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Autore: Inikos DS    20/01/2015    1 recensioni
Si avvicinò al viso dell’altro, come ipnotizzato dalle labbra schiuse che ispiravano ed espiravano, il petto che si alzava e abbassava.
- Ogni essere è così incolume nell'atto del sonno. Pensò il biondo.
Passò lievemente un dito sulla fronte del moro, delineandone il contorno e scese fino al naso dritto. Solleticò la barba che spuntava dalle guance, inspirò il suo odore.
Brad sorrise.
Il biondo timoroso si bloccò, ma le labbra di quello si richiusero, dormiva ancora; forse avvertiva la sua presenza.
Accarezzò poi le labbra, le baciò con delicatezza, l’altro non parve accorgersi di nulla.
Com'era in pace.
Un bacio ne portò un altro ed un altro ancora… era come drogato da quel ragazzo dormiente…
Improvvisamente però il braccio che lo cingeva strinse la presa, Brad aprì gli occhi.
"Ei…" sussurrò guardandolo. "Sei una visione o cosa?"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ciao a tutti, eccomi tornato con un nuovo capitolo.
Entro fine gennaio salvo imprevisti, penso di pubblicare il continuo.
Un bacio a chi è ancora qui e a chi arriverà.
Grazie.
Ps: il capitolo si alternerà tra il Pov di Brad e quello di Alison.





Pov Brad.




Dopo il lampo di genio di urinare sulla mano di Krystal e fingersi malato il Karma aveva deciso di accanirsi contro Brad, infatti, due giorni dopo l’incidente Krystal gli aveva mandato un messaggio nel quale lo intimava a presentarsi alle ore 15:00 precise a casa sua; e  così aveva fatto recandosi nell’imponente villa.
Si  aspettava un lavaggio del cervello dalla castana o nel peggiore dei casi di doverla scopare, invece venne a sapere che sarebbero andati in chiesa per fare le prove pre-matrimoniali… gli caddero le braccia ai piedi, ma Krystal fu irremovibile (come sempre del resto). 

<< Il tuo abito è nella camera degli ospiti, fai veloce a cambiarti il parroco ci aspetta per le 16:00. >> dichiarò la vipera mentre una domestica l’aiutava a sistemarsi l’abito da prova.

Salendo la scalinata il moro si lamentava con se stesso.
- Perché dovevano sposarsi in chiesa?
Lui odiava le chiese, erano sempre così fredde, macabre che fin da bambino si rifiutava di entrarci, trascinato di forza dai genitori. 
Inoltre non era un credente, non lo era mai stato e di sicuro non aveva intenzione di diventarlo… 
Sposarsi in luogo considerato sacro da altri e del quale a lui non importava nulla gli sembrava alquanto ipocrita ed offensivo, eppure come sempre non aveva scelta.

Alle 16:00 precise scesero dall’automobile grigio metallizzata, la chiesa era un’imponente costruzione in stile barocco che faceva molto Krystal, ad accoglierli venne il parroco, un uomo sulla quarantina con i capelli brizzolati.
A Brad non sembrava un uomo di chiesa, anche il fisico snello e slanciato metteva in dubbio la sua veridicità.

<< Buonasera figlioli. Amabile signorina Krystal. >> disse porgendole la mano.
Quella sorrise di ricambio. 
<< E quindi lui il futuro sposo? >> chiese titubante guardando Brad.
<< Si parroco, le presento Brad. >>
<< Brad lui è Don Luke. >>
I due si strinsero la mano.
<< C’è per caso qualcosa che non va? >> domandò Krystal al parroco. 
<< No no, e solo che me l’aspettavo diverso. >>

- Si aspettava un rampollo di alta famiglia etero e non un poveraccio gay…
disse tra se e se il moro trattenendosi dal scoppiargli a ridere in faccia. 

Krystal lo incenerì con lo sguardo, 
<< Allora andiamo? >>
<< Si si certo, prego da questa parte. >> disse quello indicando la porta.

