Dont’
care about the rest [If hes’ here]
Ita-Ino
Ino si portò le mani in testa
nell’inutile tentativo di ripararsi i capelli dallo scrosciare
insistente.
Dannata
pioggia.
Cominciò a correre malamente sul
marciapiedi lurido al margine di quella strada di periferia; schizzava acqua
ovunque.
Dannata
Sakura.
Fuori scuola aveva prestato
l’ombrello alla sua amica perchè vi
si riparasse con il fidanzato, quel figo di Sasuke. L’aveva fatto soltanto per
mettersi in mostra con lui, e poi, in quel momento, non pioveva
affatto.
Dannata finta
gentilezza. E poi Sasuke, nemmeno la interessava
più.
Velocizzò l’andatura, lo sguardo
puntato sulle all stars irrimediabilmente danneggiate.
Giornata di
merda.
Le aveva sentite dalla proff. di
lettere, aveva litigato con Shikamaru (il suo migliore amico) e ora stava
prendendo una colossale lavata.
- E ades?- non ebbe nemmeno il tempo di
concludere la frase che urtò contro qualcuno, perse l’equilibrio e cadde
fulmineamente.
Fottutissimo
giorno.
- Ci si rivede,
Yamanaka.
Avrebbe riconosciuto quella voce
bassa e profonda fra miliardi; alzò leggermente il capo: non si era sbagliata
affatto.
- Tu?
Itachi Uchiha, fratello di Sasuke,
era sotto di lei.
Il corpo di Itachi Uchiha, sua
segreta cotta, aderiva al suo.
I loro volti erano pericolosamente
vicini, i loro nasi si sfioravano.
Oh
cazzo!
Le aveva avvinghiato le braccia
alla vita.
Aveva tutta l’intenzione di non
lasciarla andare.
Divincolatasi dalla stretta,
bruscamente s’alzò, rassettandosi i vestiti bagnati ed aderenti perfettamente al
formoso copro – nota d’interessamento da parte del
ragazzo.
- Sei cresciuta, piccola.
- Piccola a chi?!- si scaldò,
puntando i suoi occhioni azzurri in quelli neri di lui.
Il cuore mancò un battito: lui non
accennava a distoglierle lo sguardo di dosso.
Perché proprio
lui?
Non era né psicologicamente né
fisicamente pronta.
- No, sei sempre una bambina
permalosa e viziata.
Gli mise il broncio e gli voltò le
spalle,accennando ad incamminarsi nella direzione opposta.
Così si comportava proprio come
una bambina.
- Fottiti allora- mormorò
mordendosi il labbro inferiore; mosse qualche incerto passo mentre una rabbia
cieca la prendeva: possibile che si
stesse rivelando così sciocca? Sprecava l’occasione di una vita in tal
modo?
- Troviamo un posto dove
ripararci. Non vorrai continuare a startene tutta sola sotto la
pioggia.
Una mano fredda afferrò la sua che
non si tirò indietro. Ino si fece trascinare via sotto la pioggia e per molto
non disse una parola: si limitò a gettare certe avide occhiate in direzione di
Itachi, cercando di reprimere il cuore impazzito in petto.
Il portico, a parte loro due, era
vuoto. E stretto.
Una barriera di pioggia la
separava dal mondo esterno costringendola alla stasi lì con lui, l’uomo che,
segretamente, desiderava, ma anche un divino dannato.
Sbuffò sonoramente e, curiosa, si
girò ad osservarlo.
Era come lo aveva sognato nei
sogni più proibiti.
La camicia aderiva al torso,
mettendo in risalto gli addominali niente male; ciuffi di capelli neri
gocciolanti ricadevano sul volto impreziosendoglielo di luminose
gocce.
- Non ti sembra vero, eh,
Yamanaka? – le disse malizioso.
- Sei troppo presuntuoso- affermò
cercando di mantenere un tono di voce limpido e, puntandogli il dito contro- ma
tu non dovevi essere in Inghilterra?
