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Autore: Zomi    21/01/2015    3 recensioni
Non sapeva cosa esattamente lo avesse spinto a una tale sciocchezza, ma orami era troppo tardi per tornare indietro e lui, da degno Comandante del Naviglio degli Otto Tesori, e custode della tecnica per spezzare il continente di ghiaccio in due, non si sarebbe mai mangiato la propria parola.
Per cui, era inutile crucciarsi: aveva promesso a quella bizzarra donna di sposarla e lo avrebbe fatto.
Forse erano stati i suoi enormi occhi lacrimosi, o il suo incomprensibile dovere di essere utile a tutti o quel suo sorriso colorato, a convincerlo a sposare Baby 5… onestamente non se lo sapeva ancora spiegare!!!
Sospirò, riportando la sua attenzione al vascello in movimento, tentando di concentrarsi sulla navigazione, zittendo i suoi pensieri, ma la ritrovata calma e quiete mentale, durò ben poco.
-Saiiiii!!!! Tesoro!!!-
*Panda Day*
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baby 5
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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INGREDIENTE SEGRETO
*rosmarino*


 
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Il cielo era sgombro da ogni nuvola, e piccoli sbuffi di vento gonfiavano le vele dell’immenso naviglio, spingendolo verso la sua destinazione.
Con una mano a coprire gli occhi dal riverbero del sole, il tredicesimo comandante del Naviglio degli Otto Tesori Sai, ghignò, soddisfatto dell’andatura della sua nave.
Ben presto sarebbero stati lontani da Dressrosa, e in poco meno di due giorni sarebbero approdati al Paese dei Fiori, sua terra natale, dove avrebbe tenuto parola alla sua promessa.
Ruotò leggermente il capo a guardare di sfuggita il castello di poppa, deglutendo impacciato, cercando di non farsi scoprire da Boo e dal vecchio Chinjao.
Non sapeva cosa esattamente lo avesse spinto a una tale sciocchezza, ma orami era troppo tardi per tornare indietro e lui, da degno Comandante del Naviglio degli Otto Tesori, e custode della tecnica per spezzare il continente di ghiaccio in due, non si sarebbe mai mangiato la propria parola.
Per cui, era inutile crucciarsi: aveva promesso a quella bizzarra donna di sposarla e lo avrebbe fatto.
Forse erano stati i suoi enormi occhi lacrimosi, o il suo incomprensibile dovere di essere utile a tutti o quel suo sorriso colorato, a convincerlo a sposare Baby 5… onestamente non se lo sapeva ancora spiegare!!!
Sospirò, riportando la sua attenzione al vascello in movimento, tentando di concentrarsi sulla navigazione, zittendo i suoi pensieri, ma la ritrovata calma e quiete mentale, durò ben poco.
-Saiiiii!!!! Tesoro!!!-
Iniziò a sudare all’udire di quell’acuta e felice voce, voltandosi di sorpresa verso il castello di poppa.
Lì, protesa con il busto oltre la ringhiera del secondo piano, con un braccio sollevato ad attirare l’attenzione del comandante Happo, i riccioli mori ondeggianti e una sigaretta fumante penzoloni sulle labbra, Baby urlacchiava sprizzando gioia da ogni poro.
-Saiiii!!!!- ondeggiò sul posto, unendo le mani sul ventre e arrossendo sulle gote –Tesoro ho preparato il pranzo: solo per te!!!!-
Un roco eco di risate percorse il ponte del naviglio, facendo imbestialire d’imbarazzo il nuovo Capitano delle flotte, che ringhiò, voltandosi rovente su tutto lo squadrato volto, verso la ciurma, fulminando con lo sguardo il fratello e il nonno, intenti a sghignazzare divertiti.
-Smettetela!!!- ordinò, marciando poi a passi ampi e pesanti fino al castello.
-Baby!!!- richiamò la giovane, quando le fu accanto, borbottando a disagio –Lo sai che non voglio che mi chiami in quel modo davanti all’equipaggio…-
La moretta sorrise eterea, portando le mani giunte sotto il dolce viso, spalancando la bocca da cui cadde a terra la pagliuzza ardente.