Una volta dentro Brad si accorse che la temperatura non era mutata di una virgola, anzi sembrava quasi come se fosse scesa, evidentemente anche Krystal se ne accorse perché non si fece problemi a commentare ad alta voce. 

<< Don Luke. >> esclamò indignata. << Come spiega tale orribile temperatura? >> 
<< Ah si, mi spiace per il piccolo inconveniente signorina e solo che ci sono dei problemi all’impianto del riscaldamento, ma comunque non deve preoccuparsi i tecnici sono già all’opera per risolvere il problema. >> sorrise rassicurante. 
<< Oh bè lo spero bene, il 31 non è poi così lontano. >> ribatté quella con astio. 
<< Ma signorina tra un mese il problema sarà più che risolto. >> 

 - Non sa di giocare una partita già persa in partenza. Pensò il moro godendosi la scena. 

<< Lei non sa cosa vuol dire organizzare un matrimonio, e soprattutto il MIO matrimonio! Un mese equivale ad un ora, basta una piccolezza per rovinare tutto. >> sbottò severa. 

Brad colse l’occasione al volo.

<< Amore non è meglio se torniamo quando il problema sarà risolto? Non vorrei ti ammalassi. >> disse dolcemente alla castana. 
<< Brad adesso non ti ci mettere anche tu! Ormai non c’è più tempo, saprò resistere. >> rispose quella risoluta. 

Don Luke si intromise,
<< Lei deve confessarsi? >> domandò guardando il moro. 

Brad dapprima non seppe cosa rispondere, impreparato ad una domanda del genere. 
<< Ehm no, si cioè boh… Non ne vedo la necessità ecco. >> decretò alla fine. 
Il parroco alzò gli occhi al cielo,
<< Avanti mi segua. >> 

Brad si voltò verso Krystal in cerca di aiuto.
<< Muoviti, vai. Alisha e Christie stanno per arrivare. >> gli sibilò acida. 

Il moro scoraggiato si affrettò a raggiungere Don Luke che lo stava aspettando davanti ad una porta.
<< Avanti ragazzo. >> gli intimò.

Brad iniziò a percorrere una scalinata e si chiese se non fosse stato scelto come vittima di un qualche rito cristiano, tuttavia la sua preoccupazione svanì quando dopo aver aperto una seconda porta si ritrovò in uno studiolo semplice e modesto.
Il parroco chiuse la porta alle sue spalle e fece cenno a Brad di accomodarsi.

<< Allora caro dimmi, come mai hai deciso di sposarti? >> gli domandò curioso. 

Brad sbiancò… lo sapeva fin dall’inizio che non sarebbe mai sopravvissuto a quell’interrogatorio. 











