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Autore: E M M A    18/01/2015    3 recensioni
Ciao!!!
Allora... dico subito che questa l'ho scritta in sostituzione a: "Forgotten at home" dato che l'ho dovuta momentaneamente interrompere, e poi mantenere una sola long mi sembrava fin troppo facile (facile... come no...). Io spero solo di aver fatto un lavoro di vostro gradimento!
Quindi leggete, e se vi va... lasciate una recensione!
Ciao!
Laney.
Genere: Sentimentale, Song-fic, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< C-cosa volete sapere? >> deglutì la ragazza sbarrando gli occhi, infastidita dalla luce della torcia elettrica che l’uomo le puntava sul viso. Laney accorgendosene gli tirò una gomitata:
<< E finiscila! >> lo rimproverò severa. L’uomo obbedì suo malgrado, appoggiando la piccola torcia su un ripiano del salotto. << Marti, ormai diamo per scontato che tu ci conosci molto bene giusto? E tu e Julie siete molto amiche >>
<< Sì beh, mia zia Kate vi adorava, e, avendo passato molto tempo con lei da piccolina, ho appreso molto! Diceva di conoscervi.. >> sorrise ripensando ai vecchi ricordi
<< Conoscerci? >> domandò il blu incrociando le braccia
<< Sì chiamava Kate Persky, vi suona familiare? >> dopo una breve pausa di riflessione, gli occhi dei due si illuminarono all’unisono, Corey e Laney si scambiarono uno sguardo, per poi puntare la loro attenzione sulla ragazza dai riccioli biondi.
<< Conoscevamo eccome Kate Persky! >> esclamò sorridente l’uomo
<< Lei e Allie Day sono state le nostre prime fan! >> continuò su di giri la rossa. Entrambi ricordando i tempi andati.
<< Come stanno? >> continuò lui
<< Oh, decisamente bene! >> e mentre si stavano spingendo in una conversazione fuori tema sempre più coinvolta, la rossa si diede una scrollata, spronando il marito a continuare con lei il loro “terzo grado”
<< Ascolta, tu sembri una ragazza a posto >> disse Laney sforzando un sorriso, evitando di aggiungere “ma stai rischiando di rovinare questa famiglia”, perciò si limitò ad aggiungere: << ma Julie e Alex non sanno niente; né della Grojband, né di tutto il resto! >> e Martine non riusciva a far altro che chiedersi come avessero fatto a nascondere così bene il loro passato in tutti questi anni
<< Per lei siamo solo due noiosi impiegati >> continuò Corey
<< E invece voi, adesso… >> disse la sedicenne
<< Cantiamo ai matrimoni.. >> rispose –tutt’altro che entusiasta- la donna
<< Non ci credo >> continuò la ragazza << la più grande band di sempre, che canta a degli stupidissimi matrimoni! >> eppure i suoi occhi non potevano fare a meno di sprizzare scintille di stima
<< Comunque.. >> la interruppe il blu, con un’insolita –da parte sua- espressione solitamente marcata Laney Penn Riffin (dopo il matrimonio Laney decise che sarebbe stato un bene tenere entrambi i cognomi).
<< Posso sapere perché? >> chiese ancora Marti
<< Cosa? >> continuò la rossa, con un finto tono ingenuo, che non le si addiceva affatto.
<< Perché avete rinunciato?! E soprattutto perché i vostri figli non sanno niente!? >> i due abbassarono la testa
<< Era tutto troppo complicato >> spiegò la rossa, ritornando a ricordare << un momento prima vivi il sogno di una vita, e il giorno dopo ti accorgi che devi mollare tutto per qualcosa di più grande… >>
<< Vogliamo solo evitare che Julie abbia la stessa delusione che abbiamo dovuto ricevere noi… >> continuò Corey << quindi tu non dirai niente, vero? >>
<< Ti stiamo pregando. >>
<< Sarò muta! >> rispose la bionda, un po’ commossa dalla storia dei due musicisti.
<< Okay, ora torna su! O Julie si accorgerà della tua assenza! >> la incitò la rossa
<< Cosa volevi? Acqua? Ecco a te! >> sorrise l’uomo porgendole un bicchiere. Martine scoppiò a ridere.
<< Okay, ho capito, vado! >>


