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Autore: Mary Serpeverde    20/01/2015    0 recensioni
Quinn Austen è affetta da una malattia misteriosa e sta per morire. Perciò, all'orlo dalla morte, i due amanti, poichè la loro età è troppo giovane, si sposano, e cercano di vivere tutta la loro vita in un mese, cioè il tempo rimasto alla giovane ragazza. Tratto da uno dei capitoli:
«Perchè?» Domandò la ragazza, con le lacrime agli occhi. Aveva appena confessato il tempo che rimaneva alla sua giovane vita, e lui sembrava più disperato di lei. «Perchè continui ad amarmi? A starmi vicino, lo sai che non riusciremo a fare nulla d'importante, insieme!» Ci fu una pausa. La ragazza chiuse gli occhi. «Non capisco cosa voglia tu di così importante, per me è già tanto che tu mi abbia apprezzato, noi due ci siamo amati. Non è già tanto? Non è meraviglioso?» La ragazza sorrise, mentre una lacrima le rigava il volto.
«Sì. Sì, è meraviglioso, ma io ti amo troppo, Quinn Austen. Ti amo troppo, e non riesco a non pensare ad u futuro di noi. Che ne sarà di me? Vivrò per sempre in solitudine. E io non voglio, Quinn. Voglio che qualcosa fra noi ci leghi sempre, non solo l'amore. Quinn Austen, mi vuoi sposare?» Quinn rimase sbalordita.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai è passato. È passato già un altro anno dall'ultimo in cui ci siamo visti. Finalmente, forse ho una speranza in più di dimenticare. Dimenticare. È davvero così facile dimenticare? Lei, fragile, malata, sta per morire. Lui, dolce, forte, capo squadra di Basket, in grado di affrontare qualunque cosa; ma anche lui sta per morire. Sta per morire  causa dell'amore che prova per lei. All'orlo dalla morte, i due amanti, poichè la loro età è troppo giovane, si sposano, e cercano di vivere tutta la loro vita in un mese, cioè il tempo rimasto alla giovane ragazza. Tratto da uno dei capitoli:
«Perchè?» Domandò la ragazza, con le lacrime agli occhi. Aveva appena confessato il tempo che rimaneva alla sua giovane vita, e lui sembrava più disperato di lei. «Perchè continui ad amarmi? A starmi vicino, lo sai che non riusciremo a fare nulla d'importante, insieme!» Ci fu una pausa. La ragazza chiuse gli occhi. «Non capisco cosa voglia tu di così importante, per me è già tanto che tu mi abbia apprezzato, noi due ci siamo amati. Non è già tanto? Non è meraviglioso?» La ragazza sorrise, mentre una lacrima le rigava il volto.
«Sì. Sì, è meraviglioso, ma io ti amo troppo, Quinn Austen. Ti amo troppo, e non riesco a non pensare ad u futuro di noi. Che ne sarà di me? Vivrò per sempre in solitudine. E io non voglio, Quinn. Voglio che qualcosa fra noi ci leghi sempre, non solo l'amore. Quinn Austen, mi vuoi sposare?»

