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Autore: VioletP_    19/01/2015    1 recensioni
Sei oggetti incantati. Persone in pericolo. Durante una giornata qualunque, le principesse ricevono dei doni. Questi doni presentano però strane incisioni o hanno comunque un comportamento assai strano. In particolare, Belle e Ariel ricevono un messaggio preciso: andare in Virginia e chiedere di Pocahontas.
Le due vengono a scoprire grazie a Nonna Salice che il mondo è in grave pericolo e che una ragazzina che possiede "doti particolari" è stata rapita. Per avere dei chiarimenti, Nonna Salice consiglia loro di andare nel Paese delle Meraviglie e di parlare con Bianconiglio.
Nel Paese delle Meraviglie incontreranno le altre ragazze ed insieme arriveranno in un castello diroccato dove è tenuta prigioniera la bambina.
Le ragazze metteranno a rischio la loro vita e alcune anche il loro rapporto.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                           Capitolo 3: Il Paese delle Meraviglie/Londra.


Biancaneve era stanca di non avere le risposte che cercava. Nel pomeriggio aveva salvato un orso facendo svanire le armi dei cacciatori come per magia. Poi aveva visto una ragazzina puntare un fucile contro delle sbarre. Non aveva senso. Si mise a sedere, accese la candela poggiata sul comodino e scese al piano di sotto, lo specchio era sul tavolo, c’era l’immagine di una  ragazzina che dormiva, accanto a lei c’era un uomo abbastanza grande. Decise di provare a fare una cosa strana. Talmente strana che se i nani l'avessero vista l'avrebbero presa per pazza: si avvicinò al tavolino e si mise a sedere, poi impugnò lo specchio, fino ad avere davanti a sé il volto della bambina.
<< Ehi… >> sussurrò. Nessuna risposta. Devo essere pazza. Pensò: stava parlando ad uno specchio.
<< Puoi sentirmi? >> alzò la voce. La ragazzina aprì un occhio, era azzurro. Aprì anche l’altro, si stiracchiò e guardò Biancaneve, poi sorrise e annuì.
<< Cosa sta accadendo? Chi sei? >> La ragazzina si alzò e iniziò a disegnare alcune lettere con il dito. Biancaneve la guardò attentamente, gli occhi ridotti a fessure cercando di capire che lettere stesse disegnando. La ragazzina soffiò sulle lettere, che diventarono più chiare e nitide, fino ad uscire dallo specchio. “Portami una mela, anzi due: abbiamo fame.”
Biancaneve prese due mele dal cesto della frutta.
<< Come faccio a farle arrivare da te? >> disse.
La ragazzina compose un’altra frase: “Usa lo specchio. Orso.”
La ragazza ci pensò un po’, poi capì cosa intendeva dire. Puntò lo specchio contro le mele, che sparirono con un flash. Tornò a fissare la ragazzina, aveva una mela in mano. Dietro di lei c’era un uomo, si era appena svegliato e stava mangiando la mela.
<< Ora, per favore, potresti dirmi chi sei? >>
La ragazza compose un’altra frase. “Alice. Sono imprigionata in un villaggio dell’Inghilterra. Non posso portarti qui: il castello è protetto magicamente. Andrai nel Paese delle Meraviglie: ti spiegherà tutto Bianconiglio.”
<< Chi è Bianconiglio? >>
Alice non le rispose, alzò la mano destra e creò una sfera, mise una mano sotto la sfera e la scagliò al di là dello specchio. Biancaneve fu investita da un fascio di luce rosa, aprì gli occhi e si ritrovò davanti alla buca di un coniglio scavata ai confini tra la città e il bosco. Alla sua sinistra c’era un cartello con scritto “Paese delle Meraviglie” che indicava di saltare all’interno.
<< Ho toccato il fondo dopo questa. >> disse saltando. Iniziò a gridare, spaventata. Chiuse gli occhi per un po’, poi si rese conto di aver davvero toccato il fondo, sì, della buca. Presa da un attacco di paura, gettò lo specchio per terra, che non si frantumò, anzi, emise un fascio di luce che fece fluttuare la ragazza, facendola atterrare dolcemente a terra.
<< E tu chi sei?! Guardieeeee! Catturatela e tagliatele la testa! >> una donna corpulenta vestita in rosso si piazzò davanti a lei, puntandole contro uno scettro che terminava con un cuore.  Dei mazzi di carte si avvicinarono a lei, bloccandole braccia e gambe, una di loro prese lo specchio.
<< Un momento. Lo specchio, questo vuol dire che... La testa gliela taglieremo dopo il mio colloquio con il capo. Per ora mettetela in galera e proteggete lo specchio. >>
Biancaneve si agitò, cercando di liberarsi, ma non ci riusciva: le guardie la stringevano forte e lei non riusciva a muoversi. Le restava solo che sperare che questo capo non decidesse  di farla giustiziare.