Il giorno dopo a scuola:

<< Ehi ragazzi! >> irruppe la rossa in aula punizione –e da quel giorno, nuovo luogo di ritrovo per la band- in perfetto stile Corey Riffin.
<< Ciao Julie >> rispose Mattew << sicura di non avere caldo? >> chiese alludendo al berretto arancione, la ragazza scosse la testa
<< Sto benissimo! >> sorrise nervosamente, solo la sera prima si era fatta assicurare dalla sua amica, che mai e poi mai si sarebbe fatta sfuggire quello che sapeva sui suoi capelli spaventosamente semi verdi. In tutta risposta il ragazzo fece spallucce, continuando a giocare pienamente concentrato sul suo telefono
<< Dove sono Marti e Cameron? >> chiese << ho portato il testo nuovo e non vedo l’ora di… >> ma non riuscì nemmeno a terminare la frase, che delle urla disumane provenienti dalla porta da cui era appena entrata le “rubarono” la scena
<< PERCHÉ DOVRESTI SCEGLIERLO TU IL NOME DELLA BAND?! >> strillò Martine visibilmente irritata
<< Perché no, scusa? >> ribatté Cameron mantenendo il suo solito atteggiamento distaccato, incrociando le braccia contro il petto, e soffocando un lieve tono di alterazione
<< Non.. tu.. >> balbettò lei
<< Non sai cosa rispondere? >> ghigna lui, beccandosi un pugno dritto sul braccio << ehi! Fa male! >>
<< Non ne hai il diritto! >> continuò lei << è una scelta che dobbiamo prendere di comune accordo! >> sentenziò infine
<< Vuoi fare una scommessa dolcezza? >> sorrise ancora strafottente lui, la bionda ruotò gli occhi disgustata, ma allo stesso tempo incuriosita
<< Che genere di scommessa? >>
<< Noi cerchiamo il nome della band; e quando sceglieranno il mio, tu mi dovrai un bacio >> la riccia scoppio a ridere
<< Punto 1. >> disse appena riuscì a riprendere fiato << non ho mai perso una scommessa in vita mia, sceglieranno il mio nome >>
<< Beh, non hai mai scommesso contro di me.. >> ghignò lui, Martine ruotò gli occhi, fingendo di non averlo sentito
<< Mettiamo che vinca io –cosa decisamente probabile. Anzi, ovvia.- che cosa vinco? >> disse incrociando le braccia
<< Beh, se ti dà così fastidio, puoi non baciarmi >>
<< Posso non baciarti.. >> ripeté lei scuotendo la testa, e soffocando una risata
<< Già. Ma non sai cosa ti perdi >>
<< Che ne dite se ora proviamo? Al nome ci penseremo più tardi >> intervenne la rossa. Gli altri acconsentirono.

