Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: aire93    19/01/2015    3 recensioni
STEREK!EndGame. STEREK!SLOWBUILD Sterek!Friends to Lovers Storia nata per caso e basata su una (im)probabile 5 stagione. Sto cancellando frasi ripetutamente per tentare di descriverla, ma non mi viene niente di interessante o accattivante, quindi beccatevi questo…sorry =(
Vi basta sapere che Stiles prova inutilmente a reprimere i suoi sentimenti per Derek, Derek realizza che Stiles è la sua vera ancora, Braeden è ossessionata dalla caccia alla Desert Wolf e Malia capisce che forse Stiles non è veramente il ragazzo giusto.
Sono presenti sparsi per la storia scene e baci STALIA / DRAEDEN per cause di forza maggiore. È COMUNQUE UNA STEREK ENDGAME, non spaventatevi (non potevate aspettarvi altrimenti da me....)
Ah, e Lydia shippa Sterek. E Scott con lei (ci sarà da ridere...) e sarà presente fluff e angst a palate... perdonatemi =P
UPDATE: HO CAMBIATO IL RATING, da rosso ad arancione.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Braeden, Derek Hale, Malia Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Howling '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ultimo capitolo! (le note alla fine...)

Stiles salì sulla Jeep col presentimento che quella mattina sarebbe accaduto qualcosa di grosso.
Era una sensazione che gli si era appiccicata addosso da quando aveva aperto gli occhi e aveva letto il messaggio di Derek, spedito qualche minuto prima.
 
Ho parlato con Braeden ieri sera. Le ho detto che dovevamo lasciarci, che non è stata colpa sua, ma ero io che cercavo i tuoi tratti o la tua forza e il tuo temperamento nelle altre persone, perché mi era impossibile averti.
Stamattina mi ha salutato quasi normalmente, ma ho notato che ha pianto.
Mi dispiace per lei, è una ragazza fantastica, ma io sono innamorato di te.
 
Malia dice che puoi portarla a scuola, a patto che con voi ci siano anche Scott e Kira. Mia cugina si lamenta da due giorni perché quell’idiota di Whittemore non le risponde. Se proprio doveva chattare con qualcuno del vecchio gruppo, poteva almeno scegliere Isaac…
 
Il cuore di Stiles prese a battere con forza, il sorriso che gli si era espanso sul volto.
Un po’ gli dispiaceva per Braeden e Malia: si erano trovate nel bel mezzo del turbine amoroso che aveva risucchiato Stiles e Derek, ferendo loro due più di chiunque altro.
Per fortuna, almeno, entrambe l’avevano presa con filosofia.
 
Anche quando Scott e Kira erano saliti a bordo dell’auto, comunque Stiles non potè scacciare via quella sensazione, permanente fino al parcheggio del loft.
Stiles non sarebbe dovuto salire, perché incontrare Braeden quella mattina era da masochisti.
Il loft però apparteneva in realtà a qualcun altro, una persona che Stiles avrebbe voluto vedere ogni giorno.
 
Malia aprì le porte del loft, al suono di: «Braeden è passato il postino con qualcosa per te», prima di salutare con un abbraccio Scott e Kira e con un cenno solo Stiles.
 
Il ragazzo però aveva già posato gli occhi sul giovane seduto sul divano, intento a leggere.
 
«Derek noi andiamo. Braeden ti conviene scendere con noi e ritirare la posta…».
 
L’Hale alzò lo sguardo, sorridendo largamente quando notò Stiles tra il gruppetto, le pupille che si erano fatte un po’ più larghe.
 
«Hey, buona giornata…» gli disse, senza neanche notare chi stesse accanto a lui, troppo preso da Stiles per osservare alcunché.
 
«Grazie, anche a te. E buona lettura».
 
Solo la forza dell’Alfa Originale che risiedeva in Scott permise ai due ragazzi di smettere di tubare e dedicarsi ognuno alle proprie occupazioni, rossi in volto.
 
«Vogliamo andare a scuola? Stiles abbiamo una prova di inglese importantissima…» ordinò Mc Call spingendo l’amico, evitando che si creasse più imbarazzo di quanto non fosse già presente.
Braeden scese con loro, senza dar segno di aver notato Stiles tra gli altri.
 
