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Autore: International_Love    20/01/2015    3 recensioni
Salve a tutti! Sono alle prese con la mia prima FF su Harry Potter, cambiando leggermente le vite dei nostri amati protagonisti, aggiungendone anche qualcuno: Alison Martini. Italiana, mezzosangue e nuova Auror del Ministero della magia inglese.
Dal 1° capitolo:
"-Dovrete venire con me e Keaton, tra un ora. Preparatevi.-
-Dove siamo diretti?- chiese beffardamente la ragazza, spinta da una nuova energia per quella inaspettata missione.
-Davanti al Wizengamot.-"
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
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PROLOGO

 

 

-Mamma, hai visto il mio libro di storia?-

-Dovrebbe essere nel tuo zaino, tesoro, dato che ieri sera ti avevo chiesto di prepararlo.-

-Ma io l'ho preparato ieri sera!-

Il lunedì mattina era il giorno più brutto che un bambino di dieci anni poteva mai vivere. Iniziare una nuova settimana di scuola, rivedere la maestra, e ricominciare ad alzarsi presto. Esattamente tutto quello che più odiava Jacopo durante l'inverno.

-Buongiorno. Come stai?- chiese sua mamma dolcemente, sedendosi anch'essa di fronte al figlio più piccolo.

-Bene.- rispose a denti stretti il bambino mostrando tutto il suo disappunto per quella sveglia suonata troppo presto. La sera prima gli era caduto l'ultimo dente, e dopo aver corso per tutta la casa con il dentino in mano, crollò stanco a letto, con un tenue sorriso e la promessa di sua madre che la fatina dei denti sarebbe passata per lasciargli una moneta. E quello, dopo aver spento la sveglia diverse volte e averla buttata per terra per posticipare l'alzata da letto, fu il primo pensiero che ebbe. Cuscini e coperta andarono a far compagnia alla sveglia e quando trovò la moneta luccicare nel fondo del materasso, urlò di felicità come un pirata quando trova un forziere pieno d'oro.

-Tua sorella? E' sveglia?- chiese la mamma mentre versava i cereali preferiti di suo figlio nella tazza.

-Sì, purtroppo. Buongiorno, mostriciattolo. Mamma.- una ragazza dai lunghi capelli castani, leggermente ondulati, si palesò in cucina giusto in tempo per sentire sua madre chiedere di lei. Sbadigliò, coprendosi la bocca con una mano, e si mise a sedere accanto al fratello minore, cercando con gli occhi la sua agognata tazza di caffè. La donna, divertita dall'espressione persa di sua figlia, scese dalla sedia e prese la caraffa piena di liquido nero fumante, versandone la dose per lei più giusta, ma quando la riposò sul bancone, il liquido cominciò ad uscire da solo, per poi depositarsi nella tazza fino a riempirla totalmente.

-ALISON MARCELLA MARTINI! - la rimproverò sua madre, portandosi le mani sui fianchi esasperata.

-Che c'è? Era troppo poco!- si difese la ragazza, chiamando a sé la tazza. Alison fece un semplice gesto con la mano: la tazza lievitò per aria dal bancone fino a pochi centimetri dal suo viso, per poi prenderla delicatamente tra le mani e portarsela alle labbra per gustarne l'aroma.

-Troppo poco? La caffeina fa male, soprattutto a te che sei intrattabile già di prima mattina. E poi, riesci a non fare stranezze mentre facciamo colazione?-

-Magia, mamma. Si chiama magia e no, non ci riesco. È più forte di me. Esasperarti è il mio hobby preferito, lo sai.-

-Hai detto la parola giusta, esasperazione. Jacopo, tesoro, per favore, non diventare mai come questa qui.- finì di dire la donna, indicando la ragazza che sorseggiava tranquilla la sua bevanda, riferendosi al figlio più piccolo, che guardava la scena con blando interesse. La stessa scena ogni mattina.

