria il maggiore, senza neanche guardarlo.

"Vuoi rubare solo una tazza di tè" si assicurò il ragazzino, lasciando nelle mani del castano il suo prezioso ombrello -non per niente, ma era stato un regalo di Michael e ci teneva particolarmente, come teneva allo zainetto di My Little Pony che gli aveva regalato Ashton ed al burro cacao Only For WoMan, che gli aveva dato Calum-

"Certamente non gli ruberò le patate. So che sono molto importanti per la cultura irlandese" annuì convinto Louis.

Luke assottigliò lo sguardo, infilandosi le mani nelle tasche bagnate del giubotto "Non so, ma questi commenti stanno diventando vagamente razzisti" mormorò scuotendo la testa e tirando fuori un mazzo di chiavi di tutti i colori, con molti cartellini attaccati.

Sala Prove. Casa Mia. Casa Ashton. Bagno Ashton. Armadio di Zayn. Stanza Antipanico. Capsula del Futuro. Casa Niall.

Il biondo infilò le chiavi nella serratura e, con un leggero plick!, la porta si aprì, facendo loro intravedere il corridoio disordinato del biondo tinto.

"Perché hai le chiavi dell'armadio di Zayn?" chiese incuriosito Louis, cercando di acchiappare il mazzo di chiavi dalla serratura. Luke, però, più veloce perché meno vecchio -e più animale, secondo il punto di vista del castano-, afferrò le chiavi con un gesto quasi invisibile della mano.

"Segreto professionale" rispose, facendo segno a Louis di entrare in casa.







Punto Tre: Studiare la geografia locale, per sapersi muovere e sapere dove cercare il prezioso tè


Casa di Niall non era mai stata particolarmente ordinata. Nè particolarmente pulita.

Beh, solitamente erano Liam e Zayn a pulirgli casa, visto che Niall trovava la cosa completamente inutile e noiosa. Il fatto che fosse passata esattamente una settimana da quando Liam aveva iniziato ad uscire con Sophia, e che Zayn fosse stato rapito dal mondo di Harry Potter, di nuovo, per affrontare il cambiamento, che non gli andava poi così a genio -Louis sapeva che avrebbe dovuto andare a pescare quel ragazzo con istinti nerd entro i tre giorni, prima che decidesse di fondare una setta per Potterhead, gridando in giro che una volta che sei dentro, come coi Mangiamorte, non ne puoi più uscire-, aveva reso la casa del biondo un porcile, una discarica di pizze, hamburger, calzini puzzolenti e cartacce su piani impossibili, di cui Louis ne aveva avuto abbastanza.

"Puzza" fu il suo unico commento, per poi girare verso destra, con fare da agente segreto.

"La cucina è dall'altra parte" osservò Luke, indicandogli la parte opposta del corridoio "Nel senso" riprese, aggrottando le sopracciglia "il tè dovrebbe trovarsi in cucina, in una casa normale, no?"

Louis scosse la testa, con un sorriso bonario sulle labbra si avvicinò al biondo e gli posò una mano su una spalla, come un fratello maggiore fa, quando il fratellino dice una stupidaggine "Questa è casa di Niall. Non è una casa normale"

"E allora, dove dovremmo cercare?"

"Ovunque" rispose Louis allargando le braccia per abbracciare, dal corridoio, l'intera casa, nei suoi due piani di grandezza "tranne in cucina" alzò il dito indice, con fare da saputello.

Luke sorrise divertito, seguendo i passi del castano verso il salotto.




Punto Quattro: Non deviare dal tuo percorso, può essere pericoloso


Aperte le porte di vetro del salotto, Luke e Louis si ritrovarono, a detta del castano, uno degli spettacoli più brutti della sua intera esistenza.

Ora, fortunatamente non lo disse ad alta voce, perché Ashton, che era intento a frugare nella libreria di Niall, con le bacchette con cui suonava la batteria in bocca, si sarebbe anche potuto offendere.

