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Autore: FollediScrittura    21/01/2015    4 recensioni
MODIFICATO PRIMO CAPITOLO PER MANCANZA DIALOGHI.
Era un giorno d'estate in cui Leda lesse per la prima volta il contratto in cui il suo futuro marito la richiedeva.
Era il suo compleanno.
Erano passati 14 anni esatti dal momento in cui la morte aveva cambiato la sua vita.
Erano esattamente 14 anni in cui la promessa che si era fatta cominciò a vacillare.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Richard Armitage
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"                                                                "Coltiva ogni cuore nel giardino che respira dentro di te, loro cresceranno, e si prenderanno cura di te!"
                                                                                 
                                                                                                             1 capitolo.

' Richiede che la Sig.na Leda Anthea Hughes, quale donna libera e appartenente ad un ramo della medio borghesia,accetti, il Sig. Richard Crispin Armitage, come suo sposo. Se avesse bisogno di ulteriori delucidazioni sul contratto di matrimonio a lei arrivato tramite questa lettera, sarò lieto di aiutarla aspettandola nel mio studio.
                                                                                                             Robert Andrew Down.'


Leda lesse e rilesse quella breve lettera più volte aspettandosi che da un momento all'altro qualcuno venisse fuori dicendole che era tutto uno scherzo. Non era assolutamente possibile che qualcuno chiedesse la sua mano come una cameriera andava al mercato a chiedere un pezzo di carne.
"Ma chi diavolo crede di essere questo Richard Crispin Armitage, e poi perchè diavolo vorrebbe me?Chi mai lo ha visto?" si alzò di scatto dalla sedia ritrovandosi poi lo sguardo di sua zia Prudence addosso. La guardava come se fosse pazza, non riusciva a comprendere il perchè odiasse tanto quella lettera e soprattutto il motivo per cui nella sua vita non si sarebbe mai sposata.
"Leda, per l'amore dei cieli, vorresti usare un linguaggio più consono alla ragazza elegante e rispettosa che con tanta fatica ho cresciuto?" Per tutta risposta Leda le mandò un occhiataccia che la zia Prudence parò bevendo un sorso del suo amato tè delle cinque.
" Semmai dovrei usare un linguaggio più consono ad una ragazza della medio borghesia. Pomposo arrogante industrialetto da quattro soldi." E così dicendo accartocciò la lettera per buttarla con scarso successo verso il vaso vuoto accanto a lei.
"Leda Anthea Hughes,ora stai proprio esagerando...." e sbattè la tazzina sul piattino facendo ricadere l'attenzione su di lei. Leda prese un lungo respiro e cercò di calmare i nervi spiegandole il perchè di quella faccenda assurda.
"Zia, perdonatemi...ma io davvero non capisco. Perchè chiede di me?Perchè mai vorrebbe sposare una ragazza anonima e senza patrimonio come me?"
"Questo proprio non saprei dirtelo, ma dovresti considerare la cosa. E' un uomo potente, rispettato e che può assicurarti stabilità e agiatezza per tutta la vita." Leda abbassò lo sguardo come se le parole della donna fossero state tante lame pronte a conficcarsi nel suo cuore. Sapeva bene che ormai era diventata un peso per loro. Mantenere una ragazza a cui i genitori non avevano lasciato nulla e soprattutto con la mentalità di non volersi sposare mai.....era diventato difficile.
"E poi, mia cara cugina, sicuramente non riceverete mai e poi mai altre proposte, non siete un uomo con la possibilità di mantenervi...a meno che non decidiate di fare la cameriera o la governante....ma dubito che possa fare per voi."
Elisea le sorrise dolcemente ma Leda conosceva bene quel sorriso di scherno. Tra loro non c'era nessun sentimento di amore. Se potevano si evitavano come la peste.
"Prenderò questo consiglio come vostra esperienza personale, mia cara cugina." e fece un lieve inchino nascondendo una risatina nel vedere il bel faccino contrariato della ragazza.
"Dunque?" riprese la donna più anziana aspettandosi sicuramente una risposta positiva.
"Zia Prudence, per quanto sia consapevole che nella mia vita non riceverò e nemmeno vorrò ricevere una proposta di matrimonio,sono costretta nel dire di no. E con questo dichiaro concluso l'argomento."
"Cosa?" dissero all'unisono madre e figlia.
"Ho detto che non desidero sposarmi, è così difficile da capire?"
Leda si sarebbe aspettata tutto nella sua vita tranne che la zia Prudence la prendesse a schiaffi. Guardò sbalordita la faccia rossa della donna che la osservava con rabbia.
"Folle e stupida ragazzina, hai idea di quello che ho fatto per te in tutti questi anni? Ti ho cresciuta come se fossi mia, con i miei soldi visto che quei due sprovveduti di genitori che ti trovavi, hanno perso tutto in una speculazione. Tu ti sposerai, tu me lo devi. Hai capito?" e la prese per le spalle con forza in modo da farle capire che non avrebbe accettato di nuovo un no come risposta.
