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Autore: BlackWendy    19/01/2015    6 recensioni
In ogni caso, anche se Percy adesso aveva circondato con un braccio le spalle di Nico lui sapeva che quello era diventato per lui un movimento molto naturale, non aveva mai fatto nulla per malizia, non l’aveva neanche mai sfiorato in “quel senso”, anche se a lui non sarebbe dispiaciuto dato che aveva una cotta storica per il più grande ormai da quando erano solo due ragazzini.
[b]C'è un personaggio presente in BOO (che io non ho letto)[/b]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando entrò in camera da letto lui stava tenendo in mano una cornice, voltò subito lo sguardo verso il comodino e notò che mancava la cornice della foto di lui e Percy quando aveva dodici anni e lui gli spettinava i capelli con il suo solito sorriso da pesce lesso. Chiuse la porta alle sue spalle e l’altro alzò gli occhi, quegli occhi troppo verdi che lo leggevano dentro solo sfiorandolo.
«Che ci fai qui?» la voce di Nico è fredda e distante, non voleva essere così freddo eppure quel tono gli esce in modo naturale con un pizzico di rammarico verso se stesso
«Stavamo bene in questa foto..» commenta l’altro andando a posare lentamente la cornice sul comodino e quindi alza di nuovo gli occhi su di lui «..sono venuto per parlare»
«Allora dovrai muoverti, devo prepararmi.» conclude tagliente, andando verso l’armadio senza premurarsi dell’altro. Se l’avesse guardato negli occhi per un’altra manciata di minuti sarebbe crollato, lo sapeva, ne era sicuro. Così aprì l’armadio e cominciò a tirare fuori pantaloni e t-shirt di vario tipo
«Nico.. potresti fermarti?» domanda l’altro esasperato, il più piccolo però non sembra intenzionato a fermarsi e quindi continua a scavare nell’armadio, almeno fino a quando due mani gli afferrano le spalle e lo costringono a voltarsi.
Eccoli quegli occhi, così vicini ai suoi e così diversi «Percy, ti rendi conto che hai più cambiamenti umorali tu che una ragazza con il ciclo?»
«Uhmpf» bofonchia l’altro facendo scivolare le mani lungo il corpo e prende un grosso respiro, si volta e si porta le mani tra i capelli corti e scuri andando a fare qualche passo verso il letto. L’altro si sente un po’ in colpa, si mordicchia il labbro inferiore e allunga una mano come a volergli toccare la spalla, ma si blocca poco prima che possa sfiorarlo «Io ci sarò sempre, lo sai vero?» conclude allora con quella mano ancora fissa in aria che lentamente scende lungo il fianco
«Uhm?» chiede l’altro voltandosi, guardandolo di nuovo in volto
«Will non prenderà mai il tuo posto, tu sarai sempre tu, Percy.» stringe le labbra tra di loro e si guarda per qualche momento le scarpe, poi si lascia sfuggire un piccolo sorriso soffocato «Sarò sempre il tuo fratellino.»
«Cazzo, Nico. Come sei stupido.» e in un impeto di rabbia distanza le loro figure con poche falcate, afferra il viso dell’altro tra le mani e lo blocca in modo che i loro occhi possano incontrarsi nuovamente. Il più grande lo fissa per un momento interminabile e poi appoggia le sue labbra su quelle del più piccolo. Un bacio che comincia lento, con quelle labbra che si sfiorano, e poi con Percy che cerca la lingua dell’altro per assaporare Nico. Il più piccolo è inizialmente confuso, le braccia tenute lungo i fianchi e immobile, almeno fino a quando non sente che l’altro comincia a muoversi sulle sue labbra, così si scioglie e porta entrambe le braccia dietro al collo di lui chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare fino al suo letto. Il moro lo lascia stendere sotto di lui, e poi continua a baciarlo, sempre lentamente con quella lingua che esplora la bocca del più piccolo con un misto di curiosità e voglia primordiale.
Nico passa la mano nei capelli del più grande e gli tira una piccola ciocca alla base della nuca, mentre continua a baciarlo e mentre l’altro continua a baciarlo si lascia sfuggire un gemito di piacere, la mano scende lentamente sul fianco del più piccolo cercando di carezzargli la pelle nuda, con piccoli movimenti circolari della mano, per quanto l’altro sia restio a quei tocchi a lui gli lascerebbe fare qualunque cosa ed è per questo motivo che quando con le labbra scende sul proprio collo, stringe gli occhi tra di loro e cerca di reprimere un gemito di piacere, anche se al secondo morso non riesce più a trattenersi e intreccia le gambe ai fianchi del più grande cercando un contatto più intimo che l’altro non rifiuta «Pe..percy?» un attimo di lucidità attraversa lo sguardo del ragazzino che lo fissa negli occhi e che gli sorride, gli carezza una guancia.

