Capitolo
12
Elena's
POV
Dopo
le rassicurazioni di Damon, la cosa più difficile
da affrontare è stata dirlo a Casa Salvatore. L'hanno presa..alla Salvatore: pronti sostenermi,
psicologicamente ed economicamente, convinti che ce la faremo. E' l'uso
di questo
plurale che mi da forza e mi inquieta, allo stesso tempo. Insomma
sì..siamo una
famiglia (e la cosa resta discutibile), si affronta insieme..ma il
tumore è
mio; è dentro di me, nel mio sangue.
E' me che cerca la morte.
Però non posso negare che sentire la loro vicinanza e la
loro forza, ne da
molta a me; non so chi ringraziare per avermi portato da loro, ma se
mai lo
saprò..gli sarò debitrice.
Questa settimana inizierò le chemioterapie e sono in ansia.
So verso cosa vado
incontro: stanchezza, vomito, capogiri, affaticamento; il dottore mi ha
informato che essendo un primo ciclo, potrei non perdere i capelli...e
so che sembra
stupido, ma per una donna non lo è. Fidatevi. Rappresenta un
fardello fondamentale
per la sua femminilità, sensualità..l'essere
donna. Potrei anche perdere peso,
e questo preoccupa gli altri..preoccupa Damon. Non me ne parla, si
limita a
chiedere come mi sento, e so che vuole saperlo davvero; è
l'unica sicurezza che
vuole sentire.
Sono le 15:30, devo prendere i miei medicinali e poi fare la chemio. Ah
sì,
Giuseppe è riuscito con qualche conoscenza (e denaro) a
portare l'attrezzatura
qui a casa. Dicono che mi aiuterà. Scendo giù in
cucina e trovo Olga intenta a
preparare qualche stuzzichino; mi sono rifiutata di darle retta sullo
stare a riposo.
Finché sto bene voglio impegnarmi nell'aiutare a casa, non
voglio stare ferma
prima ancora di arrestarmi davvero.
"Ciao
scricciolo!"
"Ciao
Olga. Prepari da mangiare? Cosa sono?"
"Panini
all'olio, maionese e prosciutto.
Vuoi?"
"No,
grazie. Devo prendere le mie medicine, e fra
mezz'ora ho la terapia"
"Oh
certo" si gira dall'altra parte, non mi
guarda.
E'
rabbuiata.
"Olga?"
"Uhm?"
"Guardami,
per favore.."
Si
volta, e noto i suoi occhi lucidi. Mi si stringe il
cuore.
"Non
fare così. Andrà tutto bene"
Annuisce
sorridendomi leggermente "Sì, scusa. E'
che...nulla"
Le
vado incontro e l'abbraccio. Mi ricambia con un
sospiro.
"Grazie"
mi dice.
Rido,
perché sono felice di averla conosciuta.
Se
ce una cosa che la malattia di fa capire è che non
devi dare per scontato niente, neanche un secondo, o una persona, o un
momento.
Prendi tutto, e ringrazia. Sii felice, perché a discapito di
tutto..te lo meriti.
Nel frattempo che prendo le compresse e le mando
giù, ecco fare irruzione
in cucina anche Damon ed Elizabeth. Lui mi guarda subito e mi sorride,
di più
non può fare.
Eh no. Ancora non abbiamo detto niente; in realtà possiamo
dire che la cosa
passa in secondo piano, rispetto a tutti gli ultimi avvenimenti..anche
se
poterci amare alla luce del sole non ci dispiacerebbe.
"Ehi!
Come stai, signorina?" mi chiede Elizabeth.
"Bene"
sorrido, e anche lei.
Damon
poi...è un sorriso ambulante quando sente queste
parole.
"Mi
fa piacere. Stasera abbiamo il Galà di
beneficenza e tu devi essere uno splendore, per cui riposati"
Giusto!
Il Galà..l'avevo dimenticato. Speriamo di
farcela, anche se dopo la chemio..
Mmm..
"Oh
certo! Ci sarò Elizabeth"
Mi
fa l'occhiolino e sento, più che vedere, Damon
avvicinarsi.