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Pov Alison





Alison corse fuori dal bar ferita e infuriata con il suo migliore amico…
Una parte di lei si sentiva in colpa per avergli mentito ma l’altra le diceva che in fin dei conti non aveva commesso nessun reato; era forse un tradimento credere nell’amore? 
Lei pensava che alla fine Brad avesse trovato un modo per fidanzarsi con Dan e invece aveva pensato male, ed ora era lei quella che era passata per la falsa della situazione, quando in realtà voleva soltanto aiutare i due ad iniziare la loro storia d’amore una volta per tutte. 
Avrebbe voluto rivedere Gabrielle e gioire per il suo risveglio, raccontare a Daniel della sua insolita avventura e invece…
Aveva bisogno di stare sola per riflettere, nelle vicinanze doveva esserci un boschetto se non errava…
Le fronde degli alberi si agitavano silenziosamente, degli uccelli si alzarono in volo, Alison si accomodò su di un tronco caduto, amava la natura, il silenzio surreale dei boschi, la solitudine che le permetteva di esprimere al meglio i suoi sentimenti. 
Non era mai stata una tipa molto socievole anzi… si mostrava estroversa e di facile approccio ma in realtà era molto selettiva… Non condivideva i pensieri del 90% dei ragazzi della sua età. 
Li percepiva quasi tutti come vuoti, come macchine della società… si lasciavano incatenare dagli stereotipi e tutti erano la copia di tutti, dall’abbigliamento al modo di pensare e agire.
Nessuno che avesse delle idee proprie, nessuno che avesse un proprio stile, nessuno che avesse il coraggio di essere se stesso per paura…
Paura di cosa poi? 
Di non essere accettati, di essere presi in giro, emarginati… che gran cazzata!
A lei andava bene così, preferiva essere Alison piuttosto che un burattino in compagnia di altre marionette…
Non fumava, non beveva e non si vestiva da zoccoletta, non usciva il sabato sera con le amiche per andare in qualche disco a staccarsi i timpani, non amava nulla delle “cose decise dalla società”…
Ma non se ne faceva un problema, anzi le piaceva essere diversa, vivere secondo le sue regole e fanculo chi la sfotteva per il suo stile strano o la fraintendeva; se c’era qualcosa che aveva capito era che la vita è troppo fugace e preziosa per spenderla a fare cose decise da altri o ad essere un’altra solo per essere accettata…
Odiava la sua società ed era consapevole del fatto che più la tecnologia avanzava più l’umanità regrediva, nessuno sapeva far niente, troppe comodità, troppi lussi, la popolazione diventava man a mano sempre più incapace. 
Ecco perché cercava di tenersi il più lontana possibile dai social network ma alcune volte ne sentiva il richiamo… 
Li stavano intrappolando, li stavano facendo il lavaggio del cervello e nessuno faceva niente per impedirlo…
Il mondo stava regredendo…in peggio, e aveva deciso di farlo proprio nell’era in cui si trovava a vivere…magnifico….
Un nuovo anno era alle porte, il compleanno di Dan era dietro l’angolo e anche il matrimonio del coglione. 









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Pov Brad 



<< Ehm sinceramente non ho ben capito il senso della domanda…secondo lei per cosa ci sposa padre? >>
<< Per amore figliolo…amore altrimenti per quale altra ragione? >> chiese quello di ricambio. 
<< Senta perdoni la franchezza ma la smetta di chiamarmi figliolo, lei non è un’ottantenne quindi… >> sbottò secco.
<< Ho 42 anni per l’esattezza, e va bene se proprio le da fastidio… ma mi dica lei come dovrei chiamarla? Signore? >> domandò con una vena di sarcasmo.
<< No. Brad deve chiamarmi solo Brad. >>
<< Va bene, allora mi dica Brad per cosa ci si sposerebbe in una coppia se non per amore? >> chiese curioso.
Il moro avrebbe voluto tirargli un pugno in faccia.
<< Oh bè non saprei… soldi? Disperazione? Obbligo? Paura? >>
Il parroco rimase colpito da quella frase.
<< E chi mai si sposerebbe per paura o disperazione? >>
<< Chi ormai sa di star avanzando con l’età e inizia a rendersi conto di aver bisogno di un appiglio per la vecchiaia, la paura di rimanere soli è una delle più grandi degli esseri umani. >>
Don Luke annuì silenzioso.
<< Quindi è per questo che si sta sposando? >>
Il moro scoppiò a ridere.
<< Certo che no, le sembro per caso così vecchio o brutto? >>
<< Naturalmente no… anzi c’è molto direi. >> ammise quello con un tono di voce che parve per un momento malizioso. 
<< Come scusi? >>
Forse aveva solo frainteso… o sentito male. 
<< Oh Brad lei ha capito benissimo, ho percepito fin da subito che lei non si sta sposando per amore, ne tantomeno per le due opzioni appena scartate… quindi non rimangono che odio e obbligo… >>
Al moro si gelò il sangue nelle vene.
<< Mi sta forse accusando di qualcosa? >> disse oltraggiato, ma la voce lo tradì.
<< No Brad mi sto solo chiedendo perché un bel ragazzo gay come lei stia per commettere un atto del genere. >>
Brad non riusciva a credere a quelle parole…
<< M-ma c-come fa a saperlo? >> chiese sconcertato.