«E’ una lettera?» chiese Malia fuori dal palazzo.
 
«Sì, è c’è il simbolo degli Stati Uniti. Deve essere qualcosa di importante…» rispose lei ostentando tranquillità.
Le sue mani in realtà tremavano.
 
Nonostante lo stupore generale, Stiles captò come quella fosse solo parte della sorpresa della giornata, come se gli avvenimenti più interessanti dovessero ancora accadere.
 
Per essere le otto e mezza di mattina, comunque, già tanto era successo: Derek e Braeden si erano lasciati, quindi Derek era libero di stare con Stiles e la ragazza aveva ricevuto una lettera di una certa importanza, quasi a distrarla all’istante dalla situazione con Derek.
 
Il presagio che Stiles aveva captato, come terzo avvenimento interessante, era qualcosa di simile al ritorno di qualcuno che loro conoscevano bene.
 
Quello che Stiles avrebbe desiderato, però, erano dei semplici tappi per le orecchie, dato che Malia non aveva smesso di parlare una volta, dal sedile posteriore.
 
«Non mi ha risposto… perché non risponde?» Era la cantilena ufficiale della giornata.
 
In effetti sia il ritorno che la confessione importante, nuova sensazione che Stiles avvertiva nell’aria, accaddero, esattamente in quest’ordine, seppur in luoghi diversi.
 
La Beacon Hills High School fu il teatro del ritorno, piuttosto inaspettato di uno degli studenti più amati o odiati, dipende dai punti di vista, dell’intera scuola.
 
Eppure la mattinata era iniziata normalmente, con il gruppo accanto al portone, in attesa di Lydia che sarebbe arrivata con Parrish.
 
«Credi che il test di inglese sia difficile? Hanno detto tutti che alla fine dello junior year le prove sono sempre più toste… voi che ne pensate?» domandò Kira agitata, torcendosi le mani.
 
«Pensiamo che tutto andrà bene. Fidati di me Kira…» le sorrise Scott, sentendo un paio di tacchi che giungevano verso di loro.
 
«Il livello di quei test è assurdamente semplice. Io li ho affrontati il primo anno…» ridacchiò Lydia, una volta arrivata da loro, mano nella mano con Parrish.
 
«Si, ma tu sei un genio, Lydia…» ribattè Stiles, scocciato.
 
«Beh, e voi siete rispettivamente un emissario e un lupo, coyote e kitsune mannari. Non dovreste essere così spaventati da un test…».
 
Parrish sorrise con vigore: «Se la guardate così, nulla è difficile, no? Siete molto più potenti voi di un paio di stupidi fogli…»
 
«Non mi ha risposto… però ha visto il mio messaggio!» urlò Malia, innervosita.
 
«Oh, intendi Jackson? Io ti avevo avvertita di non considerare nemmeno l’opzione di fraternizzare con lui. E’ Jackson, flirta con decine di ragazze al giorno, è strafottente e irritante».
 
«E tu lo amavi così tanto da non darmi nessuna possibilità… vogliamo ricordare anche questo, Lydia?» ridacchiò Stiles, quando Finstock piombò loro tra capo e collo, con due occhi da spiritato e la bocca aperta in estasi, bloccando sul nascere il discorso del ragazzo.
 
«Oddio, è tornato! L’avete visto? Ed è in gran forma! Dobbiamo assolutamente organizzare degli allenamenti… ho un ora disponibile a mezzogiorno, oh e dovete esserci tutti! Mc Call, è tornato, te ne rendi conto? Ora sì che vinceremo il campionato scolastico! E’ meraviglioso!». Finstock baciò Scott sulla guancia, prima di notare Greenberg che entrava a scuola: «Greenberg! E’ tornato, il mio co-capitano è di nuovo qui!».
 
Le ultime parole del coach fecero cadere il gelo su Lydia, Scott e Stiles, tanto che nemmeno salutarono Mason e Liam, appena arrivati.
 
«Cosa ha detto di sbagliato? I vostri battiti sono triplicati alla parola “co – capitano…» dedusse Kira, incuriosita.
 