La ragazza dal canto suo era del tutto spaesata, era sconcertata dalla reazione della donna e cominciò a tremare per la rabbia di quel destino che sembrava non darle via d'uscita.
" Io mi RIUFIUTO." le urlò scansandola da lei per poi riprendere con veemenza.
"Non sposerò mai un uomo che chiede di me attraverso terzi. Non so nulla di lui, non so che faccia abbia, quanti anni ha, se è una persona caritatevole...non so nulla. Non fimerò un contratto di matrimonio come se fosse un contratto di finanziamento. Sono un essere umano non un oggetto da vendere al primo offerente."
" Se è questo il problema, cugina, vi dirò io chi è il vostro futuro marito." e si alzò dal divano mettendo in mostra la sua figura alta e slanciata e riversando l'odio che provava per lei attraverso gli occhi verdi da gatta selvatica.
"E' ricco, ha 43 anni e aggiungerei portati benissimo. E' alto, così alto che voi quasi scomparirete al suo fianco. Ed è già stato sposato e quindi ha quell'esperienza che qualsiasi donna desidera. Dovreste davvero pensare alla grande fortuna che vi è stata messa davanti."  si pose davanti a lei guardandola dall'alto verso il basso. Benchè Leda fosse più grande di lei di 8 anni, Elisea la sovrastava sia di altezza che in bellezza. La sovrastava in tutto e a volte Leda non poteva fare altro che ritrarre lo sguardo davanti a quella natura impetuosa e splendida ma fortunatamente poteva reggerle testa con le parole.
" Bene, cugina, sembrate davvero interessata a lui. Perchè non ve lo prendete?"
"Perchè ha chiesto di voi, incredibilmente." e la guardò come un pavone guarda uno struzzo, alla ricerca di quel qualcosa che possa attirare l'attenzione.
"E poi il matrimonio non è poi così male, mia cara." aggiunse la zia Prudence cercando di riprendere in mano la situazione.
"Certo, se vostro marito muore a solo due anni di matrimonio lasciandovi un patrimonio di tutto rispetto....non è male per niente."
"Leda!" fu l'unica nota di rimprovero che le rivolse la donna. Leda sapeva bene che la fortuna di sua zia derivava proprio dalla morte improvvisa del marito. Sua madre le raccontò più di una volta che la donna aveva sempre vissuto il matrimonio con una sorte di malessere, e quando lo zio John morì, lei sembro rinascere come una fenice dalla ceneri. Per quanto la riguardava sperare che suo marito morisse nel giro di pochi mesi le sembrava quasi impossbile, soprattutto perchè aveva già seppellito una moglie. Cosa che poteva fare benissimo con lei. Poteva essere la fortunata moglie morta numero due e magari poi,  la sua amatissima cugina avrebbe potuto prenderne subito il posto. E sicuramente la sorte sarebbe stata così benevole con lei, che avrebbe seppellito il marito prima di sei mesi.
"E' così ingiusto il mondo con noi donne. Perchè siamo costrette a sposarci? Perchè veniamo considerate come degli esseri così piccoli e deboli da non poter pensare a noi stesse?Perchè volete costringermi a fare una cosa che va contro i miei principi?Io vi prego in ginocchio, zia. Vi prego, non lasciatemi a quell'uomo."
"Leda, parlerò con franchezza. Per quanto tempo ancora pensi di voler gravare sulle mie finanze?"sgranò gli occhi per la sorpresa di quelle parole. Benchè in cuor suo sapeva di non essere mai stata amata dalla sorella di suo padre, benchè quei pensieri le invadevano la testa ogni giorno, sentirselo dire era come una spina sul fianco.
"Quindi è questo che sono. Un peso, sono sempre stata solo un peso per voi. " si girò dando le spalle alle due donne sentendo già gli occhi pizzicarle. Non aveva scelto lei quella vita, non aveva deciso lei che i suoi genitori morissero lasciandola sola per sempre. Non aveva scelto mai nulla per lei e anche adesso non poteva scegliere di contrastare il suo destino.
"Cugina, davvero. Ormai siete già vecchia per non accettare un simile dono del cielo. Accettate e sarete felice."
Leda avrebbe voluto aggiungere che le persone davvero felice sarebbero statesolo loro ma alla fine decise di tenere per se quel pensiero e di raggiungere lo scrittoio dove teneva la carta da lettere.
Le due donne la osserverano curiose di sapere cosa stesse scrivendo ma Leda non disse nulla e con calma chiuse la lettera in una busta e con un leggero inchino si congedò da loro.
Chiudendo la porta alle sue spalle salutò con lo sguardo quella che era stata la sua dimora per tutti quegli anni. Aveva deciso, sarebbe andata lei stessa a portare la lettera a 'Mr pomposo voglio te come sposa'.
Se davvero la voleva come sposa, avrebbe capito fin da subito di che pasta era fatta. E così dicendo prese il mantello e uscì di casa pronta a combattere per la sua libertà.