Dopo le prove i quattro ragazzi si ritrovarono in mensa per l’ora di pranzo.
Julie si separò dal suo gruppo per dirigersi alla macchinetta della bibite e..
<< Ma guarda, la piccola Riffin si fa finalmente degli amichetti >> al suono della sua voce, la ragazza afferrò la sua bibita e si tirò su, senza però girarsi verso il suo interlocutore, decise di limitarsi a fissarne il riflesso nello specchio della macchinetta << ti eri stancata di rimanere da sola? >>
<< Che cosa vuoi idiota? >> si voltò di scatto, Steve, capelli rossi, occhi verdi, proprio come lei, era il cantante e chitarrista degli Steve Team, e insieme al resto della sua band; Max il bassista, Maddie la pianista e Carmen la loro batterista, l’avevano accerchiata e non sembravano aver intenzione di lasciarla andare tanto presto
<< Gira voce a scuola che hai messo su una band >> incrociò le braccia, seguito dai suoi “amici” perfettamente obbedienti come piccoli cagnolini. Scordava che in quello schifo di istituto, non si poteva nascondere niente
<< Può darsi >> rispose vaga lei, senza però riuscire a nascondere un evidente imbarazzo
<< Perché non ci canti qualcosa? Siamo tutti molto curiosi >>  continuò lui con un piccolo ghigno, e lei in tutta risposta, arrossì più di quanto non si aspettasse, pur sforzandosi di mantenere il suo solito colorito roseo << oh.. e grazie >> Steve le rubò di mano la bibita << è la mia preferita >>
<< Non fare l’idiota, ridammela! >> gridò lei infastidita, suscitando le risate del resto della band rivale
<< Oppure che fai? Ti metti a vomitare come in seconda elementare >>
Oddio no. Ancora con questa storia del cazzo!? Imprecò tra sé e sé la rossa, ma al posto di quelle parole, dalla sua bocca fuoriuscì un piccolo ringhio, mentre stringeva le mani in un pugno, pronta a colpire.
Fortunatamente intervenne qualcuno.
<< Ma quanto ci stai mettendo? >> la voce di Cameron attirò l’attenzione degli Steve Team, e di Julie, che infatti si voltarono di colpo, sorpresi dal suo intervento << scommetto quello che vuoi che mister simpatia fa ancora il coglione >>
<< Scommetti bene.. >> ribatté lei in un brontolio
<< Steve, ridalle la lattina e ce ne andiamo >>
<< Fammi indovinare.. tu sei il loro nuovo batterista, giusto? Ci hai messo poco per rimpiazzarci >> ma di cosa sta parlando? Si chiese la rossa rivolgendo uno sguardo al suo amico
<< Non dire cazzate, lo sappiamo tutti qui che mi hai mandato via tu >>
<< Non eri all’altezza della mia band >> ribatté incrociando le braccia, Cameron sogghignò
<< La tua band non è all’altezza! Oppure  non vi avrebbero fatto condividere la scaletta alla festa di fine semestre.. >> quella era una provocazione. Per qualsiasi persona condividere il palco scenico con un’altra band emergente era normale, non per Steve, lui era egocentrico, spietato, e se c’era qualcosa che odiava, era il condividere le cose; infondo.. qualcosa aveva imparato suonando con lui per due anni.
<< Vi faremo il culo alla festa, tanto la scuola ci ama, voi non avete niente! >> e detto questo prese a camminare, sbattendo la spalla contro il castano, ma quando sussurrò le parole << figlio di puttana >> un po’ troppo forte, Cameron perse le staffe, lo bloccò per una spalla, spingendolo a terra, poi lo afferrò dal colletto della camicia, sbattendolo contro il distributore
<< Finisco di romperti il naso che non ti ho spaccato in spogliatoio >> ringhiò.
Intanto una folla di alunni si radunò attorno ai due ragazzi, che avevano cominciato a tirarsi pugni con un ritmo alternato, cominciarono a gridare << Rissa! Rissa! >> e a Julie prese il panico. Cos’avrebbe dovuto fare? Dividerli lei stessa? Era deboluccia, soprattutto di fisico, non sarebbe riuscita a concludere nulla! La cosa migliore sarebbe stata chiamare un’insegnante, ma sarebbero –soprattutto Cameron- stati sospesi!
Finalmente una voce amica era riuscita a farsi spazio tra la folla raggiungendoli.
<< Cosa sta succedendo?! >> chiese Martine allarmata, anche se ormai era evidente: Steve aveva il naso sanguinante, e Cameron un brutto livido sotto l’occhio << oh merda.. >> imprecò, per poi gettarsi a capofitto per dividere i due ragazzi.
Okay, ora mi sento davvero un’inutile cogliona. La rossa sospirò sconsolata, poi qualcuno da dietro le appoggiò una mano sulla spalla
<< Stai bene? >> chiese Mattew preoccupato
<< Mmh.. certo >> rispose lei confusa e un po’ infastidita, infondo era Cameron quello con un occhio nero! Fare la parte della vittima era una cosa che la disgustava.
<< E fatela finita! >> esclamò la ragazza, mentre, con un ultimo sforzo spingeva a terra il rosso, e bloccava con un braccio il suo amico << o volete metterci tutti nei cazzi? >>
<< È stato il tuo ragazzo a cominciare! >> sibilò Steve pulendosi il naso col dorso della mano
<< Che?! >> esclamarono Martine e Cameron, per poi voltarsi verso una terza persona che aveva parlato con loro; il bassista degli Steve Team sembrava più sconvolto di tutti messi assieme, ma dopo essersi beccato un’occhiataccia da parte delle sue amiche si zittì, la riccia scosse la testa decidendosi che quell’esclamazione di gelosia non volesse dire niente e aggiunse semplicemente: << Lui non è il mio ragazzo.. >> Max sembrava sollevato. << e ora non fatemi più perdere tempo, mi sono già rotta di voi. >>


