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Autore: Dragasi    21/01/2015    1 recensioni
Mi rimisi in piedi e guardando in faccia il Sith gli dissi disprezzandolo con tutto il mio cuore:– Quello che tu chiami vecchio barbuto è il mio Maestro. Mi ha dato l’opportunità di addestrarmi per diventare Cavaliere, mi sta regalando il suo tempo e il suo affetto ogni giorno da quando siamo insieme. Mi sta insegnando a essere un Jedi, mi sta guidando nella mia crescita e mi sta evitando di diventare un uomo come te. Lui è il mio Maestro e io sono fiero di essere il suo Padawan –
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Obi-Wan Kenobi, Yoda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ero sulla terrazza del palazzo che era il nostro quartier generale nella città di Reigun. L’obbiettivo del giorno era stato raggiunto: il quartiere adesso era in mano alla Repubblica, ma ad un prezzo altissimo.
Stavo guardando il sole tramontare dietro i palazzi della città e nel mentre cercavo di calmare la tempesta che avevo dentro al cuore con l’aiuto della Forza.
Il sole era tramontato per metà ed il cielo arancione era uno spettacolo magnifico che avrei guardato sorridendo in altre circostanze, ma le immagini di quella giornata si affollavano nella mia mente e neanche la meditazione riusciva ad aiutarmi.
Percepii qualcuno arrivare alle mie spalle, ma non mi voltai e continuai ad osservare la città.
«Capitano Talker, ti cerchiamo da due ore. Il tuo Maestro vorrebbe parlarti»
«Ciao, Cody» dissi voltandomi e vidi il Comandante con il braccio ferito appeso al collo e nell’altro una stampella per non appoggiarsi alla gamba ferita «Come stai?»
«Io bene, Capitano. Avrò un paio di settimane di vacanza. Tu, piuttosto come stai? Mi sembri un po’ giù»
«Sto bene, ma mi chiedo il perché di questa guerra che non sta portando vantaggi a nessuno, ma solo tanta morte» mormorai io in risposta facendo vagare lo sguardo sopra le rovine della città.
«Dobbiamo tenere unita la Repubblica così da mantenere la pace» rispose lui affiancandomi.
Io non riuscii a trattenermi e buttai fuori tutte le emozioni di quel giorno: «E tu questa la chiami pace?!» urlai io sull’orlo delle lacrime «Oggi sono morti centosette uomini e tu ed altri cinquanta siete rimasti feriti, ed hai il coraggio di chiamarla pace?»
Cody mi guardò preoccupato e disse: «Capitano…»
«Non chiamarmi Capitano! Ho quattordici anni! Sono solo un apprendista! Cosa ci faccio qui?» scoppiai a piangere cadendo a terra in ginocchio.
Cody zoppicò verso l’interno dell’edificio urlando: «Generale! Generale Kenobi! Il suo apprendista ha bisogno di lei!»
Io rimasi accasciato per terra con il viso tra e mani finché non sentii dei passi di corsa e la voce del Maestro gridare: «Koi-Jon!»
Alzai lo sguardo, il volto bagnato dalle lacrime e mormorai: «Maestro…»
Appena mi raggiunse mi mise una mano sulla spalla e disse con un tono rassicurante: «Calmati, Padawan, cosa c’è?»
Lo guardai con occhi supplicanti e iniziai a parlare: «Maestro non capisco, non capisco il perché di questa guerra, non capisco perché non possiamo lasciare che i Separatisti si stacchino dalla Repubblica, non capisco perché noi Jedi votati a proteggere la pace dobbiamo condurre una guerra. Non capisco perché io ho il titolo di Capitano avendo appena quattordici anni e nessuna esperienza di guerra, non capisco perché il Consiglio non si è opposto alla guerra, non capisco perché centinaia di uomini debbano morire per conquistare pochi palmi di terra…»
Obi-Wan mi mise un braccio intorno alle spalle e mi spettinò i capelli con l’altra mano, quel piccolo gesto familiare mi tranquillizzò un pochino.
«Koi-Jon…» sussurrò il Maestro «Ascoltami, mio giovane Padawan. So che tutto quello che sta succedendo può sembrarti privo di ogni senso, so che sembrerebbe molto più facile lasciare che i Separatisti si stacchino dalla Repubblica, ma se si staccano loro molti altri sistemi lo faranno e questo porterebbe alla scomparsa della Democrazia che noi abbiamo giurato di proteggere. Gli uomini che sono morti in questi giorni hanno fatto il nostro stesso giuramento, sono morti combattendo per proteggere quello in cui credevano[1]. E, fidati, il Consiglio si è opposto alla guerra, ma non siamo noi a guidare la Repubblica, noi la serviamo soltanto. Lo so che ti senti ancora un bambino, ma sei un Jedi di quattordici anni, sei il mio Padawan e sei stato cresciuto per servire la pace, la Repubblica e la Democrazia. Koi-Jon, abbi fiducia in te stesso e nella Forza, Lei sarà sempre con te, dovunque andrai. Sei nato con un dono e da più di undici anni ti addestri per usarlo, è per questo che sei un Capitano. E poi ci sono io, e ti sarò affianco fino a quando non diventerai Cavaliere»
Sorrisi al Maestro con ancora le lacrime agli occhi, ma ero sollevato dalle sue parole, la tempesta nel mio cuore si era placata. Mormorai: «Grazie, Maestro»
Mi alzai in piedi ed Obi-Wan circondandomi con un braccio mi condusse all’interno.