«Fermi, co- capitano di cosa? Lacrosse? Ma io credevo che Scott fosse “l’unico e inimitabile”…» cominciò Liam, quando lo sbattere di una portiera appartenente ad una Porsche e un sorrisetto sornione li accolse davanti alla scuola.
 
«Ho sentito bene? Questo marmocchio ha davvero unito nella stessa frase “Scott” e “unico ed inimitabile”?Sicuro di non riferirti agli scottex?».
Gli occhi azzurri non parevano aver acquistato nessun tipo di maturità, così come lo sguardo, sempre strafottente e superiore agli altri.
Se non altro, la licantropia e il soggiorno a Londra avevano regalato ancora più confidenza a Jackson Whittemore.
 
Il giovane squadrò uno per uno i ragazzi, salutandoli a suo modo.
I suoi occhi si posarono per primi su Scott.
 
«Mc Call, ti trovo bene. Finalmente hai ucciso quel gatto già morto che ti ritrovavi in testa e sembri avere uno sguardo meno stupido del solito…».
 
«Forse perché nel frattempo è diventato un Alpha…» rivelò Lydia, senza il minimo imbarazzo.
 
Jackson si voltò verso di lei, con un bagliore diverso negli occhi.
«E chi ha pagato? No… aspetta. Conoscendolo avrà compiuto qualche atto eroico e probabilmente non ha dovuto nemmeno prendere i poteri uccidendo…vero?».
 
«E tu come lo sai?» chiese ingenuamente Kira.
 
«Si chiama intuito mannaro…ehi, sbaglio o qualcuno si profuma con Armani?»
 
Mason fece un passo avanti.
 
«Che carino, anche il mio migliore amico adora lo stesso profumo. E tu, marmocchio chi saresti?» domandò, stavolta rivolto verso Liam.
 
«Il primo beta di Scott…» rispose Stiles, tentando di imitare la stessa aria superiore di Jackson.
 
«Stilinski! Vedo che i tuoi muscoli hanno finalmente accettato un po’ di massa in più. Comunque quel taglio di capelli andava di moda nel duemila…».
 
Malia non si trattenne più, cominciando a ridere sonoramente, facendo brillare letteralmente gli occhi di Jackson.
«Stilinski, sei un idiota. Hai scaricato questa meraviglia per Derek Hale? Che ci trovi in uno come Hale? O meglio, che ci trovate l’uno nell’altro? Ok, Matt aveva effettivamente previsto che voi due potevate formare una bella coppia ma era sarcasmo! Stilinski, non dovevate prendere tutto alla lettera…»
 
«Ha ragione… in effetti Matt aveva previsto…» si rese conto Scott, lasciando che gli occhi si illuminassero di rosso.
 
«Mc Call, smettila, sei inquietante…» lo ammonì Jackson.
Finstock apparve dal nulla, salutando con tanto calore il ragazzo, quasi come se fosse una sorta di figliol prodigo, strappandolo alle chiacchiere del gruppo.
 
«Chiamate tutti gli amici e preparatevi, oggi organizzeremo una partita di ben tornato per il nostro Jackson!» annunciò fieramente, allontanandosi con un Whittemore altrettanto soddisfatto.
 
«Beh, io avviso Derek allora…» si lasciò scappare Stiles, correndo in classe con allegria ritrovata.
 
«Tu puoi rimanere a guardarci…oggi è il tuo giorno libero, no?» chiese Lydia a Parrish, scambiando con lui un sorriso e un bacio intenso, prima di entrare anche lei. 
 
Scott, Kira, Liam e Mason seguirono la Martin all’ingresso, quasi lasciando da soli Malia e Jackson di proposito.
 
«Beh, entriamo? Prego, prima le signore…» Jackson fece cenno alla ragazza di entrare, posandole una mano sul fianco, che lei osservò con tanto d’occhi.
 
«Direi che l’effetto sorpresa è riuscito… non ti ho mandato messaggi proprio perché volevo apparire dal nulla…devo dire che sei molto più carina dal vivo…».
 