 
Cenerentola agitò la bacchetta, attirando a sé un cesto con delle provviste, alcuni contenitori con dell’acqua, dei vestiti e il suo cavallo, uno degli animali più belli che aveva mai visto.
Sempre usando la bacchetta assicurò tutte le provviste al corpo dell’animale, quindi una volta fatto ciò, mise la bacchetta in tasca e salì sull’animale. Si voltò, guardando il castello e pensando alla litigata che prima aveva avuto con Charming: lui non voleva aiutarla, voleva sostituirla, convinto che le accadesse chissà cosa di grave, e che soprattutto che lei fosse solo una principessina. Sospirò, calciò il cavallo sul fianco per farlo partire.
<< Ferma! Cenerentola ferma! >> si voltò. La Fata Madrina stava correndo verso di lei. Cindy fermò il cavallo e si voltò.
<< Cosa c’è? >> disse preoccupata, la mano destra poggiata sulla spalla della fata, che aveva il fiatone e a malapena riusciva a parlare.
<< Mi hanno appena avvisata…anf anf….che una delle tue colleghe si trova al Paese delle Meraviglie e che è stata catturata…anf anf….dalla Regina di Cuori. >> disse, poggiando la mano sul fianco del cavallo.
<< Dove è andata? Chi l’ha catturata? >> disse Cindy, non capendo chi fosse questa Regina di Cuori.
<< Ti porterò io nel Paese delle Meraviglie, ma dovrai abbandonare qui il cavallo: è troppo pericoloso per lui. >> disse, in tono premuroso. Cenerentola guardò l’animale, poi scese e gli carezzò il muso.
<< Ok, cosa devo fare? >> disse Cenerentola, prendendo la bacchetta dalla sua tasca.
<< E’ un incantesimo antico, e il Paese delle Meraviglie è un luogo incantato. Sicura di volerlo fare te? Posso farlo io e lasciarti la bacchetta dopo. >> rispose la fata.
<< No no,  voglio provare io. >> affermò sicura la ragazza.
<< Bene. Devi disegnare un triangolo con la tua bacchetta, finché non vedi delle linee viola. Quando queste linee avranno formato il triangolo, devi pensare intensamente dove vuoi andare, e quindi recitare la formula magica più comune di tutte. Quindi si aprirà un portale che ti risucchierà nel luogo che hai desiderato. >> disse, spiegando tutto con molta cura. Cenerentola annuì, poi mise la bacchetta davanti a lei, iniziò a formare un triangolo. Nessuna linea appariva. Continuò per dieci minuti a fare quel movimento, iniziava a stancarsi.
<< Riprovo un’ultima volta, poi lo lascio fare a te >> disse, senza però fermarsi. Dalla bacchetta uscì una linea viola che formò la base del triangolo, poi ne uscirono altre due che formarono i lati.  “Paese delle Meraviglie.” Pensò, sforzandosi di pensare a  quella destinazione sconosciuta, chiuse gli occhi.
<< Abracadabra. >> disse, riaprendoli. Non accadde  niente, Cenerentola sbuffò.
<< E’ la prima volta, è naturale. >> disse la fata, avvicinando la mano alla bacchetta per riprenderla. Un boato le fece alzare lo sguardo, un portale triangolare di colore di viola si formò nel cielo, la ragazza salutò la fata, poi il portale la risucchiò. Chiuse gli occhi e viaggiò per un po’ di tempo. Arrivò in un bosco, si sentiva male e aveva le nause, fortuna che lì vicino c’era un cespuglio.
<< E tu chi sei? >>
Cenerentola estrasse la sua bacchetta e gridò, spaventata. Due occhi e una bocca sogghignante erano su un ramo e la stavano guardando.
<< Chi sei tu?! >>  disse spaventata, la bacchetta puntata sul “volto.”
<< Non importa chi sono io. Questo è il mio Mondo. Tu non mi sembri di qui: non sei abbastanza stravagante. >> disse il viso, continuando a sorridere.
<< Stravagante? >> ripeté lei.
<< Mh. Ragazzine magiche che controllano l’equilibrio del mondo, vecchie fissate col poker che taglia teste a tutti, bruchi che si contorcono mentre fumano, conigli fissati con l’orario, guardie a forma di carte da poker. Non so se mi spiego. >> disse.
<< E tu cosa sei? >> disse Cenerentola, leggermente spazientita.
<< Non importa chi sono io. >> disse, facendole la linguaccia.
<< Ora basta! Rivela chi sei. >> dalla bacchetta scaturirono una serie di scintille verdi che colpirono il viso, rivelando un gatto a strisce viola e fucsia.
<< Oddio. >> disse lui, facendo sparire di nuovo il suo corpo. La ragazza sbuffò e si allontanò dallo strano gatto.
<< Rivelami la via. >> la punta della bacchetta iniziò a vibrare, poi puntò verso un castello.
<< Devo andare lì. >>
<< Ti accompagno. >>
Cenerentola gridò un’altra volta, poi spinse via il gatto che si era poggiato sulla sua spalla, sempre col suo sorriso inquietante.
<< Io sono lo Stregatto. >> disse l’animale, facendo riapparire il suo corpo.
<< Io sono Cenerentola, ma puoi chiamarmi Cindy. >>
Disse, incamminandosi verso la fortezza.

