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Autore: _yoursong    18/01/2015    2 recensioni
«Okay, sputa il rospo. Il tuo ex sta con una troia?»
«No, certo che no, non ne sarebbe capace, troppo santo!» sbottò irritata.
«E allora che diavolo è?!»
«Se mi facessi parlare, cazzo!» urlò.
«Okay, parla.»
«Ashton è tornato.» Sbiancai immediatamente. Non era possibile.

***
Da quando Ashton Irwin, vicino di casa rumoroso e amore adolescenziale di Abbey Walker, se n’era andato da Richmond per studiare all’università di Sydney, le cose erano finalmente cambiate: Abbey era diventata più carina, e di conseguenza più apprezzata dai ragazzi, e il resto sembrava procedere per il meglio. Ma quando Ashton ritorna in paese, è come se tutto fosse ritornato agli antipodi. Ma se fosse troppo tardi?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era passata una settimana esatta dalla festa da Stifler che era terminata per fortuna bene. Calum e Vanessa avevano realmente fatto la sfida fatidica e con la meraviglia di tutti aveva vinto lei. Calum sembrava profondamente deluso, come se gli avessero tolto un titolo olimpico, per di più Mike continuava a fargliela pesare.
Se non avevo capito male Calum chiese la rivincita ma fortunatamente capirono che non era saggio farla quella sera. Ma comunque, Vanessa lo confortò amorevolmente come solo lei poteva fare mezza ubriaca. Continuavano a scherzare e a ridere e poco dopo Calum tornò come prima arzillo e semplicemente idiota.
Presi l’ultimo sorso di tè e poi abbandonai la tazza sul tavolino di fronte al divano. Non stavo guardando nulla di particolare in tv ma non avevo intenzione di fare nient’altro, sarei rimasta in pigiama tutto il giorno ma per non sentire le lamentele di mia madre mi misi un felpone gigante stra comodo e un semplice pantalone della tuta, e non avevo intenzione di fare nient’altro tutto il giorno.
Suonò il campanello e la quiete che regnava nella casa si distrusse.
«Abbey, vai tu!» urlò mia madre dalla cucina.
«Non ci penso nemmeno!» ribattei rimanendo stravaccata sul divano.
Diversi sbuffi seguiti da passi si potevano sentire risuonare dal corridoio. Mia madre aprì la porta e una voce conosciuta risuonò per la casa.
«Salve.»
Un secondo di silenzio seguito dal panico che cresceva dentro di me prima che mia madre rispose: «Ashton! Che piacere vederti.»
Cazzo cazzo cazzo!
«C’è Abbey?» chiese con quella voce cortese che Sia Lodato Il Signore.
«Certo, entra» gli disse mia madre chiudendo la porta. I loro passi si fecero sempre più vicini e io scattai a mettermi dritta sul divano e a sistemarmi. Era ufficiale, mi avrebbe visto in condizioni penose. I brividi.
Mia madre entrò nella stanza con un sorriso tiratissimo e continuava a fissarmi in modo strano, non so cosa potesse significare ma il mio sguardo si spostò subito su Ashton che aveva qualcosa di strano. Osservandolo leggermene di più notai che si era portato indietro i capelli che di solito teneva sulla fronte tenendoli con un piccolo codino.
«Ehi!» mi salutò.
Feci un cenno con a mano e gli sorrisi.
Un strana agitazione mi si formò nello stomaco, proprio quando lui si sedette di fianco a me sul divano.
«Voi qualcosa da bere?» chiese mia madre ovviamente riferendosi a lui.
«Non si preoccupi» disse lui.
«Insisto. Non vuoi un caffè? Un succo di frutta?»
«Okay, un succo di frutta allora.»
Poi mia madre sparì in cucina.
I suoi occhi tornarono su di me e prima che potesse dire qualcosa incominciai a parlare io.
«Punto primo: sono in condizioni indecenti!- rise- Punto secondo: che diavolo ci fai qua?!»
«Allora, punto primo: non sei poi così tanto indecente.»
«Sarebbe stato più carino che mi dicessi che non sono indecente e che sono stupenda e magnifica, ma va beh, apprezzo lo sforzo»
Alzò gli occhi al cielo, cosa che mi fece ridere.
«punto secondo: sono qua per invitarti fuori a cena stasera. Non mi sembrava carino scrivertelo via messaggio» disse.
«Fuori a cena?!»
«Non va bene?» qualcosa si spense nel suo sguardo.
«No, va benissimo, assolutamente. E’ che la cosa che mi turba è come lo dico ai miei» spiegai.
«Abbey, gli dici che esci con me, non credo ci sia nulla di strano.»
«Beh, incominceranno a pensare male e..»
«Incominceranno a pensare quello che dovrebbero pensare» rise.
«Appunto! Questo è il problema!» sbuffai.
«Non mi interessa, vieni con me stasera. Digli quello che vuoi, che ti hanno rapito gli alieni ma io ti porto fuori»
«Eccomi» rientrò mia madre con in mano il succo per Ash e qualche biscotto che solo lei sa dove li ha tirati fuori.
«Grazie mille» disse Ash.
«Di niente, io torno di là» si congedò per poi porgermi uno strano sorrisetto.
Aspettai che mia madre uscì dalla stanza per poi parlare.
«Dovresti venire più spesso» dissi.
«Perché?»
«Perché non è mai così» risi.
«Gentile? Lo è sempre stata!»
«Con te» scherzai.
«Comunque stai bene con questo codino» gli dissi.
«Nuova invenzione» si vantò.
Lo fissai per un secondo ma poi anche se c’era mia madre a pochi metri da noi ed eravamo separati solo da un muro mi fiondai su di lui lasciandogli un lungo bacio a stampo.
«Mica eri quella che non vuole far capire nulla ai suoi genitori?» mi canzonò.
«Non rovinare tutto!»
 