POV Julie:

In classe era calato il silenzio tra noi quattro, solitamente io e Marti, sedute ai banchi dietro ai nostri amici, miravamo la testolina bruna di Cameron con palline di carta, giusto per ammazzare il tempo –adoravamo vederlo diventare rosso dalla rabbia, senza che potesse dire o fare niente-.
Invece oggi ci eravamo limitate a giocare distrattamente a tris su un foglio spiegazzato del diario della mia amica, e finora non avevo vinto nemmeno una partita.. dopo aver portato di nascosto dal preside, Cam in infermeria, Mattew aveva deciso di seguire veramente la lezione, eccetto quelle due o tre volte che si voltava verso di noi a vedere a che punto fossimo o chi stesse vincendo, come se effettivamente ci fosse qualcosa di interessante in questo gioco.
<< Che fai? >> sussurrai a distanza di circa venti minuti. La biondina qui vicino scarabocchiava masse immani di forme su una pagina del suo diario, ed io ormai non avevo niente di meglio da fare se non farmi gli affari suoi
<< Niente >> ribatté lei vaga. Allora non mi lasciò altra scelta: afferrai di prepotenza il diario, sogghignando compiaciuta << eh dai Julie.. >> disse cercando di riprendere possesso del diario
<< Shhh. Ferma o ti mordo! >>
<< Mi mordi? >> chiese lei incurvando un sopracciglio.
<< Ti mordo. >> confermai.
Su quella stessa pagina erano disegnate in caratteri cubitali le lettere GB circondate da fiamme nere, un vero capolavoro! Chi dice che le ore passate ad annoiarsi in classe non portino a niente di buono? << che significa? >>
<< Quello è.. emh.. il simbolo della Grojband. >> spiegò titubante
<< Ah, capisco, dovrai farmi ascoltare qualche loro canzone un giorno >>
<< Sì, forse. >>
Poco dopo sentimmo la professoressa di lettere smettere di parlare, e la porta aprirsi, rivelando un Cameron chiaramente irritato rigare dritto verso il suo banco
<< Stai bene? >> chiesi una volta sedutosi al suo posto, lui annuì.
<< Smith, cosa le è successo all’occhio? >> domandò la donna da dietro la cattedra, non sembrava veramente preoccupata
<< Ho sbattuto contro una porta.. >> mentì lui. Tutta la classe, che aveva assistito alla rissa durante l’ora di pranzo, soffocò un’irritante risatina.
Il motivo principale per il quale nessun prof era a conoscenza di quello che era successo oggi era principalmente perché, a mangiare, si riunivano tutti in aula professori, ed io ero riuscita a convincere la signora della mensa a non dire niente corrompendola con venti dollari..
<< Se ci sgamavano avrebbero annullato la nostra esibizione.. >> sussurrò la mia amica, sospirando di sollievo
<< E anche la loro >> allusi alla nostra band rivale
<< Giusto >> vidi la prof girarsi a scrivere alla lavagna, ciò significava che non ci avrebbe più considerati fino alla fine dell’ultima ora
<< Allora: me la fai sentire questa Grojband o no? >>


Angolo Me:
Ciaoo!
Diciamocelo, questo capitolo fa schifo, potevo sicuramente fare di meglio, ma proprio quel “meglio” non mi veniva..
Kin: hai fatto aspettare due mesi per un semplice aggiornamento, per altri due giorni non si lamentava nessuno!
Kon: Kin, Kin, Kin.. per Laney aggiornare è come liberarsi di un grande peso, non vedi la soddisfazione nei suoi occhi? Ha fatto un ottimo lavoro!
Kon *-* grazie!
Kon: di niente! Ora vado a leggere!
Kin: visto? Non sa nemmeno l’orrore che hai scritto!
-.-
Va beh, ora vado, sciau!
Laney, Kin&Kon.
  
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