«Padawan! Dove sei?» sentii chiamare Obi-Wan.
Mi alzai di scatto e dissi a Cody, con il quale stavo parlando seduto in terrazza: «Devo andare, perdonami»
Cody mi sorrise ed io entrai di corsa per raggiungere il Maestro.
«Eccomi» dissi appena lo raggiunsi.
«Koi-Jon, ho una buona notizia! Siamo stati richiamati, torniamo a casa»
Io lo guardai raggiante e chiesi incredulo: «Davvero? Torniamo al Tempio?»
Lui mi sorrise e rispose: «Sì, mio giovane Padawan. Vai a prepararti»
Io saltai gridando felice, ormai erano passati due mesi e mezzo da quando eravamo arrivati su Rhen Var.
«Padawan! Controllo! Non smetterò mai di ripetertelo: tieni sotto controllo le tue emozioni» mi rimproverò lui con tono secco.
Io mi appellai alla Forza per calmarmi e gli dissi: «Hai ragione, Maestro. Mi concentrerò di più»
«Adesso va a prepararti e ad avvisare gli uomini che arriva il cambio» mi ordinò lui sorridendo.
«Certo, Maestro» risposi felice e corsi via a dare a tutti la bella notizia.
 
Era ormai sera quando tutti noi fummo pronti e la nave con il nostro cambio atterrasse appena fuori Reigun.
Ero felice: tornavo a casa e mi lasciavo alle spalle il fronte. Sapevo che ci sarei ben presto tornato, ma quello che mi importava in quel momento era solo poter rivedere il Tempio.
Salimmo a bordo della nave ed io mi accomodai vicino ad Obi-Wan.
«Piccolo Padawan, riposa, tutti noi ne abbiamo bisogno» mi disse lui con voce dolce.
Io alzai la testa per guardarlo negli occhi e dissi: «Maestro, quanto staremo al Tempio?»
«Non lo so, ma dovremo tornare al fronte: la guerra non è finita e noi abbiamo il dovere di servire la Repubblica»
«Maestro, ti ricordi la visione di Dac?» domandai io.
Lui annuì prima di rispondermi: «Certo, Koi-Jon. Come mai ne parli adesso?»
«Ti ricordi che pensavo fosse inerente alla guerra? Però non è successo niente e l’ho avuta di nuovo la notte dopo la distruzione del computer centrale» risposi pacato e tranquillo.
«Era per quello, quindi, che ti eri svegliato?» mi chiese lui incuriosito.
«Sì, Maestro. Ora però non sono così sicuro che abbia a che fare con la guerra»
«Padawan, non so cosa dirti a riguardo. Questo è un messaggio della Forza Unificatrice, ma ricordati bene che tu devi riuscire a mantenere un equilibrio tra Forza Vivente ed Unificatrice. Non pensare al futuro a discapito del presente»
«Sì, Maestro» risposi accogliendo il suo prezioso insegnamento,
«Ora volevo meditare un po’, Koi-Jon, dovresti fare lo stesso» mi raccomandò lui prima di prepararsi alla meditazione.
Sorrisi e seguii il suo consiglio.
 
