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Autore: Sylvie91    18/01/2015    94 recensioni
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Si è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
... IN REVISIONE!!! MOLTI CAPITOLI CAMBIANO, ALTRI SONO RIVEDUTI E CORRETTI... vi auguro comunque una buona lettura se vi va! le recensioni vecchie non le ho cancellate ma saranno man mano spostate al capitolo corrispondente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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Guardo l’orologio del cellulare sbuffando seccata, non è possibile che io sia sempre in ritardo eppure mi sono impegnata, preparandomi in anticipo.
Monto in auto di corsa ed altrettanto di corsa inserisco le cinture di sicurezza, quasi friziono quando accendo il veicolo e premo l’acceleratore con foga; forse se ho fortuna riuscirò ad arrivare a destinazione con un ritardo piccolo piccolo.
Non riesco a fare neanche una decina di chilometri immettendomi nella superstrada, che mi porta verso Rennes, che il cellulare comincia a vibrare e subito dopo a suonare. Sbuffo, so che non dovrei rispondere; ma sicuramente è Christopher preoccupato per il mio ritardo.
Infatti guardando lo schermo vedo il suo volto sorridente lampeggiare, accetto la chiamata ed inserisco il vivavoce –Sto arrivando! Sto arrivando! Sto arrivando!- esclamo, mentre lui mi sbeffeggia ridendo.
-Mi sono preoccupato… sei per strada?- mi chiede con voce scherzosa.
-Sì, sì mi sono appena immessa nella superstrada… arriverò fra una mezz’oretta, se vado alla mia velocità.- rispondo stuzzicandolo, so bene che a lui non piace il mio modo di guidare.
-Anaïs, va piano… per quanto abbia voglia di vederti, non voglio che tu vada troppo veloce.-
-Dai tesoro… sai che sto attenta, anche se vado veloce.- miagolo al cellulare cercando di ammansirlo –E poi anch’io non vedo l’ora di vederti… è da una settimana che non stiamo assieme.-
Lui dall’altro capo sbuffa, mentre io ridacchio so già di averla vinta –Ti prego vai piano… e per quando arrivi la cena sarà pronta.-
-Sei un amore…- sorrido guardando la strada davanti a me, veramente contenta di avere un ragazzo così premuroso come fidanzato.
-A dopo, Anaïs…e mi raccomando rallenta.-
-A dopo.- lo saluto e chiudo la chiamata, togliendo per un millesimo di secondo lo sguardo dalla strada, millesimo di secondo che ha cambiato profondamente la mia vita.
 
