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Autore: Luna Spenta    18/01/2015    1 recensioni
Brittany ha solo 17 anni quando la sua vita cambia radicalmente: trovarsi all'improvviso catapultati in una nuova città, dovendo cancellare tutto il proprio passato pur di proteggere le persone che si amano, può essere un'esperienza scioccante ma allo stesso tempo ricca di sorprese. Una nuova vita, una nuova storia, un nuovo amore. Ma il passato tende a ripresentarsi in tutta la sua irruenza... Si può davvero costruire il domani cancellando tutto quello che si è vissuto ieri?
DAL TRENTESIMO CAPITOLO:
In quella doccia c'era il suo profumo, il profumo di tutte le volte che mi aveva insaponato la schiena, che mi aveva sfiorata, toccata, baciata, morsa in quella stessa cabina.
Quante volte avevamo fatto l'amore lì? Quando sarebbe successo di nuovo? E soprattutto... sarebbe successo o no?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Mi dispiace per tutto, mi dispiace davvero. Ti ho amata come credevo che non avrei amato mai più nella mia vita, almeno fin quando non è arrivata Brit.
Mi dispiace perché farti male era l’ultima cosa che desideravo ed ancora oggi non sopporto di vederti soffrire. Mi sei mancata Sabrina, ed è il motivo per cui ti ho baciata. Avevo bisogno di un contatto, per ricordare tutto l’amore che ho provato un tempo.
Tu credi che la mia nei tuoi confronti sia sempre stata solo ed esclusivamente pietà, quello che non consideri è che per il lavoro che faccio, io non posso permettermi di provare sentimenti del genere, e forse non ne ero capace neanche prima di diventare un poliziotto.
Ho visto la mia famiglia dissanguata a causa mia, ero sul punto di uccidere un uomo, ho rischiato di far del male a te ed altre persone a cui ho voluto bene. Io sono abituato a certe sofferenze e non provo pena per chi è vittima di queste cose. Non sopporto essere la causa di tutto questo male, ecco il punto, e lo sopporto ancora meno se questo male colpisce persone che meriterebbero tutt’altro.
Io mi auguro che la tua vita prenda una piega nuova prima o poi.
Mi auguro di non vedere più l’ombra che ti scurisce perennemente il viso.
Mi auguro anche che tu possa perdonarmi, perché lo so, lo vedo, lo percepisco che non ce l’hai ancora fatta e per questo non ti biasimo, del resto neanch’io mi sono ancora perdonato, e non credo che ci riuscirò mai, ma tu in questo puoi darmi una mano.
Vado via perché mi rendo conto che qui per me non c’è posto.
Non voglio causarti problemi con tua sorella e non voglio che la mia presenza continui a ricordarti tutto quello che di spiacevole hai vissuto. Vado via ma ti porto dentro, perché anche se non provo più i sentimenti di qualche anno fa, ti giuro che non li dimentico. 