«Lydia mi ha avvertito sulle tue manie di seduzione… non mi fregherai facilmente…» disse lei, nonostante tutto abbracciando Jackson mentre entrava a scuola.
 
Più percorreva i corridoi, con tutti i ragazzi e le ragazze a fissarlo e più qualcosa di acido si stava stabilizzando nel suo stomaco.
 
«Va tutto bene Jackson?» chiese Malia, avvertendo il cambiamento di umore dell’altro.
 
«Sì… cioè… sono contento di come voi abbiate superato quello che è successo… sono andato via praticamente lo scorso anno e nel frattempo sono maturati tutti tantissimo, a parte Stilinski che ha preso una bella botta in testa per averti mollata – ridacchiò, prima di farsi più serio – state bene e sono contento per voi, anche se non sembra. Allison ha lasciato un vuoto non indifferente, ma sia Lydia che Scott sono riusciti a rifarsi una vita. Sono solo felice, anche se vi considero comunque un branco di sfigati...»
 
«Non per questo ti limiterai durante la partita di Lacrosse, vero?» chiese Malia divertita.
 
«Non ci penso neanche. Sono io il vero capitano della squadra, gliela farò vedere io a Mc Call…».
 
-
 
Malia invitò Jackson, che mostrò come le sue doti di giocatore non fossero mai scomparse, anche nel meeting organizzato nel pomeriggio.
 
Derek lo fissò sorpreso, prima di tendergli una mano.
«Eri il mio beta, ora siamo tutti governati da Scott…» gli annunciò, prendendo posto accanto ad uno Stiles poco felice della visita di Jackson, non riuscendo ad abbandonare le vecchie ruggini tra loro.
 
«Stiamo aspettando Lydia e il vice sceriffo? Quindi stanno insieme? E perché poi, non possiamo iniziare a parlare lo stesso? » sbuffò Whittemore con insolenza.
 
«Devono essere tutti presenti, prima che si possa iniziare il meeting. E’ la regola. E comunque per cosa è stato organizzato?» chiese Stiles a nessuno in particolare, anche se fu Braeden sorprendentemente a rispondere.
 
«Devo comunicarvi una cosa importante… riguarda la lettera che ho ricevuto stamattina e…»
Dei passi rapidi scalfirono la calma del loft: Parrish e Lydia arrivarono di corsa, sul volto un’espressione terrorizzata.
 
«C’è stata un evasione di massa da Eichen House. Peter Hale è stato il primo ad uscire ed è stato avvistato con un lupo… era la Desert Wolf».
 
«E c’è qualcosa di molto peggio… - intervenne Lydia – mia… mia madre è scomparsa!».
 
-
 
Stiles afferrò il volante con tanta forza da farsi venire le nocche bianche. Lo sapeva che quella giornata sarebbe finita con qualche guaio: i suoi presentimenti si erano puntualmente verificati tutti.
 
Il ragazzo corse in auto a velocità così spropositate che se l’avesse beccato suo padre gli avrebbe sequestrato sicuramente la patente ma in quel momento non gliene poteva fregare di meno.
E poi stava viaggiando verso la foresta, la zona meno trafficata del mondo.
La realtà era che dovevano muoversi, perché dall’evasione erano passate tre ore e Stiles si domandò come avessero fatto ad essere ancora tutti vivi, almeno loro.
 
Derek di fianco a lui lanciava occhiate al finestrino di tanto in tanto, per controllare se il furgone di Braeden fosse ancora accanto a loro e nello stesso tempo stringeva con dolcezza il ginocchio di Stiles per rassicurarlo.
 
«Sono mesi che pianifichiamo, ora è solo il momento di agire. Andremo alla grande, vedrai. Non preoccuparti…» .
 
«Non lo so… e… e se quei mostri entrano in centrale e uccidono tutti? O all’ospedale? E se ferissero mio padre, la madre di Scott o chi altro? Abbiamo troppi morti sulla coscienza, Derek, non voglio aggiungerne altri…».
 
«Per non parlare della mia, di madre… non riesco a smettere di piangere, quindi vuol dire che i mostri stanno colpendo…» piagnucolò Lydia dal sedile posteriore, ignorando le rassicurazioni continue di Parrish accanto a lei.
Sulla Jeep era salito anche Mason, mentre nel furgone di Braeden, organizzato in fretta e furia per una spedizione, erano saliti Scott, Kira, Liam, Malia, Jackson e la stessa Braeden.
 