Sono seduta su un morbido manto d’erba, credo di averci dormito sopra dato il poco sopportabile dolore; però che bel posto: attorno a me c’è la natura più ampia, distese di erba che sembrano infinite tappezzano il terreno ed alti alberi dal tronco largo e robusto si ergano in maniera scomposta… non sembra una foresta o un bosco.
Non ci sono molto abituata a questi paesaggi ormai la mia città ha solo dei piccoli amorfi giardinetti per bambini o per portare a spasso i cani.
Se sono ancora in Bretagna dovrei andare verso nord in modo da trovarmi sulla costa, sarebbe una fortuna andare verso Cancale… ma non sono così fiduciosa, per il momento non so neanche dove sia il Nord e non sono nemmeno una scout per riuscire ad orientarmi.
Quasi quasi maledico quella volta in cui ho rifiutato di entrare nel clan dei lupacchiotti.
Deve ancora arrivare l’alba…mi conviene aspettare sperando che arrivi presto, almeno così capisco dove sia l’est e poi orientarmi di conseguenza; quell’albero lì in fondo sembra ideale per appoggiarsi comodamente: le radici escono un po’ in fuori, ma il tronco incavato mi permette di stare più comoda.
Mi alzo per andare sul mio nuovo “letto” e solo allora mi accorgo che indosso vestiti un po’ singolari: pantaloni neri morbidi anche se un po’ troppo attillati per i miei gusti, sicuramente mi stanno segnando le gambe, accidenti quanto vorrei essere solo un po’ più magra… dei stivali alti sino al ginocchio, tacco basso, comodi devo dire; poi una specie di camicia spessa, molto spessa bianca e un mantello rosso con cappuccio.
Ma per caso sono andata ad un convention di pirati francesi senza nemmeno accorgermi? Mi manca solo una spada, una benda sull’occhio e un pappagallo sulla spalla per essere la perfetta figlia di Barbossa… forse sto solo immaginando tutto, magari sono andata ad una festa e questo è un mio trip mentale, ma sembra così reale.
Squadro ancora il mio strano abbigliamento finché non mi accorgo di una piccola borsa di iuta a terra, chiusa con una spilla a forma di foglia argentata, l’apro e trovo: un libro, dei fazzoletti di carta, una penna e basta… bene, insomma se avessi fame mi mangio carta condita d’inchiostro?
Prendo il libro, è piccolo ci saranno poco più di 300 pagine e completamente bianco a parte la copertina, questa è di pelle marrone con scritto qualcosa in rilievo di un colore che sembrerebbe dorato alla luce della luna: “Andata e Ritorno: un racconto hobbit di Bilbo Baggins”.
Buono: mi trovo in quella che credo che sia la campagna bretone, vestita come un pirata che vuole farsi notare dato il colore del mantello, equipaggiata con un libro bianco dal titolo particolare, fazzoletti ed una penna… ok è solo un brutto sogno, bruttissimo sogno, comincio anche ad aver fame dal nervoso.
Vado verso il benedetto albero per aspettare l’alba e vedere dove andare, e sfoglio man mano il libro ancora intonso… perché è bianco? E perché il titolo non mi è nuovo… non che mi ricordo tutti i libri che ho letto, ma questo è così particolare: racconto hobbit.
Mi viene da sorridere, gli hobbit già letti nei diversi libri e già visti al cinema; ma sono solo frutto della fantasia niente di più e niente di meno: piccoli ometti con i piedi pelosi, a cui piace vivere in pace e buon gustai; per quest’ultima caratteristica potremo andare d’accordo se fossero reali.
Arriva l’alba, diciamo che si è fatta attendere; ho dovuto combattere con la voglia di chiudere gli occhi un paio di volte, ma ora so dove andare.
Mi incammino con il mio leggero bagaglio, passando per questa particolare foresta; non c’è una fitta boscaglia, ma solo diversi alberi ben separati tra loro; mentre cammino ripenso ancora all’alba: è sempre uno spettacolo emozionante.
La prima volta che l’ho vista ero sopra una specie di palazzone, la notte prima aveva piovuto ed erano rimaste delle nuvole rade, ma scure che venivano trafitte dai raggi del sole; ed anche il contorno degli edifici circostanti era come illuminato.
Quel giorno il sole rese bello ciò che normalmente definirei come artificiale e triste, il cemento dei palazzi, quelle sfumature di grigio così brutte: con l’alba sembravano avere un effetto completamente diverso.
Quest’alba sembra come dipinta in uno splendido quadro, i colori del sole e del cielo limpido che accolgono i suoi primi raggi sono una gioia per gli occhi e questo spettacolo non mi fa pensare alle mie ristrettezze o al posto in cui sono capitata.
Poi la natura che man mano si sveglia coccolata da questi tenui ma già dolci raggi, la musica degli uccellini di prima mattina e il lieve venticello che mi scombina i miei capelli color mogano: danno un senso di pace innato.
 
