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Autore: Evee    18/01/2015    3 recensioni
~ sequel di “The White Lady who lost her soul”
Kisara è finalmente libera, ed ora che ha ritrovato i suoi ricordi sente di essere anche pronta ad aprire il suo cuore e buttarsi alle spalle il suo triste passato.
Ma presto scoprirà che il passato non ha ancora finito con lei... Anzi, con loro. Perché Seto ha voluto salvare la sua anima, ma purtroppo ogni scelta comporta sempre una conseguenza. E lui ne ha fatto una che rischia di pagare molto, troppo caro. Lei, però, non ha la minima intenzione di permettere che accada.
E poi gliel'aveva promesso, che lo avrebbe protetto per sempre.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisara, Seto Kaiba
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dark Blue Saga'
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VI - Devil's spoke

 

{All of this can be broken
All of this can be broken
Hold your devil by his spoke and spin him to the ground}

 

«La legge è uguale per tutti».

Quella scritta luccicante fu la prima cosa su cui i suoi occhi si posarono nel fare ingresso in aula. Non aveva mai dato peso a quell'espressione, fermamente convinto che ci fossero persone comunque più uguali delle altre, e che lui fosse una di queste. Tuttavia, di recente era stato costretto a ricredersi e a realizzare che c'erano cose contro le quali né il suo nome, né i suoi soldi potevano nulla.

Due agenti lo strattonarono ai lati, facendo sì che le manette gli scavassero i polsi e lo trascinassero dentro l'aula come un animale per il giogo. Il suo avvocato era in attesa dietro un tavolo laterale e una pila di fascicoli, ma lui venne costretto a fermarsi al centro della stanza, in modo che tutti potessero essere spettatori della sua umiliazione. Ma questa non era nulla rispetto a quelle che aveva già dovuto subire, in carcere e ancor più per tutta la sua infanzia, per cui camminò a testa alta, imperturbabile, così come era rimasto indifferente di fronte al comitato di benvenuto che i giornalisti gli avevano organizzato all'ingresso.

Eppure, non poté impedire alla sua retina di catturare un baluginio luminoso in prima fila, né al suo corpo di voltarsi verso la ragazza dagli occhi blu che tanto a lungo aveva desiderato rivedere. Ma fu uno sguardo che lo trafisse dolorosamente, perché lei lo stava osservando con quell'espressione triste che mai più avrebbe voluto scorgere sul suo volto.

-In piedi! Entra la corte!-

La voce di un cancelliere riecheggiò amplificata nell'aula, costringendolo a rivolgersi di nuovo verso la massiccia impalcatura lignea della corte distrettuale. Dietro di essa venne aperta una porta intarsiata e cigolante, facendo emergere le figure scure di tre giudici togati che si ersero solenni nei loro manti di ermellino, quasi a voler esibire i loro trofei venatori. Poi, fu il turno della giuria popolare chiamata ad esprimersi sul merito della causa. Tre per lato, quei cittadini asseritamente probi ed onesti lo squadrarono feroci al sentore del suo sangue, pronti ad essere sguinzagliati come mastini.

Il presidente quindi con un colpo secco fece risuonare il suo martello sul bancone, dichiarando aperta la stagione della caccia.

 

***

 

Rivederlo fu un brusco, sofferto tuffo al cuore.

La sua figura slanciata aveva conservato il tipico portamento fiero, ma ogni suo passo era rigido ed affaticato, quasi dimentico di come si facesse a camminare. E quando si rivolse a lei, soffrì ancor di più nello scoprire il suo viso pallido e scavato dalle privazioni, come scavate erano le fosse scure sotto ad occhi azzurri in cui riconobbe a stento il calore di un tempo.

L'assalì impellente il bisogno di allungare le braccia oltre quelle sbarre che li stavano separando, anche solo per sfiorarlo. Lui era lì, a neanche due metri da lei... eppure, era una distanza che pareva incolmabile.

-In piedi! Entra la corte!-

L'annuncio recise i loro sguardi e, come lui fu costretto a voltarsi, lei dovette alzarsi su due gambe che sembravano non essere più in grado di reggere il suo peso. Ma quando, distrattamente, si accorse della comparsa del pubblico ministero, si sentì per davvero sull'orlo di un mancamento.

Conosceva quella donna.