Sono passate due settimane dal nostro ritorno al Tempio e qua è tutto fuori dal normale.
Obi-Wan, nonostante la situazione nella Galassia stia diventando sempre più critica e necessiti sempre di più dell’attenzione dell’Alto Consiglio, sta cercando di mantenere una certa routine per il mio addestramento.
La guerra sta andando male ed ormai noi Jedi siamo esausti, stanchi di combattere invece di mantenere la pace.
Da undici anni studio per diventare Cavaliere, e da quattro servo la Repubblica in qualità di Padawan. Questa è la mia vocazione: servire la pace e la Democrazia, non combattere una guerra.
 
In questo momento Obi-Wan è impegnato con un’altra riunione del Consiglio, così ho deciso di andare da Laki.
Arrivo alla sua stanza e busso alla porta, sono certo di trovarlo lì: tutte le lezioni dei Clan sono state sospese per oggi.
Lui mi apre la porta e mi saluta sorridendo: «Ciao, Koi!» poi mi abbraccia stretto.
Sorrido, quel bambino è dolcissimo ed è pure cresciuto tantissimo: ormai ha otto anni… Sono sicuro che diverrà un grandissimo Jedi.
Il tempo passa molto in fretta eppure noi Jedi rimaniamo legati a tradizione vecchie più di ventiquattromila anni mentre il mondo corre veloce intorno a noi.
Gli sorrido e dico: «Come stai, Laki? Il tuo addestramento come procede?»
«Sto migliorando tantissimo con la spada, ma ho ancora un po’ di problemi a spostare oggetti» ha un attimo di esitazione e poi aggiunge: «Tutta questa situazione non mi piace, Koi-Jon, al Tempio non c’è più la serenità che c’era quando sono arrivato…»
«Lo so, Laki, ma la Forza ci aiuterà a superare anche questo» rispondo io «A nessun Jedi piace questa situazione, ma passerà e l’Ordine potrà tornare a difendere la pace della Repubblica. Ne sono sicuro»
Lak’amon mi guarda e risponde: «E se la Forza non volesse che la guerra abbia una fine?»
Guardo un momento il piccolo Twi’lek e dico: «Obi-Wan mi dice sempre che la Forza non può volere nulla di male, quindi anche questa situazione si sistemerà»
Lui annuisce, anche se non mi sembra troppo convinto.
Ho bisogno di meditare così propongo a Laki: «Credi di poter venire in una delle sale di meditazione con me? Credo che potrà solo farci bene»
Lui annuisce e così ci incamminiamo: due giovanissimi Jedi preoccupati per la guerra.
 
[1] Ok, i soldati clone erano un pochino obbligati a combattere, ma Obi-Wan adesso deve cercare di consolare il povero Koi-Jon e di dargli una spiegazione a tutto quello che gli sembra privo di senso, quindi vi prego di concedermelo.


Piccola Palestra Padawan di Dragasi

Ed eccovi di nuovo qui a leggere questo mio angolino.
Koi-Jon è cresciuto ancora un po' ed anche il piccolo Laki (qualcuno di voi se lo ricordava?)
Passiamo ai ringraziamenti: prima di tutto voglio ringraziare la mia sorellona Sylvia Nabierre che mi ha sempre appoggiato nella stesura di questa storia, grazie sorellona!
Poi: Greece_Lee, una piacevolissima compagna di viaggio che spero continuerà a seguirmi nelle mie avventure.
9pepe4, la studiossissima e simpaticissima Pepe :D il cui secondo nome è incasinata, aspetto con ansia il nuovo capitolo della tua long.
zombiehunter, Carmaux95, _avatar_, ewan91, e tutti voi che leggete questa mia storia, mi siete di grande sostegno!
Allora spero che questo capitolo in cui Obi-Wan da prova di tutta la sua saggezza vi sia piaciuto ed io vo lascio con un grande abbraccio!
A presto!
   
 
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