Stiles tentò di non sentire i continui lamenti di Lydia, o le sirene della polizia e dell’ambulanza che spesso e volentieri erano udibili perché provenienti dalla città tutto sommato vicina.
 
La foresta si presentò ancora più spaventosa del solito, con rami spezzati, alberi sradicati e fiammelle tutte attorno mucchietti di foglie secche.
 
I ragazzi scesero di fretta dalle rispettive auto, muniti chi di armi, chi come Stiles, di sorbo.
 
«E’ già buio e i mostri attaccano, quindi dobbiamo muoverci – istruì Braeden, - ok, allora manterremo le disposizioni che avevamo scelto in passato, con l’aggiunta di Jackson, che è un arma a nostro favore. Circonderemo la foresta e attireremo gli esseri con i sonar, per poi farli riunire in un punto unico e immobilizzarli con il sorbo. Stiles e Mason si occuperanno del sorbo, io, Parrish e Lydia spareremo e voi altri stanerete i mostri. Buona fortuna…dobbiamo agire subito» augurò Braeden, posando i propri occhi su tutti i ragazzi e su Derek per un filo in più di tempo.
 
Jackson prese Malia per mano, così come Scott fece con Kira, trascinandosi dietro anche Liam e Derek, Mason e Stiles si diressero verso la Jeep e gli altri tre si distribuirono per la foresta.
 
«Stiles aspetta!»
 
Non erano trascorsi neanche cinque secondi, che Stiles si sentì voltare di scatto e, sotto gli occhi di tutti, legò le proprie labbra a quelle di Derek, per un bacio tenero e profondo, di incoraggiamento.
 
«Per questo sapevo che ti sarebbe servita la collana. Siamo nelle tue mani Stiles…» gli disse, posando la fronte su quella dell’altro.
 
«Cerca di non morire questa volta…» disse Stiles in tono debole, prima di lasciargli un altro bacio e sussurragli ciò che nelle battaglie non bisogna mai dimenticarsi di dire alla persona alla quale si tiene di più.
 
«Ti amo Derek…»
 
«Ti amo Stiles…» rispose lui, quasi urlando, prima di correre ed essere inghiottito dalla foresta, impossibile da vedere.
Stiles si voltò, un peso enorme sullo stomaco e un vuoto nel cuore all’idea di separarsi da Derek, iniziando a correre. 
 
-
 
Sembrava di essere in uno di quei giochini dell’orrore, nei quali si sa che ci sono dei mostri da combattere, solo che non si conosce l’esatta posizione, permettendo a questi ultimi di apparire quando uno meno se l’aspetta. 
 
Solo che oltre ai mostri, chi in quel momento si trovava nella foresta in attesa di segnali radio mandati da Braeden, poteva udire anche spari in qualsiasi momento e soprattutto grida, centinaia e centinaia di grida, dalle più disumane a quelle che purtroppo si riconoscevano, perché voci amiche.
 
L’importante, secondo Stiles, era che Lydia non urlasse, altrimenti sì che sarebbe stato tragico.
 
Stiles aveva ormai usato buona parte del sorbo per bloccare il transito dei mostri e ora non poteva far altro che aspettare, insieme a Mason, che gli esseri si riunissero nel punto prestabilito.
 
«Sono troppi, riunirli tutti è un grosso problema…» constatò Mason, mordendosi un unghia.
 
«Non preoccuparti, Scott, Derek e gli altri ce la faranno. Abbiamo affrontato tante di quelle sfide, ormai…» tentò di rassicurarlo Stiles ma Mason non parve convinto.
Soprattutto quando il buio della notte venne squarciato da un paio di occhi verde smeraldo, appartenenti sicuramente a tutto, tranne che ad un essere umano.
 
«Oh dio, quello cos’è? Non ci verrà addosso, vero…» Mason aveva preso a tremare senza sosta, rannicchiato dietro a Stiles.
 