In tutta onestà quando aveva saputo come si chiamava il procuratore che seguiva il caso aveva già avuto un sentore di familiarità, ma si era imposta di non prestare troppa attenzione alle sue inclinazioni paranoiche... Anzi, si era lasciata trarre in inganno dal nome e si era immaginata si trattasse di un uomo. Ed in effetti il taglio dei suoi capelli biondo cenere era abbastanza androgino, ma era indubbio che il suo sesso fosse quello femminile. Come altrettanto indubbiamente aveva l'aspetto della donna che, negli ultimi tempi, si ricordò di aver visto in compagnia di Kurosawa. Certo, lui era più un uomo da relazioni usa-e-getta, ma sembrava anche che provasse troppe remore per potersi sbarazzare di quella con leggerezza... presumibilmente a causa della sua risaputa parentela con Shigeo Nishiguchi, attuale sosai dello Sumiyoshi-kai e che, quello sì, intendeva tenersi ben stretto. In altre parole, la sfruttava al pari di tutte le altre donne che si era portato e continuava a portarsi a letto nel mentre... Abitudine di cui lei era ingenuamente ignara o, forse, di cui era consapevole ma su cui preferiva soprassedere, avendo del tutto perso la testa per Kurosawa.

Ragion per cui, ora, Kisara comprendeva appieno perché si accanisse così ferocemente per avere quella della persona che credeva l'avesse ucciso.

-Si da atto della presenza delle parti, regolarmente costituite.- echeggiò la voce anziana del presidente della corte -Prego, procuratore Nishiguchi. A lei la parola.-

La donna allora si erse sui suoi tacchi a spillo, gli occhi scuri pericolosamente simili a quelli di una serpe pronta a scattare sulla sua preda.

-Grazie, Vostro Onore.- fece, con un tono così fermo da non necessitare nemmeno del microfono per farsi udire -Signori della corte, ci ritroviamo oggi in giudizio per accertare la penale responsabilità del qui presente Kaiba Seto...-

Seguì l'elencazione di una serie di articoli del codice penale, modo tanto univoco quanto criptico per identificare i capi d'accusa. Tecnicismi di un linguaggio comprensibile solo a quei tre iniziati che, occasionalmente, la interrompevano per unirsi al suo salmodiare. Poi il mantello di quella fattucchiera riprendeva ad ondeggiare, mosso dai gesti enfatici con cui accompagnava la formula dell'incantesimo che stava recitando con assoluta padronanza.

Ed ogni sua parola risuonava alle orecchie di Kisara come una maledizione, scagliata con rabbia sulla vittima da lei prescelta per quel rito sacrificale.

 

***

 

Il discorso d'apertura del p.m. fu metodico, dettagliato ed interminabile.

Dopo aver esposto la sua imputazione, iniziò a ripercorrere sin dal principio i fatti di causa, ossia dalla gara d'appalto individuata come il casus belli scatenante l'intera vicenda. Produsse praticamente tutti i documenti relativi alla trattativa e lesse ampi stralci dei verbali riportanti l'esito degli accertamenti e dei rilievi effettuati dalla Polizia di Domino nel corso degli interventi e successivi sopralluoghi occasionati dai tentativi di omicidio nei suoi confronti. Poi passò a narrare le dinamiche della retata organizzata ai danni di Kurosawa, sottolineando il suo coinvolgimento soprattutto per quanto ne riguardava l'esito. Fece ascoltare le registrazioni dei suoi dialoghi con la vittima, lesse il referto della scientifica corredato di parere medico-legale ed esame balistico, per poi esibire la pistola purtroppo rinvenuta perquisendo la sua villa e di cui aveva disposto il sequestro probatorio.

-Credo che il semplice riscontro tra quest'arma e il bossolo ritrovato nel corpo della vittima sia di per sé prova sufficiente per dimostrare la colpevolezza dell'imputato oltre ogni ragionevole dubbio.- tirò dunque le fila la Nishiguchi con spregevole soddisfazione -In ogni caso, per eliminare ogni possibile incertezza, chiedo l'autorizzazione a citare come testimoni per le prossime udienze anche i signori Shudo Takeshi ed Inoue Dai...-

Seto corrucciò le sopracciglia, chiedendosi chi diavolo fossero quei due tizi. E, dalla loro espressione, capì che se lo stavano chiedendo anche il suo avvocato e tutti i giudici della corte.

