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Autore: 20maggio2013    18/01/2015    2 recensioni
Counted all my mistakes and there’s only one
Standing up on a list of the things I’ve done
All the rest of my crimes don’t come close
To the look on your face when I let you go
Yeah, it took me some time but I figured out
How to fix up a heart that I let down
Now I’m searching every lonely place
Every corner calling out your name
Trying to find you but I just don’t know
Where do broken hearts go?
***
You don’t have to be a modern-day Shakespeare
You don’t have to be anything you are not
You don’t have to give me a diamonds to impress me
Just give me your heart
Make me feel loved
Make me feel beautiful
Make me belive I’m all that you’ll ever need
Hold me colse and make me feel a million kinds of wonderful
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Allora come l’ha presa Jamie?” Abbie si stese sul letto della sua migliore amica mentre Alice sistemava il suo armadio.
“Emmh.”
“Non gli hai ancora detto niente Alice?”
la rimproverò la bionda mettendosi seduta sul letto per poterla guardare.
“Non ci riesco Abs.. ci ho provato..”
“Sono due settimane che hai preso questa decisone Ali.. lui deve saperlo..”

Alice sospirò spaventata sedendosi accanto alla sua amica.
“Lo so Abbie.. lo so.” sussurrò con lo sguardo fisso sulle sue scarpe.
“Vedrai che capirà..” cercò di incoraggiarla la bionda sfregando una mano sulla spalla desta della ragazza.
“Rimani a mangiare qui Abbie?” la madre di Alice entrò in camera della ragazza con un sorriso.
Una settimana prima l’avevano dimessa dall’ospedale e sembrava essersi ripresa del tutto dall’incidente. Da lunedì avrebbe anche ripreso a lavorare.
“Se non disturbo mi farebbe piacere.” sorrise cordialmente Abbie.
 
 
La campanello che segnava l’inizio della pausa pranzo, fece rallegrare tutti gli alunni che uscirono velocemente di classe. Alice prese un grande sospiro, doveva dire tutto a Jamie.
Lo bloccò prima di uscire dall’aula di matematica.
“Devo parlarti.” sussurrò mordicchiandosi il labbro.
Jamie annuì prendendola per mano e rientrando in aula per poter parlare tranquillamente.
“Che devi dirmi?” domandò cercando di mettere a proprio agio la ragazza.
Alice abbassò lo sguardo incapace di reggere quello di Jamie.
“Quando mia madre ha avuto l’incidente, ho capito una cosa. Sin da piccola ho desiderato diventare un medico e quando mia madre è stata operata ho capito che è quello che voglio fare da grande. Alla fine dell’anno scorso avevo fatto domanda per entrare a Yale, sono stata presa.” Per tutto il tempo Alice aveva tenuto lo sguardo basso sulle sue scarpe. In quelle due settimane aveva pensato molto a quale college andare e a malincuore aveva scelto Yale. Lei amava disegnare, ma quello l’avrebbe potuto fare come hobby.
“Perché a Yale? Abbiamo ottime università di medicina anche qui in Inghilterra.” deglutì Jamie.
“Sogno di entrare a Yale da quando avevo sette anni. I miei si sono conosciuti li e ho sempre desiderato poterci andare anche io.”
“Ma è in America!”
esclamò Jamie lasciando la mano della ragazza, Alice alzò solo in quel momento lo sguardo incontrando quello ferito di Jamie.
“Lo so… ma per me è importante.”
“Non puoi andartene anche te.. non.. mi l’avevi promesso..”
“Jamie..”
sussurrò Alice vedendo il suo ragazzo uscire dall’aula senza dire niente.
Jamie non si era mai sentito più solo di così.
Suo fratello se n’era andato. Robert sarebbe andato a New York insieme ad Abbie terminato il liceo.
Ora anche Alice lo stava abbandonando. Prese le sue cose dal’armadietto.
“Jamie dove vai?” domandò Robert quando vide il suo amico.
Jamie lo evitò e a testa bassa uscì da scuola mentre dentro si sentiva morire.
 