- Non era possibile. Lui non era mai stato etichettato come gay da nessuno… era molto mascolino…il suo aspetto esteriore non aveva potuto tradirlo.

<< Lo si capisce con un’occhiata più attenta e un breve interrogatorio… >> ammise l’altro. 
<< Come si è permesso? Questa è violazione della privacy. >> il fuoco gli ribolliva dentro, eppure sapeva di star dicendo assurdità. 
<< Per favore Brad si calmi…io sto solo cercando di capire… >> si giustificò l’altro, ma il moro lo interruppe. 
<< No, lei non deve capire niente. Io me ne frego di lei e lei se ne frega di me. >> esclamò alzandosi e portandogli un dito contro. 
Quello non si lasciò intimorire.
<< Primo le chiedo di moderare il linguaggio, secondo la prego di calmarsi. Io vorrei aiutarla, farle evitare di commettere il mio stesso errore. >> ammise l’uomo con tono empatico.
Brad si bloccò a quelle parole. 
<< Quale errore? >> chiese scettico. 
<< Quello di nascondere la mia vera natura dietro una figura… dietro la religione… >>
Il ragazzo non disse nulla, scioccato dal fatto che uno sconosciuto, per di più prete si stesse sfogando con lui…
<< Si sono gay… >> 
<>
<< I suoi errori non sono un mio problema. E mi dispiace deluderla ma per me non c’è nulla da fare ormai il mio destino è segnato. >> concluse risoluto. Ne aveva abbastanza doveva andare via da lì…
Fece per aprire la porta, ma la voce di Don Luke lo bloccò.
<< Brad per favore, mi ascolti. >>
Il suo sembrava quasi un lamento e nonostante tutto il moro non poté ignorarlo, mosso dalla compassione che poi quasi certamente l’avrebbe fatto pentire di non essere andato via. 
Si appoggiò contro la parete.
<< Avanti parli prima che ci ripensi e me ne vada. >> minacciò spazientito da quella situazione.
L’altro si voltò a guardarlo in viso.
<< Solo ora mi rendo conto di aver sprecato la mia esistenza, cercando di reprimere la mia vera natura… E non mi pento di aver servito il Signore, anzi…mi pento di aver cercato di mentire a me stesso e non vorrei che lo facesse anche lei, Brad. >> concluse. 
<< Senta sono meravigliato dalla sua preoccupazione ma non mi servono ne le sue parole ne i suoi consigli… per me non c’è posto nel regno della libertà. >>

Detto così si appresto ad aprire la porta, ma prima di girare la toppa, il parroco lo raggiunge con un balzo e lo spinse contro il muro.

<< Ma cosa cazzo fa? E’ impazzito? >> 
Brad stava per commettere davvero un omicidio, magari questa volta gli sarebbe stato più fortunato.
<< Brad…so che le sembrerà deplorevole, ma io non ho mai baciato nessun ragazzo e-e mi sono sempre chiesto cosa si provasse e… >> disse incerto su come continuare…
Il moro sbiancò.
<< Ma cazzo per caso mi avete preso tutti per un puttaniere? >> sbraitò scrollandoselo di dosso.
<< Brad la prego, esaudisca il desiderio di questa povera anima… cosa le costa? E solo un bacio. >>

-    Avanti Brad fallo. Disse la compassione.
- No. Che schifo nemmeno lo conosco.
- Ma è solo un bacio! Quante volte hai giaciuto con Krystal? E ti faceva schifo. Ribattè l’altra.
- E lui che si è scelto tale vita! Ora ne sta solo subendo le conseguenze. Contrattaccò la ragione.
- Ha semplicemente preso la strada sbagliata.
- Poteva cambiarla se voleva.
- Spesso c’è la nebbia a nascondere le altre vie, e se non c’è nessuno a rischiararle…
- Ognuno deve contare sulle proprie forze e…

<< Fanculo! >> sussurò Brad alla ragione, poi si voltò e prese il volto di Luke tra le mani e lasciò un bacio, nel quale aveva cercato di concentrare tutta la sua passione, sulle labbra dell’altro che vacillò in un primo momento di sorpresa ma poi contraccambiò avido. 
Il moro si staccò da lui e finalmente uscì da quella stanza a passo svelto. 