«Se ci attaccheranno noi contrasteremo! Ricordati che col sorbo li possiamo fermare!» rispose deciso Stiles anche se gli occhi colorati nel buio sembravano essersi moltiplicati.
 
«Siamo nei guai...» piagnucolò Mason: esseri mutaforma ora si stavano avvicinando sempre più alla zona presidiata da Stiles, disgustosi e inquietanti.
 
Un ringhio primeggiò nel silenzio: era il segnale che il gruppo era riuscito a sconfiggere gli esseri soprannaturali che si era trovato sul proprio cammino, raggiungendo finalmente l’umano e l’emissario, che stavano iniziando a temere per le loro vite.
Stiles intravide Kira mettere KO due simil – Kanima e Malia colpire alla giugulare un paio di uomini con orrende zampe lunghe e sottili, simili a quelli dei ragni che si trovano in casa.
 
In seguito Stiles non riuscì a ricordarsi esattamente tutti i passaggi di quella lotta, a causa dell’adrenalina che gli scorreva nel corpo e che inibiva le sue facoltà, sommata alla preoccupazione per le sorti di Derek.
 
C’erano tutti i tipi di cadaveri ora in quella zona, prima che apparissero come in un sogno anche il resto dei ragazzi del branco, con Derek dritto ad abbracciare Stiles.
 
«Siete stati fenomenali… nessuno dei nostri si è ferito, per fortuna…e tu, grazie al cielo, stai bene...
 
Quello che Stilinski e chiunque altro ricordò bene di quel giorno e delle lotte, fu la voce tagliente e fredda di Peter Hale alle loro spalle, quando ancora stava godendo della vittoria, abbracciato a Derek.
 
«Bene bene.  Ciao Malia, guarda, abbiamo una riunione di famiglia in corso…» ridacchiò l’uomo, indicando un lupo accanto a sé, chiaramente la Desert.
Braeden imbracciò il fucile con una rapidità degna dei professionisti, intenta a sparare finalmente all’animale, vendicando così il proprio fidanzato e la migliore amica.
 
Non era l’unica ad avere un conto in sospeso con la Desert.
 
«Jackson, che piacere vederti. Perché sei tornato?» ghignò Peter.
 
«Malia mi ha raccontato tutto. Anch’io ho una storia in sospeso con quell’animale… è stata lei ad uccidere i miei veri genitori!» rivelò con rabbia e risentimento.
 
Accanto a Peter apparve un altro lupo, qualcuno che Scott riconobbe all’istante, anche se a fatica: «Tutto così commovente. Siete diventati bravi, comunque, anche se io lo sono più di voi. Ho dalla mia parte un paio di persone che voi non sognereste mai di sparare e una di queste è proprio la Desert. Volete sapere perché?» chiese Peter con la malvagità nel sangue.
 
«E’ venuto il momento che la Desert si mostri per quello che è. Forza, trasformati» ordinò lui, con chiaro divertimento e un pizzico di follia.
Non solo la Desert riprese le proprie sembianze umane ma anche il lupo col muso lungo e il pelo scuro vicino a Peter.
Entrambi gli esseri si trovarono nudi dopo la trasformazione, in una tiepida serata primaverile.
 
Entrambi gli esseri aprirono gli occhi, fissando in particolare i volti sconcertati di Lydia e Scott, sorridendo con cattiveria.
 
La Desert Wolf rivelò la sua bellezza datata, anche se ancora presente, gli occhi profondi e il ghigno simile a quello di Malia, come il colore biondo fragola dei capelli, lo stesso di quello di….
 
«Mamma?» domandò Lydia senza fiato.
 
L’uomo accanto a Peter si erse in tutta la sua fisicità, gli occhi neri che si posarono su uno Scott incredulo.
 
«Papà? Tu sei un lupo mannaro?».
 
-
 
Peter rise sguaiatamente, interrompendo il ritrovato silenzio della foresta.
 
«Natalie Martin era un’assassina, prima di diventare la tua amorevole madre, Lydia. Perché credi avessi una fissa con te? Mi ricordavi tua madre, che guarda un po’ è anche la madre di Malia. Oh, dolcezza, hai appena ritrovati una sorella…».
 