- Sono venuto a trovare il mio caro fratellino, a prendere due cose
e…-Le sorrideva fremente e, le parve, felice.
D’essere
assieme?
Quand’era alle medie lo vedeva
spesso, dato che all’epoca lei e i suoi amici stazionavano volentieri in casa
Uchiha, per via della gentilezza di Fumiko e suo marito. Ma lei era stata
l’unica a parlare veramente con Itachi, l’unica a litigarci e, gli ultimi tempi,
a divertirsi.
Lui aveva cinque anni in più;
quando Ino ne aveva tredici aveva appena raggiunto la maggiore età e fatto la
patente. Ricordava con nostalgia quelle
volte che l’aveva portata con Sakura e le altre in giro in
macchina.
Da quelle occasioni era nata la
sua passione.
Poi, tutto ad un tratto, quand’era
al liceo, se ne era andato.
Ora aveva ventitré anni, lei
diciotto.
- Erano due anni che non ci
vedevamo, dal tuo ultimo ritorno a Tokyo.
Le era
mancato.
Se ne rese conto solo in quel
momento; un profondo senso di completezza la fece sospirare: era nuovamente lì.
- Se non sbaglio l’altra volta
eravamo rimasti a…
Itachi l’attirò a sè e la strinse
forte, non dandole il tempo di reagire.
- …
L’altra volta si erano salutati
con un bacio. Ed era stato talmente inaspettato e assurdo che…poi l’aveva
creduto unicamente frutto della sua immaginazione.
- Solitamente ottengo ciò che
voglio.
Percepì le mani di lui sul volto:
un tocco ghiacciato.
Di norma era lei a fare la prima
mossa, predominante fino in fondo. Invece, con tutto l’essere infuocato, si
abbandonò semplicemente ad Itachi.
Le era mancato
troppo.
- Anch’io- chiuse gli occhi e si
lasciò baciare a fior di labbra.
- Vieni con
me.
Diluviava, ma poco
importava.
Casa Uchiha era silenziosa come
mai lo era stata.
Trovarvisi nuovamente assieme ad
Itachi le rubò il fiato.
Si fermò nel corridoio d’entrata,
grondando acqua, persa a fissare i ricordi.
- Ti avverto che sotto di te si
sta formando una pozzanghera, vuoi allagarmi la casa?
Che
sciocca.
- Tsè, no perché non ho alcuna
intenzione di risarcirti- borbottò avanzando in punta di piedi, un mezzo sorriso
sulle labbra arrossate.
- Sai dov’è il bagno, no?
- Cosa?
Per poco non
cadde.
Lui girava a torso nudo, le gettò
un’occhiata sorniona.
- Sorda,
Yamanaka?
Aveva
deciso.
Levò repentina le scarpe,
addossandole alla parete e, lanciata la borsa sul divano, si diresse al piano
superiore, sicura che ogni suo movimento fosse seguito dalla sua attenzione.
Troppo bello. Eppure…era
vero.
- A dopo.
- In camera
mia.
Aprì piano gli occhi e tese un
braccio verso destra, toccando ripetutamente il vuoto.
Che?
La beata espressione che l’aveva
accompagnata durante la notte lasciò spazio al disinganno.
Cazzo.
Sentiva ancora il suo profumo, udiva ancora le proprie
grida, percepiva nel corpo il suo
corpo.
…ah…
Coprì il rossore del viso tirando
su fin alla punta dei capelli il lenzuolo bianco,
stropicciato.
Di colpo sussultò e si tirò su a
sedere, cercando disperatamente, con lo sguardo, un
orologio.
9:00
Cazzo, la
scuola.
E di Itachi nemmeno l’ombra: se ne
era andato.
Sussultò di nuovo: rumori al piano
di sotto.
Cazzo, la signora
Fumiko.
Fu allora che notò sul comodino un
biglietto e affianco ben riposti i suoi vestiti e la
borsa.
Grazie,
Yamanaka.