 
Aurora indossò il cappuccio del mantello e si strinse più che poteva ad esso: aveva freddo e il vento non migliorava la situazione. Si guardò intorno: aveva camminato parecchio, era molto distante dalla casa delle fate e si era persa nella foresta, aveva con sé solamente la spada e un cestino con pochi viveri. Forse avrebbe dovuto davvero aspettare che le fate parlassero con la collega, magari ora non starebbe vagando a vuoto. Si sedette su un tronco e guardò la spada, la rigirò più volte, guardò l’incisione “Aiuto” e poi la “A.”
<< Devo trovare un riparo, qui rischio di morire. >> disse alzandosi e coprendosi meglio che poteva.
La spada si illuminò, poi la punta iniziò a vibrare, puntando verso l’interno del bosco.
<< No. Non mi addentro lì dentro. >>
La spada iniziò a vibrare del tutto, continuando ad indicare l’interno della foresta. Aurora, esasperata, decise di addentrarsi nel bosco, forse avrebbe trovato la baita di un cacciatore e sarebbe rimasta lì solo per la notte, l’indomani si sarebbe svegliata. Certo, sarebbe stato rischioso dormire nella baita di uno sconosciuto, magari poteva essere la dimora di un maniaco, ma alla fine si stava facendo solo problemi, dato che la spada non aveva detto chiaramente “Baita”, si era limitata solo a brillare e a vibrare. Alla fine si addentrò nel fogliame del bosco, tagliando i rami più fitti con l'arma.
Camminò parecchio, probabilmente era passata un’ora da quando aveva abbandonato il suo comodo letto per andare alla ricerca di Filippo, ora invece si trovava a vagare per il bosco vicino Londra, uno dei boschi più pericolosi dell’Inghilterra. 
Erano passate sicuramente due ore, aveva i piedi a pezzi, nonostante si fosse fermata più volte a riposare, inoltre iniziava ad avvertire un certo languorino. Vedeva le luci della città, vuol dire che stava uscendo  dal bosco. “Menomale.” Pensò tra sé e sé.
Uscì dal bosco, sorrise e si mise a sedere a terra, poi prese un panino con il prosciutto ed iniziò a mangiarlo. Finito lo spuntino, si rimise in marcia, nonostante fosse molto stanca.
<< Arrivata a Londra dormirò in qualche taverna, anche a costo di lavorare gratis per un mese! >> disse, infilando la spada nella custodia. Mentre camminava si sentì sprofondare: era caduta dentro una buca.
Aurora iniziò a strillare e ad agitare le mani,  vide una serie di cose strane mentre cadeva, del tipo orologi sospesi.
<< Ma quanto diavolo è profonda?! >> disse, mentre cadeva. Alla fine cadde al suolo, ma non sentì molto dolore. La caduta era stata attutita da un mucchio di foglie su cui era poggiata la spada.
<< Inizio a preoccuparmi. Perché non sono rimasta a casa?! >> disse, prendendo la sua spada e sedendosi sul mucchio di foglie, per riposarsi e per pensare al da farsi.

