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Autore: tylica_tmr    20/01/2015    1 recensioni
“Non mi ricordo più, ma sono sicuro di aver amato una ragazza indimenticabile”
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

Unpredictable 

"Oh avanti, finitela di fare i cretini" sbuffò Calum.
Era arrivato nel cortile della scuola più o meno da dieci minuti e i suoi amici non avevano smesso di prenderlo in giro nemmeno per un secondo.
"Ma almeno ti ricordi dove sei stato o eri troppo ubriaco?" Gli chiese Ashton, per l'ennesima volta.
"Non ero ubriaco"
"Ma lei lo era di sicuro..." disse Michael, senza continuare la frase, perché tutti avevano capito le conclusioni a cui alludeva.
Calum non diede troppo peso al suo sarcasmo perché sapeva bene che erano fatti così, e che se si fosse offeso per ogni battuta avrebbe passato una vita di litigi e incomprensioni.
Lasciava correre, come facevano loro con lui. 
Andava bene a tutti.
Era quando si trattava di cose serie che il loro rapporto cambiava, cambiava sul serio.
"Comunque siamo stati a Dulwich Hill e poi abbiamo, uhm, vagato per la città per un bel po' di tempo"
"A Dulwich Hill? Hai veramente portato una ragazza come lei a Dulwich Hill?" Chiese basito Luke.
"Beh sì, cioè non proprio, diciamo nei pressi. C'è una vista spettacolare lassù"
"Perché tu naturalmente pensavi alla vista spettacolare della città, non abbiamo dubbi" insinuò Michael che era di ottimo umore, a quanto pareva.
"Avanti, sai cosa intendo"
Calum non stava parlando molto, e riguardo ad alcune domande era piuttosto evasivo, perché in realtà era concentrato su altro.
Allungava il collo ogni cinque secondi, il ragazzo, cercando di individuare una chioma lunga e scura tra la massa di ragazzi che si affollavano di fronte al portone della scuola.
"Il concorso com'è andato invece? Chi ha vinto?" Cambiò discorso.
"Phyllis Margulies, la ragazza al pianoforte con You're Beutiful"
"Prevedibile, è roba da concorsi, quella" 
"Tu invece sì che sei imprevedibile vero? Dai, dai, dai, racconta cos è successo" Ashton fremeva di curiosità.
"Perché mai? Tanto non mi credereste"
"Fai un tentativo" disse Luke con noncuranza, gettando a terra la sigaretta ormai finita che teneva in mano.
Eccola. Era appena uscita dalla lucida auto nera di famiglia. 
Anche se indossava, come tutti, l'uniforme della scuola, la scelta delle scarpe, degli accessori, e delle acconciature denotavano il gusto fine di Ashley. Era sempre impeccabile, era, essenzialmente, la ragazza più elegante che lui avesse mai visto.
L'emblema della femminilità. 
Le labbra di Calum presero a tremare, all'improvviso.
Riportò la sua attenzione verso i ragazzi.
"Okay. Ci siamo baciati. Lei ha baciato me. E nemmeno una volta sola"
Anche le risate sguaiate dei suoi amici erano prevedibili.
Non credevano ad una parola, naturalmente.
"Tu? Scusa amico se sono schietto, ma Ashley Burghley non guarda nemmeno di striscio gente come te. Non ci crederei nemmeno se lo vedessi" affermò Michael.
Fu allora che Ashley si avvicinò a Calum senza farsi vedere e quando fu abbastanza vicina a lui lo prese per il braccio.
"Buongiorno" gli disse, incurante degli altri ragazzi.
Poi lo baciò. A lungo.
Non un piccolo bacio a stampo.
Inutile dire che Calum, Michael e persino Luke avevano gli occhi fuori dalle orbite e le mascelle penzolanti.
"Ci vediamo dopo, nel corridoio esterno" bisbigliò Ashley nell'orecchio di Calum, così da farlo sapere solo a lui.
Quindi accennò un saluto in direzione degli altri, si voltò e si diresse verso l'entrata della scuola.
"Dicevate?"
Chiese Calum, con un'espressione angelica sul viso.
"Hai del rossetto sulla faccia, mister rubacuori" rispose acidamente Michael.