-Mi oppongo, Vostro Onore.- balzò in piedi Endo quasi in automatico -Non colgo la rilevanza di queste dichiarazioni...-

-Sono perfettamente ammissibili, invece.- ghignò la Nishiguchi -Il signor Takeshi, all'epoca dei fatti, era il buttafuori del “Nightingale”. Come potrà confermare di persona, è lui che ha provveduto a perquisire l'imputato prima del suo colloquio con Kurosawa, rinvenendogli addosso una SIG Sauer P226... Ovvero, l'arma del delitto che vi ho mostrato poco prima.-

L'imputato in questione si incupì ancora di più, innervosito dal fatto che il pubblico ministero avesse omesso di dire che aveva consegnato spontaneamente quell'arma, collocandola fuori dalla sua portata. Ma Endo avrebbe sicuramente provveduto a far chiarezza sul punto nel controinterrogatorio... O almeno se lo augurava.

-E per quanto riguarda il signor Inoue?- domandò allora il presidente.

Il pubblico ministero si esibì in un sorriso malizioso.

-E' presto detto.- disse, volgendosi verso un cancelliere poco in disparte -Può farmi la cortesia di farci ascoltare di nuovo la registrazione numero due? Non tutta, basterà andare direttamente al minuto 17...-

L'ufficiale annuì, e si mise a cercare il punto prescelto. Dopo una breve, silenziosa attesa, la voce di Riichi Kurosawa ritornò dall'oltretomba per risuonare nell'aula.

-Direi che possiamo saltare la parte delle presentazioni, visto che avete già avuto il piacere di conoscervi...-

Poi, Seto poté udire distintamente la propria voce in risposta.

-E' esatto. Credo di doverla ringraziare per questo, visto che dopotutto è stato merito suo...-

-Può bastare, grazie.- intimò sbrigativa il pubblico ministero.

La registrazione venne interrotta, e la Nishiguchi riprese a parlare, crogiolandosi nel compiacimento di essere riuscita a far pendere tutti dalle proprie labbra. Ma Seto aveva già capito, purtroppo, dove voleva andare a parare.

-Come è evidente da questo dialogo, il signor Kaiba ed il signor Kurosawa non erano i soli presenti nella stanza in cui è avvenuto il delitto... C'era anche una terza persona.- fece, sostando per una pausa ad effetto -Inoue Dai, per l'appunto. Ovvero, uno degli agenti che erano stati assegnati come scorta al signor Kaiba, che Kurosawa ha corrotto perché cercasse di ucciderlo, il cui inseguimento ha condotto la squadra dell'ispettore Mori fino al Nightingale e che, come lui stesso è pronto a testimoniare, ha assistito alla commissione dell'omicidio. Quindi, a conti fatti, direi che la sua deposizione è più che ammissibile, Vostro Onore.-

Seto rivolse a quella donna malefica uno sguardo carico d'odio. Non solo non aveva mai menzionato il nome di quell'agente prima d'allora, ma aveva persino trovato il modo di convincerlo a dichiarare il falso... Come se non ci fossero già state abbastanza prove a suo carico da smentire.

-Permesso accordato, allora.- assentì il presidente della corte -Se non ha altre richieste, può concludere.-

La Nishiguchi si piegò in un lieve inchino.

-Certamente.- rispose con compostezza -Alla luce delle investigazioni effettuate, delle prove raccolte e della gravità del fatto commesso, chiedo che l'imputato venga condannato alla pena di morte.-

-Procuratore Nishiguchi...- la richiamò allora uno dei giudici -Può motivarci le ragioni che l'hanno indotta a domandare una simile sanzione?-

Le voragini scure che quella donna aveva al posto degli occhi si accesero per l'entusiasmo, come se fino ad allora non avesse atteso che quel momento.