Ashton, non essendosi accorto della presenza degli altri due, continuò a frugare nella libreria, indisturbato, senza star cercando effettivamente un libro. È da pensare che, in casa di Niall coesistevano i libri più colti a questo mondo e quelli di cucina rapida per single, che mandavano su tutti i nervi Harry in quanto si trovava in disaccordo con la preparazione del pane da loro proposta. Un tipo come Ashton, votato alla praticità della vita, poco aveva da cercare nella libreria di Casa Horan, o almeno così credeva Niall.

Per questo, dopo avergli rubato la sua bandana rossa preferita che, a detta del biondo, gli faceva la fronte più alta, gli occhi più piccoli e le guance più paffute, aveva pensato bene di nasconderla trai suoi libri, dicendo, invece, all'australiano, che Ketchup, il cane impagliato di Luke, si era innamorato di quell'orrenda bandana con disegni bianchi e se l'era portata con sé.

"Trovato!" fu il grido di vittoria del castano, mentre alzava le mani in alto, tenendo stretta in mano un'orribile bandana rossa, dimentico del fatto di essersi arrampicato sugli scaffali più alti della libreria.

Cadde all'indietro con ancora le mani in aria ed andò a sbattere contro il pavimento, con un sorriso soddisfatto. Quando portò gli occhi verso la fronte, con fare pigro, trovandosi sotto lo sguardo critico di Louis, sbuffò iniziando un "Porco...", mentre sputava di lato le sue bacchette.

"Eh no" lo interruppe l'inglese, alzando una mano alla stessa altezza del petto "Niente gergo australiano!"

"...canguro" terminò Ashton, sogghignando.

"Amico" lo salutò Luke, offrendogli una mano per alzarsi da terra, che il maggiore accettò con piacere, accarezzandosi la testa e sistemandosi su quell'orribile pezzo di stoffa "Che ci fai qui?"

Ashton arricciò le labbra "Bandana, bandana" disse, come se fosse una spiegazione, indicandosi la testa "Io e Michael siamo venuti per la bandana"

"E dov'è Micheal?" chiese Luke, guardandosi intorno.

Il ragazzo aprì la bocca, come se avesse voluto rispondere ma, non trovando traccia dell'amico per tutta la stanza, alzò le spalle con un "Cinque secondi fa, però, era qui"

"Lo dovremmo cercare" disse sovrappensiero il biondo, grattandosi una guancia.

"Eh, no" li fermò Louis, prendendoli entrambi per il retro del colletto "Segui il piano originale" disse a Luke, che assottigliò lo sguardo ed aprì la bocca in un'espressione che lo faceva sembrare più stupido di quello che era "E tu, torna a casa" ordinò ad Ashton, che, per risposta, si girò verso l'altro australiano, scuotendo la testa.

"Cosa ci fate voi qui?"

"Rubiamo del tè"

Louis gli diede uno schiaffo sulla testa, per farlo star zitto "Traditore" borbottò con un'aria disgustata e ferita allo stesso tempo.

"Forte. Io lo so dov'è il tè"

"Davvero?" chiese entusiasta Luke.

"Davvero?" fece eco diffidente, Louis.

Non era vero, ma questi erano piccoli dettagli che Ashton non avrebbe mai ammesso, visto che si voleva divertire ad ostacolare i due apprendisti ladri "Certo" mentì, senza nessun senso di colpa, riprendendo le sue bacchette in mano, come a volersene andare da casa di Niall.

Louis, con uno sguardo, ordinò a Luke di afferrarlo per le spalle e farlo girare verso di lui, cosa che il biondo fece, più per preoccupazione che perché glielo avevano ordinato. Il fatto che Michael fosse libero per casa dell'irlandese non gli sembrava una situazione consigliabile in nessun caso mai.

"E dov'è?" continuò l'inglese con un sopracciglio alzato ed una mano sul fianco.