● 

Il bello del corridoio esterno era che non ci passava quasi nessuno e Calum ed Ashley non avrebbero potuto desiderare di meglio.
Lei arrivò in ritardo, come soleva fare.
Innanzitutto gli gettò le braccia al collo e lo baciò.
Ci credereste?
Calum ancora non se ne rendeva conto. 
Aspettava di svegliarsi da un istante all'altro, di ritrovarsi nel suo letto, tra le lenzuola disfatte con la luce della luna che entrava attraverso le persiane.
Aspettava di rendersi conto che invece era tutto un sogno, perché, semplicemente, non poteva essere altrimenti.
"Ciao, come è andata la tua giornata?"
"Oh, solite lezioni estremamente noiose"
"Hai finito?"
"Sì, tu?"
"Anch'io"
"Ottimo, andiamo"
Si diressero verso il retro della scuola, che era ormai completamente deserto.
Ashley tirò un sospiro di sollievo.
Le costava fatica ammetterlo ma non voleva che si sapesse in giro della sua storia con Calum.
In parte perché le interessava ancora troppo ciò che diceva e pensava la gente e in parte perché voleva cercare di salvare le apparenze, ma soprattutto perché aveva paura che la questione potesse sfuggire loro di mano.
Calum era così ingenuo e non si rendeva conto che qualcuno si sarebbe spinto ben oltre i pettegolezzi, una volta che fosse venuto a conoscenza della loro relazione.
Già il bacio di quella mattina poteva essere stato un'enorme imprudenza.
E forse sarebbe costata troppo cara ad entrambi.
"Senti Calum, ti devo parlare"
"Che succede?"
Ma l'attenzione della ragazza venne attirata dai movimenti che provenivano dall'ingresso della scuola.
Sembrava una farsa così ridicola.
Ashley sperava che non fossero loro, che non fosse lui, ma venne prontamente smentita quando vide un gruppetto, nemmeno troppo numeroso, di ragazzi andare verso loro due.
Era lui.
Era Matt Lodge.
Ashley sussurrò velocemente a Calum di lasciar parlare lei.
Non era da solo, magari lo fosse stato.
Dietro di lui Calum scorse alcuni componenti della squadra di football della scuola: Ernest Morrow, Robert Ackley, Harris Macklin, Bob Robinson, Ward Stradlater, Curtis Weintraub e Phil Stabile.
Le espressioni non esattamente amichevoli gli fecero capire che erano venuti con uno scopo.
E che, probabilmente, non si trattava di discussioni sulla prossima partita.
"Burghley" esordì Matt "ma come siete carini tu e questo sfigatello. Chi è, il tuo nuovo amichetto?"
"Precisamente. Penso di potermi divertire anche io, ogni tanto"
Calum cercò di non prestare troppa attenzione alle sue frasi, perché si accorse che facevano terribilmente male, anche se probabilmente lei stava recitando.
"Cristo, come sei caduta in basso"
"Oh dici? Proprio tu? Tu che non sei riuscito ad evitare di baciare Fay davanti ai miei occhi? Quando una ragazza ti rifiuta, meglio correre dalla sua amica, giusto?"
"Tu non mi hai rifiutato" sibilò Matt, tra i denti.
"Oh giusto, non ti ho lasciato, non ti ho rifiutato, sono ancora qua pronta ad idolatrarti, come vedi" 
"Odio quando usi questo sarcasmo con me"
"Oh, hai aggiunto un nuovo termine al tuo ristrettissimo vocabolario, complimenti" 
Se Ashley stava cercando di farlo calmare quello non era il modo più corretto.
"Conosco molto bene la parola troia, e scommetto che la conosci anche tu"
A quel punto Calum, che fino ad allora non aveva proferito parola, portò Ashley dietro di sé ed esclamò:
"Vacci piano con le offese" cercando di tenere la voce più salda possibile.
"Possiamo passare direttamente ai fatti, se ti va" Rise lui, glaciale.
No, pensò Calum, non poteva farlo davvero. 
Non che avesse paura, o sentisse il desiderio di scappare, semplicemente non pensava che sarebbero arrivati a tanto.
Insomma lui era più alto di Matt e addirittura più forte, sarebbe riuscito ad avere la meglio, ma erano otto contro uno, non era...
Un dolore acuto lo strappò bruscamente dai suoi pensieri, facendolo piegare in avanti, boccheggiando, mentre cercava disperatamente di trovare aria, senza troppo successo.