-So bene che la pena capitale rappresenta un'extrema ratio, la cui applicazione va ponderata con cautela...- iniziò a dire -Tuttavia, ritengo che in questo caso sia più che giustificata. Il signor Kaiba, vedete, rappresenta il perfetto esempio di quello che in criminologia viene definito uno “psicopatico intelligente”... Questo è stato confermato e più puntualmente motivato anche dalla relazione del consulente tecnico cui ho affidato la valutazione della personalità dell'imputato, che provvedo ora a depositare. Tra l'altro, l'analisi non è stata svolta solo sulla sua vita pregressa, già di per sé sufficientemente emblematica dei suoi disturbi psichici, ma anche studiando il comportamento da lui tenuto nel corso degli interrogatori e in regime di custodia cautelare. Tutti i sintomi principali di questo disturbo sono stati riscontrati, che si riassumono in gravi deficit nella sfera interpersonale, affettiva e comportamentale. Non solo non è in grado di intrattenere rapporti sentimentali autentici, ma neppure di provare empatia verso le emozioni proprie ed altrui. Questo da un lato lo porta a trattare la gente con disprezzo e crudeltà, dall'altro ad essere del tutto impassibile a qualunque situazione... Ad eccezione di quelle che ritiene provocazioni o offese alla propria persona, a fronte delle quali assume comportamenti particolarmente impulsivi ed aggressivi, tradendo gravi problemi di gestione della rabbia. Il che è riconducibile ad un egocentrismo, per non dire megalomania ed inclinazione a deliri di onnipotenza, che lo fa sentire superiore agli altri e a qualunque tipo di regola. Inoltre, è del tutto incapace di provare rimorso per le proprie azioni: nonostante l'evidenza dei fatti si è rifiutato di confessare, e non ha mostrato la minima vergogna o senso di colpa, disconoscendo ogni sua responsabilità e mentendo senza esitazione alcuna.-

Fece una breve pausa, inumidendosi le labbra come se stesse già assaporando il gusto del suo sangue.

-E ciò non significa affatto che il signor Kaiba sia incapace di intendere e di volere, tutt'altro. E' pienamente consapevole delle proprie azioni.- puntualizzò velenosa -Non dimentichiamo che possiede pur sempre un'intelligenza fuori dal comune, ma è proprio questa che lo rende ancora più pericoloso... D'altronde, il modo con cui si è servito delle forze dell'ordine per arrivare a Kurosawa e uscirne impunito è un esempio lampante di quanto sia abile nella premeditazione e manipolazione altrui, e del punto cui può spingersi pur di perseguire i propri interessi. In questo caso ha ucciso per vendetta, ma è assai probabile che, in futuro, questi suoi disturbi lo portino a commettere altri crimini, mosso da una delle sue manie ossessive o anche solo per vincere la noia... Ed è per tutte queste ragioni, Vostro Onore, che ritengo più che opportuna la sua condanna alla pena capitale. Anzi, oserei dire necessaria.-

Come terminò di parlare, dal pubblico alle sue spalle di levò un mormorio di epiteti lui dedicati al cui confronto quello di psicopatico era un complimento, e che il presidente poté sedare solo con ripetuti colpi di martello. Seto digrignò i denti, adirato. Quella era la ragione per cui si era sempre rifiutato di farsi visitare da qualsivoglia psichiatra. Perché sì, riconosceva di avere qualche disturbo della personalità, ma non era di certo il pazzo che la Nishiguchi l'accusava di essere.

Forse però pazzo lo era davvero se, nonostante tutto, continuava a sperare di poter sfuggire alla sua condanna.

 

***

 

Uscì dall'aula il più in fretta possibile, la bocca amara per il disgusto.

Si era preparata ad assistere ad un processo per omicidio, e la Nishiguchi l'aveva trasformato in un processo alla persona. Una mossa tanto scorretta quanto in grado di influenzare i membri della giuria... ed alimentare il linciaggio mediatico. Ma se l'udienza aveva reso i giornalisti in attesa all'uscita ancora più pressanti di quelli all'entrata, aveva anche accresciuto la sua insofferenza a dismisura. Aggiungendo poi che era pure stata assalita dai crampi premestruali, potevano ringraziare che non avesse con sé la sua pistola d'ordinanza... Anche se Fuguta le aveva assegnato un'orrenda Glock 17, in quel momento non avrebbe esitato ad utilizzarla per compiere una strage di paparazzi.

Tuttavia, il suo malumore non era nulla rispetto all'inquietudine che le trasmise l'espressione cupa assunta da Mokuba. Desiderosa di scacciarla al più presto, quando raggiunsero la sua Ninja 300 gli porse il casco con un sorriso gentile e una proposta che sapeva per lui irresistibile.