Ashton passò il suo sguardo verso destra, poi verso sinistra "Sicuramente non in cucina" disse.

"Che ti avevo detto?" gongolò, fiero di sé, Louis, mentre Luke, ammirato, annuiva.




Punto Cinque: Non fidarti di terze parti, soprattutto se sono australiane




Ashton li portò nella Sala Giochi di Niall -sì, sì, Niall aveva anche una sala giochi dentro casa. Barbaro. Mancava giusto qualcosa di volgare come una Sala Poker per terminare il quadretto che faceva sempre rabbrividire Louis- e, ovviamente, nella Sala Giochi, saltando sul trampolino, si trovava Liam Payne, che realizzava capriole a mezz'aria e, nel vederli, perse la concentrazione, cadendo sul tappetino di faccia.

"Posso spiegare!" gridò.

"Spiega" la risposta di Louis, con le braccia incrociate e l'aria da mamma apprensiva davanti al figlio che marina la scuola.

Per chi si stesse chiedendo cosa stava succedendo, bisogna sapere che Liam si era appena fidanzato e, da fidanzato, aveva degli obblighi, come uscire con la propria ragazza. E, quel giorno, proprio quel giorno, a quell'ora, Liam sarebbe dovuto essere accanto a Sophia, non su un trampolino a saltare e gridare come una ragazzina in preda agli ormoni, come invece stava facendo.

"Bellissimo" gridarono all'unisono Ashton e Luke, correndo verso il trampolino e iniziando ad accarezzare il tappetino, come se si trattasse dell'oggetto più prezioso ed interessante del mondo -avevano fatto lo stesso sguardo davanti ad una molla che scendeva le scale. Oh, Signore, erano così ingenui-. Il primo a poggiare un piede sopra il tappetino, invogliando l'altro a seguirlo, fu Ashton.

Liam, ancora sdraito sul tappeto elastico, si vide rimbalzare, cone reazione ai due australiani che avevano preso a saltare e gettarsi a terra, per poi tornare sul tappetino e ributtarsi di nuovo a terra. Divertito, prese a saltare coi due ragazzi, prendendo ad ignorare l'inglese a terra, che sbuffava come una vecchia locomotiva.

"Ashton! Ehi, maniaco delle Tartarughe Ninja!" lo richiamò Louis, scuotendo le braccia davanti ai tre "Il tè! Dov'è il tè?"

Ashton continuò a saltellare, felicemente, e mimò una pistola con le mani, strizzando l'occhio sinistro "Mmm" mugugnò, per poi aprirsi di nuovo in un sorriso.

Stava per rispondere con un'altra bugia, quando si sentì la voce di Niall espandersi nel corridoio.

"Se mangio una pizza~" canticchiava felice "Offrimela tu~"

I quattro ragazzi si guardarono negli occhi, terrorizzati.





Punto Sei: Agisci velocemente, ricordati che stai rubando in casa altrui



“Porco canguro del koala, quello ci ammazza e ci usa per insaporire la birra!” mormorò Luke, cercando di non gridare e girandosi verso Ashon, che aprì la bocca per dire qualcosa, probabilmente qualcosa di poco carino, ma tacque, lasciando che il biondo lo scuotesse, prendendolo dalle spalle.

Liam, ancora seduto sul tappeto elastico, iniziò a rotolare su quello, poco interessato nella situazione, visto che, aveva capito, il miglior modo per uscirne, sarebbe stato dare tutta la colpa agli australiani, che erano un po' i novellini dell'amicizia con Niall.

“Calmatevi” disse Louis, più per Luke che per nessun altro, lasciando che le mani salissero e scendessero, stese sull'aria “Basterà uscire dalla cucina” prese ad inventare “quando Niall si butterà sulla poltrona ed inizierà a cantare l'inno nazionale dell'Irlanda, bevendo birra e facendo quella roba strana con i piedi, che loro chiamano ballare”

Liam rotolò ancora sul tappeto “Quello lo fa soltanto durante i Mondiali di Calcio”

Ashton e Luke arricciarono il naso “Niall balla davanti alla televisione?”