 
<< Se la cosa è così grave come dice la Nonna, non possiamo arrivare a Londra usando la nave: impiegheremo tempo, e potrebbe essere troppo tardi. >> disse Ariel, rivolta a Pocahontas e a Belle.
<< Ma non abbiamo altra scelta. >> disse Belle, sconsolata.
<< Io avrei questo. >> disse Ariel, mostrando il tridente alle due.
<< Sembra uno di quegli strumenti che usano gli dei per punirci. >> disse Pocahontas con tono ingenuo, guardando il tridente e toccando le punte.
<< In realtà sarebbe un tridente e serve per fare magie. >>
<< Mi sembra impossibile: la magia esiste solo nei libri. >> disse Belle con disaccordo.
<< Dovresti lavorare un po’ con la fantasia. >> disse Ariel, contrariata.
<< Io lavoro molto di fantasia, ma è ovvio che la magia non esiste nella vita reale. >>
<< Allora come spieghi la rosa che diventa spada? >> disse Adam, intrufolandosi nella conversazione. Belle lo guardò torvo, poi abbassò lo sguardo e sorrise imbarazzata.
<< Come spieghi la mia trasformazione da Bestia a Uomo? L’hai forse dimenticato, Belle? >>  continuò il principe, guardando Belle, la quale si limitò a non rispondere.
<< Bene. Arriveremo a Londra con la Magia! >> disse Ariel, entusiasta.
<< Ora, tenetevi le mani, io traccerò un cerchio e finiremo a Londra! Forza. >>
Tutti unirono le proprie mani, così Ariel iniziò a girare intorno, formando un cerchio, poi sussurrò qualche parola in una strana lingua. Il gruppo fu investito da un fascio di luce talmente potente che furono costretti a chiudere gli occhi. Quando li riaprirono si ritrovarono in una città piena di carrozze, case, castelli e con un vivacissimo mercato.
<< Credo che questa sia Londra. >> disse Eric, guardandosi intorno alla ricerca di qualcuno a cui chiedere informazioni.
<< Certo che Nonna Salice poteva dirci l’aspetto di questo Bianconiglio. >> commentò Belle, seccata.
<< Vedrai che il nostro spirito ci guiderà verso la via giusta, e seguendo il nostro spirito non sbaglieremo di sicuro. >> rispose Pocahontas, sorridendo alla ragazza, che non era del tutto convinta di quest’affermazione. Una carrozza si fermò davanti a loro, un uomo mise piede fuori.
Con grande orrore e disgusto, Pocahontas riconobbe l’uomo: era grasso e abbastanza alto con due baffi e vestito di viola.
<< Governatore Radcliffe. >> disse.
<< Mia cara sorella dei boschi, hai sentito l’ultima novità? O le novità non circolano nella vostra tribù di selvaggi? >> disse lui, esibendo un sorriso sornione.
<< Semplicemente evito di ascoltare i pettegolezzi delle signore inglesi che sono venute ad abitare la nostra terra. >> disse lei.
<< Be’, non che la vostra terra abbia qualcosa di davvero speciale, ma comunque è molto piccola e le voci corrono. >>
<< Se la mia terra non ha niente di speciale, allora dica al vostro capo di portare via tutti i coloni. Poi non dica cose di cui non è  sicuro: la nostra terra è una delle più grandi del Nuovo Mondo. >>
<< Quindi non sai niente di ciò che è successo, vero? >> rispose lui, continuando a sorridere.
<< Mh, no. >> disse lei, in tono asciutto.
<< John Smith è morto. >> rispose, trattenendo le risate.
Pocahontas sgranò gli occhi.
<< E’ uno scherzo. >> disse debolmente.
<< No. Giuro. Si stava opponendo alle guardie e si è gettato in un fiume, ha deciso di farla finita. >> disse, asciugandosi una lacrima.
<< NO! >> rispose lei.
<< Cosa no? >>
<< John è un uomo forte, di certo non la fa finita per un motivo come questo. Gli è successo qualcosa, e scommetto che lei c’entra qualcosa. >>
Radcliffe non le rispose, risalì sulla sua carrozza e si allontanò, lasciando Pocahontas con i suoi amici.
L’indiana si inginocchiò e si mise le mani in volto, piangendo a dirotto.
Belle si avvicinò a lei e le poggiò una mano sulla spalla.
<< So che è difficile superare la morte di una persona cara, ma sappi che lui non ti abbandonerà mai. Come dite voi? Il suo spirito sarà sempre con te. E sono sicura che lui ti vorrebbe forte. >>
La ragazza smise di piangere e abbracciò Belle, sussurrandole un “grazie.”

 

Angolo autrice:
 
Scusate se ci sono errori, ma sono stanca, e nonostante lo abbia riletto potrebbe essermi sfuggito qualcosa.
Comunque, questo capitolo è molto lungo rispetto agli altri, spero davvero che lo leggiate comunque.
Per evitare di allungarlo e di annoiarli non ho messo la parte in cui Pocahontas&co raggiungono Wonderland, la scriverò nel capitolo seguente.
Be’, che dire? John Smith morto? Ma siamo sicuri che Radcliffe non stia mentendo? Di certo Pochy lo scoprirà molto più in là.
Ringrazio Auaura che ha letto e recensito tutti e due i capitoli. :*
   
 
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