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Autore: Defiance    18/01/2015    5 recensioni
Steve, Capitano della squadra di basket amato da tutte le ragazze.
Natasha, capo-cheerleader amata da tutti i ragazzi.
Thor, il nuovo arrivato ‘bello e dannato’.
Loki, il fratello sfigato del ‘bello e dannato’.
Tony, il genietto della scuola.
Bruce, il secchione evitato da tutti.
Clint, il solitario che evita tutti.
Cosa succede se portiamo gli Avengers al liceo? E se fossero addirittura all’ultimo anno?
Leggete e lo scoprirete! Ne accadranno delle belle!
AU: tutti umani/normali. Genere: teen drama.
Avvertenze: Presenti anche Sharon Carter e Sam (Falcon), personaggi introdotti in CATWS. Personaggi secondari tratti da altri film Marvel (X-men, Spiderman).
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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So Long Goodbye











A Thor erano sempre piaciute le feste di fine anno, ma non quella.
Aveva un retrogusto amaro, il sapore della separazione e dell’addio; ci era passato solo un anno prima, dovendo salutare i suoi vecchi amici prima del trasloco, ma quella situazione era ancora più definitiva.
Sapeva perfettamente come andavano le cose dopo il liceo: ognuno prendeva la sua strada e tanti saluti; quindi non solo avrebbe perso gli amici di sempre, che già cominciavano a farsi sentire di meno, ma anche il gruppo con cui aveva legato a Los Angeles.
Gli Avengers avrebbero sempre occupato un posto speciale nel suo cuore, ma, al contempo, costituivano un ferita che sarebbe rimasta aperta per sempre; tuttavia, il suo futuro con Jane lo aspettava e non poteva rinunciarvi per nulla la mondo.
“Forza cugino! Non vorrai davvero startene lì impalato per tutta la sera! Questa è la nostra notte!” lo spronò Sif, prendendolo per mano e trascinandolo in pista sotto lo sguardo rassegnato di Clint, che aveva ceduto al volere della ragazza già da un paio d’ore.
“Spiegami di nuovo come fai a sopportarla, ti prego” mormorò il biondo, facendo scoppiare a ridere anche Tony e Pepper che ballavano accanto a loro.

Natasha stava trangugiando un cocktail in solitudine, lo sguardo rivolto verso il cielo e il rumore del mare quasi soffocato dall’eco della musica proveniente dalla villa.
Riconobbe immediatamente i passi di Steve alle sue spalle e, pochi secondi dopo, il giovane era al suo fianco, le mani in tasca e l’espressione pensierosa. 
“Spero che quello sia il primo” incominciò lui, dando una rapida occhiata al bicchierino che la russa stringeva tra le mani.
“E anche l’ultimo” confermò la ragazza, abbozzando un sorriso che tuttavia uscì più malinconico di quello che desiderava.
Erano giorni che si sentiva inquieta, come se qualcosa stesse per accadere, qualcosa che non le avrebbe fatto piacere. Ed era più che sicura che quel qualcosa riguardasse Steve.
“Andiamo, Cap. Dì quello che devi dire” lo incitò, rivolgendogli uno dei suoi sguardi più disarmanti.
Per un momento, al giovane mancò il respiro; tuttavia, era perfettamente consapevole che la Romanoff avesse iniziato a sospettare qualcosa, non era stupida e, ciliegina sulla torta, lui non sapeva affatto mentire.
Chiuse gli occhi e respirò l’aria pulita del mare, con il suo odore di sale e alghe, poi si voltò verso la fanciulla e la osservò in silenzio per qualche secondo prima di parlare.
“Forse avrei dovuto dirtelo prima, prima che noi… lo so che abbiamo sempre detto che saremmo andati al college insieme, fin da quando avevamo quattro anni… ma, Nat, all’inizio dell’anno il nostro rapporto era troppo distante perché mi potessi aggrappare a quella promessa” 
“Steve… se non vuoi più venire alla Columbia, va bene. Dico sul serio, se hai altre opzioni e preferisci una di quelle… Io lo capisco, non ho mai preteso nulla” lo interruppe lei, unico intento cercare di tranquillizzarlo.
“Non è questo il punto, Nat. Dio solo sa quanto vorrei poter venire con te alla Columbia o dovunque tu voglia andare. Il punto è che non posso, perché a settembre ho fatto la richiesta per entrare nell’esercito, con Bucky, esattamente come desiderava mio padre, e… mi hanno accettato” confessò il Capitano, gli occhi fissi sul mare.
Nell’udire la notizia, Natasha si era portata la mano destra sulle labbra, mentre le lacrime cominciavano a spingere prepotentemente contro le sue iridi.
“L’esercito, Steve?” ripetè incredula, massaggiandosi le tempie per recuperare la calma.
“Quando pensavi di dirmelo? Il giorno prima che partissi?”
“Non ne avevo il coraggio, Nat! All’inizio mi ero aggrappato alla speranza che mi scartassero ma…”
“Ma sarebbero pazzi a rinunciare a un tipo come te” concluse la russa, mordendosi il labbro, “Quando devi partire?”
Steve non ebbe bisogno di parlare affinchè la ragazza capisse la risposta; il suo silenzio fu più che sufficiente a destabilizzarla completamente.
“Oh” mormorò lei, gettandosi tra le sue braccia, ormai in lacrime.
Non riusciva a ricordare un bacio più intenso di quello che seguì, ma nemmeno uno più doloroso.
“Io ti aspetterò Steve, succeda quel che succeda, io sarò qui per te. Te lo prometto”
“Tu andrai avanti con la tua vita, Natasha” la contraddisse lui, “Non posso tenerti legata a me vista la situazione. Devo lasciarti libera, ne capisci i motivi?” 
No!” rispose la Romanoff, incapace di credere a ciò che aveva appena udito.
“Sii felice, Nat. Questa è l’unica promessa che voglio da te” mormorò il biondo, stampandole un bacio sulla fronte e allontanandosi da lei, dopo averle lasciato un piccolo oggetto tra le mani.
Natasha guardò immobile la figura di Steve venire inghiottita dal buio, poi, ancora singhiozzante, aprì lo scatolo e riprese a piangere nel vedere uno stupendo anello brillare alla luce della luna. 
Sfilò un bigliettino che il Capitano vi aveva lasciato dentro, arrotolato e lesse: “Questo è l’unico futuro che avrei voluto avere, credimi”.