“Se è per questo ci parla pure. Non lo sentite? Parla con gli istruttori televisivi di Zumba, ha imparato grazie ad un programma a suonare la chitarra e, secondo voi, quelle schifose ricette irlandesi, dove le ha imparate? Da un irlandese che parlava irlandese su un canale irlandese” concluse Louis, incrociando le braccia.

“Questi commenti si avvicinano sempre di più al razzismo” commentò Ashton, alzando un sopracciglio e cercando una risposta negli altri due ragazzi nella stanza.

E se Luke abbassò lo sguardo, con uno sguardo vagamente consapevole del sottile razzismo di Louis, Liam lo guardò di sbieco, chiedendo con un'innocenza disarmante “Che razzismo?” poi, cercando di sedersi a gambe incrociate, continuò “Non capisco di cosa parliate”

“Quel che dicevo” riprese la parola Louis “è che abbiamo, oltre a questi salta-canguri, un altro salta-canguro selvatico in giro per casa di Niall”

“Salta-canguri a chi? Oh, guarda che...”

“Michael” mormorò Luke, portandosi le mani sulle labbra “Porco canguro! Michael!”

Ashton rabbrividì al ricordo che il ragazzo dai capelli, ai tempi, rosa girava per la casa dell'irlandese, indisturbato e senza nessuno che gli ponesse un piccolo limite “Dobbiamo trovarlo” annunciò rivolto a Luke, che si mordeva nervosamente le mani.

“Prima che lo trovi Niall” aggiunse Louis, sbuffando.

“Forse un po' troppo tardi” commentò Liam, indicando la porta e facendo cenno ad ascoltare quello che succedeva oltre la porta.

Condividendo uno sguardo confuso, gli altri tre ragazzi tesero l'orecchio, in ascolto.

“No, no, no” stava dicendo Niall “per dimenticare devi bere il boccale di birra tutto insieme. Così” rumore di un boccale portato in bocca e sbattuto sul tavolo “Vedi? Capito?”

Ci fu un momento di silenzio, un respiro sconsolato e un trascinio di un bicchiere sul piano di legno.

“Meglio di Harry Potter, eh?” chiese gongolando il biondo.

“Niente è meglio di Harry Potter” ringhiò Zayn, per poi mettere il broncio.

Liam e Louis condivisero uno sguardo preoccupato.

Niall più Zayn non era una buona somma.





Punto Sette: Corri, corri, corri, corri




“Possiamo cavarcela” prese a mormorare Louis per calmarsi, camminando avanti ed indietro davanti alla porta di legno che li divideva dal corridoio e da Niall “basterà arrivare in cucina. Dobbiamo andarci uno alla volta, senza fare rumore, senza farci vedere senza...” il suo sguardo si posò su Ashton e Luke, che, stupidamente lo guardavano sbattendo periodicamente le palpebre, come se stesse parlando l'inglese più incomprensibile nella storia dell'inglese “Che c'è?” chiese bruscamente.

“Dobbiamo trovare Michael” spiegò col tono più calmo a sua disposizione Ashton, mordendosi le labbra “Noi non possiamo uscire senza Michael”

“Perché no? Potrebbe essere la nostra vittima sacrificale, mandiamo lui al posto nostro e Niall lo obbligherà a fare tutte quelle cose strane che fa sempre fare a tutti noi per dargli una lezione” Louis spiegò il suo punto di vista senza mai riprendere fiato, sicuramente a causa della tensione che stava accumulando al pensiero di Zayn e Niall insieme da soli “Lo trovo un piano perfetto”

“No” lo fermò Luke “tu non capisci...” il ragazzo fu fermato dal rumore di una batteria, che veniva suonata al piano superiore. Sbattè velocemente le palpebre, impallidendo tutt'ad un tratto.