Alzò lo sguardo giusto per vedere Ashley di fronte a sé per qualche secondo, prima che altre mani la afferrassero e la portassero altrove.
Matt strinse il viso di Calum e lo obbligò a guardare Ashley.
"La vedi? Devi capire solo una cosa caro Column. Lei è mia" affermò con decisione.
"Mi dà il voltastomaco questo ragionamento. Lei non è proprio di nessuno. Cresci." non era nemmeno sicuro di essere stato lui a parlare, tanto la sua voce sembrava fredda e apatica: effettivamente creava un buffo contrasto con il suo corpo, che era ancora accartocciato su se stesso.
"Vedo che non capisci"
Matt lo afferrò per le spalle e alzò violentemente un ginocchio in modo da colpirgli lo stomaco, nello stesso punto di poco prima, facendolo cadere rovinosamente a terra.
Indubbiamente sapeva ciò che faceva.
Calum non provò nemmeno ad attaccarlo a sua volta. A che scopo? Otto giocatori di football contro un ragazzo solo, quanto poteva durare?
Si rassicurò per un attimo quando vide che lo stavano accerchiando tutti, e che avevano lasciato Ashley in disparte.
Non l'avrebbero sfiorata con un dito, quindi andava tutto bene.
Almeno per lei.
Questo prima che cominciassero i colpi.
Così forti e così ripetuti che Calum perse il conto prima ancora di rendersi conto di ciò che stava succedendo.
E in tutto ciò, mentre i lividi sulla sua pelle fiorivano velocemente e il suo naso cominciava a sanguinare, lui non ebbe di meglio da fare se non sperare che tutto finisse il prima possibile.
Mentre era per terra venne distratto, se così si può dire, dal comportamento di Ashley.
Qualsiasi altra ragazza, di fronte ad una scena simile, avrebbe cominciato ad urlare e a piangere.
Lei no.
Non una lacrima solcava il suo viso mentre diceva con voce ferma:
"Dio Matt, quanto sei infantile"
"In otto contro uno? Veramente? Siete dei vigliacchi e ne siete perfettamente consapevoli" continuò.
Chissà quante ne aveva viste di scene come quelle, pensò Calum.
Ma, di fronte all'aumentare del ritmo dei colpi, anche lei cominciò a perdere il controllo.
Tentò di raggiungere Calum, senza ottenere nessun risultato concreto, mentre la frustrazione si impossessava di lei.
"Sei solo un dannato concubiscente, Matt" gridava ora.
Quella fu l'ultima cosa che Calum sentì uscire dalla bocca di Ashley, prima di vedere Luke dall'altra parte del cortile.
Pregò solo che non fosse stato così stupido da andare lì da solo, e si sentì profondamente sollevato, per quanto poteva essere possibile nella sua condizione, quando vide al fianco dell'amico i suoi due fratelli, Ben e Jack, e Ashton.
Loro tre riuscirono velocemente ad interrompere il pestaggio e a portare fuori dalla mischia Calum. 
Ashley fu immediatamente al suo fianco, visibilmente agitata.
"Ehi Cal, come stai?" Quella era senza dubbio la domanda più stupida che avesse mai posto in vita sua.
"Ho...ho avuto momenti migliori"
Lei rise, per cercare di sdrammatizzare, ma il labbro spaccato di Calum e il naso che perdeva abbondanti flussi di sangue le fecero cambiare idea in una frazione di secondo.
Lui probabilmente stava per svenire perché cominciava a notare delle chiazze scure ai lati del suo campo visivo, mentre l'incoscienza prendeva il posto del dolore.
Pensò cosa diavolo volesse significare la parola concubiscente.
Pensò che gli sarebbe piaciuto saperlo.
Poi, più niente.









Note
Buonasera a tutti!
Come vanno le cose?
Il capitolo é un po' diverso dagli altri, volevo provare qualcosa di nuovo.
Comunque devo confessare che i nomi dei giocatori della squadra di football non li ho inventati io, figuriamoci.
Sono presi da un libro e forse qualcuno tra voi può riconoscerli.
Se così fosse, scrivetemi e vi prometto che saremo migliori amici per sempre.
A parte questo spero che vi piaccia come sta venendo questa storia, perché io sto riponendo in essa una grande parte di me stessa.
Vi chiedo solo di spendere magari due minuti del vostro tempo per farmi sapere i vostri pareri.
A presto
Veronica
   
 
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