Le voci di Alisha e Krystal echeggiavano nello stabile e un “ Dio ti benedica” lo seguì lungo le scale. 













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Pov Alison




Forse aveva sbagliato a prendersela così con Daniel…
Anzi avrebbe dovuto capirlo, sotto pressione com’era il suo amico, era già tanto se non fosse esploso in aria…lei era l’unica di cui si fidava e gli aveva mentito… Anche se per una buona ragione era pur sempre una specie di tradimento…
Doveva scusarsi con il biondo e subito…
Prese il telefono e scrisse:
-- Ciao Dan, mi spiace per prima… avevi ragione tu sono stata una stronza, non avrei dovuto tenerti nascosta una cosa del genere. Spero tu possa capire e perdonarmi. --
Poi premette su INVIA. 

<< Eilà! Chi si rivede. >> esclamò dal nulla una voce alle sue spalle.

La mora dallo spavento fece cadere il cellulare che fortunatamente si depositò su un mucchietto di foglie unite dal vento. 
Velocemente lo raccolse e si voltò vero l’interlocutore. 

<< Thomàs ciao. Anche tu qui? >> domandò stupita… non si aspettava di rivederlo, perlomeno non così presto e in un bosco per giunta. 
<< Scusa non volevo spaventarti. >> rispose quello. 
<< Fa niente. >>
<< Perché sono qui? Be potrei farti la stessa domanda. >> annunciò poi con un sorriso. 
<< Affari miei. >> ribatté l’altra lasciando correre sul fatto che lei non gli aveva chiesto niente. 
<< Lo stes- >>
<< Thomàs avec tu parles? >>’ urlò una voce che la mora riconobbe subito. 
<< Oooh no! Grandmother've tout gâché! >>’’ si lamentò l’altro mentre la mora sogghignava. 

La donna arrivò a passo svelto, teneva un cestino in mano. 

<< Ah c’est elle! >>’’’ disse guardando di traverso Alison, poi scomparve dietro ad un cespuglio.
<< Sapevo che mi odiava… nessuna novità. >> esclamò tranquilla la ragazza.
Thomàs fece spallucce. 
<< E comunque avete sbagliato posto, questo non è il supermercato. >> aggiunse sarcastica. 
L’altro la guardò male.
<< Uao che ridere! Nonna è venuta qui a cercare della verbena e ho deciso di accompagnarla, non la lascerei mai sola. >>
Alison annuì. 
Quella frase era tipica da Daniel.

