“Devi smetterla, bastardo.”

Portgas D. Ace, ancora sorpreso e confuso, non poteva far altro che fissare il biondo, che aveva di fronte, mentre con un piede lo teneva lontano, premendolo contro il muro.

“Smettila…Qualsiasi cosa tu voglia fare.” Mi stai confondendo, e non mi piace come cosa. Le parole non c’erano, ma forse avrebbe fatto meglio a dirglielo. Ace non si era minimamente sforzato di nascondere l’interesse che provava per il cuoco, e Sanji era giunto alla conclusione che sarebbe stato solo una questione di tempo prima che sarebbe stato costretto a dargli una risposta.

“Ti sembra che mi sto divertendo?” Molto probabilmente sembro insicuro di me stesso, e forse anche un po’ spaventato, ma non posso darlo a vedere, specialmente a te. E lui aveva reagito, dopo che il moro involontariamente gli era andato addosso mentre entrava nella cucina, e come risultato della sbadataggine di Ace, adesso si trovavano in quella strana posizione. Ace contro il muro con uno dei piedi di Sanji che premeva contro il suo petto. Un’altra conferma di quello aveva sempre sostenuto, che il corpo di Sanji era stupendo.

“No, per niente divertito, Sanji. Ti ha dato fastidio quello che ti ho detto?”.

Il rossore che era apparso sulle sue guance si era fatto ancora più intenso, ed era certo che poteva benissimo essere notato dall’altro, anche se la stanza non era illuminata. “…no” Non sono offeso, idiota…mi piace sentirtelo dire ma non lo ammetterò mai.

“E allora perché continui a tenermi contro il muro? Non che mi dispiaccia diventare un amico intimo del muro…ma…”.

“La devi smettere!” Sanji scandì lentamente le parole, cercando di calmarsi, mentre spengeva la sigaretta contro il suddetto muro. “Cos’è che non capisci? Io non…” Non riesco a capire quello che voglio, e questa cosa mi sta facendo impazzire, proprio come stai facendo te.

Appoggiò una mano al muro e lentamente si avvicinò, finché non fu così vicino che l’altro riusciva a sentire il persistente odoro di tabacco nel suo respiro, sigarette e una strana fragranza dolciastra, molto probabilmente della torta su cui stava lavorando nel pomeriggio. Una strana ma piacevole combinazione, che il moro voleva assolutamente assaggiare, ma sapeva che non poteva rovinare tutto il lavoro di settimane in pochi secondi. Quindi restò immobile fissando il biondino, aspettando che fosse lui a prendere l’iniziativa, che fosse Sanji ad annullare la distanza che c’era fra di loro. Ma il biondo sembrava…beh, Ace non aveva la minima idea di come interpretare l’espressione dell’altro. ‘Pensieroso’ era la sua migliore ipotesi. Pensieroso e leggermente irritato mentre Sanji serrava la mano intorno alla collana al collo di Ace e la tirava pericolosamente. Le parole gli uscirono dalla bocca in un sussurro “Non mi piacciono gli uomini, brutto cretino”.

Ma qualsiasi doppio senso che Ace poteva trovare in quella frase fu spazzato via dalla sua mente quando Sanji tirò la sua collana e facendolo avvicinare, premette le sue labbra su quelle del moro, un bacio piuttosto goffo ma che annullò completamente qualsiasi idea che Ace si era fatto di non piacere al biondino.

Almeno un po’ era interessato.

‘un po’’ sul quale Ace avrebbe lavorato duramente.