-Ahh!!!- ondeggiò –Vuoi che ti chiami Tesoro solo nell’intimità: hai bisogno di me!!!-
Il rude guerriero grugnì, scuotendo il capo sconsolato, seguendo la futura consorte all’interno della cucina della nave, scappando dalle risate dei compagni di navigazione.
Non appena mise piede all’interno della stanza però, un brivido di puro terrore gli percorse la schiena, facendogli credere di non essere mai partito dalle coste di Dressrosa.
Le pareti della cucina erano macchiate, qua e là, da macchie di unto e di strane sostanze ancora gorgheggianti, i fornelli si accendevano a ritmo con alte e colorate fiamme, oscurando di fumo i mobili più vicini, o almeno quelli che non erano divelti a metà da coltelli e utensili vari.
La stanza era ridotta a un campo di battaglia, la cui guerra, che l’aveva così mal ridotta, non si era ancora spenta del tutto.
Sai deglutì spaesato, guardandosi attorno con una crescente ansia nel corpo.
Fissò Baby avanzare per la cucina, evitando le fiamme e l’intonaco che cadeva dal soffitto, arrivando ai fornelli dove armeggiò agile e sicura.
-Ehm… Baby…- boccheggiò -… cosa…-
-Ecco il pranzo!!!- cinguettò radiosa la ex assassina, posando sul tavolo, traballante e apparecchiato con una semplice tovaglia a quadrettoni e delle posate, miracolosamente, ancora integre, un pentolino bruciacchiato, da cui una strana sostanza cercava di evadere.
-Su tesoro- indicò il posto apparecchiato –Siediti…-
Il guerriero obbedì, continuando a fissare preoccupato la compagna, incapace di capire come fosse stata in grado di ridurre a quel modo la cucina.
Stava per chiederlo, quando la giovane gli posò, direttamente sotto il naso, un gorgheggiante piatto, colmo di una strana e informe sostanza.
-Buon appetito, amore!!!- ondeggiò al fianco del moro Baby, attendendo emozionata che l’amato gustasse la sua specialità.
Sai deglutì nuovamente, incapace di capire bene cosa si accingeva a ingurgitare.
La strana pietanza, se così la si osava nominare, riempiva il piatto, quasi fosse una minestra, continuando a gonfiarsi in strane bolle scoppiettanti, ed emanando un caldo fumo, miscuglio di intensi profumi impastati tra loro.
Abbassò lentamente il capo sopra il piatto, cercando di individuare una qualche verdura riconoscibile, annusando la sostanza.
Si ritrasse, portandosi una mano alla bocca, ricacciando indietro nello stomaco, un potente conato di vomito.
Che diamine era quella roba?!?!?-
-B-baby…- si sforzò di parlare -… cosa… cosa hai usato per uccider… per preparare il pranzo?-
-Oh, è una ricetta di Jora, ma ho aggiunto un ingrediente segreto- sprizzò felicità, accendendosi una nuova sigaretta.
Con gli enormi occhi scuri, scrutò Sai, ondeggiando fiera del suo gesto d’amore per il compagno.
-Spero ti piaccia, tesoro…- saltellò nel piccolo vestitino color prugna -… l’ho cucinato con tutto il mio cuore!!!-
-Non è che ce l’hai tritato dentro, vero?- borbottò a mezza voce.
-Come?- sbattè le lunge ciglia.
-Niente, niente- scosse il capo.
Fissò per l’ennesima volta il piatto.
Doveva proprio?
Chi gli assicurava che sarebbe sopravvissuto?
Non voleva certo offendere la ragazza, ma nemmeno morire.
Schioccò le labbra, osservando dei pezzi circolari di carote –perché erano carote, vero?!?- formare la scritta “SOS” nel piatto, ondeggiando tra le bolle in risacca.
-Non hai fame, tesoro?- piegò il capo, la moretta, osservando dolcemente il guerriero.
-Bhè… non più di tanto…- tossicchiò.
-Assaggiala almeno…- spronò il comandante, prendendo in mano il cucchiaio a riposo sul tovagliolo, affondandolo nella sbobba e portandolo, colmo di quella strana sostanza agonizzante, accanto alle labbra dell’uomo.
