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Autore: Naokoo    18/01/2015    3 recensioni
«Do you still feel younger than you thought you would by now
Or, darling, have you started feeling old yet?
Don't worry, I'm sure that you're still breaking hearts
With the efficiency that only youth can harness»
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Turner, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Do you still feel younger than you thought you would by now
Or, darling, have you started feeling old yet?
Don't worry, I'm sure that you're still breaking hearts
With the efficiency that only youth can harness»

Aprí gli occhi, ritrovandosi a fissare l'intonaco bianco che ricopriva il soffitto. Quel fastidioso cerchio alla testa che lo ossessionava da giorni, comparve non appena si sforzó di uscire dal groviglio di coperte e lenzuola che durante la turbolenta notte precedente parevano averlo avvolto in una morsa. Da troppo tempo non si concedeva un bel sonno ristoratore- pensó tra sé- e nonostante il tour fosse finito da qualche giorno, non era ancora riuscito a recuperare le forze.
se vai avanti cosí tirerai le cuoia, amico. Ricordati che sei troppo vecchio per essere annoverato nel club dei 27, quindi vedi un po'
si portó a sedere sul letto, pesantemente, ricordando le parole che Matt gli aveva detto qualche settimana prima, preoccupato per il suo stato psico-fisico. Si trascinó a piedi nudi sul parquet del corridoio, spingendo pesantemente la porta del bagno con una spalla: il riflesso che gli offrí lo specchio, cosí tremendamente simile a quello di tanti anni fa, con i capelli scompigliati liberi dal gel e le occhiaie del ragazzino troppo magro di Sheffield lo riportó indietro, scatenando ricordi disordinati-avresti dovuto nasconderli meglio- si disse. Chissá se anche lei si sentiva ancora giovane, piú di quanto si sarebbe aspettata, arrivata a ventotto- ne aveva ventotto anche lei?- anni, o avresse giá iniziato a sentirsi vecchia? Sorrise amaramente mentre con l'asciugamani tamponava il viso, e con l'altra mano chiudeva il rubinetto. Lei aveva sempre avuto un' innaturale paura di invecchiare, parola che volentieri sostituiva a crescere mentendo a sé stessa, per evitare di risultare una Peter Pan capitata nella storia sbagliata.

«And do you still think love is a laserquest
Or do you take it all more seriously?
I've tried to ask you this
in some daydreams that I've had
But you're always busy being make-believe»


Erano due sognatori, loro, sospesi in una bolla di fanciullezza mista a disincanto, tipica della loro etá. L'amore é una battaglia Laser gli aveva detto, ad un certo punto di uno di quei pigri pomeriggio d'agosto, mentre erano stesi all'ombra di un albero enorme, Jamie che faceva le parole crociate, Matt che sonnecchiava ed un paio di altre compagne alla Stockbridge stese supine, le cuffie nelle orecchie. Lui l'aveva guardata con aria interrogativa, lei, gli occhi fissi su un filo d'erba, delusa da uno dei suoi primi amori, sfumato al caldo dell'estate, -poteva ancora ricordare la treccia bionda che le accarezzava delicatamente il collo mentre parlava- gli aveva spiegato.
Lui non aveva capito, ma annuiva complice. Forse non l'aveva mai capita davvero.
Deglutí un sorso di té, ma non riuscí a fare altrettanto con i suoi dubbi, le domande che in quello stato ibrido tra sonno e veglia, gli ronzavano dallo stomaco alle orecchie. Chissá se lei era ancora dello stesso parere, sull'amore-si era immaginato impegnato a chiederglielo, ma lei come sempre era distesa ad occhi chiusi sorrideva, o guardava il mare e il cielo e chissá cos'altro, ignorandolo beatamente.
Altre volte gli era capitato di percepire il momento esatto in cui i suoi occhi chiari perdevano contatto con la realtá e scappavano, privilegiati, oltre quel momento, oltre quella vita, per inseguire qualcosa, per poi tornare un istante dopo senza destare sospetti. Lui peró l'aveva capito, e si sentiva depositario, fiero detentore di un privilegio, nella sua ingenuitá.
Andando avanti avrebbe compreso la natura di quelle fughe temporanee, di quei black out volontari che la tormentavano, cercando di riportarla giú il piú velocemente possibile. Con il passare del tempo, aveva imparato a farla tornare, offrendole il suo petto per poggiare la testa ed accarezzandole le ciocche bionde scomposte sulle spalle.
A volte si perdeva nei suoi sogni, un po' come lui, del resto. Con la mano destra lisció il copridivano a motivi tirangolari, mentre con la sinistra continuava a tenere in bilico la tazza, ormai vuota. Si lasció cadere sul divano, affondando la testa in uno dei numerosi cuscini; un ricordo singolare lo inghiottí di nuovo.
Nella sua casa, a Sheffield, aveva una divano molto simile, color nocciola, gli sembrava di ricordare. Ogni volta che capitava a casa sua si lanciava letteralmente nel nocciola- o era beige?- e si sistemava un cuscino dietro la testa, poi aspettava che finisse di fare qualcosa di improrogabile, spesso finire un libro, dare l'ultima pennellata a un disegno, o vestirsi e fissava il soffitto panna godendo della morbidezza di quel divano, che ora sembrava qualcosa di cosí banalmente speciale da farlo ridere di se stesso.
Pensieri che per tanto tempo aveva accuratamente riposto sotto il tappeto assieme alla polvere, riemergevano disordinati e lui non poteva fermarli. Qualunque fosse stata la causa di quell'improvvisa sensazione di nostalgia mortale, quel tipo di nostalgia che crea un precipizio tra il pomo d'adamo e lo stomaco- area che nei teenager e anatomicamente preposta a contenere farfalle-, si ritrovó a pensare che forse aveva dato troppo peso a quella parte di passato, esagerando com'é tipico a coloro che, andando avanti con la proria vita, ricoprono con una patina di grandiositá le emozioni del passato, che si deteriorano, stagnati covano, per poi fuggire all'improvviso da qualche spiraglio e fagocitare i malcapitati.
In fondo lei era stata un'amore qualsiasi, forse era quel suo stato di malessere che lo induceva ad ingigantire le cose, ad amplificare le sofferenze, in una sorta di catarsi salvifica. Stava quasi per convincersi che quella doveva essere la spiegazione, quando, nell'ennesimo momento di debolezza di quella mattina, il ricordo di un profumo, gli riportó alla mente, come un novello Proust, un'immagine di quel tempo, ormai perduto.

«When I'm pipe and slippers and rocking chair
Singing dreadful songs about summat
Will I have found a better method
Of pretending you were just some lover?
»

Magari un giorno-si disse- sarebbe riuscito a dimenticarla.

  
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