                                                                                                                  ****

"Richard, smettetela di vagare come un matto da una parte e l'altra della stanza, mi state facendo venire il mal di mare. " urlò esasperato Robert vedendo il suo amico corrodersi dall'ansia per una risposta.
"Avete ragione...ma ...questa storia,non sapete quanto è importante per me." e si lasciò andare sul divano portandosi le mani sul viso per nascondere quell'agitazione che tanto lo stava mandando ai matti. La risposta, la risposta che tanto aspettava ancora non era arrivata. Possibile che non avesse accettato? Eppure gli avevano assicurato che quella promessa di matrimonio sarebbe stata come oro per una ragazza senza famiglia e patrimonio. Eppure lei non aveva ancora risposto. Si portò la mano sul mento cominciando a tormentare il labbro inferiore come faceva sempre ogni volta che era nervoso.
"Richard.....alla fine sapete anche voi che state sbagliando."
Lo sapeva, lo sapeva bene. Ma era l'unica cosa da fare. Era l'unico modo possibile per la situazione in cui versava.
Era la ragazza giusta. Solo lei poteva aiutarlo.
"Robert, non una sola parola di più su questa faccenda. " e di nuovo come un pazzo si riversò alla finestra sentendo a malapena le frasi poco garbate dell'amico.
Una carrozza davanti al cancello della sua dimora aveva catturato l'attenzione  dei suoi occhi azzurri di ghiaccio. Vide scendere una ragazza, minuta e vestita modestamente. Teneva i capelli raccolti in una forzata crocchia, quasi come volesse nascondere la sua bellezza al mondo. Vide il cancello aprirsi e la ragazza parlare con il suo maggiordomo. Sorrise, sorrise di gioia e trasse un sospiro di sollievo quando si girò verso il suo amico che confuso gli chiedeva cosa fosse successo.
"E' arrivata." gli disse come preso da un attacco di euforia.
"E' arrivata cosa?" gli urlò mentre lo vedeva correre verso la scala.
"Richard, non devi farlo. Richard...maledizione." imprecò Robert sapendo già dove avrebbe portato quel contratto.