<< Si, si vede che ci tieni a lei, ma dimmi volevo chiedertelo già l’altra volta ma poi nel casino generale… siete francesi? >>
<< No martinicani, veniamo dalla Martinique l’isola dei fiori. >> ammise il ragazzo orgoglioso.
<< Uh che ficata! E sul programma di geografia di quest’anno. >>
<< Si è bellissima. >>
<< E ti manca? >> chiese curiosa.
<< Be in realtà non vi ho vissuto molto, quindi ricordo poco e nulla…anzi nulla direi. >>
<< Allora come fai a dire che è bellissima? >> lo accusò la mora scettica.
<< Foto fatte dalla nonna, a casa ce ne saranno centinaia, magari un giorno te le mostrerò. >>
<< Perché no. >> disse Alison cercando di immaginare l’acqua cristallina e le spiagge terse.
<< Non è strano? >> disse improvvisamente lui.
<< Cosa? >> chiese l’altra guardando quegli occhi così diversi tra loro ma in perfetta sintonia.
<< Rincontrarsi di nuovo in posti solitari e in così breve tempo. >>
<< Già… è davvero insolito. >>
<< Sei venuta a mietere vittime smarrite? >> aggiunse poi lui rovinando l’atmosfera che si era creata. 
Alison rise.
<< No, solo a riflettere in santa pace, ma a quanto pare non è possibile. >>
<< Questa volta non hai avuto il coraggio di tornare nella villa eh? >> l’apostrofò lui di ricambio.
Alison abbassò il capo, quel bastardo sapeva come metterla in difficoltà ma non si perse d’animo.
<< Ho semplicemente voluto evitare una denuncia ai miei genitori da parte di tua nonna. >> ribatté risoluta, poi come accecata da un ricordo continuò.
<< Scusa Thomàs, so che non sono affari miei ma, se quella villa è vostra perché non vi abitate? >> 
Come si poteva abbandonare una meraviglia del genere? 
<< Oh be diciamo che è diventata nostra per eredità… quando ci trasferimmo qui mia nonna prese a lavorare in quella villa come governante, a quel tempo era abitata dalla famiglia Mason, purtroppo essi morirono durante un incidente d’auto, la signora Mason l’unica sopravvissuta morì un anno dopo per crepacuore…aveva lasciato un testamento nel quale la casa era destinata a mia nonna, della quale si fidava incondizionatamente. Nonna non vi volle abitare ma continua a fargli visita ogni giorno per controllare e dare una spolverata qua e là. >>
<< Uao però che fortuna. >> ammise Alison.
<< Thomàs! Nous allons! >>’’’’ strillò di nuovo la donna.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.
<< Sta ancora sparlando di me? >> chiese la mora divertita.
<< No devo andare. >>
<< Je regrette. >>’’’’’
Thomàs sorrise. 
<< Au revoir madame. >>









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Pov Brad 



Le prove erano state un inferno…
 Per tutto il tempo il moro era stato freddo e rigido, non riuscendo a fingere che andasse tutto bene, non davanti al parroco che aveva poco prima confessatogli di essere gay, e che aveva baciato.
Krystal si era spazientita più volte e Alisha l’aveva schernito mentre Christie l’aveva giustificato dando la colpa all’emozione.
Christie era sempre così gentile e amorevole con le persone… si era spesso chiesto come potesse frequentare una come Krystal…
A fine prove le tre avevano deciso di andare al cinema per svagarsi un po’ e naturalmente anche il moro vi era stato trascinato controvoglia.
Avevano discusso a lungo su cosa guardare, Krystal voleva vedere un film romantico in vista del matrimonio, ma l’unico che trasmettevano era già stato visto da Alisha che voleva vedere un film horror seguita  a ruota da Christie, e alla fine per fare un dispetto a Krystal anche Brad optò per l’orrore; magari lo avrebbe aiutato a dimenticare per un po’ il triste destino. 
Ma Krystal non glielo permise…
Gli restò per tutta la programmazione del film appiccicata addosso, emettendo di volta in volta degli urletti striduli.

Ormai non c’era più nulla da fare, la fine era imminente, mancava nemmeno un mese… 
La sua vita stava per concludersi proprio come quella della ragazza che stava per essere tagliata a pezzi dal pazzo furioso.










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Pov Alison 

Ore 22:30

Il telefono della mora finalmente vibrò.
Si precipitò su di esso e lesse:
-- Scusami tu, ho esagerato io, ti aspetto in ospedale. Un bacio, Daniel. --










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Ecco le traduzioni.

<< Thomàs, con chi stai parlando? >>’
<< Ooh no! Nonna hai rovinato tutto. >>’’
<< Ah è lei. >>’’’
<< Thomàs andiamo. >>’’’’
<< Mi dispiace. >>’’’’’

Ah poi volevo fare un piccolo appunto.
Nella scena del parroco e della chiesa, io spero di non aver offeso nessuno e se ciò è accaduto non era minimamente mia intenzione, io non ho nulla contro i cristiani o la chiesa di per sé. 
Con quella scena volevo soltanto far ragionare su verità che purtroppo ci sono e che spesso vengono ignorate.
Quindi che nessuno la prenda sul personale, e spero che questo capitolo vi faccia riflettere.
Un bacio.
Xx Nick 
  
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