"Tutto
ok?" mi chiede
"Ehm..sì"
Mi
sorride e io divento un semaforo in faccia.
"Ok.
Hai preso le medicine?"
"Sì"
"Quando
hai la terapia?"
"Fra
un po'..Doc!"
"Come
mi hai chiamato?"
Ha
sentito benissimo.
"Doc"
"E
per quale motivo, di grazia?"
"Oh,
molto semplice. Mi sembri un dottore. Vuoi guarirmi
tu?"
Voleva
essere una battuta, una pessima battuta. E lui
ha colto solo il "pessima". Le sue labbra si chiudono in una linea
dura.
"Se
potessi.." mi guarda fisso, muovendo le
sue pupille velocemente nelle mie
"Lo
so, scusa...battuta infelice" mi scuso
Non
mi ero nemmeno resa conto che Olga ed Elizabeth non
ci sono più, ma Damon sì. Mi prende per i
fianchi, avvicinandomi a lui e mi
bacia. Dolcemente. Schiudo la bocca, e i nostri sapori si incontrano,
fanno
l'amore al posto dei nostri corpi. Si confondo, per fondersi ed
appartenersi
come sempre. Ci stacchiamo ansimanti, e ci sorridiamo.
"Ti
amo" gli dico, e mai mi stancherò
"Io
di più" risponde
"Meglio
che vada. Prima inizio, prima
finisco"
"Ben
detto. Vuoi che stia con te? Non so, magari
ti passa più velocemente.."
Mi
stupisce questa sua richiesta, od offerta..non so
come prenderla, intenderla.
"Non
fa niente.."
"Mi
fa piacere"
Non
è vero, Damon.
E glielo dico.
"Come
no"
"Che
intendi?"
"Dai
Dam! Non può essere piacevole assistere alla
chemioterapia della tua ragazza"
"Io
non voglio assistere, voglio solo tenerti
compagnia"
"Mentre
mi curo"
"Mentre
ti curi"
"Mi
stancherò tanto, sarò pallida..io non.."
Non
posso.
"E
allora?"
"Senti
Damon, io sono felice che tu voglia starmi
vicino, e già lo fai! Credimi! Ti amo così tanto
perché mi aiuti, e mi dai
forza. Ma non voglio troppe sporgenze. Ti prego. Vienimi incontro"
Sbuffa,
e si passa una mano fra i capelli
corvini..morbidi e setosi. Corti, dopo l'ultimo taglio.
Sembra più giovane.
"Ok,
va bene. Ma se hai bisogno di qualcosa-"
"Lo
so" gli metto le braccia al collo
"..di
qualsiasi cosa-"
"Lo
so. Tu ci sei. Ricevuto. Forte e chiaro."
"Bene"
posa la fronte sulla mia
Mi
stacco e lo guardo scettica e..fantasiosa
"Qualunque?"
Annuisce.
"Mmm..buono
a sapersi"
Mi
lascia andare e mi da una pacca sul sedere. Grido
come una scolaretta.
Goditi il momento, Elena.
Damon's
POV
Elena
ha iniziato le terapie da un po' ormai..e la
stanno distruggendo. E' stanca, è dimagrita molto, pallida.
Sta perdendo quella
forza, la voglia di vivere che la distingueva..quella che mi ha fatto
innamorare. Non mi permette di essere con lei durante le sedute, e da
qualche
parte infondo al mio cuore la ringrazio, perché non so se
sarei riuscito a
mettere su una faccia tranquilla mentre la guardo combattere la
battaglia più
importante.
Contro la morte.
Perché il nemico non è la malattia. E' solo un
mezzo per raggiungere ciò che lei
vuole...Lei: la morte. Mentirei se
dicessi di non essere spaventato, ma voglio
che lei combatta. So che non ce la fa più; dei giorni la
guardo, la osservo e
ho paura di vederla troppo..perché se guardo bene potrei
vedere un barlume di
arrendevolezza..e non posso. Perché se crollo,
crollerà anche lei e io ho
bisogno di lei. Nella mia vita. Nel mio mondo. In me.