Dorella Martini si risedette sulla sedia, lasciando che il silenzio si impadronisse di quel momento. Alzò gli occhi dalla tazzina di caffè appena svuotata e guardò noiosamente la sua piccola dimora. La cucina era spaziosa e moderna, di un tenue colore beige. La cappa piantata sopra i fornelli era piena di calamite di tutte le città che avevano visitato durante le vacanze e il frigorifero era tappezzato da numerose foto e disegni fatti dai suoi figli quando erano piccoli. Un mezzo bancone alto era stato chiodato al muro, dividendo la zona cucina dal salotto. Quest'ultimo, era semplice e spazioso, arredato solo dai pochi mobili di legno usurati nel tempo, un divano letto e uno strano mobile di vetro ove era appoggiata una televisione a schermo piatto. Un tavolo rotondo con sei sedie e un semplice tappeto chiaro era posizionati sotto l'unica finestra della stanza. L'unica aggiunta recente era stato il camino. Totalmente in pietra, occupava una parete intera. La donna, ammirando l'opera di nemmeno mezz'ora di lavoro, ricordò quanto sua figlia aveva assillato lei e suo marito precedentemente per quel nuovo acquisto.

-Papà, per favore. Ne ho bisogno! Non posso smaterializzarmi fuori, sul pianerottolo! I vicini mi vedrebbero. E anche quegli spioni che abitano di fronte a noi!” urlò Alison verso suo padre, il quale rimase seduto sul divano, più impegnato ad ascoltare l'ennesimo telegiornale della giornata che sua figlia.

-Ma si può sapere a cosa ti serve? Per spostarti non hai mai avuto problemi.- chiese sua madre, intromettendosi nella discussione notando che suo marito non le degnava nemmeno di uno sguardo.

-Devo andare a lavoro! Per me sarà più facile muovermi via camino.- Dorella stava cercando in tutte le maniere di trovare un significato in quella frase illogica, ma illogica lo era solo per lei. Per sua figlia era di vitale importanza e questo le bastò per poterla accontentare. Alison saltò per tutto il soggiorno,e subito si mise al lavoro per ottenere il suo camino perfetto. Ricordava perfettamente quel giorno. Suo marito rimase paralizzato quando vide così tanti mattoni volare sopra la sua testa e posarsi uno sopra l'altro fino a finire l'opera. Ma nonostante il suo amore incondizionato di madre, non riusciva ancora a spiegarsi come era possibile che la sua primogenita fosse strana. Dopo tutti quegli anni ancora non riusciva a chiamarla per quella che effettivamente era: una strega. L'unica della famiglia.

-Ok, devo andare a lavoro. Mi piacerebbe restare qui con voi ma ho delle cose da fare.- Alison scese dalla sedia e si precipitò all'attaccapanni vicino alla porta d'ingresso per prendere il suo mantello e la borsa posata lì vicino. Con passo veloce si riavvicinò ai suoi familiari, stampando un sonoro bacio sulla guancia di Jacopo ed inviandone uno a sua madre.

-Stasera verrai per la cena?- le chiese Dorella prima che sua figlia andasse via.

-Non lo so. Dipende, perché?- chiese noncurante la ragazza mentre si agganciava il mantello nero intorno alle spalle.

-Tuo fratello viene a cena stasera. Con Lena.- Alison alzò indifferente le spalle, come se quella notizia non l'avesse scossa minimamente.

-Cercherò di esserci, ma non ti prometto nulla.- Si avviò dentro il camino, e dopo aver preso un ciuffo di polvere volante, la buttò ai suoi piedi scandendo perfettamente il luogo dove doveva recarsi, sparendo in un denso fumo nero.

-Sai che non verrà, vero?- disse Jacopo, notando che sua madre non la smetteva di guardare il punto in cui la sua primogenita era appena sparita.

-Ha detto che cercherà di esserci! Tu non ti impicciare, e muoviti! Cerchiamo di non ritardare almeno oggi.-

 

 

Angolo Autrice:

Salve a tutti! Questa è la mia prima fanfiction e da questo breve prologo spero di avervi un minimo incuriosito. Ci saranno i nostri amati personaggi, con qualcuno di nuovo a complicare ancora di più le loro vicende.

Spero di aggiornare la mia storia due volte alla settimana, dipende dallo studio e dagli esami :) :)

 

   
 
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