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Autore: Naokoo    20/01/2015    3 recensioni
«Do you still feel younger than you thought you would by now
Or, darling, have you started feeling old yet?
Don't worry, I'm sure that you're still breaking hearts
With the efficiency that only youth can harness»
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Turner, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C' era stato un uomo, un filosofo, che secoli prima aveva evidenziato come la percezione di un dato fenomeno, secondo categorie comuni all'intera specie umana, non corrispondesse in realtá al noumeno in sé. Era certo di averlo studiato ai tempi del Liceo, anche se al momento non gli sovveniva il nome di tale filosofo.
In linea con tale pensiero, dunque, l'odore che gli solleticava le narici poteva non essere realmente presente. Ma tra il vivido ricordo di un odore e l'odore stesso, c'é poi davvero differenza?

Dall'ultima fila di banchi, le parole della maestra arrivano ovattate. Il bambino, come una spugna, assorbe ogni sillaba emessa durante la lezione: ha da poco imparato a scrivere, e si stupisce ancora delle forme nere, lucide e un po' goffe che la sua mano incide sulla carta quadrettata. Ogni tanto nei corridoi sente i bambini di quinta parlare giá d' Amore, e la classe scoppia a ridere quando, alla proposta della maestra di esprimere cosa pensano della nuova facoltá che hanno acquisito, con la voce bassa e rosso in volto per la vergogna, ammette di essersi innamorato delle parole. O forse dice di essersi innamorato della scrittura, ma le risa dei compagni sono talmente fragorose che non riesce a sentire fino in fondo ció che ha appena detto.
La sua compagna di banco peró, non ha riso. Anzi, ha detto agli altri di smetterla di ridere, ché da ridere non c'é proprio niente. Nel voltarsi rapidamente verso di lui, la trecce lunghe fino al petto, si sono mosse, sprigionando un forte profumo di balsamo per capelli, odore di vaniglia.

Un odore di vaniglia che lo riporta all'infanzia, fatta di corse a perdifiato, torte al limone e risate. Una nostalgia dolce, di vaniglia, che lo fa sorridere per la seconda volta in quella strana mattinata, disteso solotario sul divano del soggiorno, nel suo appartamento al terzo piano di uno sky scraper a New York.
Non serve voltarsi indietro per vedere che Julia, qualsiasi cosa accadesse, era sempre lí, con quell'aspetto tutto occhi e capelli che la rendeva troppo simile ad un uccellino in procinto di spiccare il volo, prima, e dotata di quella inconsapevole ed arrogante bellezza tipica dell'adolescenza, poi.
La rivedeva, ora, mentre correva con le ginocchia sbucciate nel tentativo di fare tana libera tutti, o in una di quelle notti alcoliche e fumose, abbracciata a qualcuno, con qualcuno, che non era lui al centro della sala. Sentiva ancora la sensazione che aveva provato quando si era lasciata sfiorare per la prima volta, quel calore al centro del petto, tanto forte da liquefare la gabbia toracica e, con il cuore ridotto ad un mucchio di polvere, il cielo scuro come melassa nera, amarsi per la prima volta, incondizionatamente.
Ricordava perfettamente il suo profilo nel backstage, in quella prima folle impresa all'Astoria e a Glastonbury poi, dimenarsi a tempo e lanciargli ampi sorrisi, va tutto bene cercava lui di farle capire, di rimando, mentre cantava di fronte a bagni di folle urlanti, assetate di musica.

Fu la vibrazione del cellulare proveniente dalla stanza da letto a salvarlo da quei ricordi. Si alzó per rispondere e sparí dietri la porta della camera.
  
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