-Aaaaaa…- aprì la bocca a emulare la vocale, spingendo la posate contro le labbra del compagno.
Sai deglutì, incapace di ritirarsi per orgoglio.
Era la sua donna, dannazione, non poteva fargli quell’affronto, rifiutando un suo piatto!!!
E poi lui era il comandante del Naviglio degli Otto Tesori: doveva sacrificarsi per la felicità della sua donna.
Prese un respiro profondo, facendosi coraggio e, rapido, aprì le fauci, ingurgitando in un sol pesante colpo di gola la cucchiaiata, spingendola nel fondo dello stomaco con un gran colpo di epiglottide.
Ben presto, la sua carnagione da bronzea e scura, divenne bluastra, assumendo via via più tonalità differenti.
-Ti piace?- trattenne il fiato Baby, fissando l’agonizzante compagno.
Sai annuì lentamente, cercando di sopravvivere.
-E hai capito qual è l’ingrediente segreto?!?- saltellò sul posto.
Il guerriero deglutì pesantemente, schiarendosi la voce con un tonante colpo di tosse, strozzandosi con il respiro e parlando afono.
-… ro… ros… rosmarino?- boccheggiò, intravedendo una strana luce chiara illuminare un tunnel dinanzi a lui.
-Yaaaaaaaaa!!!!-
Baby gli saltò al collo, abbracciandolo e accoccolandosi dolcemente al suo petto, entusiasta, strusciandosi con i ricci sul suo viso e, strattonandolo a baciarla, riuscì  a fargli digerire quell’amarissimo boccone.
-Sapevo che avresti capito, tesoro!!!- si accoccolò su di lui, piegando le gambe al petto.
Sai annaspò, incredulo di essere ancora vivo, circondando la vita della mora e bagnandosi il palato con la lingua.
Pericolosa, ecco che era quella donna: pericolosa.
Non solo con le armi, o per il frutto del Diavolo che aveva ingerito, ma anche se provava a cucinare, e lui doveva impedire che un Apocalisse del genere si ripetesse.
Deglutì ancora, bagnandosi la gola e assicurandosi di possederne ancora una, prima di parlare.
-Baby, ascolta…- le posò le mani sulle spalle, facendole sollevare il capo a sostenere il suo sguardo -… tu… tu…-
Che parole poteva usare, per convincere la ragazza a non avvicinarsi mai più a qualsiasi forma di novel cusine, nemmeno a un tostapane, senza portarla nuovamente al suicidio?
-… tu… tu sei sprecata in cucina!!!- affermò serio.
Baby inclinò il capo, aspirando una boccata di tabacco, sorpresa.
-Insomma…- si grattò una guancia, distogliendo gli occhi da quelli scuri della donna -… sei pericol… sprecata in una cucina, chiusa tra quattro mura domestiche…-
Schioccò le labbra, passandosi una mano tra i radi capelli neri, allargandosi il collare bianco che gli circondava la gola
-E allora cosa posso fare per rendermi utile?- sbattè le lunghe ciglia, volenterosa la mora.
-Bhè… potresti… ecco… occuparti dell’armeria!!!- s’illuminò, annuendo convinto.
-Con le tue capacità saresti perfetta- continuò, vedendo allargarsi un smagliante sorriso sul viso della giovane –Con le tue capacità saresti la nostra arma segreta…-
-Sarei utile!!!- si circondò il viso con le mani –Hai bisogno di me!!!- sgranò gli occhi, scintillanti.
Sai sorrise rudemente, sfiorando il volto della giovane con due dita.
-Si, ho bisogno di te- ghignò.
Baby lo circondò per le spalle, entusiasta e ondeggiante di felicità, continuando a ripetere che avrebbe dato il massimo per lui, per renderlo felice, e per rendersi sempre utile, diventando la loro arma segreta perfetta.
Sai sospirò, ascoltandola docilmente, trattandola sul suo petto con entrambe le braccia, mentre intorno a loro la cucina collassava su se stessa.
Perché in fondo aveva ragione: non era il rosmarino, l’ingrediente segreto, né di quella informe sbobba né del loro rapporto.
Era semplicemente lei: la sua Baby.
 
 

 
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