Fra poco ci sarà il Galà organizzato da mia madre
per una raccolta di
beneficenza; sono in smoking, è una serata elegante.
Sarà presente anche il
sindaco di NYC.
Vado a vedere se Elena è pronta. Busso.
"Avanti"
Entro
e la trovo seduta davanti lo specchio della sua
camera intenta a mettere una catenina al collo. È stupenda.
Ha un vestito nero,
senza spalline, con uno spacco su una gamba. Scarpe argento, che
richiamano i
gioielli. E' divina. Anche se con qualche (parecchi) chilo in meno. Mi
guarda
attraverso lo specchio.
"Ehi
tu.."
Le
sorrido "Wow"
Ricambia
e si alza
"Sei
splendida"
"Grazie,
anche tu"
"Come
ti senti? E' andata bene la seduta?"
"Al
solito"
Ultimamente
odia parlarne, e cerco di non insistere. Deve
essere una serata da ricordare.
"Ok.
Andiamo?" le porgo un braccio
"Damon,
sei sicuro che sia il caso di farci vedere
così insieme?"
"Sì.
Non c'è nulla di male. Anzi, credo sia anche
ora di dirlo"
"Pensiamoci
dopo..e comunque sì, accetto il suo
invito"
Eccola,
è tornata..almeno per un po'.
La casa è già gremita di gente, il catering
è ottimo e sfoderare Elena con me è
un privilegio e un piacere. Cerca di essere sorridente con tutti, e
tutti
l'ammirano già. Vedo in lontananza Caroline e Stefan, che mi
fanno un cenno.
Elena ha voluto che solo loro sapessero della sua situazione. O meglio,
che
Caroline sapesse; ma l'avevo avvertita..la bionda difficilmente sta
zitta,
specie con il suo ragazzo.
Eh sì, avete sentito bene. Abemus
papam!
Quei due ce l'hanno fatta! Incredibile ma vero...strano, ma molto
carino da
vedere. Li raggiungiamo.
"Ciao"
"Ciao!!"
Caroline abbraccia Elena
"Sei
uno splendore, Gilbert!"
"Anche
tu, Care"
"Grande
festa, eh..?" mi sorride Stefan
"Beh,
conosci mia madre..resta poco da
spiegare"
"Dai
Elena, vieni! Devo raccontarti un po' di
cose" fa Caroline portando via Elena
"Care,
la voglio intera!"
"Si,
si!"
Sì.
Sanno di me ed lei.
"Allora...come
sta?" mi chiede Stefan,
rimasti da soli
"Mah..certe
volte bene, altre meno"
"Hai
paura che molli?"
"No..non
lo so"
"E'
una situazione difficile"
"Sì,
ma non la lascerò morire, Stef. Fosse
l'ultima cosa che faccio"
Lui
annuisce. "Che dicono i dottori, dopo questo
primo ciclo?"
"Situazione
stabile. Che indica nessun
peggioramento, ma nemmeno altro"
"Ne
è rimasta delusa?"
"Non
mi è sembrato. Forse lo sono stato più
io"
"Tu
stai bene?"
Rido
tristemente "No, amico. Voglio vederla felice
e non lo è. Vorrei che stesse bene, ma non è
così"
Non
dice nulla. Mi da una pacca sulla spalla.
Grazie Stefan.
Il
mio amico mi avverte che si sono anche Finn e
Rebekah, ma non me ne curo.
Mio padre mi presenta ad alcune persone; in tempo di elezioni
è bene fare bella
figura; vedo mia madre che ride e che riceve complimenti da tutti.
Devo ancora conoscere qualcuno che non la ami!
Mentre ascolto i discorsi economisti, vedo Caroline raggiungermi con
un'aria..strana. Mi agito subito.
"Care.."
"Damon,
puoi..ehm, venire un attimo?"
"Che
succede?"
"Uhm.."
"Caroline!"
"Elena
non sta bene. Dice che le gira la testa, si
sente debole.."