 
“Grazie per aver viaggiato con noi. Vi auguriamo un buon rientro o una buona permanenza.”
Alice si alzò dal sedile stiracchiandosi, il viaggio era stato molto pesante. Prese la sua borsa e la valigia a mano e scese dall’aereo.
Era passata una settimana da quando aveva detto a Jamie che sarebbe andata a studiare a Yale ed erano da quel giorno che lui la evitava. Aveva deciso di partecipare ad un seminario organizzato dall’università dove ti avrebbero fatto vedere come si svolgeva la vita nel college. Era partita quella mattina presto da Londra ed era appena atterrata all’aeroporto.
In silenzio si diresse all’uscita e sorrise quando vide un ragazzo biondo ad aspettarla.
Gli corse incontro e una volta che gli fu vicino lasciò la valigia per poterlo abbracciare.
“Mio dio Sam.. quanto mi sei mancato.”
Samuel la strinse tra le sue braccia, erano tre mesi che non si vedevano.
“Non ci posso credere che sei qui. Quando l’altro giorno mi avevi detto che saresti venuta qui non ci potevo credere.” sorrise felice Sam prendendo la valigia della ragazza.
“E invece eccomi qui.” sorrise lei.
“Quanto ti fermi?” domandò Sam fermando un taxi fuori l’aeroporto.
Fece salire Alice e poi salì anche lui.
“Il seminario dura una settimana, poi torno a Londra.”
“Quindi è sicuro? Verrai a Yale?”
Alice annuì poggiando la testa sulla spalla del ragazzo.
“Che succede Ali?” domandò Sam accarezzandole i capelli.
“Credo che tuo fratello mi odi..”
“Perché dici così?”
“Da quando gli ho detto che verrò a Yale mi evita.”
“Jamie non ti odia, non riuscirebbe mai a farlo. È solo ferito, vedrai che sistemerete tutto.”
“Come fai a dirlo?”
“Perché è mio fratello.”
disse sicuro Sam.
“Mi sei mancato.”
“Anche tu.. dai ancora qualche mese e poi saremo di nuovo insieme.”
Alice sorrise, Yale e l’ambasciata dove lavorava Samuel erano nella stessa città.
 
 
“Dai Alice.. esci con me.” la supplicò Samuel. Erano arrivati da poco a casa del ragazzo e l’aveva fatta sistemare nella stanza degli ospiti.
“Sam sono stanca..”
“Io mi sono preso una giornata libera per poter stare con te..non mi dare buca.”

Alice sbuffò per poi accontentare il ragazzo.
“Ti odio.”
“Ti voglio bene anche io..”
scherzò lui abbracciando la ragazza.
“Vado a sistemarmi..” sbuffò alzandosi dal divano.
Dopo una ventina di minuti i due amici erano già fuori casa e si stavano incamminando verso il parco.
“Come vanno le cose?”
“Essendo il segretario più giovane ho meno cose da fare e quindi più tempo libero. Lo stipendio è ottimo. Che altro?”
Alice sorrise, Sam le era mancato più di quanto avesse immaginato. Passare del tempo con lui dopo tre lunghi mesi le fece capire quanto effettivamente avesse sentito la sua mancanza.
“Vieni, voglio farti conoscere una persona.” Sam prese per mano la ragazza e andò incontro ad un ragazzo seduto su una panchina distante qualche metro da loro.
“Ciao Sam.” Un ragazzo poco più alto di Sam si avvicinò a loro. Alice doveva ammettere che fosse molto bello. Aveva gli occhi blu oceano e Alice non riuscì a non trovare delle differenze con quelli di Jamie.
“Lei è la mia migliore amica, Alice.”
“Piacere, sono Alec.”
sorrise il ragazzo porgendo la sua mano.
“Piacere.” e la vecchia Alice, quella timida e sempre in imbarazzo uscì fuori.
 
Quella mattina Alice si svegliò presto, fece colazione insieme al suo migliore amico e poi andò all’università.
Salutò Sam che l’aveva accompagnata e poi si diresse in segreteria. Quella settimana c’era solo un piccolo gruppo di ragazzi, erano più o meno una decina.
“Alice?” la ragazza si sentì chiamare. Alzò lo sguardo incontrando quello oceano di Alec.
“Ciao..” sussurrò imbarazzata.
“Non sapevo venissi a Yale.”
“Oh.. io non vengo qui. Non ancora, sono qui per il seminario.”
Alec annuì sorridendo alla ragazza.
“Loro sono Paul Harrison e Alexander Wilson, saranno le vostre guide per questa settimana.” Tutti i ragazzi annuirono poi Paul iniziò a parlare.
Alec si avvicinò ad Alice e iniziò a parlare con lei mentre lei si sentiva a disagio.
“Sai se a Sam piace qualcuno?” le domandò Alec. Alice guardò il ragazzo negli occhi e capì che c’era un certo interesse verso il suo amico.
Alice tornò a guardare davanti a se e seguire il gruppo. Alzò le spalle non sapendo cosa rispondere.
“No..non credo.” disse infine. Non voleva dirgli che Sam fosse gay, se lui non l’aveva fatto ci doveva essere un motivo e non sarebbe stata lei a dirlo ad Alec.
“Credi.. credi potrei interessarli?” domandò.
“Dovresti parlarne con lui..” rispose vagamente Alice guardandosi le scarpe. Alec annuì per poi prendere parola e aiutare il suo compagno.
  
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