«Per quanto riguarda te, Scott, come vedi il gene della licantropia era impiantato in te sin dalla nascita. L’ho semplicemente riacceso col mio morso… questo era il segreto che tuo padre nascondeva, il motivo per cui era scappato di casa. Non quella stupidaggine della tua caduta dalle scale… ».
 
«Adesso basta. Alzate le mani e costituitevi. Abbiamo fermato i vostri mostri, non ci metteremmo nulla a fermare voi!» esclamò Parrish con violenza, iniziando a sparare, muovendosi a combattere, prima che la rivelazione di Peter intaccasse i ragazzi, già psicologicamente provati.
 
La lotta che ne conseguì fu solo di spari e morsi, senza che nessuno volesse davvero uccidere i tre mannari: Derek fronteggiò Peter, Malia affrontò Natalie e Scott Rafael Mc Call lottando con forza, tentando di risparmiare ogni briciolo di energia possibile per l’attacco finale.
Jackson, Kira e Liam aiutavano a combattere i tre ragazzi, mentre Lydia era rimasta immobile, incredula per la sconvolgente rivelazione.
 
Sua madre era la Desert Wolf.
La stessa madre alla quale Parrish ora puntava la pistola contro la tempia, perché troppo debole, dopo la lotta con la figlia.
 
«Non ucciderla… per favore non farlo…» pianse Lydia, quando notò Braeden con il fucile puntato contro la donna.
 
«Lei ha ucciso il mio ragazzo e la mia migliore amica… è la fine che si merita questa vigliacca!».
 
«Ma è pur sempre mia madre!»
 
Parrish si voltò verso la ragazza, senza però mollare la pistola dal corpo della donna.
 
«Lydia ha ragione. Se tu le sparassi adesso Braeden, io sarei costretto a spedirti in prigione. E’ questa la fine che vuoi fare? No. Allora mettiti il cuore in pace, perché la Desert finirà nel posto peggiore del mondo soprannaturale».
 
Il discorso di Parrish funzionò: ciò che però sia a Braeden, che a Lydia e il vicesceriffo fece più male, soprattutto alla Martin, era lo sguardo pazzo e cattivo di Natalie, che aveva perso completamente tutti i suoi tratti più amorevoli.
 
«Come avrà fatto a nascondere la sua identità dopo tutti questi anni?» domandò Lydia, incredula ad una Braeden che aveva abbassato il fucile.
 
«I lupi mannari possono nascondere il loro odore. Gli assassini le loro tracce e rifarsi una vita. Ecco cosa è accaduto con Rafael e Natalie… mi dispiace».
 
Nonostante i proclami di Peter e Rafael, la lotta, che nel frattempo proseguiva contro Scott e Derek terminò quasi immediatamente: il branco aveva trovato un’unità ormai consolidata, ed era quasi impossibile da battere.
 
Il rumore delle manette fece da sottofondo alla cattura finale della Desert e dei suoi complici, rispediti senza alcun dubbio in una Eichen House che aveva raddoppiato la sicurezza.
 
Tutto sommato la notte terminò nel migliore dei modi, con Stiles finalmente addormentato accanto a Derek nel tepore di casa Stilinski, la lotta contro gli esseri soprannaturali che era diventata solo uno spiacevole ricordo. 
 
-
 
Il gruppo, riunito nel loft di Derek, dovette attendere solo una giornata in più per sapere cosa esattamente volesse dire loro Braeden.
Nonostante l’unione che traspariva da tutti loro dopo l’avventura trascorsa, soprattutto da Malia e Lydia, ritrovate sorelle, nessuno era in grado di poter sorridere o riuscire ad affrontare i cambiamenti di un certo spessore.
 
Gli avvisi al gruppo si moltiplicarono: dopo Braeden anche Jackson, Malia e Parrish avevano deciso di dire la loro.
 
La ragazza li accolse, quando entrarono nel loft, con un discorso già chiaro nella mente, senza rimpianti o rimorsi.
 