Dopo un paio di ore di camminata mi sento parecchio stanca e sconsolata, è strano c’è vento ma non sento l’odore del mare; in Bretagna si sarebbe comunque sentito l’effluvio dell’oceano… vuol dire o che sono in una zona parecchio interna o che la mia intuizione è completamente errata.
Noto poco dopo quello che è un piccolo sentiero tortuoso fatto di sassolini gialli come quelli di montagna, ma molto ben curato: mi viene da pensare al sentiero d’oro del Mago di Oz… ecco sarebbe davvero il colmo trovarmi con un leone senza coraggio, un uomo di latta senza cervello e uno spaventapasseri senza cuore, non contando la strega con problemi di igiene dato la sua “allergia” all’acqua.
Anaïs basta trip mentali… talvolta sono peggio di JD in Scrubs.
Prendo il sentiero e spero di averlo preso per il verso giusto voglio vedere la civiltà… dopo un’altra mezz’ora di cammino vedo in lontananza quelle che sono delle costruzioni in pietra viva; corro disperatamente… voglio vedere se riesco a trovare un telefono in un bar per chiamare casa o chiedere aiuto o qualsiasi cosa di intelligente o quasi.
Corro, corro, corro senza neanche vedere bene dove vado, con la testa bassa seguendo il sentierino quando… mi trovo a terra e urlò  -Ma chi diavolo è in mezzo alla strada? -; alzo la testa e vedo la coda di cavallo che mi sventola davanti al naso: sono andata addosso al sedere di un cavallo.
Il cavallo si gira e il suo proprietario mi scruta stranito, sicuramente avrò impostato la faccia versione disgustata dato che lo sento sogghignare, lo guardo e …che il cielo mi fulmini… un vecchio con la lunga barba, occhi azzurri e furbi, sorridente e vestito di grigio: Gandalf?
Mi guardo interno ancora da seduta e vedo gente vestita in versione medievale che si fa grasse risate alla mia direzione, che personcine deliziose; ma ciò che mi tarla maggiormente il cervello è una sola domanda: dove sono VERAMENTE??
Oddio quell’uomo assomiglia davvero allo stregone non sembra un cosplay, mi alzo e lo fisso –Sei Gandalf? Quel Gandalf? Il Grigio?-
I suoi occhi mi guardano come stupiti, si vede che l’ho preso in contropiede –Così mi chiamano… ma io non ti ho mai vista, ne sentita in giro, chi saresti?-
-Anaïs, sono una ragazza italiana e credo di essermi persa nel vero senso della parola.-
-Italiana? Che cosa sarebbe?-
-L’Italia è dove abito, la mia patria o quasi in questi ultimi anni mi sono trasferita in Bretagna, scusa sto divagando… ma ho come l’impressione di essere in un mondo diverso a questo punto o in una gabbia di matti, dove siamo di preciso?-
-Terra di Mezzo, precisamente nella zona più ovest, questo sentierino porta fino alla Contea.-
- Bene, sono in una gabbia di matti.-
- Ma guarda se devo essere considerato matto da una ragazzina… La nostra conversazione finisce qui, io ho una missione, arrivederla.-
- No! La prego mi faccia venire con lei… non ho un posto, e se lei è veramente Gandalf me lo potrà provare… sono sicura che riuscirà a trovare un modo per rimandarmi a casa-
- Quindi vorresti seguire un matto?-
- Si fidi credo di essere anch’io sulla giusta strada per la pazzia-.
Mi sorride, credo di averlo convinto almeno spero.
Nutro ancora dei solidi dubbi ma se sono nella Terra di Mezzo, so che di Gandalf mi posso fidare; se non siamo dove dice allora mi godrò la compagnia di questo vecchio pazzo, dagli occhi sembra solo molto furbo ma per niente cattivo.
Gandalf mi fa arrivare un cavallo nero, (bravo il mio stregone ha già capito i miei gusti) e cerco con un po’ di goffaggine mal nascosta di salirci… è la prima volta che salgo su un cavallo, ma non voglio essere di peso e quindi non chiedo alcun aiuto, arrangiandomi come posso.
Una volta sistemata alla bene e meglio partiamo… spero di tornare presto a casa.



Capitolo un po’ cortino, ma comunque da l’incipit alla storia.
Ho deciso di riprendere in mano questa ff perché era da un po’ che non mi soddisfaceva più; insomma mi sono accorta che potevo fare di meglio… soprattutto dopo aver scritto la “storia di un nano”.
Nel suo precedente mi sono divertita con tutti i nani, in questa storia ho preso in considerazione in passato solo pochi noti e quindi non vedo l’ora di rinnovarla e modificarla… rendendo Anais stessa un po’ diversa, anche se sempre tanto ironica!
Ringrazio i vecchi lettori e spero che ce ne saranno di nuovi! Comunque un ringraziamento speciale va ad Evelyn80 che mi ha spiegato come spostare tutte le recensioni, facendo così partire questo progetto!
Credo che aggiornerò una volta a settimana circa… voglio prima far bene anche l’altra storia che ho iniziato!
A presto
Bisous
Sylvie
 
   
 
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