Capitolo XLI
Mr. e Mrs. Rabb
"Che ti avevo
detto, tesoro?
Andy non avrebbe potuto scegliere che il meglio".
"Non
gongolare troppo, mio
caro. Questo io lo sapevo prima ancora di dirti che nostro figlio si
era
innamorato".
Fu con questo
scambio di battute
che i genitori di Andrew le si presentarono.
Stupita,
Nicole sollevò lo sguardo
verso l'uomo che ancora teneva la sua mano nella propria e lo vide
alzare gli
occhi al soffitto, come a voler dire che
ci posso fare, questi sono i miei genitori e me li devo tenere.
Ma il
divertimento e la tenerezza che velavano la sua espressione esprimevano
tutto
l'amore e l'orgoglio che provava per loro.
Andrew le
lasciò la mano per
avvolgere la madre in un abbraccio dolcissimo e dare una pacca
affettuosa sulla
spalla del padre. Entrambi ricambiarono con altrettanto trasporto.
Nicole pensò
che non aveva mai
visto suo fratello salutare i loro genitori allo stesso modo, neppure
quando
era stato per un intero anno fuori casa per il consueto giro del mondo
che, ciò
che ancora rimaneva della nobiltà inglese, continuava a considerare un
dovere e
al tempo stesso un privilegio del figlio maschio non appena varcava la
soglia
dell'età adulta. Del resto, però, neppure lei aveva mai salutato i
genitori con
slanci genuini. Il suo desiderio di dare e ricevere affetto era stato
stroncato
da entrambi prima ancora che raggiungesse la pubertà con severe
ramanzine sul
contegno che una futura lady doveva mantenere. Nicole aveva riversato
su cani e
cavalli la propria tenerezza: a quanto sembrava, nell'alta società era
più
decoroso salutare con calore gli animali piuttosto che i propri
familiari.
"Mamma, papà,
lei è Nicole,
per l'esattezza Lady Nicole Alexandra Montgomery Sinclair, contessa
d'Harmòn e
sorella dell'attuale duca di Kesington, la donna che voglio sposare".
Furono queste
parole a riportarla
alla realtà. Andrew non aveva usato mezzi termini nel presentarla,
anche se
sospettava che i genitori già conoscessero il suo nome per intero,
nonché il
titolo e persino il fatto che il figlio desiderasse sposarla.
"Nicole, loro
sono i miei
genitori, Harmon Rabb e Sarah Mackenzie" aggiunse poi. Nonostante
l'importanza di quel momento, lei colse la strana assonanza tra i nomi
dei
genitori di Andrew con quelli dei suoi antenati, ma non fece in tempo a
dire
alcunché poiché i due coniugi americani si rivolsero a lei.
"Lady
Nicole..." la
appellarono e lei osservò che entrambi d’istinto avevano assunto una
posizione
più rigida nel salutarla, quasi a ricordare il mettersi sull'attenti
dei
soldati. All'improvviso ricordò ciò che Andrew le aveva detto dei suoi
genitori
e pensò che era probabile che fosse un gesto inconscio di rispetto,
impresso in
loro da anni di vita militare.
Si fece
coraggio e avanzò di un
passo, per salutarli a sua volta.
"Solo Nicole,
per
favore" disse porgendo ad entrambi la mano. "È per me un grande
piacere conoscervi, signori Rabb. Prego, accomodatevi" aggiunse e
indicò
le poltrone alla loro destra. I due ospiti stavano per sedersi quando
realizzò
che lei e Andrew sarebbero dovuti restare in piedi, pertanto si
affrettò a
suggerire: "O forse è meglio che ci spostiamo in salotto...",
rivelando in quel modo l'ansia che invano tentava di celare dietro una
facciata
di contegno aristocratico che le avevano inculcato fin dalla nascita.
Andrew
sorrise: aveva imparato a
conoscerla e sapeva cosa nascondeva quell'agitazione.
"Tranquilla,
tesoro. Qui andrà
benissimo" disse, mentre spostava la sedia accanto alle poltrone e la
invitava ad usarla. Lui si appoggiò al bordo della scrivania con l'aria
più
naturale del mondo.
Nicole non
tentò neppure di
discutere il fatto che quella fosse casa sua e che spettava a lei
decidere dove
far accomodare i suoi ospiti. Si sedette e cercò di placare l'ansia.
Ma,
caspita, stava per conoscere i suoi probabili futuri suoceri...
chiunque avrebbe
avuto diritto di essere agitato, persino una nobildonna inglese!
"E così vi
sposerete"
esordì mrs. Rabb con la stessa naturalezza con cui avrebbe detto che
stava
bevendo un caffè.
"Non
precipiterei le
cose, signora Rabb"
disse Nicole,
decisa, "vostro figlio mi ha mentito".
"Si riferisce
al fatto che ha
omesso di dire che in realtà è lo scrittore Alex Andrews?" si intromise
mr. Rabb.
"Sì".
"La privacy
per nostro figlio
è sempre stata importante. Presentarsi con lo pseudonimo scelto per la
sua
professione l'avrebbe messa a repentaglio. Non dimentichi che lei è una
fotografa e avrebbe potuto darlo in pasto ai media".
"Certo, lo
capisco. Ma ha
deliberatamente deciso di mentirmi anche quando ha saputo che ero
l'esperta che
avrebbe dovuto incontrare come scrittore...".
"Può
condannare il desiderio
di un uomo innamorato di essere scelto per se stesso e non per la sua
notorietà?"
chiese mrs. Rabb, puntando sul romanticismo.
"No,
tuttavia..." si
accinse a ribattere Nicole, ma fu fermata da Andrew.