“Hai sentito?” chiese Niall dalla cucina, strusciando la sedia sul pavimento.

“Stavenendoquistavenendoquistavenendoqui” prese a ripetere Liam, avvicinandosi a Louis, in cerca di un piano.

“Qual è il problema se lasciamo qui Micheal?” chiese il maggiore, dannatamente serio verso i due ragazzi più giovani.

“Lui, tutte le volte che entra in casa di Niall, ha degli attacchi di... attacchi di follia lucida. Vorrebbe iniziare a dipingere le pareti, o a suonare qualsiasi strumento, inizia a parlare con i muri e diventa imprevedibile. Sai i lupi mannari?”

“Lui diventa un canguro mannaro?” scherzò Liam, ma gli sguardi di Luke ed Ashton lo fecero desistere dal ridere.

“Non possiamo lasciarlo qua”

Ed ecco il dilemma.

Abbandonare un australiano? Salvarlo? Era possibile salvarlo da se stesso e da Niall senza sacrificarsi? Salvare prima i propri compagni, che si trovavano in terra irlandese per puro caso?

Louis osservò la stanza, adocchiando una finestra che dava sulla strada e, eroicamente, si avvicinò a quella, aprendola.

“Non hai capito? Noi non possiamo...”

“Salvatevi” disse con tono melodrammatico il castano, indicando la finestra “Io, per onore inglese, non abbandono un mio compagno in armi. Vi giuro che troverò Michael, gli tirerò le orecchie per bene, prendendolo da uno dei suoi stupidi percing e lo riporterò a casa. Sano e salvo” proclamò eroicamente, alzando il suo sguardo affinchè il sole potesse colpirlo nei migliori dei modo.

Gli altri tre si morsero le labbra, e, trattenendo a stento le lacrime, si calarono dalla finestra, donando al maggiore uno degli sguardi più fieri e onestamente colpito che avrebbero mai potuto donargli.

Passato il momento in cui l'inglese si era sentito un inglese di quei film di guerra, soprattutto del Dopoguerra inglese, Louis si chese chi glielo aveva fatto fare a rimanere in quella gabbia di matti e non salvarsi come gli altri, soprattutto mentre strisciava sul muro, sperando che nessuno lo vedesse.

Grazie al cielo -o alla Regina, il ragazzo doveva ancora decidere-, qualcosa, una sveglia, aveva attirato l'attenzione dell'irlandese al secondo piano della casa. Quindi si doveva muovere in fretta nel piano terra della casa, sperando che l'australiano numero tre -aveva deciso che lo avrebbe chiamato così per quel momento, per non collegare il suo nome con un momento negativo e pauroso della sua vita… come? Vi chiedete perché paurosi? Pensate che Niall sia un bonaccione? Beh, vi sbagliate- si trovasse proprio nel piano terra.

Me la Regina ascoltò le sue preghiere.

Non solo Michael era nel piano terra, ma era anche accanto alla porta di servizio, per una rapida ed indolore fuga.

Unico problema?

Era attaccato ai biscotti irlandesi della mamma di Niall. E li stava divorando tutti quanti, senza lasciarne nemmeno uno.

Louis capì per quale motivo Ashton e Luke erano così preoccupati di lasciare Michael da solo. Era come un bambino.

“Amico” sussurrò l'inglese cercando di spingerlo verso la porta secondaria “Dobbiamo andarcene. Adesso. Prima che quello arrivi. Ci fa a pezzettini”

Michael lo guardò incuriosito, con in bocca quattro biscotti di diversi gusti “Eh?” chiese, sputacchiando briciole sulla faccia del castano.

Louis si tolse con le mani il miscuglio di bava e briciole, fulminandolo con lo sguardo “Esci” sibilò “Adesso” lo spinse verso la porta, cercando di convincerlo ad andarsene.