"Dov'è?"
inizio a camminare agitato per la
sala.
Non
mi accorgo nemmeno che la mia amica mi sta
trascinando, finché non vedo Elena sdraiata su un divanetto,
in un angolo.
"Ehi"
mi avvicino
Fa
un lamento, per farmi capire che mi ha sentito
"Hai
un capogiro?"
Apre
gli occhi "Sì..non mi sento bene. Potrei
vomitare"
"Ok.
Vieni. Andiamo di sopra. Sei sfinita, è meglio
se vai a letto"
Sto
per prenderla in braccio, quando mi blocca
"No,
Dam..ce la faccio. Solo qualche minuto"
Tenta
di alzarsi ma le sue ginocchia non reggono. La prendo
al volo
"Sì,
lo vedo, Virginia"
Si
aggrappa a me. Arriva anche Stefan.
"Ehi,
amico..ti vogliono sulla pista..che
succede?"
"Non
sta bene.." lo informa Caroline
"Damon,
vogliono che la vostra famiglia apra le
danze. Il sindaco chiede di te!"
"Che
si fotta! Sono occupato"
"Dam,
puoi andare.." mi fa Elena
"No,
resto con te, piccola. Ora ti porto su e
resto" le bacio la fronte spostandole la frangia
"Damon!"
Cazzo,
mia madre.
"Dai,
abbiamo bisogno....di te. Elena?"
"Sta
male, mamma. Non posso ora"
"Chiamo
il dottore?"
"No,
è solo stanca"
"Allora
può occuparsene anche Caroline,
giusto?"
"Uhm..sì!
Sì! Certo!"
"No,
voglio occuparmene io"
"Damon,
figliolo... è stanca. La metteranno a
letto Stefan e Caroline. Ti richiede il sindaco, è
importante. Per tuo
padre.."
"Anche
lei è importante!"
"Lo
so Damon, lo so." Mi dice con voce ferma
mia madre.
"Dam,
vai davvero..non privarti di questa cosa per
me..vai" mi dice Elena
La
guardo..e non cambio idea.
"No.
Ci penso io a te, ricordi? Ti ho fatto una
promessa"
Ignoro
tutti, le voci che mi chiamano, la musica.
Ci sono io per Elena. Conta solo lei ora.
La
porto in camera, e la poso sul letto. Poi la copro
con la coperta.
"Damon..dovresti
essere di sotto.."
"No,
sto bene qui. Non voglio essere altrove"
"Potevi
ballare, fare una bella figura davanti al
sindaco e a tuo padre.."
"Sai
che me ne importa" le prendo la mano
"Preferisco stare con te, qui. Solo noi due"
Le
accarezzo una guancia. E' umida. Sta piangendo.
"Ehi,
piccola..non piangere..basta"
Parte
qualche singhiozzo.
"Che
c'è che non va?"
"Tutto!"
"Elena.."
"No!
Basta! Non dirmi che tutto ok, perché non lo
è! Io sto male, e tu sei qui. A star male per me, quando
potresti essere a
divertirti, a ballare con qualche bella ragazza che ti faccia fare una
buona impressione.."
"Che
stai dicendo? Ehi, smettila! Io ti amo. Non
mi importa delle altre, o del ballo. Voglio essere dove sei tu"
"E'
questo il punto, Damon. Tu non dovresti
esserci qui"
"E'
un crimine adesso?"
"No,
è...è sbagliato. Per te"
Rimango
in silenzio.
Si mette seduta,
con le spalle alla
tastiera del letto
"Damon,
tu non sei fatto per questa vita; tu
meriti altro."
"Io
merito te. Qualunque cosa significhi! Ho letto
tante cose, mi sono documentato. Ci sono dei modi per farti stare un
po' meglio
e..e per far sì che io gestisca la situazione"
"No,
Dam"
"Non
mi dai nemmeno una possibilità"
"Non
è questione di darti o meno una possibilità.