                                                                                                            ***
"Signorina, avverto subito il padrone. Vi farò accompagnare nella sala padronale da Maggie. " l'uomo stava per chiamare la cameriera quando venne interrotto da una voce profonda e calda che per un attimo fece battere più forte il cuore di Leda.
"August, non serve assolutamente. Penserò io alla ragazza. " e così dicendo Leda si ritrovò un bellissimo uomo alto e che la guardava con degli splendidi occhi azzurri allegri. Era felice di vederla. La guardava come se fosse appena arrivato il sole nella sua vita. Leda sembrò ipnotizzata da quegli occhi e per la prima volta fu felice che qualcuno la desiderasse tanto.
"Non volete che vi accompagni in sala, signore?" gli chiese l'uomo confuso dal fatto che le buone maniere non venissero messe in pratica.
"Non è necessario. Questa sala andrà benissimo." e congedò l'uomo con uno sguardo facendo capire a Leda che era una persona a cui difficilmente si poteva dire di no. Si sentì intimidita nel restare sola con lui, a sostenere quello sguardo ora serio e in attesa che lei gli parlasse.
" E dunque?" disse lui per poi deglutire nervoso aspettando la risposta.
"E dunque......"riuscì a dire lei incerta non riuscendo più e fermare il suo cuore da quanto era incantata dai suoi occhi.
"La risposta....la vostra padrona cosa vi ha detto?" Leda aprì la bocca per poi richiuderla e sbattè gli occhi diverse volte nel cercare di afferrare bene le ultime parole che aveva detto.
La sua padrona?
Che si riferisse a sua zia?
E da quando era diventata la schiava si sua zia?
Sentì la rabbia farsi strada in tutto il corpo ma cercò comunque di mantenere la calma sostenendo decisa il suo sguardo. Vide nei suoi occhi una luce di incertezza nel vedere la sua fermezza ma mai nella sua vita si aspettò simile parole.
"Siete molto decisa per essere una cameriera. Nessuna mai mi guarderebbe negli occhi come lo state facendo voi." e si avvicinò di più a lei come catturato dalla forza che emanava e in quel momento potè vedere la bellezza che cercava di tenere nascosta. Gli occhi. I suoi grandi e profondi occhi neri. Sembravano dei pozzi di petrolio. Erano intensi e quasi sconvolgenti. E soprattutto erano i suoi pensieri ad essere sconvolgenti. Era la prima volta che in vita sua gli capitava di provare piacere per una ragazza di umili origini.
"Una cameriera....."disse tutto di un fiato. Si allontanò da lui quanto le bastava per riprendere la padronanza di se stessa. Una cameriera. Lui non sapeva nemmeno come fosse. Non sapeva nulla di lei.
Aveva chiesto la sua mano per quale motivo?
Perchè volere una persona che non aveva mai visto?
Una donna che non possedeva soldi e alla fine nemmeno qualcosa che avesse catturato la sua attenzione.
Perchè volerla se era una perfetta sconosciuta.
Si morse un labbro e di nuovo indirizzò il suo sguardo verso di lui. Verso la sua alta figura e il suo elegante portamento. Verso uno sconosciuto che vedeva nella sua futura moglie una sguattera.
"Certo, signore. Vi ho portato la risposta. " e allungò la mano dandogli la lettera. Richard sostenne il suo sguardo anche se dentro di se sentiva l'adrenalina scorrere veloce. E non sapeva se era dettata dalla lettera o di nuovo da quegli occhi appassionati. Prese la lettera ringranziandola e Leda capì che la stava congendando.
"Se fosse così gentile da indicarmi la porta della servitù, io andrei. " fu l'ultima umiliazione che promise a se stessa. Nessuno mai nella sua vita l'avrebbe più calpestata.
"Certo, vi farò accompagnare da Maggie. " e fece tintinnare un campanellino e nel giro di poco si affacciò una ragazza giovane e in carne che obbedì subito alle parole dell'uomo.
"Accompagnate la ragazza al retro della casa. "
"Si signore. Prego da questa parte. "
Richard la osservò ancora. Non sapeva come decifrare quella miriade di sensazioni che sentiva dentro di se. Si chiedeva il perchè si fosse fermata dandogli le spalle e in quel momento vide un portamento troppo composto e gentile per essere quello di una cameriera.
"Posso dirvi un ultima cosa, signore?" una voce troppo melodiosa e raffinita per essere quella di una cameriera.
"Certo." fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Si girò verso di lui quel tanto che le bastava per fargli vedere il sorriso di scherno pronto a colpirlo come una tempesta in mare improvvisa.
"Lei non vi sposerà mai. Buona giornata."
Richard sbarrò gli occhi e nell'esatto momento in cui lei se ne andò aprì di scatto la lettera.
Lesse quelle parole. Lesse quello che dava conferma ai suoi dubbi.
Lesse e capì che quella cameriera non era altro che la donna che aveva chiesto in moglie.
Lesse e poi si mise a ridere.
'Signore, benchè mi aspettassi almeno la buona creanza di chiedere la mia mano mostrandomi la vostra persona, ho deciso che la risposta ve l'avrei portata io. Presentandomi e cercando di capire come mai vi siate così invaghito di me. La lettera si presenta solo come una valida risposta al contratto di mercato, ah no, vogliate perdonare, di matrimonio che con tanta cura il vostro caro Robert ha scritto per voi. Spero che almeno il mio futuro marito sappia scrivere e spero che sappia anche leggere sennò vedo l'inutilità di questa mia lettera così piena di sentimento per voi. Vogliate comunque farvela leggere se sprovvisti della necessaria cultura per capirla, e sperando di suscitare in voi le stesse risate suscitate in me leggendo il contratto. Se non avesse inteso il mio rifiuto al matrimonio di persona. Ve lo ripropongo qui. Io vi rifiuto.
                                                                                             Leda Anthea Hughes.'

Bene, se lei lo rifiutava, lui la voleva.




Angolo della pazza autrice:
Bene, era da tempo che pensavo ad una storia con il mio amato Richard e finalmente sono riuscita a metterla su pc. Come si è visto amo i tempi andati e soprattutto amo Richard nelle vesti di un ricco industriale. Ringrazio tantissimo Eruanne per la sua recensione e chi ha letto questo mio progetto.
Grazie ancora e a presto!!!!
  
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