 
 
A mia madre avevo confessato che sarei uscita con Ashton a cena, aggiungendo però che poi saremmo andati da amici. Questo però non la trattenne dal lasciarmi uno sguardo malizioso con allegato uno dei sorrisi più fastidiosi del secolo. Poi aggiunse un «Divertitevi!»
Ashton era passato a prendermi con una puntualità spaventosa, anche se precedentemente mi aveva urlato alla finestra di scendere. Tralasciamo.
Ora ci trovavamo dall’altra parte di Richmond e non sapevo dove eravamo diretti. Non aveva voluto dirmelo.
«Siamo arrivati, devo solo girare alla prossima» mi sorrise.
«Carino da parte tua avvisarmi dopo avermi tenuto nascosto tutto il resto» scherzai.
«Sempre a lamentarti?!» rise.
«Naaaa, semplicemente mi diverte.»
«Eri più timida prima. Ti stai trasformando?» mi punzecchiò.
Significa che i miei tentativi di essere impassibile a quello che succedeva quando c’era lui erano tutti inutili. Avvampai immediatamente al ricordo e scostai lo sguardo verso la strada.
La sua risata si propagò per tutto l’abitacolo e come una scarica elettrica la sua risata e il contatto della sua mano sulla mia coscia mi fece sussultare. Non ero ancora abituata a sentire la sua pelle contro la mia, e penso che non mi ci sarei mai realmente abituata.
«Vedo che qualcosa è rimasto» mi stuzzicò.
«E rimarrà, ti avviso» dissi.
«E a me va bene così» sorrise.
L’auto nel frattempo si bloccò con un sussulto, Ashton si tolse la cintura e io feci lo stesso. Scendemmo e lui mi raggiunse velocemente sul marciapiede. Mi voltai e mi ritrovai di fronte a uno dei ristoranti italiani più conosciuti della zona. Mi voltai  immediatamente verso Ashton che aveva un sorriso soddisfatto sul volto.
«Che c’è?» sbotto.
«Nulla, nulla» gli sorrisi.
A me sarebbe andato bene anche un panino al McDonalds e invece lui scelse uno dei ristoranti più costosi. Un senso di inadeguatezza mi pervase ma poi sentii la presenza di Ashton di fianco a me e quel peso sparì sopraffatto dalla felicità. Nessuno aveva mai fatto nulla di simile.
Il posto era accogliente e la luce non era troppo forte, era come dire.. rilassante. Ashton era andato a chiedere il tavolo che aveva prenotato. Subito venimmo scortati da un gentile ragazzo che ci portò direttamente in una seconda stanza dove c’erano pochi tavoli. Il nostro era precisamente in fondo alla sala. Sui muri erano alternati strani quadri e al centro risplendeva un luminoso lampadario.
Non dovemmo aspettare molto che un cameriere ci chiese l’ordinazione. Ashton ordinò Spaghetti e io presi lo stesso. Appena il ragazzo si congedò Ash incominciò a inoltrare un discorso sofisticato sul suo amore verso gli spaghetti e che avrebbe mangiato solo quello per tutta la vita.
«Sì, sono buoni ma credo che il cibo italiano migliore sia la pizza. Parliamone, la pizza è la pizza!»
«Ovvio, ma gli spaghetti sono qualcosa di più particolare»
«Non è detto, non ho assaggiato molto cibo italiano ma credo che ci sia qualcosa di migliore» dissi.
«Forse…Ma no, non è possibile!» riaffermò.
Mentre finì la frase ci trovammo i nostri piatti fumanti sotto gli occhi. Incominciammo a mangiare e lui continuava a riaffermare la sua teoria. Non parlammo ovviamente solo di quello: mi chiese della scuola, si interessò alla mia vita quotidiana e capì realmente che ero una scansafatiche. Mi propose di fare delle foto insieme un giorno, sapendo della mia passione per la fotografia. Io ovviamente accettai e incominciai a dare delle idee su come farle.
«Però mi piacerebbe molto anche vedere delle foto che hai già fatto» disse.
Comporterebbe lui che entra in camera mia e mia madre che fa facce strane. Valutai la situazione ma mi auto incoraggiai a fregarmene altamente della mia parte ansiosa.
«Va bene» accettai. Ma tutto d’un tratto una chioma già conosciuta accompagnata da un ragazzo altrettanto conosciuto catturarono la mia attenzione. Si sedettero praticamente nell’angolo opposto al nostro e velocemente  puntai lo sguardo verso Ash.
«Ash!» lo richiamai.
Lo smarrimento nei suoi occhi era lampante «Che c’è?»
«Non urlare!» sussurrai. I suoi occhi si sgranarono. «Tranquillo non stiamo per essere fucilati» risi.
«Eh allora che succede?!» sussurrò pure lui.
«Persone che entrambi conosciamo nell’altro angolo della sala. Penso che commetteremo un omicidio questa sera.»
Lui si girò lentamente per guardare dove gli avevo indicato e si voltò di scatto a fissarmi.
«Penso proprio di sì» accennò un ghigno.

 
(oggi niente gif, il sito non va D:)

CIAO A TUTTIIIIIII! Sono tornata prima del solito (più o meno)

Ho fatto di tutto per riuscire a pubblicare prima e spero che il capitolo vi piaccia. Ora che è incominciata la scuola non so se riuscirò a pubblicare presto, credo che ci vorrà un po'. T.T

Spero possiate capire .O.

Vi lascio un grosso bacio e che continuerete a seguire la storia e che magari mi lasciate un vostro pensiero.

Bye
Giulz



 












 
  
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