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Autore: Sylvie91    22/09/2015    4 recensioni
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Si è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
... IN REVISIONE!!! MOLTI CAPITOLI CAMBIANO, ALTRI SONO RIVEDUTI E CORRETTI... vi auguro comunque una buona lettura se vi va! le recensioni vecchie non le ho cancellate ma saranno man mano spostate al capitolo corrispondente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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Questa sella è dannatamente scomoda, poco ma sicuro che quando scenderò da qui sopra avrò il sedere piatto. Se scenderò mai da qui sopra… questo animale è troppo alto, probabilmente mi farò il volto nuovo cadendo di faccia.
Mi sistemo un po’ meglio sul posto, cercando una posizione comoda senza molto risultato: nella mia lista dei sogni c’era nell’elenco di fare una o più cavalcate, ma in questo momento mi sto pentendo di averle aggiunte.
Per fortuna che cavalchiamo lentamente seguendo il tortuoso sentiero di ghiaia gialla, contrariamente alla cavalcata questo posto mi comincia a piacere… sembra tutto così calmo: come se non ci sia la solita fretta con cui si condivide le giornate; nessun tipo di rumore artificiale come quello del traffico o della suoneria del cellulare o altre cose che consideriamo come ormai normali.
E se la normalità sia invece il rumore degli zoccoli ferrati sulla strada di sassi, la fresca brezza primaverile o il fruscio delle foglie… è tutto così distante dal mio mondo questa realtà.
Lo stregone non mi rivolge parola, magari è ancora offeso per avergli dato del pazzo prima… francamente poco mi importa, gli passerà, ho bisogno di pensare a diverse cose: perché sono qui? Chi mi ha mandato? Come faccio a tornare dalla mia famiglia? Dov’è Christopher, perché non è qui con me? Ed il libro perché mi è così familiare? E soprattutto perché non mi ricordo il contenuto?
Cioè il ricordo di Gandalf è stato come un fulmine, mi è saltato in mente come quando guardando la televisione rispondo ai quiz… ma non riesco a collegarlo ad altro, è come se parte della mia mente sia bloccata, e che ci siano dei ricordi a cui non ho accesso. Tutto sarebbe più semplice se avessi lo smartphone dietro, una controllata su internet et voilà: mistero risolto.
Invece nada, che cosa fastidiosa…
Riesco appena a ricordarmi il fatto che Gandalf sia uno stregone, ma non riesco a ricollegarlo ad alcuna cosa che lo riguardi o ad alcuna missione, si perché lui prima parlava di un incarico particolare; ma in che cosa mi sono imbarcata…
-La missione di cui parlava prima, di cosa si tratta?- dico rompendo il silenzio istauratesi ed aspettando una risposta, lo stregone si gira e mi fissa per un tempo direi troppo lungo; come se volesse capire se di me si possa fidare o meno.
-Lo scoprirai a tempo debito, cioè quando lo deciderò io…- mi risponde, non smettendo di fissarmi.
-Dai per piacere, non posso dirlo a nessuno… non conosco nessuno in questo mondo.-
-Giusto… ma comunque aspetterai; per quanto riguarda io non so se tu sia davvero di un altro mondo o cosa… potresti aver mentito per seguirmi o potresti essere tu la pazza dal mio punto di vista.-
-Ha ragione! Non ho alcuna prova per dimostrare che quello che dico è la verità… ma allora mi chiedo perché mi ha dato un cavallo e non mi ha impedito di venire con lei?-
Ricomincia a fissarmi stavolta stranito, come se si aspettasse una risposta diversa… mi sta di nuovo studiando… uffa, non sono mica una provetta da laboratorio o un esperimento… poi i suoi occhi mi mettono un non so che di ansia, sembrano scavarmi per davvero nella mente.
Rimaniamo a fissarci ed io, ovviamente, non abbasso lo sguardo, non sono quel genere di persona e se Gandalf vuole una prova della mia forza d’animo avrà pane per i suoi denti.
-Sarà divertente…- mi dice alla fine sorridendo.
-Cosa?-
-Quando verrà il momento capirai cosa sarà divertente.-
-E’ una qualità comune di voi maghi essere così dannatamente enigmatici?-
-Diciamo che facciamo e diciamo le cose con i nostri tempi-
-Peccato che i vostri tempi non siano molto compatibili con quelli di altre persone.- rispondo sarcastica, riconcentrandomi sul guidare il cavallo.
Silenzio.