«Nico?» il ragazzo sbatte un paio di volte le palpebre e si trova con una camicia nera stretta in mano e la mano di Percy sul proprio braccio «Stai bene?»
«Oh..ehm. SI!» quelle labbra così vicino alle sue lo fanno per un attimo rabbrividire e fa un veloce passo all’indietro staccandosi da quel tocco, cerca la faccia più seria del suo repertorio e solo quando la vede rispecchiarsi negli occhi del più grande che riprende parola «Riflettevo se starei meglio con il giubbotto di pelle o quello da avviatore.»
«Quello di pelle, assolutamente.»
«Uhmf, grazie. In ogni caso, sei qui per quale motivo?»
«Per chiederti scusa.. mi sono comportato da vero coglione in questi giorni.»
«Ah te ne sei accorto, bene.» conclude l’altro andando ad incrociare le braccia al petto, gli occhi vengono portati in direzione della sveglia e poi di nuovo del moro «Devi dirmi altro?»
«Io..» per un attimo anche lui si accorge di quello sguardo titubante, ma alla fine in più grande fa comparire uno dei suoi solito sorrisi bonari e scuote la testa «..no. Divertiti stasera con Solace, però.. sta attento.» conclude, fa un passo avanti e prova a mettergli la mano tra i capelli corti ma il più piccolo si sposta sul lato e la testa viene abbassata. Sente Percy sospirare e allontanarsi verso la sua porta per poi chiuderla alla sue spalle, solo dopo che ha sentito anche la porta dell’ingresso venir chiusa, si avvicina alla propria porta per chiuderla a chiave e buttarsi sul letto a piangere «Sei uno stupido bambino» si incolpa da solo, lasciandosi cullare da quel dolore lancinante al petto.

«Nico? Nico!» qualcuno sta battendo i pugni sulla sua porta, così sbatte un paio di volte gli occhi e si alza per andare in direzione di quest’ultima, quando la apre dall’altro lato nota Hazel e quindi inarca entrambe le sopracciglia «..perchè ti sei chiuso dentro e.. perché indossi ancora quei vestiti?»
«Uhm?» domanda l’altro ancora con la bocca impastata di sonno
«Sono le sette meno venti, tra poco Will sarà qui»
«Cazzo.» conclude l’altro, così si fionda a recuperare i vestiti che ha messo sulla sedia e andare in bagno. Ci mette poco più di quindici minuti per lavarsi, vestirsi e sistemare il nuovo taglio di capelli e mentre sta allacciando gli anfibi neri sente qualcuno bussare al campanello di casa, il cuore manca un battito e lui scuote leggermente la testa sussurrando «Non è lui»
«Nico! E’ per te…» la voce è quella di Persefone che lo chiama dal piano terra, passa un’ultima volta la mano tra i capelli e poi scende velocemente le scale.
Non era pronto a trovarsi qualcosa del genere di fronte, i riccioli di Will erano perfettamente in ordine, indossava un jeans aderente e una camicia bianca che non lasciava nulla all’immaginazione con tanto di giubbotto sportivo, e sulle sue labbra c’era un sorriso dolce e cordiale «Ciao Nico» lo saluta con l’occhiolino
«Ehm.. ciao Will»
«Vi fermate a mangiare qui?» domanda la matrigna del piccolo, e lui riesce solo a scuotere la testa «..va bene, Nico non fare tardi. Buonaserata» e quindi sorride un’ultima volta all’amico del piccolo prima di chiudere la porta alle loro spalle.

