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Autore: Ciuffettina    20/01/2015    4 recensioni
«Non sono stato io. Ho offerto del cibo ai tuoi idoli ma appena l’hanno avuto davanti si sono precipitati per arraffarlo. Il più grande, furioso perché volevano servirsi prima di lui, ha afferrato l’accetta e li ha fatti a pezzi, vedi che l’ha ancora in mano? Se non mi credi, domandaglielo, te lo confermerà.»
Ambientato 10 anni dopo “L’infanzia di Abram”
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Lucifero, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Nimrod aveva ordinato alla popolazione di portare legna in abbondanza per accendere una fornace e uccidere così Abram, però ora si trovarono ad affrontare il problema di come gettarvelo dentro, poiché nessuno osava avvicinarsi abbastanza alla vampa.
A quel punto arrivò Lucifer, fingendo di essere un umano, e insegnò loro a costruire una catapulta.
«Lucifer, che stai facendo?» gli chiese Gabriel tirandolo in disparte.
«Ti credevo più intuitivo. Sto aiutando questi scarafaggi, come vuole nostro Padre.»
«Ma che dici?! Nostro Padre non vuole certo questo!» replicò Gabriel.
«Correggimi se sbaglio: l’ultima volta che l’ho visto mi ha detto, anzi ordinato, che dovevo inchinarmi e servire questi aborti. Ora gli abitanti di un’intera città vogliono bruciare quel tizio ma non ci riescono perché sono stati talmente idioti da accendere prima il fuoco e poi tentare di mandarlo nella fornace, mentre avrebbero dovuto fare il contrario… e pensare che Lui è convinto che siano intelligenti…» Lucifer scrollò la testa con un ghigno sarcastico, mise le mani davanti a sé con i palmi verso l’altro e le fece oscillare come se fossero state gli immaginari piatti di una bilancia. «Da una parte abbiamo un’intera città, dall’altra un solo umano.» Uno dei “piatti” scese, mentre l’altro schizzò verso l’alto «Mi dispiace, la maggioranza vince, il tuo protetto finirà arrosto!»
«Dimentichi una cosa…» Gabriel gli si avvicinò, gli afferrò il braccio per aria e glielo riabbassò con forza, fissandolo negli occhi. «Un arcangelo determinato a eseguire gli ordini divini, pertanto il mio protetto non finirà arrosto!»
«Fa’ come vuoi, sta’ attento a non bruciarti le ali» rispose l’angelo caduto girandosi per andarsene.
«Lucy, aspetta» disse Gabriel trattenendolo per un braccio. «Tutti noi speriamo sempre che tu torni...»
L’altro lo interruppe: «Se è così, tutti voi dovreste sbarazzarvi di quella feccia.» Ovviamente si riferiva agli umani.
«Sai bene che non possiamo e neanche vogliamo farlo» rispose Gabriel scuotendo la testa.
«Allora non abbiamo più niente da dirci!» replicò Lucifer e se ne andò.
Nel frattempo avevano messo Abram seduto sul braccio della catapulta, con le mani e i piedi legati ed erano pronti a lanciarlo nel fuoco.
Gabriel gli comparve davanti e gli disse: «Non temere, sono qui per liberarti!»
Abram rispose: «Ho bisogno dell’aiuto del mio Signore, non del tuo, è il Signore in cui confido, il Dio dei cieli e della terra che mi salverà.»
Per un attimo gli si afflosciarono le ali. “Ma è impazzito? Non c’è tempo!” pensò sbalordito.
Chiedere l’intervento diretto di suo Padre significava volare in Paradiso, precipitarsi nell’ufficio di Metatron sperando che non fosse occupato con un altro arcangelo, spiegargli perché non aveva svolto il suo dovere, motivare le ragioni di Abram e a quel punto, già lo sapeva, Metatron l’avrebbe sbattuto fuori urlandogli che “quell’umano poteva già ritenersi fortunato se avevano mandato qualcuno a salvarlo” e nel frattempo il suo protetto era già finito alla brace.
Gabriel rispose irritato: «Allora comincia a chiedere aiuto al Signore!»
«Non è necessario chiedere, perché Lui mi vede, sa dove mi trovo e ciò di cui ho bisogno, perciò vai pure a occuparti dei tuoi compiti.»
«Come desideri.» “Tenerti in vita è uno dei miei compiti ma niente mi vieta di farti provare prima un po’ di strizza” pensò fra sé seccato.
In effetti, man mano che passavano i secondi, l’espressione di Abram era passata da “Adesso il Signore mi salva” a “E se poi non mi salva?” specialmente quando lo lanciarono con la catapulta.
Gabriel aspettò quasi all’ultimo istante, poi lo afferrò al volo «Felice di vedermi?»
«Ma… ma io volevo essere salvato dal Signore in persona!»
«E invece sei stato salvato dalla Sua forza(1). Mi ha mandato Lui, quindi è lo stesso, no? Adesso che hai dimostrato quanto sono fallaci i simulacri in cui crede Nimrod e che lui stesso non è un dio, puoi uscire dalla tua terra e andare dove ti verrà indicato.»
«Me lo ordina il Signore?»
«Proprio Lui in persona» rispose Gabriel e con uno schiocco di dita trasformò la fornace in un giardino.

*****

1) Il nome “Gabriel” significa, appunto, “Forza di Dio”
Nella storia originale, compare davvero Lucifer che insegna a costruire una catapulta.
In alcune versioni Abram viene salvato da Dio in altre da Gabriel.
Ringrazio Jerkester, lapoetastra e samara89 per averla recensita.
   
 
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