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Autore: Mimi18    20/01/2015    1 recensioni
[GDR Trama inventata.]
Serie di flashfic basate sui personaggi del GDR Apocalypse.
#1stYearTogether
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tutti i gusti+uno.'
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In the flesh - Apocalypse



 

#23. I’ve never loved you, but if I did, I wouldn’t say that I’m sorry {Dhyr}

Di certo Deimos non poteva aver fatto nulla per provocare l’astio in quegli occhi profondi. Raramente le sue parole s’erano scontrate con quelle di Lhyr – raramente le loro bocche s’erano possedute, desiderate, amate – e se in quell’occasioni aveva urtato la sensibilità femminile, il dio non ne era affatto al corrente.

Eros sosteneva spesso che non capisse le donne, e mentre Lhyr sfilava le braccia dalla posizione in cui era rimasta bloccata per un buon quarto d’ora, per la prima volta Deimos pensò che il proprio fratello avesse ragione.

Cosa poteva volere da lui, in quel momento, alla vigilia di una missione? Deimos si sentiva distratto, Lhyr mostrava troppa pelle esposta e il ricordo sfuggente delle proprie mani su di essa non era mai apparso così vivo come lì, nella claustrofobica stanza in cui ogni genere di cosa poteva essere trovata. Ne ricordava i sospiri, ed era inevitabile domandarsi se anche Phobos ne fosse stato ossessionato per giorni – e notti.

«Ho da fare,» pronunciò spiccio, afferrando un altro tra i propri libri, per cercare qualsiasi cosa che potesse distoglierlo da Lhyr. Allontanarlo dal suo respiro caldo o dai capelli che sfuggivano alla presa della coda di cavallo spettinata. «Dovresti riposare.»

«Ora ti preoccupi per me, stronzo?»

Deimos sgranò gli occhi per la frazione d’un attimo, prima d’assottigliarli e cercare di incuterle terrore. Cosa avrebbe dovuto temere, tuttavia, la donna forgiata dalla paura? Nulla.

La vide avanzare verso di sé, la fronte corrugata e l’astioso sguardo la rendevano selvaggia e pericolosa, Deimos non sapeva affatto come comportarsi di fronte a tali emozioni, non aveva letto alcun libro a riguardo – eppure le mani fremevano, mentre andavano a posarsi contro i fianchi, forse per bloccarla, forse per trascinarla vicino a sé.

«Sei uguale al tuo cazzo di fratello.»

Siete tutti uguali, voi fottuti dei, e io una cretina a cascarci ogni volta.

«Non paragonarmi a lui.»

Lo guardo azzurro cadde sulle labbra schiuse, desiderò inumidirle con la propria lingua, morderle, spostare ogni scartoffia sulla scrivania e posarci il corpo leggero di Lhyr. Rimase immobile, invece, a contemplarla.

«Vaffanculo

Fu lei a baciarlo, perché lo odiava. Odiava sentire la pelle scuotersi al semplice passaggio di dita dolci, non irruente, non possessive. Odiava sentire le gote andare a fuoco e il desiderio crescere, solamente per la mano aperta sulla propria schiena. Odiava la sensazione di vulnerabilità che le contorceva le viscere, perché lo sguardo di Deimos non rifletteva nulla, e Lhyr non era mai stata brava a leggere nessuno.

Deimos, dal canto proprio, si domandò come suo fratello fosse riuscito ad allontanarsi da lei. Non la amava, eppure – eppure quell’ossessivo desiderio, lo portava ad inchinarsi di fronte a lei, pregandola di pronunciare il proprio nome.

 

 

 

N/a: i personaggi all’interno di questa storia appartengono ai rispettivi autori. Non vengono utilizzati con alcun scopo di lucro.

© Apocalypse GDR.

   
 
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