Il ricordo di quest’incontro
ecciterà le mie giornate solitarie in Inghilterra.
Il tuo ricordo non mi abbandona né
mi abbandonerà mai.
Dannazione.
Ci sarà una prossima volta,
vero?
- Stupido, stupido, stupido-
sibilò a denti stretti, stringendo scossa
il foglietto.
Gli occhi presero a bruciarle, le
labbra a tremarle.
Non lo sapeva. Non le aveva detto
che sarebbe partito l’indomani…avrebbe dovuto dirgli
che…
Si vestì nervosamente e gettò il
biglietto nella tasca dei jeans, davanti al cellulare.
Un ultimo sguardo al letto delle meraviglie, e se ne andò, senza
dire nulla alla donna di casa, labbra e pugni serrati.
…l’amava…avrebbe dovuto dirgli che
l’amava.
***
- Perché ieri non c’eri a scuola,
Ino?
- Fatti miei, fronte spaziosa-
gettò un’occhiataccia all’amica e pensò di averla messa a tacere- comunque…meno
male che ti ho prestato l’ombrello.
Sakura la studiò interrogativa,
braccia conserte.
Non la sopportava, quando
s’atteggiava così.
- Nascondiamo
segreti?
- Yamanaka,
Sakura.
Sasuke cinse da dietro l’Haruno e
le sussurrò chissà cosa all’orecchio, prima di fissare Ino con l’aria di chi sapeva.
- Che hai da
guardare
- Manie di
protagonismo?
Anche se ne era a conoscenza
Sasuke non avrebbe parlato.
In ogni caso non si sarebbe
lasciata sfuggire nulla.
Era il suo
segreto.
Ma non finiva
lì.
***
Era passato più di un
anno.
Kiba la cingeva la vita
delicatamente.
Profumava di
dolci.
Come ragazzo non era affatto male:
carino, affettuoso, gentile.
Tutto il contrario di ciò che
desiderava.
Si era messa con l’Inuzuka perché,
da quella notte, s’annoiava e perché
cercava un divertimento nell’amore altrui.
Stronza. Si sentiva proprio una
stronza ad illudere tipi come quello, così amabili.
Ma d’altronde anche
precedentemente a quell’incontro
s’era comportata allo stesso modo; senza rendersene conto erano anni che cercava
di colmare inutilmente la mancanza di Itachi.
- Tutto a
posto?
Kiba la fissava
preoccupato.
Si erano
bloccati.
- Sì, sì.
Ricevette un bacio sulla punta del
naso; per tutta risposta lei si avvinghiò al ragazzo e volle le sue labbra, la
sua lingua, prepotente.
Non sentiva niente.
Niente.
L’aveva stregato, l’avrebbe
posseduto e poi…l’avrebbe gettato.
Lurida
stronza.
- No!
L’allontanò velocemente,
indietreggiando a sua volta.
- Mi stai dicendo che...non mi
vuoi?
- Scusami, ti farei solo del
male.
Cominciò a correre e correre,
lontano dalla preda, divorata dall’amarezza. E dal
desiderio.
…gentile da parte
tua
lasciarmi sola dai
tuoi.
Ma…per “un’altra volta”,
lo pensi
davvero?
Ino_chan
…non ricordi?
Ottengo sempre ciò che
voglio.
Pure tu,
no?
Non gli aveva più
scritto.
Non l’aveva più
chiamato.
Per paura di farsi del male
ascoltando la sua voce?
Non ne aveva avuto il
coraggio?
Non ce l’aveva proprio
fatta.
***
- Sei diventata intrattabile,
Ino.
- Taci!
- Sul serio, lo pensi, lo vuoi, ma non fai
nulla.
- Tu?!
- Non guardarmi così, vuoi che in
tanti mesi che ti affianco ogni giorno non abbia capito
nulla?
- Shikamaru!
- Non te lo dirò un’altra volta:
fa qualcosa. Non voglio più avere una seccatura collerica come amica. Una
seccatura e basta era più che sufficiente.