«La lettera che mi hanno spedito… proviene dalle armi. Vogliono che mi riunisca all’esercito. E ho deciso di farlo» disse Braeden, con la risoluzione che traspariva negli occhi scuri. La ragazza, poi si rivolse verso Derek:
« Derek, so che tra noi non potrà mai funzionare. Quindi è meglio finirla qui. Mi cercherò un appartamento. Se tu sei felice con Stiles, non sono nessuno per negare questa tua gioia. Io sono uno spirito libero e stare con te mi è servito. Ma in fondo so anch’io che non è quello che voglio».
 
Derek non potè far altro che augurarle il meglio.
 
Non fu la sola a possedere importanti confessioni, dato che Malia si rivolse verso Stiles: «E io sto ancora imparando come ci si comporta con gli umani. E per quanto faccia male, devo lasciarti andare, sei stato una buona guida Stiles. Ti auguro tutta la felicità del mondo. E poi io non sarei comunque riuscita a rimanere in forma umana. Ricordi? Volevo tornare coyote e quello sarà il mio destino. Durante la lotta… ho rivisto uno dei coyote del mio branco… quindi desidero tornare con loro e voglio che Jackson rimanga con me. Entrambi non abbiamo più nessuno, ormai e ci faremo compagnia a vicenda. In fondo è quello che ho sempre voluto».
 
«Potevi rimanere con me?» chiese Lydia, distrutta: ora nemmeno lei aveva più qualcuno, se non Parrish.
 
«Braeden l’ha detto: io e lei siamo due spiriti liberi e io volevo tornare coyote. Ti auguro il meglio e mi dispiace per quello che è accaduto a nostra madre».
 
Solo il ruggito possente di Scott, qualche minuto dopo, al limitare della foresta, aiutò Malia a tornare sulle sue amate quattro zampe, a possedere la pelliccia che le mancava tanto e a correre rapida al suono di un ululato, accanto ad un Jackson equamente trasformato.
 
-
 
Stiles si sedette con calma sul divano, in attesa che iniziasse il suo telefilm preferito e soprattutto che Derek lo raggiungesse perché potessero rubarsi baci durante le pause pubblicitarie.
 
Braeden era partita col sorriso sulle labbra, lasciando che finalmente Stiles e Derek potessero vivere appieno la loro storia.
 
Qualcuno bussò alla porta e Stiles seppe chi veniva a disturbarli: l’intero pack, che aveva mal interpretato apposta l’avviso di Stiles “serata Derek e Stiles”, come “serata del Pack, all’insegna di risate e pop corn”.
 
Se c’era qualcuno per cui Stiles accettò di far entrare il gruppo, quella era Lydia, che ora viveva al piano inferiore, nello stesso palazzo di Derek, insieme a Parrish.
Il vice sceriffo aveva rinunciato alle armi per amore di Lydia e di Beacon Hills, dato che aveva ricevuto anche lui la lettera fantomatica.
 
Eppure, nonostante il commenti ad ogni scena, e le risate di Kira e Scott ad ogni battuta, divertente o meno, Stiles si rese conto che stava bene, con Derek accanto a lui e il gruppo che posticipava i suoi piani che prevedevano le coccole con Derek.
 
Stiles stava bene, Derek altrettanto e questo, mentre si scambiavano un altro bacio durante la pubblicità, era tutto ciò che contava.


(Della serie "Non avevo fretta di postare..." Eccovi l'ultimo capitolo di questa "long" breve, ma intensa. Volevo solo ringraziare chi ha commentato, chi ha messo la storia tra le preferite/seguite e ricordate e soprattutto che i personaggi appartengono tutti al "caro" Jeff Davis.
Due paroline sulla storia: diciamo che ciò che tecnicamente avrei dovuto scrivere era solo il bacio Sterek nella grotta... ma poi le idee sono fioccate e le canzoni per ispirarmi sono arrivate e... boh, è nata questa long.
Speriamo che nella s5 ci sia qualche scena tra i nostri Sterek, altrimenti sarebbe un grosso disastro... è poi sono divertenti quei due insieme, se non altro.
Le meta Sterek sono ancora fiduciose... speriamo *fingers crossed*...
E comunque... alla PROSSIMA <3 <3 STAY TUNED!! STAY STEREK <3 <3 <3 <3
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: aire93