«Stai bene così..» ammette il più grande e Nico si sforza a sorridergli
«Grazie.. anche.. anche tu.» a quel punto il ragazzo inizia a guardarsi attorno in cerca della macchina del biondo, che invece si avvicina a una motocicletta bianca e tocca un paio di volte la sella andando a sorridere a quell’espressione sorpresa del più piccolo «Che c’è? Mi facevi tipo da macchina d’epoca o roba del genere?»
«Più o meno..» ammette andando a ricevere il casco nero che viene portato sulla testa e allacciato, una volta che il biondo è salito sulla moto e accesa, lui si sistema dietro appoggiando le mani sui suoi fianchi e quel contatto lo lascia arrossire. Istintivamente alza gli occhi in direzione della finestra di Percy e qualcosa gli fa credere di aver visto un’ombra spostarsi all’ultimo minuto, ma si concentra di nuovo su Will quando sente la sua voce
«Reggiti forte, a me piace andare veloce» e quindi abbassa la sua visiera, fa rombare il motore un paio di volte sotto di loro e quindi in pochi momenti partono dal suo vialetto.
“Andare veloce” non voleva dire “Volare”, vero? Perché Nico adesso si stava stringendo in modo compulsivo ai fianchi dell’altro con la paura di essere disarcionato, saettavano tra il traffico come se fossero due semplici puntini che viaggiano nello spazio temporale, solo a pochi isolati dal cinema l’altro comincia a rallentare per poi fermarsi nel parcheggio delle moto. Il più piccolo ha le dita intorpidite, e ci mette un po’ a staccarsi dal corpo del biondo, scende dalla moto e sente le gambe che tremano tanto che si convince ad appoggiarsi a un palo della luce, con Will che comincia a ridere in modo compulsivo «Dovresti vedere la tua faccia da cucciolo, ahahahah»
«Io ti ammaz- faccia da cosa?» domanda andando ad arrossire violentemente sulle guancie, e il più grande fa qualche passo in sua direzione, fermandosi a pochi centimetri dal suo viso, sente quel calore estendersi per il resto del volto quando con un movimento soffice Will gli sfiora una guancia
«Faccia da cucciolo.» soffia in sua direzione
«Oh..ehm…» e quindi gli occhi si fermano sulla fila fuori al cinema «..forse è meglio comprare i biglietti» e detto questo, l’altro gli fa l’occhiolino e apre una tasca del giubbotto estraendo due biglietti «Già fatto, andiamo?»

Avendo già il biglietto non devono fare la fila e si trovano seduti a due dei migliori posti del cinema, con una scatola di pop-corn gigante e due bibite a parte «Come hai fatto?»
«La magia di internet» scherza il più grande andando a porgergli la scatola di pop-corn in modo che l’altro possa approfittarne. Le luci si spengono, lo schermo si accende e cominciano i titoli iniziali del film che premettono un film abbastanza splatter. Nico mangia in modo i pop-corn, mentre osserva lo schermo davanti a loro e una ragazzina vicino a lui non smette di coprirsi gli occhi due secondi, lui rotea i propri che finiscono sul viso di Will che lo sta osservando: da quanto lo sta osservando?
«Ti stai perdendo lo spettacolo» sussurra lui divertito
«Questo lo dici tu.» e quel commento gli lascia arrossire violentemente le guancie, per fortuna sono al buio. E continua a mangiucchiare i pop-corn, sfiorando un paio di volte le mani dell’altro, almeno fino a quando non si trovano di nuovo all’esterno dello stesso.