 
***

“Pepper?” la chiamò Natasha, correndo da una parte all’altra della stazione.
“Nat, sono qui!” strillò l’alta, gettandosi tra le sue braccia e salutandola tra le lacrime.
Quel giorno sarebbero tutti partiti per i rispettivi college; era stata una loro scelta quella di lasciare la città lo stesso giorno, l’epilogo della loro adolescenza meritava di vederli uniti come lo erano stati sempre.
“Oh, andiamo, Romanoff. Non dirmi che non sentirai la mia mancanza” la schernì Tony, dapprima sorridendo, poi abbracciandola con uno sguardo un po’ malinconico.
“Cerca di non farti espellere, Stark, okay?” si raccomandò lei, rivolgendosi poi verso Thor e Bruce, alla sua destra.
La cosa più difficile per lei, tuttavia, fu salutare Clint: erano entrambi abituati a vedere l’altro ronzare in giro per casa, ai rispettivi dispetti, ai battibecchi e agli scherzi, alle risate e alle lamentele dei loro genitori.
Si sarebbero mancati e lo sapevano perfettamente.
“Andiamo” tentò di sdrammatizzare lui, “La Brown non è poi così lontana dalla Columbia. Mi rivedrai quando meno te lo aspetti. E io continuerò a tenerti d’occhio”
“Sicuramente” ridacchiò la rossa, salutando poi anche Sif e dirigendosi poi verso il suo sportello.
Si sentiva osservata da diversi minuti, mentre aspettava che chiamassero il suo volo, quando si decise a voltarsi per vedere chi la stesse guardando.
Incrociò i suoi occhi in quelli castani di una bionda che conosceva molto bene, Sharon Carter, diretta verso l’Italia, in un tacito addio che non poteva dispiegarsi diversamente.
Natasha non si voltò indietro neanche per un secondo, mentre seguiva la folla diretta all’aereo che avrebbe segnato l’inizio della successiva fase della sua vita.
Cercò di non pensare alle persone che si stava lasciando alle spalle, tentò di non pensare a Steve, né tanto meno ai suoi genitori, ma era consapevole che non sarebbe mai riuscita a dimenticare nessuno di loro.

 
***

“Thor!” urlò Loki, correndo verso il fratello e sperando che non fosse troppo tardi per salutarlo.
“Ti sei svegliato alla fine” lo accolse lui, sorridendo e stringendolo in un abbraccio d’addio.
“Già. Non immagini le urla di mamma. Come se non dovessimo mai più rivederci” biascicò irritato l’altro, facendo sorridere il biondo.
“Già… Immagino che mi porterai un bel regalo di Natale da Londra” lo schernì Thor, raccomandandogli poi di sfruttare al meglio l’occasione che gli si era presentata.
“Oxford è una scuola prestigiosissima, Loki. E hai anche la fortuna di avere Gwen con te. È un’opportunità come poche nella vita. Non sprecarla, okay?” mormorò, dandogli una pacca sulla schiena e lasciando solo il fratello.
La Boston University lo aspettava e anche la sua Jane. 





Angolo Dell'Autrice
Salve a tutti!
Anche questa settimana sono riuscita ad aggiornare!
E questa volta con il penultimo capitolo della storia.
Sì, avete capito bene, il prossimo sarà l'ultimo, ma,
ma... potrebbe esserci un sequel. Potrebbe. Voi lo vorreste?
Spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere cosa
ne pensate se vi va.
Alla prossima,
Bell :)


  
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