Accidenti, ma perché devo essere così acida… non potevo rispondere con un va bene e basta, così si chiudeva il discorso; invece no, vero? Devo per forza punzecchiare le persone, provocarle così poi giustamente si seccano, e in questo caso magari mi dovrei dare una calmata: cioè solo lui mi può aiutare e non mi conviene indisporlo.
Continuo con le mie elucubrazioni  finché non sento la risata cristallina del mago, non sembra essersi offeso più di tanto, per fortuna.
-Sì, sì sarà proprio divertente; già vi vedo scontrarvi come due arieti.-
- Contro chi mi dovrei scontrare?!.. Sì, scusa saprò tutto più tardi anche in questo caso.-
-Esatto!-
 
Continuiamo il nostro viaggio ancora immersi nella quiete dopo le nostre poche battute, il paesaggio man mano cambia è molto più collinare; non posso fare a meno di meravigliarmi di quanto possa essere splendido il quadro che mi si figura davanti.
Sarei quasi tentata di fare una foto da tenere con me, peccato che in questo mondo manchino i mezzi necessari per queste piccole cose, così tanto entrate nel mio quotidiano.
Cerco di fermare il cavallo per godermi la vista, con non subito un gran risultato; finchè non interviene lo stregone che tira le redini del mio destriero fermandoci su un piccolo ponticello fatto interamente di pietra, le pietre sono grosse ma combaciano perfettamente in modo armonioso fra loro.
Sorrido a Gandalf che oltre ad aiutarmi, in questo modo mi ha anche insegnato come fermare l’animale; lui ricambia il sorriso bonariamente per poi guardarsi attorno ammirando anche lui questo paesaggio meraviglioso.
Il fiume sottostante al ponte è tranquillo e limpido, l’acqua è talmente chiara che si vedono i pesciolini nuotare sul suo fondo, i quali cercano i raggi del sole che si riflettono su quel limpido specchio per scaldarsi un poco.
Il gioco di luce del sole sull’acqua sembra voler illuminare ancor di più il posto creando delle piccole sfumature dorate sulla superficie, solo l’ombra del ponte e dei pochi alberi sulla riva sembra voler rompere la piccola magia; tuttavia la rendono ancor più affascinante.
Seguendo il percorso del fiumiciattolo vedo un casolare, l’abitazione anch’essa come il ponte è fatta di pietra e accostato c’è un piccolo mulino di legno che gira lentamente seguendo la dolce corrente; la cosa particolare è che queste poche costruzioni non stonano con la natura circostante, anzi completano l’ambiente redendolo se è possibile ancora più bello.
Mi avvicino allo stregone che nel contempo si è mosso lungo il sentiero, ha sicuramente notato il mio sguardo illuminato dal paesaggio e ha sentito il mio sussurro meravigliato mentre mi avvicinavo a lui; gli sorrido nuovamente e ripartiamo… ho come l’impressione che non manchi molto alla nostra meta.
Il sentierino ci porta per dei campi: il grano è ancora verde e appena cresciuto, deve ancora raggiungere la sua maturità, ma la piega che prende dal soffio gentile del vento è deliziosa, i lunghi e leggeri fusti non vengono sferzati, ma solo accompagnati nel loro inchinarsi.
Poi un campo di girasoli, sono così belli rivolti in preghiera verso il sole… gli ho sempre adorati, sono così allegri e nello stesso tempo dolci nella loro ricerca di calde coccole.
Superiamo i campi pian piano, e vedo che la strada cambia non c’è più la ghiaia, ma questa viene sostituita da delle pietre incastonate sul terreno, il suono degli zoccoli è più sordo adesso si sente maggiormente… comunque trovo piacevole il ritmo creatosi.
 
Dopo un buona ora di viaggio sul nuovo sentiero, in lontananza si erge innanzi a me un villaggio piuttosto particolare; ci sono le porte di casa e le finestre che si aprono all’interno a delle colline: devo dire che tutto sembra molto più piccolo di ciò che io considero normale.
Non sono altissima come ragazza, ma neanche bassa… insomma guardando le porte io ci arrivo giusta giusta con la testa probabilmente; Gandalf invece mi sa che avrà seri problemi ad entrare in un di queste piccole dimore.
Attraversiamo il mercato pieno di personcine davvero piccole, coi piedi scalzi ma grandi e pelosi: hobbit!
Sembrano tutti così spensierati e felici, i bimbi che corrono su e giù per le bancarelle, i vari venditori che chiamano i loro amici per fargli acquistare i loro prodotti, c’è persino un barbiere che accoglie i suoi clienti in una comoda poltroncina in mezzo al mercato.