«Allora, ti è piaciuto?»
«Era una cavolata, su quale zombie si innamorerebbe mai di una ragazzina.. bah mi sembrava la rivisitazione di Twilight versione splatter» bofonchia l’altro portando le mani nelle tasche, e quindi osserva per qualche momento la motocicletta ferma davanti a loro
«Hai fame?» domanda quindi il biondo
«Un po’..»
«C’è una pizzeria qui vicino, ti va di andarci?»
«Ehm.. si va bene.» e così Nico si trova di nuovo aggrappato al fianco di Will a viaggiare sulla sua motocicletta che romba sotto di loro, fino a quando l’altro non si ferma davanti a una pizzeria dalla bandiera italiana, smontano ed entrano nel locale andando a prendere posto a uno dei tavoli liberi.
«Allora Di Angelo, oltre ad essere un appassionato di lettura.. cosa ti piace?»
«Io.. ehm.. non.. non saprei»
«Sei sempre così in disparte..»
«Non che tu sia Mister Socialità» ribatte alzando entrambe le sopracciglia
«Questa è bella» a quel punto una ragazza, più o meno della loro età, si avvicina al loro tavolo. Guarda solo per una manciata di secondi Nico e poi il suo sguardo si catalizza sul biondo
«Buonasera, cosa posso servirti?»
«Nico tu che prendi?» domanda subito l’altro in direzione del più piccolo, costringendo quindi la ragazza a voltarsi in sua direzione
«Mmh una pizza formaggio e salame»
«Si, mi piace.. anche per me»
«Da bere?»
«Pepsi»
«Sai dovresti bere anche dell’acqua ogni tanto» scherza il biondo e quindi Nico arriccia il naso guardando verso l’entrata per qualche momento «Per me dell’acqua» conclude quindi il biondo con una scrollata di spalle
«Nient’altro?» domanda l’altra con ancora gli occhi trasognanti
«No grazie» la liquida senza neanche guardandola in viso, perché con quei profondi occhi azzurri fissi sul volto del più piccolo. E l’altra si allontana.
“Lui non l’avrebbe mai fatto” pensa il moro, andando a ricollegare quella scena in un mondo parallelo. In realtà lui riesce solo a vedere Percy che fa amicizia praticamente con tutti, anche con una cameriera a random.
«Allora, da quando hai capito di essere gay?» quella domanda lo sorprende lasciandogli spostare lo sguardo sul tovagliolo davanti a lui «..non mi dire che non lo sei, perché tutta quest’uscita poi potrebbe solo spezzarmi il cuore» ridacchia l’altro, e a quel punto Nico riesce a lanciargli un’occhiataccia
«L’ho capito quando avevo dieci anni.. mi.. ero preso una cotta per un mio amico.»
«Mmh.. capisco, ed era carino?»
«Certo.»
«Gliel’hai mai detto?»
«No! Ovvio che no.. lui.. lui era troppo etero, quindi inutile perderci tempo.»
«Troppo etero, questa si che mi piace..» e quindi si lascia sfuggire un'altra piccola risata, quel suono cristallino che lascia sfuggire un sorriso anche al più piccolo «Sei molto carino quando sorridi.»
«Oh..ehm, grazie»
«Nico.. sei mai uscito con qualcuno?»
«Co..cosa?» domanda leggermente stizzito
«Curiosità…»
«Io.. no, mai.»