13 Maggio 1998
«Tesoro, sei pronta?» Mi chiamò una voce. La mia fronte era imperlata di sudore, mentre le coperte erano tutte a terra, trascinato via anche il cuscito. Oh mio Dio, cosa avevo fatto?
«Mamma!» Sussultai, sgranando gli occhi. Era ricoperta da un vestito nero, e i suoi occhi erano rossi accesi. Strizzai gli occhi, mentre il mio cuore batteva forte, come se volesse uscire dalla gabbia toracica e scappare lasciandomi giacere sul pavimento, cosa che sarebbe dovuta succedere fra... due mesetti? Ma sì, se vogliamo essere buone. Non la prendevo nemmeno tanto male. Era il destino, e il destino era segnato. Come se Dio avesse tirato i dadi che lo hanno segnato, ma non è riuscito a tirare un numero bello, buono; e non me la prendevo tanto male soprattutto perchè sarebbe stato meglio morire che vivere in questo modo, con allucinazioni che colpiscono il cuore e ti fanno andare all'ospedale. Ma comunque, era da quindici anni su quindici che ne soffrivo. Strizzai gli occhi, e mia madre era inginocchiata accanto a me, mi teneva la mano stretta al petto, come se volesse fermare le fitte. Ma era inutile, anche perchè per fortuna non mi venne.
«Mamma» Ripetei a bassa voce, mentre nemmeno ebbe il tempo di prepararsi alla mia reazione, che la strinsi in un forte abbraccio. Lei mi strinse fortissimo, ed a me piaceva. Era rassicurante, una delle poche cose che mi rassicuravano in quella vita di merda che dovevo vivere ogni santo giorno. Anzi, una delle uniche cose che mi rassicuravano. Appena rallentò la stretta -e ciò voleva dire che forse era il momento di staccarci- mi divisi da lei. Quando ci abbracciavamo, avevo sempre la sensazione di essere unita alla mamma. Non per l'affetto, ne avevo proprio la sensazione. Come gemelle siamesi, solo che era mia madre.
«Quinn, cos'hai visto?» Mi domandò, preoccupata. Non volevo rispondere, ed esitai. Cosa le avrei detto, per caso"Ti ho visto come un mostro orrendo che voleva mangiarmi, mamma, non è che sei un mostro per davvero?". Se state pensando qualcosa di male su di me, vi dico solo che per me il mio sarcasmo è giusto. Sono malata, sicuramente non ne sono fiera, ma per non deprimermi, o magari per non farmi paranoie, cerco di vivere la mia vita normalmente, o almeno cercando di viverla come tutte le altre ragazze; perchè davvero, voi non sapete cosa provo in mezzo alla gente. Mi sento diversa. Eppure, con tutte quelle persone che mi accolgono al centro della città, mi sento fortunata. Mi sento fortunata perchè vivo in un mondo di persone che mi apprezzano, che mi amano come si amano quasi tutte le persone della Terra.
«Non saprei specificarlo, mamma… So solo che ho visto te in uno stato paranormale. Insomma, quasi come sempre, mammina» Mammina. Sì, avevo tanto bisogno di quel termine, di pronunciare quel fantastico nome. E non smetterò nemmeno una mattina di dirlo, per questi due mesi di vita. Nemmeno una mattina.
Mi alzai faticosamente dal letto con l'aiuto di mia madre, che continuava come ogni giorno ad accarezzarmi o la schiena, o la fronte. Quel palmo così liscio a contatto con  la mia pelle malata, io adoravo mia madre. Per me faceva ogni cosa, rinunciava ai suoi sogni. Ma tanto non sarebbe stato così ancora per molto, perciò… Cercavo di non pensarci. No, mi avrebbe solo fatto male.
«Mamma, possiamo uscire? Ti vedo stressata, hai bisogno d'aria? Davvero, non c'è bisogno che tu rimanga sempre qui con me, c'è anche Arya.» Arya era mia sorella maggiore, che aveva la patente da poco ma di sicuro non era molto pessima alla guida, perciò non sarebbe stato male far riposare mia madre e se avessi avuto qualche malore farmi accompagnare da mia sorella all'ospedale. No, non sarebbe stata una pessima idea, anche perchè avevo decisamete bisogno di stare un po' di tempo con mia sorella, in fondo quindici anni erano troppo pochi. Erano troppo pochi per il legame fra due sorelle, o almeno così penso io.
Non so per quanto ancora vivrò precisamente, ma so che con i miei rimasugli di vita vivò una vita splendida, per quanto posso.




Angolo Autrice ^^
Ciao a tutti! Se non vi piace la storia, potrete tranquillamente recensire, perchè davvero, anche le critiche aiutano… Bè, avevo questa ispirazione e, come il resto delle volte, l'ho scritta e bla bla bla. :)
So che è corto, ma è solo il prologo e ad una recensione continuerò la storia :D
...Okay... in poche parole, per favore, gradirei anche una piccola piccola piccola recensione, se avete voglia, ovviamente. Buona serata e
baci! <3
   
 
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