Colori, gioia e festa si mescolano in turbinio di sensazioni non descrivibili; il sorriso dei bimbi che ci guardano dal basso meravigliati di vedere delle figure così alte al di fuori dei loro genitori, qualche vecchio hobbit che saluta Gandalf come un vecchio amico e che mi sorride accennando un benvenuto col capo.
Che gente cordiale e meravigliosa devono essere questi hobbit!
Continuiamo il cammino verso quella che è la collina più alta, prima di raggiungere quella che sembra una delle abitazioni più grandi del villaggio: scendiamo dai cavalli e li lasciamo in un piccolo spazio verde a riposare.
Io e Gandalf ci avviciniamo verso quella grande casa e vedo seduto su una panchina a fumare con una strana e lunga pipa un hobbit, sta aspirando felicemente il fumo appena espirato; è vestito molto bene, forse un pelo meglio degli altri abitanti, che ho visto prima al mercato: ha una camicia bianca, con sopra un gilet dorato ricamato con una fantasia floreale e i pantaloni di un marroncino chiaro.
I suoi capelli sono di un colore particolare non li definirei biondi, ma di un castano non chiaro ma neanche scuro; il viso è molto gioviale, anche se la mia sensazione è quella che ha molti più anni di quanto ne dimostra.
Gandalf si ferma e lo copre con la sua ombra, lo hobbit spaventato dall’improvvisa oscurità quasi tossisce innervosito, finchè sbotta con un –Buongiorno!-
-Che cosa vuol dire?- risponde il mago, con aria furba -Mi auguri un buongiorno od è un buongiorno che mi piaccia o no? O forse vuol dire che ti senti buono in questo particolare giorno? O affermi che questo è un giorno in cui occorre essere buoni? Mmm...-
Io a lato di Gandalf soffoco una risata vedendo la faccia sconcertata de lo Hobbit… povero sembra completamente spaesato.
-Tutte le quattro cose, credo…- bofonchia e poi guardando il mago continua –Posso aiutarla?-
-Questo resta da vedere…sto cercando qualcuno con cui condividere un avventura.-
Gandalf fermati che scoppio in una risata, ti prego…ti giri verso di me, che faccio evidentemente dei rumori strani per evitare di ridere in faccia al piccolo hobbit e mi fulmini con lo sguardo… va bene, me ne sto zitta e buona.
-Nessuno ha molto interesse per le avventure ad ovest di Brea.- continua il nostro nuovo amico alzandosi per prendere la posta dalla cassetta delle lettere – Cose brutte, fastidiose e per di più scomode…fanno far tardi a cena!- e con questo borbotta qualcosa e tagliando l’angolo verso casa dice ancora –Buongiorno!- accompagnandolo con un cenno di commiato.
Ed allora, io che vedendo questa tentava fuga mi è saltata un po’ la mosca al naso gli esclamo dietro – Ehi ma ci stai buongiornando?-, Gandalf mi guarda torvo ed io mi zittisco sbuffando; poi continua lo stregone- In effetti, come dice la mia “collega”, non pensavo di dover vivere per essere buongiornato dal figlio di Belladonna Tuc, come se fossi un venditore ambulante di bottoni-
-Come prego?-
-Sei cambiato…e non esattamente per il meglio Bilbo Baggins.-
Bilbo?... ma è l’autore del mio libro bianco… devo parlare con Gandalf, gli devo spiegare del libro e anche dei miei ricordi, quell’hobbit forse sarà lui a riuscire a farmi tornare a casa… anche se non so propriamente come.
-Vi conosco?-
- Conosci il mio nome, anche se non ricordi che sono io a portarlo: sono Gandalf.-
- Non sei quello dei stupendi fuochi d’artificio? Non credevo che fossi ancora in affari!-
-E cosa dovrei fare?... Beh sono contento che ricordi qualcosa di me, anche se sono solo i miei fuochi d’artificio… Si bene è deciso: sarà un gran bene per te e molto divertente per me, vado ad informare gli altri!-
-Gli altri chi?- chiede lo hobbit e me lo chiedo anch’io: altri chi? Non credevo che questa “missione” riguardasse tante persone oltre allo strano amico di Gandalf.
-No, qua non vogliamo nessuna avventura! Buongiorno!- conclude Bilbo e con queste ultime parole si rinchiude in casa.
Gandalf si avvicina alla sua porta e fa uno strano segno con il suo bastone magico, poi viene verso di me e mi supera andando verso i cavalli, naturalmente lo seguo; raggiungiamo i nostri cavalli e ci saliamo su, solo in quel momento gli dico –Ti devo parlare-.
   
 
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