E’ parcheggiato fuori al ristorante da quasi un’ora e mezza, eppure di quei due nessuna traccia. Sono entrati da talmente tanto che ormai sente un certo brontolio allo stomaco e istintivamente si porta una mano su quest’ultimo «Percy tu hai qualche problema» bofonchia il ragazzo biondo che l’ha accompagnato
«Zitto, voglio solo essere sicuro che quello non se lo porti a letto. Ma hai visto su che cavolo di cosa è andato a prenderlo?»
«Beh si, con una moto con i contro cazzi.» commenta quindi Jason andando ad addentare uno dei sandwich che si era portato da casa, con Percy che lo guarda male «Cofa buoi?! Hai detto che non hai fame» dice a bocca piena, quindi a quel punto ingoia il panino «Senti ma semplicemente lasciar vivere a Nico la sua vita?»
«Io.. voglio solo proteggerlo»
«Percy.. sicuro che sotto non ci sia altro?» e a quelle parole un piccolo pensiero sfiora la mente di Percy, torna con i ricordi a qualche ora prima, quando era in piedi di fronte a Nico e l’osservava trovare i vestiti per quell’appuntamento
«Nico, potresti fermarti?» dice il moro, mentre l’altro continua a spostare i vestiti, gli occhi fermi sul più piccolo e quell’istinto di prenderlo per le spalle, buttarlo contro al muro e…
«Percy?»
«Ah? Eh? Si.. sono sicuro» bofonchia quindi tornando a guardare verso il ristorante
«Senti, io non dic-»
«Zitto, eccoli» commenta il moro andando ad abbassarsi lungo il sediolino per non farsi vedere. Quello che vede è Will che circonda le spalle del più piccolo con il suo braccio e lo scorta fino alla motocicletta, poi gli carezza una guancia e gli infila il casco, a quel punto Percy sente un masso sbattergli contro lo stomaco.
Lascia che quei due si allontanino e poi accende il motore della propria macchina cominciando a serata e quando nota che stanno imboccando la strada per tornare a casa allora lui prende una scorciatoia «Ma dove vai?» domanda Jason preoccupato
«Devo arrivare prima di loro.»

Scende dalla motocicletta e questa volta non sente più le gambe tremare, o almeno non tremano per lo stesso motivo. Sua sorella Hazel l’ha costretto a vedere un paio di film romantici e lui sa cosa vuol dire quando un appuntamento va bene e l’altro ti riaccompagna fino alla porta di casa. In quel momento sono fermi sotto al proprio porticato e gli occhi scuri di Nico sono fermi in quelli azzurri di Will
«Ehm.. allora, buonanotte..» commenta il piccolo andando a recuperare le chiavi dalla tasca
«Mi lasci così?» chiede l’altro arricciando le labbra
«Io cos-» non riesce a finire di parlare che si ritrova le labbra dell’altro sulle proprie, una mano vicino al fianco e l’altra dietro alla propria schiena. Ha delle labbra calde, che non cercano di baciarlo con violenza, si muove solo un po’ sulle sue labbra per trovare risposta a quel bacio.
L’altro chiude gli occhi e ha un momento di tentennamento, perché socchiude di poco le labbra per continuare quel bacio eppure nella sua testa si palesa l’immagine di quel pomeriggio, quella sua stupida fantasia e si stacca di botto «Io.. scusa Will. Grazie per la serata» e quindi sguscerebbe all’interno di casa sua prima che l’altro possa rispondergli. Si appoggia alla schiena vicino alla porta, aspetta qualche momento e poi sente il motore della moto rombare via e vede anche l’immagine di quest’ultima allontanarsi da casa sua.

«P..Percy stai bene?»
«Lui..lui l’ha..»
«..baciato?» azzarda il biondo.


Angoletto mio: Lo so, probabilmente dopo questo capitolo mi odierete tipo tantissimo, anche perché inizialmente l'ultima parte (la fantasia di Percy) non volevo metterla in questo capitolo e slittare al prossimo u_u però vi voglio abbastanza bene da non farvi questa cattiveria e poi per il prossimo capitolo ho alcune idee scoppiettanti (*the mask*)
Come sempre le vostre recensioni fanno sempre piacere <3
  
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