"Adesso
basta. Papà, mamma,
ho piacere che peroriate la mia causa, ma non siamo in un aula di
tribunale e
Nicole non è una testimone da screditare. Mi avete ricordato quando mi
facevate
assistere alle prove per le vostre arringhe! So gestire io la faccenda
del
nostro matrimonio. Voi siete qui, oltre che per conoscere Nicole, per
un altro
motivo, se non ricordo male".
"Hai ragione,
Andy.
Perdonaci" disse mr. Rabb, con un sorriso disarmante. Lo stesso sorriso
del figlio, pensò Nicole.
Nell'osservare
a prima vista i
suoi genitori, infatti, non era facile dire da chi dei due Andrew
avesse preso.
Tuttavia, ad uno sguardo più attento, si potevano cogliere le
somiglianze: il
sorriso e gli occhi chiari erano del padre, anche se in quelli di
Andrew la
sfumatura verde, appena accennata in mr. Rabb, diventava più evidente.
Anche
l'altezza e la corporatura atletica erano quelle del padre, sebbene
Andrew
fosse nell'insieme meno imponente. Mr. Rabb, infatti, anche a
settant'anni
suonati, era un uomo che non passava inosservato. Il colore dei capelli
e il
taglio degli occhi erano invece della madre, nonché la sfumatura
ambrata della
pelle. Il volto, però, era solo suo, così come la linea del naso.
Ricordò che
Andrew le aveva accennato alle antenate della madre: ad osservare la
struttura
del suo viso, era quasi sicura che egli dovesse ringraziare sia il
sangue persiano
sia quello cherokee per quei lineamenti maschi così interessanti.
Visto che
nessuno parlava più, si
risolse a chiedere:
"Quale altro
motivo?".
E così, in
breve, fu messa a
conoscenza dell'incredibile storia che i genitori di Andrew erano
venuti a
raccontarle.
Seppe
dell'incarico che, oltre
trent'anni prima, li aveva messi sulle tracce del suo antenato
francese, il
Conte Andrè d'Harmòn, divenuto, a seguito della morte dello zio inglese, Lord Thornthon, Duca di
Lyndham. Scoprì anche
che mr. e mrs. Rabb, a quei tempi non ancora sposati, avevano
conosciuto anche
un altro discendente diretto di Lady Sarah e del Duca di Lyndham, Lord
Montagu,
che doveva il proprio titolo proprio ai servigi che il Duca e
"Mi state
dicendo che il mio
antenato ebbe a che fare addirittura con Francesco Giuseppe e con
Elisabetta di
Baviera?"
"Non solo vi
ebbe a che fare,
ma assieme a quella che poi sarebbe diventata sua moglie, salvò la vita
all'amata consorte, e per questo ebbero l'amicizia dell'Imperatore e
dell'Imperatrice per tutta la vita. Quest'ultimo particolare è quanto
ci
raccontò Lord Montagu, quando parlammo con lui" disse Harmon Rabb.
"Non hai
trovato mai nulla in
proposito durante le tue ricerche?" domandò Andrew.
"Ho trovato
alcuni documenti
che portano il sigillo della corte asburgica, ma non sono mai riuscita
a
spiegarmi il perché. Ci sono anche delle lettere indirizzate ad
entrambi e
firmate Elisabetta, ma la firma si
limita al nome e non mi sono mai spinta a pensare che potesse essere
addirittura l'imperatrice d'Austria" rispose lei, pensierosa.
"È probabile
che non volesse
che qualcuno venisse a sapere che era in corrispondenza con un'inglese
e un
francese... firmandosi solo col nome nessuno avrebbe potuto affermare
che
quelle missive fossero sue, tranne i diretti interessati" disse Andrew.
"O, più
semplicemente,
Elisabetta di Baviera era fatta cosi: si dice che fosse molto amabile
con chi
sapeva conquistarsi le sue simpatie e che trattava coloro i quali
considerava
amici con estrema familiarità. L'arciduchessa Sophia, madre
dell'Imperatore,
disapprovava questo suo atteggiamento, ma Sissi si ostinava a
mantenerlo, forse
per una forma di ribellione nei confronti della suocera invadente. Ad
ogni
modo, ora capisco il perché di quei secondi nomi..."
"A cosa si
riferisce,
Nicole" domandò incuriosita Sarah Mackenzie.
"Il duca e la
duchessa ebbero
quattro figli: Andrew Alexander..." rispose, e nel pronunciare quel
nome
rivolse lo sguardo verso l'uomo che amava; poi continuò:"due gemelli,
Jane
Elizabeth e Nicholas Joseph, e infine la mia antenata, Alexandra
Nicole. Prima
d'ora non ero mai riuscita a spiegarmi il perché di quei due nomi,
soprattutto
di Joseph, un nome né inglese, né francese, almeno non nella forma in
cui è
stato ufficializzato, ma alla luce di quanto mi avete detto, è tutto
più
chiaro: di certo Elizabeth
e Joseph sono
in onore dell'Imperatore Franz Joseph e della sua consorte, Elisabetta.
Ora non
mi resta che capire l'origine dell'altro nome, Alexander -o Alexandra-,
che
ricorre nella famiglia a partire proprio dai figli del Duca e della
Duchessa...".
"Credo che
qui possano esserci le risposte a questa domanda..." disse mrs. Rabb,
porgendole un quadernetto in
pelle dall'aspetto molto familiare, che aveva estratto dalla borsa.
"Non ci posso
credere..." mormorò Nicole con le lacrime agli occhi, prendendolo.
Sarah e
Harmon Rabb si guardarono,
compiaciuti: c'erano voluti più di trent'anni, ma alla fine erano
riusciti a
consegnare ad uno dei legittimi eredi l'antico diario che avevano
ritrovato.