Alla fine, Michael alzò le spalle, aprì la porta e se ne andò, sicchè l'inglese tirò un sospiro di sollievo, con la mano sulla maniglia della porta e lo sguardo verso la libertà.

Se non fosse stato per…

“Ma guarda!” gridò Niall, appoggiato allo stitipe della porta della cucina “Ho visite” sorrise in maniera quasi innocente.

Louis si girò lentamente verso il biondo e gli uscì di bocca una parola che, in momenti normali, da English gentleman, non sarebbe mai uscita dalle sue labbra: “Merda”





Punto Otto: Accetta la sconfitta e la punizione, se sei stato beccato (cioè, sei stato beccato! Sceeeemo!)



Niall sorrise con quel sorriso che non voleva dire niente se non guai, versando del té nelle tazzine, giusto davanti a Louis, che lo guardava terrorizzato.

Zayn non faceva altro che sospirare, tamburellando le sue dita sul tavolo di legno poco pregiato del biondo.

“Insomma” prese a parlare Niall “io e Zayn abbiamo scoperto che lui è per metà irlandese…”

“Un quarto” lo corresse il moro, grattandosi la nuca.

“E volevamo festeggiare insieme. Invece di starcene a guardare per l'ennesima volta Harry Potter, gli ho detto, beh, perché non vieni a casa mia. E chi ci ritroviamo qui?” Niall sorrise “Louis”

Il castano deglutì, sistemando sulla sedia, improvvisamente a disagio.

“Quindi” continuò il biondo, versando l'ultima tazza di tè e porgendola a Zayn, che la prese senza fiatare, ma tenendo le altre due giusto sotto le sue mani, quasi fossero degli ostaggi “volevi rubarmi un po' di tè?”

“Io…”

“Non ho detto che potevi parlare” lo zittì il ragazzo, senza smettere di sorridere “Allora, sai che ti dico? Prepareremo per te un tè specialissimo! Ricetta Horan”

Il proprietario della casa aprì frigo e credenza, prendendo da quello vari ingredienti e poggiandoli sul tavolo, giusto davanti a Louis. Il ragazzo dovette trattenersi dal fare qualsiasi espressione, per non far scoppiare a ridere Niall e non dargli quindi la soddisfazione di vederlo soffrire. Ma fu difficile.

Ketchup, salsa tartara, maionese, uova, pepe, pancetta cruda, pane, prezzemolo, riso e tante altre cose che, sicuramente, col tè avevano poco a che fare.

“Sono così felice che tu sia venuto qui a festeggiare con me e Zayn”

“Yuppi” commerò atono il moro, alzando la tazzina di tè.

Niall versò un dado nella tazzina di Louis, per poi alzare lo sguardo verso di lui e sorridere “Sarà delizioso”, commentò versando anche il ketchup e la maionese “Qualcosa d'irripetibile” e versò riso e prezzemolo “Stra-o-rdi-na-rio” sillabò, per far cadere con un plop! la pancetta nel liquido.

Louis deglutì, sentendo gli occhi lacrimare per l'affronto subito dal suo amato tè ed il suo spirito inglese, ma non disse niente.

In uno stoico silenzio afferrò la tazzina che il biondo gli offriva, e chiuse gli occhi, in commemorazione di quella bustina di tè, che non voleva fare niente di male, che voleva fare solo il suo lavoro ed essere deliziosa. Ed era stata punita per la sua stupidità Louis chiese scusa silenziosamente, sentendo quanto torto aveva inflitto allo Spirito Inglese.

“Allora” continuò a sorridere Niall, alzando la tazzina di tè ed invitandolo a fare lo stesso “alla tua salute” sogghignò con quella faccia da elfo buono che si ritrovava.

Il castano annuì, trattenendo la sua smorfia indignata e disgustata.

Per il bene della patria Louis, per il bene della patria.

Alzò la tazzina al cielo e se la portò alle labbra.

Volle piangere. Era disgustoso.
   
 
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