-Stavo pensando... E' una bella giornata, che ne dici se, anziché tornare subito a casa, andiamo a farci un giro sul lungomare?-

Gli occhi tristi del piccolo si illuminarono un poco di gratitudine.

-Sì, per favore...-

Fu così che finirono per trascorrere tutto il resto del pomeriggio in spiaggia. E, finché furono sulla sua moto e col vento tra i capelli, Kisara ebbe l'impressione di essere riuscita a risollevare il morale del ragazzino, o quantomeno a regalargli un po' di spensieratezza. Ma poi, quando raggiunsero un punto panoramico e si fermarono per osservare le onde infrangersi sulla battigia, si rese conto che quei brevi attimi non erano bastati a scacciare pensieri che avevano avuto il tempo di addensarsi nella mente del piccolo per intere settimane.

-Dimmi la verità...- le mormorò a testa bassa -Pensi anche tu che Seto verrà condannato, vero?-

Nell'udire quelle parole, il sangue le si gelò nelle vene.

-Mokuba, che cosa dici?!? Tuo fratello è innocente!- protestò a viva voce.

-Keira, per favore...- gemette -Non trattarmi da stupido.-

Kisara si morse le labbra, addolorata. No, non lo era, né lei voleva farlo. Inoltre, tenergli nascosta la verità non lo stava affatto proteggendo, ma solo facendo soffrire...

-Credimi, è così. L'unica sua colpa è quella di aver voluto proteggere me...- si decise di rivelargli, mortificata -Sono io che ho ucciso Kurosawa.-

Come prevedibile, a quelle parole il piccolo Kaiba sbarrò sconcertato gli occhi su di lei. E, probabilmente, dopo quello che gli avrebbe raccontato non l'avrebbe più guardata nello stesso modo... Ma non importava, perché non poteva sopportare che per causa sua Mokuba avesse una tale considerazione del fratello. Inoltre, doveva mantenere la promessa fatta a Seto... Tuttavia, ce n'era anche un'altra ben più importante, che non aveva mai dimenticato e che, si decise, avrebbe cercato di rispettare ad ogni costo.

Quella che gli aveva fatto la sua anima.

 

[tutto questo può essere interrotto
tutto questo può essere interrotto

trattieni il tuo diavolo per il suo discorso e rivoltalo a terra]

 

Evee's corner

 

H^o^la!

Dunque, ho svelato finalmente l'altra e principale ragione del nome dell'adorabile Nori Nishiguchi... Tra l'altro, Shigeo Nishiguchi è per davvero l'attuale “padrino supremo” dello Sumiyoshi-kai.

Purtroppo non sono riuscita a scoprire molti dettagli sulla procedura penale giapponese, per cui sul punto mi prenderò qualche licenza poetica facendo una sorta di “miscuglio” tra quella italiana e quella anglosassone (che è più figa). Ma se avete qualche nozione in più o sapete indicarmi qualche fonte su cui acculturarmi vi invito caldamente a rendermene partecipe, come sempre... Comunque per la descrizione dell'aula e della corte sono riuscita a mantenermi fedele alla realtà.

Chiaro poi che all'inizio ho messo in bocca a Seto una riflessione volutamente ispirata alla Fattoria degli Animali di Orwell (“Gli animali sono tutti uguali ma qualcuno è più uguale degli altri”), sia perché molto nel suo cinico stile di pensiero sia per fungere da ponte con le sue successive metafore faunistiche dell'ambiente giudiziario. Ho voluto infatti alternare i tecnicismi giuridici con qualche allegoria, per provare a trasmettere lo straniamento che in genere si prova quando si entra in un'aula di tribunale...

Chiedo poi venia se il 'profilo criminologico' di Seto è risultato così spropositato, ma d'altronde i p.m. sono alquanto avvezzi a sproloqui del genere e il giovane Kaiba soddisfaceva quasi tutti gli indici del disordine... In pratica, è stato come sparare sulla Croce Rossa.

Infine, per amor di precisione, chiarisco che la canzone utilizzata stavolta è sì dei Mumford and Sons, ma featuring Laura Marling.

Grazie come sempre della lettura, e alla prossima domenica!!!

XOXO

- Evee

 
   
 
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