                                                                                                                                                   Emanuele

Con le lacrime agli occhi strinsi forte la lettera al petto.
Emanuele in queste cose era sempre stato bravo. Lui ci sapeva fare con le parole, mentre il mio rapporto con le pagine bianche era sempre stato molto più complesso. Sapevo scrivere, ma non sapevo mai cosa scrivere. Le lettere che io e lui c’eravamo scambiati dimostravano costantemente quanto il mio mondo interiore fosse piccolo in confronto al suo.
Io mi ero innamorata di quel mondo e non capivo come lui potesse essersi innamorato del mio.
Non ci avevo mai creduto, eppure quelle parole mi fecero riflettere.
Le unii mentalmente al ricordo dei suoi occhi lucidi quando mi aveva accusato di essere andata via, e per un attimo mi chiesi come sarebbero andate le cose se non fossi scappata.
Cinzia mi tolse delicatamente la lettera dalle mani e si sedette sul bordo del mio letto a leggerla.
Quando ebbe finito mi accarezzò con un’insolita tenerezza.
-Non ti ha detto altro quando è andato via?- le chiesi con quel poco di voce che avevo.
Lei scosse la testa. –Sabri, tu sai come la penso...-
-Per favore- la interruppi –non ora...-
-Non sto per farti la predica, fammi finire! Dicevo... tu sai come la penso. Emanuele non mi piace per niente. Non mi piace il fatto che ti abbia sempre snobbata quando eri una ragazzina, non mi piace che ti abbia messo in pericolo, che non si sia preso le sue responsabilità e tutto il resto! Ed ho anche l’impressione che continui ad illuderti, e questo mi piace ancora meno! Ma... non è a me che lui deve piacere, quindi se tu hai bisogno di rivederlo, se hai ancora qualcosa da dirgli, se... semplicemente vuoi provare a riconquistarlo, insomma se vuoi... io ti porto a Milano-
Sgranai gli occhi. Non potevo crederci.
-Davvero?- L’entusiasmo si affievolì quasi immediatamente. –Pensi che servirebbe?- le domandai.
-In tutta onestà? No, non credo che servirebbe, ma forse è il modo migliore perché tutto questo lo capisca anche tu. So benissimo che se potessi saresti già partita da sola, ed io non voglio che tu senta il peso di quello che ti manca. Io voglio essere la tua colonna vertebrale e le tue gambe... non voglio che ti auto convinci che sei obbligata a restare qui perché non puoi camminare. Ti porto dove vuoi, basta chiedere.-
Abbracciai Cinzia come forse non avevo mai fatto nella vita.
Mi rendevo conto di quanto faceva ogni giorno per me ma non ero mai stata in grado di ringraziarla abbastanza. Trovavo imbarazzante dimostrarle quella gratitudine quando mi lavava, prendeva in braccio o mi infilava le scarpe. Stavolta però capivo benissimo che quello che stava facendo lo costava ancora più fatica di quella che spendeva per me quotidianamente: stava mettendo da parte il suo orgoglio, le sue convinzioni ed il suo istinto di protezione nei miei confronti, e tutto solo per darmi l’illusione di poter avere una vita normale.


INTANTO A MILANO
Emanuele era partito senza darmi troppe spiegazioni.
Questo mi preoccupava un po’ perché non avevo idea di quali fossero i casini in cui si era cacciato.
Sapevo della convocazione in commissariato e di quanto questo lo turbasse ed avevo paura che pur di risolvere la questione si mettesse in guai ancora peggiori.
Ormai avevo capito di essermi innamorata di una bella testa calda!
Gli inviai l’ennesimo sms sperando che rispondesse in maniera meno vaga rispetto ai precedenti.
Allora... me lo dici o no dove sei? Mi manchi
No :p mi manchi anche tu
Era esasperante!
Mi rassicuri almeno sul fatto che è tutto ok?”
Stai tranquilla :) Ti amo
Sbuffai prendendomi la testa tra le mani. Stavo davvero iniziando a perdere la pazienza.
Erano due giorni che non sapevo dove fosse il mio ragazzo, e tutta la situazione mi sembrava veramente assurda.
Quando pensi di tornare? Dopodomani devi presentarti in commissariato, lo sai vero?
Tornerò in tempo, non preoccuparti amore. Dimmi come vanno le cose lì.”
Fui tentata di inventarmi qualche insormontabile problema che lo costringesse a tornare a casa, ma con tutti i problemi che aveva non volevo farlo preoccupare ulteriormente. Preferii essere sincera.
Va tutto bene, solo che fa strano non averti qui. Non mi piace dormire da sola :( ”
Solo un altro po’ di pazienza piccola. Ora ho delle cose da sbrigare. Ti prometto che torno presto. Un bacio
Presto” rilessi il 26 luglio. Emanuele non era ancora tornato. Di lì a poco avrebbe dovuto presentarsi in commissariato ma da ore non si faceva vivo e non rispondeva alle mie chiamate.
Ero sempre più preoccupata. Sperai che si fosse recato direttamente al colloquio senza passare da casa, ma quando si fece buio capii che qualcosa non andava, Emanuele sembrava scomparso nel nulla.

  
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