***
Finì di sorseggiare il suo drink e
posò il bicchiere sull’enorme tavolo allestito per un fresco
buffet.
- Così è fatta. Non ci posso quasi
credere!
La voce squillante di Sakura la
riportò alla realtà.
Era
finita.
- Allora hai deciso, prenderai
proprio medicina?
L’amica la illuminò con i suoi
occhi verdi e con il sorriso di sempre.
Con quello sguardo dava
continuamente l’idea di vedere oltre l’orizzonte.
- Ormai ho scelto. Per quanto ti
riguarda…hai intenzione di lasciarci ancora all’oscuro?
Ecco cosa Sakura le aveva
insegnato: a vedere un futuro, nonostante tutto
Però non le avrebbe mai detto
quanto le fosse grata per averle mostrato tale magia.
- No.
Era giunta
l’ora.
Alzò il capo al cielo: sarebbe
venuta la pioggia.
Il suo ombrello si trovava a casa
Haruno.
- Siamo tutto
orecchi.
I vecchi amici, i compagni:
c’erano tutti, schieratele di fronte.
Non l’avevano
mollata.
Anche il suo viso duro si plagiò
ad un’espressione di gratitudine.
Anche se era stata un’emerita
stronza.
Concesse loro un sorriso, un
ultimo, prima del verdetto.
- Ho l’aereo fra un’ora. Parto per
l’Inghilterra, farò lingue lì, ragazzi.
E ora li lasciava così su due
piedi.
Degno di
lei.
Approfittando di una folata di
vento voltò loro le spalle e cominciò a camminare.
- Ino…Ino,
aspetta…
Aveva
deciso.
Non si bloccò nemmeno davanti a
quell’implorazione femminile.
- Non rompere, fronte
spaziosa.
Se avesse fatto e detto altrimenti
l’aereo sarebbe probabilmente partito senza di lei.
Perché pure una dominatrice come
Ino possedeva un cuore.
Il
diluvio iniziò.
“Senti, Sas’ke, ma tuo fratello
dove abita di preciso a Londra?”
“Ti
interessa?”
“Rispondi e
basta”
“In un appartamento in xxx road,
in centro”
Pagò il taxista e scese dalla
vettura, portandosi dietro il grande trolley; ci aveva messo dentro di
tutto.
Non si faceva mancare
nulla.
Si trovava nella via indicatagli
gentilmente da Sasuke, e la pioggia
cadeva insistente sul suo corpo, facendone aderire il vestitino
estivo.
“Dove sarai?”
Non ebbe nemmeno il tempo di dare
voce a tale frase che perse l’equilibrio, inciampò e, abbandonata la presa sulla
valigia, cadde.
- Mi pare che abbiamo già vissuto
una situazione simile, Ino.
Don’t
care about the rest [if he’s here]
Diluviava, l’acqua
scorreva su e fra i loro corpi frementi e gelidi, ma poco importava: la pioggia
andava venerata.
Perché la pioggia
gliel’aveva fatto rincontrare per ben due volte.
Itachi le avrebbe
stravolto una volta in più l’esistenza.
Avrebbe dovuto
sussultare ancora dal timore, ma questa convinzione, a lei, in quel momento, non
poteva che piacere da matti.
End
La fan fic ha
partecipato al contest Ita-Ino indetto da Sangochan88 alla quale vanno i miei
più sentiti aprezzamenti per aver ideato un contest su tale meravigliosa coppia
*-*
Quarta classificata
Dont’ care about the rest [If he’s there] di terrastoria
Grammatica : 8
Originalità : 8.
Stile: 8.5
IC personaggi : 9
Totale:
33.5
La one shot si è
classificata ultima, certo, ma ultima su quattro ^^ e, visto i punteggi, non mi
deprimo XD
Faccio i miei più
sentiti alle podiste, in particolare alla lè *-*
Spero
vi possa essere piaciuta.
Un
bacio
Terra_chan