In questi mesi ti ho visto diventare una persona completamente diversa,
che
solo ora vede le sue potenzialità. Tu non hai idea di quanto
questo mi abbai
reso felice. Non voglio che tu sia legato a me, ai miei appuntamenti in
ospedale, alle limitazioni della mia vita. Non voglio che tu ti perda
quello
che potrebbe darti qualcun'altro. Ed è egoista, ma non
voglio che un giorno tu
mi guardi provando anche il minimo rimpianto o pietà e.."
"Non
lo farei mai!"
"Non
puoi saperlo, Damon. Non puoi sapere di come
potresti sentirti fra qualche giorno, o mese. Non hai idea di come
diventerà a
lungo andare. Io invece sì"
"Che
stai dicendo? Elena, dammi una chance! Dacci
una possibilità! Io non posso accettare che.."
"Ascoltami,
ascoltami proprio tu." Mi prende
una mano, e la stringe. Forte. Inizio a tremare, e non so
perché. O forse sì.
"Questi
mesi sono stati magnifici. Averti al mio
fianco, innamorarmi in un modo che nemmeno credevo possibile; non dopo
la vita
che ho avuto. E la tua famiglia...Dio, è stata la ciliegina
sulla torta. E tu
sei stato il massimo per me. Io no. Io non potrò mai essere
il massimo per te,
non così. Non sfinita da una chemioterapia, con dieci chili
di meno, e
probabilmente senza capelli. Tu meriti una star, una da far invidia a
chi incontri.
E il tuo modo di amarmi è stato unico, meraviglioso e
impeccabile, ma.."
"Amore.."
..Dio,
no..
Piange
di nuovo
"..in
Svizzera è legale l'eutanasia attiva e
passiva. In pratica ti iniettano delle sostanze..è come
un'anestesia. Ma
perenne. Altrimenti c'è l'interruzione di trattamenti
medici. Ma si va sulla
sofferenza. E io ho bisogno di finirla qui, Damon. Basta chemio. Basta
stanchezza, basta dolori alle ossa, o vomito. Basta svegliarmi con la
voglia
che la giornata sia già finita. Ho intenzione di prendere un
appuntamento in
questa clinica, e se tu ami davvero come dici..la cosa che mi farebbe
felice
più di ogni altra sarebbe che tu mi accompagnassi"
La
mia testa scatta all'indietro. "Che
cosa??"
"Le
cose non andranno meglio. Queste terapie ritardano
solo, ma non guariscono. E sai come me che quel midollo osseo non
arriverà.
Avete provato tutti voi e non siete compatibili. Non voglio
più soffrire, non voglio
dipendere da qualcuno o da qualcosa. Per
cui amami adesso. Resta al mio fianco. Dammi la fine in cui
spero."
La
guardo..inorridito.
"Come
puoi chiedermi una cosa del genere? Ti dico
che ti amo e che voglio costruire un futuro con te, e tu mi chiedi di
venire a
vederti mentre ti uccidi?? Ma che diavolo..."
"Damon.."
"Elena,
ascoltami. Ti prego, stammi a sentire..io
posso renderti felice. Staremo bene, anche tu. Io ti amo
così come sei, non ti
cambierei nemmeno un capello..io..ti prego, ti prego amore mio..non
farmi
questo! Non farlo a te! A noi"
Sono
disperato. Non può chiedermelo davvero! Non può
volerlo davvero!
"Dam,
non ce la faccio più. Sto soffrendo, e
tu.."
"Io
non basto. Non questa volta"
"Damon..io
ti amo ma.."
"Vaffanculo,
Elena! In
questo momento ti odio! Vorrei...vorrei...."
Do
un pugno al comodino. Lo
distruggo. La spavento.
Lei
con me ha fatto di peggio.
Vado
fuori sbattendo la
porta. Non riesco nemmeno a guardarla. Ad amarla. Non ora.
Elena's
POV
Lasciami
andare Damon. Lasciami a mio padre.
Non
mi uccidete vero? Ok mi limito a dire che su ogni cosa scritta mi sono
documentata, e a ringraziarvi! Spero in tante recensioni! Un bacio :*